La routine è fatale – Luca 19.1-10


Qualche mese  fa sono stato invitato ad un evento a Poggio e nel programma dell’evento c’erano: un giro in bici per le colline del Chianti, delle visite a delle cantine, una braciata con fiorentina.

 

E ho dovuto pensare: quanto è bello visitare un posto come la Toscana? Quanto è bello farsi un giro in bici, bere del buon vino, mangiare un bel piatto di pasta? Ma soprattutto, quanto è bello farlo in compagnia, incontrare persone con cui condividere queste esperienze?

 

Qual è stata l’ultima volta che hai fatto una gita o un viaggetto? Cosa hai fatto di bello?

 

Non tutte le nostre giornate però sono così, non è vero? A volte le giornate assomigliano di più a una sorta di routine fatale.

 

 

  • Cosa succede nel video?
  • Cosa avete notato?
  • Vi è piaciuto? Se si, perchè? Se no, perchè?

 

Non so se anche a voi capita di sentirvi come il protagonista del corto che abbiamo visto. Magari le nostre giornate sono piene, tra lavoro, famiglia, impegni vari ma la nostra vita sembra grigia, senza colori, senza un senso. La routine diventa fatale, un pò come nel video.

 

Ci sono autisti di autobus tra di noi? Io in genere non prendo mai gli autobus perchè mi sposto in macchina. Ultimamente però ho preso diverse volte l’autobus e ho notato sempre la stessa cosa: gli autisti sembravano tutti tristi, simili al protagonista del video. In genere salgo sul bus, saluto e dall’altra parte del vetro c’è uno sguardo perso nel vuoto.

E forse il motivo della tristezza degli autisti è che svolgono un lavoro circondati da persone con le quali non possono interagire. Sono sempre in mezzo alle persone, ma sono sole. Vivono una routine isolata.

 

Il bello invece di eventi come quello a cui ho partecipato a Poggio è che ci viene data la possibilità di uscire dalla routine quotidiana.

 

Qual è il problema?

Che dopo l’evento comunque dobbiamo tornare a casa.

Per sopravvivere dobbiamo lavorare.

Ci sono pannolini da cambiare, bollette da pagare, burocrazia da seguire, compiti noiosi da svolgere.

Quel fantasma nero tornerà a farsi sentire e noi saremo risucchiati dalla routine fatale.

 

Vi voglio raccontare una storia. E per una volta vi chiedo di non aprire le vostre Bibbie ma di seguire il racconto. Poi magari oggi quando tornate a casa andate a leggere l’episodio riportato nel Vangelo di Luca, al capitolo 19.

 

è una storia accaduta tanto tempo fa. è la storia di un uomo che, all’apparenza, aveva tutto. Questo uomo, che si chiamava Zaccheo, aveva uno dei migliori lavori sulla piazza: era un esattore delle tasse.

Ai tempi dell’impero romano, durante il quale è ambientata questa storia realmente accaduta, l’esattore delle tasse era un lavoro molto remunerativo, perchè oltre allo stipendio era facile intascarsi qualcosa in modo non del tutto lecito.

 

Per questo le persone come Zaccheo non erano ben viste dalla comunità. Erano persone viscide, corrotte, disposte a tutto pur di arricchirsi.

 

Zaccheo poi non era uno dei tanti, lui era il capo degli esattori, il manager tra gli esattori e di conseguenza era molto ricco. Aveva tanti soldi e una bellissima casa. Zaccheo viveva la sua vita, la sua routine quotidiana e nonostante potesse permettersi tutto quello che voleva, anche la sua vita era grigia, probabilmente solitaria.

Sempre il solito lavoro, sempre le solite tensioni e sempre le solite discussioni con chi veniva a pagare le tasse, sempre le solite conversazioni superficiali con i colleghi, sempre i soliti commenti delle persone che lo giudicavano per il suo lavoro. Una routine fatale. Zaccheo molto probabilmente si sentiva giudicato dalle persone.

 

E poi magari quando Zaccheo si fermava a riflettere, in fondo in fondo sapeva che non era giusto approfittarsi delle persone come facevano lui e i suoi colleghi, e quindi un po ‘ di senso di colpa lo provava. Zaccheo molto probabilmente si sentiva giudicato anche da se stesso.

 

Un giorno come tanti altri nella sua cittadina, che si chiamava Gerico, si sparge la voce che era arrivato un uomo che stava diventando molto famoso, un certo Gesù di Nazaret. Ecco la rottura della routine quotidiana che Zaccheo stava aspettando!

 

Non sappiamo da cosa esattamente fosse spinto, ma il nostro Zaccheo si sente di voler conoscere questo Gesù di cui tutti parlavano e come tanti altri corre in strada per vederlo. Zaccheo però aveva un problema! Era un uomo….particolarmente basso! Ci sono delle cose che non si possono comprare, come l’altezza, per tutto il resto c’è Mastercard…

 

Zaccheo si ritrova in mezzo ad una folla. è vicino a Gesù, ma non riesce a vedere Gesù. E quindi cosa fa? Tanta era la voglia di vedere quest’uomo, che Zaccheo corre giù per la strada che stava percorrendo Gesù, sale su un albero e aspetta che Gesù arrivi.

 

Immaginatevi Zaccheo, questo uomo ricco e importante, probabilmente non più giovanissimo, che si tira sù le vesti per correre per strada, che arriva all’albero e inizia a salire, che si appollaia sull’ albero. Mentre osserva la strada, riesce finalmente a vedere Gesù e lo vede avvicinarsi sempre di più. E quando Gesù arriva succede qualcosa di straordinario, qualcosa di inaspettato!

Non soltanto Zaccheo riesce a vedere Gesù, ma Gesù alza gli occhi verso Zaccheo e lo fissa. E non si ferma qui. Gesù si rivolge direttamente a Zaccheo e gli dice:

 

«Zaccheo, svelto, scendi, perché oggi mi fermerò a casa tua!»

 

Gesù non voleva soltanto essere visto e riconosciuto, non voleva soltanto guardare da lontano questo strano uomo che si era arrampicato su un albero. Gesù voleva incontrare Zaccheo, voleva mangiare con Zaccheo, Gesù voleva conoscere Zaccheo.

 

A volte ci sono degli incontri che cambiano e ridefiniscono la nostra vita. Incontri che danno una svolta alla nostra vita. Questo è l’incontro che poteva cambiare la vita di Zaccheo. A questo punto la palla torna nel campo di Zaccheo.

Come rispondere a questo auto invito da parte di Gesù? Va bene vedere Gesù, ma voleva anche conoscere Gesù e soprattutto farsi conoscere da Gesù? Voleva rispondere alle domande di Gesù?

 

La Bibbia è chiara e Luca ci dice:

6 Zaccheo scese in fretta, e con grande gioia ed eccitazione accolse Gesù in casa sua.

Wow! Un incontro inaspettato, Gesù che va a casa di Zaccheo, proprio di Zaccheo

La cosa è così sconvolgente che Luca ci dice che TUTTI mormoravano, tutti erano sconvolti e dicevano

7…«È andato ad alloggiare in casa di un peccatore!»

Ma a Zaccheo non interessava più quello che dicevano le persone. Il suo senso di vergogna, il suo senso di colpa, il suo senso di sporcizia era stato cancellato da cosa? Dall’aver incontrato Gesù! La sua vita era cambiata perchè aveva conosciuto Gesù. Il suo cuore traboccava di gioia e riconoscenza al punto da dire a Gesù:

8 «Ecco, Signore, io do la metà dei miei beni ai poveri; se ho frodato qualcuno di qualcosa gli rendo il quadruplo».

Si, proprio la vita di Zaccheo è cambiata, perché Gesù è venuto a cercare e salvere ciò che era perduto, chi era perduto.

 

Domande:

  • Cosa ti ha colpito o sorpreso nella storia?
  • Cosa non hai capito?
  • Quale pensi sia l’idea centrale della storia?

 

 

Il senso della storia è che Gesù è venuto per incontrare proprio noi: noi dalle routine grigie, noi che ci sentiamo isolati, noi che ci sentiamo giudicati, noi che ci manca qualcosa nonostante all’apparenza abbiamo tanto, noi che ci vergogniamo per i nostri sbagli, che ci sentiamo in colpa, noi che molto spesso siamo perduti.

 

Cosa c’è di più bello di mangiare un bel pasto, una bella pizza con chi ci ama, qualcuno che non ci condanna per i nostri sbagli ma li perdona, qualcuno che vuole passare il tempo con noi, vuole parlare con noi, vuole sapere cosa va e cosa non va nelle nostre giornate?

 

Come dicevo prima, il bello dell’evento al quale ho partecipato è che ho interrotto per un fine settimana la routine normale, per apprezzare dei paesaggi del nostro Bel Paese, per godere delle bontà enogastronomiche che l’Italia ci offre.

 

Ma non è stato solo questo! Quello che ha reso speciale quell’evento è che abbiamo avuto la possibilità di ristorare non soltanto il nostro corpo, ma anche l’anima, la nostra parte spirituale con degli incontri sia orizzontali che verticali.

 

Ovviamente però non può esistere una vita senza una routine. Immaginate che caos se ognuno facesse ogni giorno una cosa diversa. Eppure anche la routine, la vita di tutti i giorni, la nostra vita può essere a colori, a differenza del video.

 

Molti di voi sanno che l’anno scorso ho vissuto un periodo in cui ho avuto attacchi di panico, stress, difficoltà a dormire, perdita del peso. La vita sembrava grigia, la routine fatale. Eppure anche in quel periodo sapevo a cosa, o meglio a chi, aggrapparmi.

 

 Quello che ha cambiato la mia vita, e ha cambiato la vita di diverse persone qui presenti, e continuare a cambiare la nostra vita giorno dopo giorno è stato “incontrare” personalmente Gesù, averlo incontrato e poterlo vivere nella mia vita di tutti i giorni sapendo che lui vuole conoscermi, vuole essermi vicino, vuole guidarmi. Forse sembra assurdo, ma per noi è reale!

 

Non sto dicendo che la vita diventi esente da noia, stanchezza, difficoltà, routine. Quelle cose spesso ci sono, ma sono viste da una prospettiva diversa, una prospettiva spirituale che è in grado di influenzare la nostra vita di tutti i giorni, il nostro lavoro, le dinamiche familiari, gli impegni e le consuetudini, la routine in modo che tutto abbia un senso e abbia al contempo speranza.

 

 

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