Dopo la serie di insegnamenti che abbiamo visto la volta scorsa, Luca ci porta con Gesù in un viaggio che sarà caratterizzato da una serie di potenti miracoli, che hanno lo scopo di dimostrare come il Signore abbia il controllo sopra ogni aspetto della vita.
22 Un giorno egli salì su una barca con i suoi discepoli e disse loro: «Passiamo all’altra riva del lago». E presero il largo.
23 Mentre navigavano, egli si addormentò; e si abbatté sul lago un turbine di vento, tanto che la barca si riempiva d’acqua, ed essi erano in pericolo.
24 Essi, avvicinatisi, lo svegliarono, dicendo: «Maestro, Maestro, noi periamo!» Ma egli, destatosi, sgridò il vento e i flutti, che si calmarono, e si fece bonaccia.
25 Poi disse loro: «Dov’è la vostra fede?» Ma essi, impauriti e meravigliati, dicevano l’uno all’altro: «Chi è mai costui che comanda anche ai venti e all’acqua, e gli ubbidiscono?»
Il pericolo è reale
Il primo di questi episodi miracolosi è quello che abbiamo letto oggi. La storia è semplice e chiara. Un giorno, mentre era con i discepoli, Gesù ordina di attraversare il lago con una barca. Mentre stavano navigando, Gesù si addormenta. Nel frattempo sul lago si era abbattuto un turbine di vento.
Penso che tutti abbiamo sperimentato in un modo o in un altro la potenza del vento. Io mi ricordo che una domenica, quando ero ragazzo, siamo tornati a casa e abbiamo trovato nel prato dietro casa una roulotte che era stata sballottata lì da un tornado. A Trieste c’è il Molo Audace, una passerella di 200 metri nel golfo. I triestini amano camminare su questo Molo, ma bisogna sempre assicurarsi che la bora, il vento, non sia troppo forte.
Ora, mentre Gesù dormiva, la barca è sballottata a destra e sinistra dal vento sul lago di Galilea e inizia a riempirsi d’acqua. E al versetto 23, alla descrizione della situazione, Luca aggiunge un commento, una osservazione, composta da 5 parole: ed essi erano in pericolo. Il pericolo era reale. I discepoli non stavano esagerando, il pericolo era reale.
I discepoli, consci del pericolo, svegliano Gesù, dicendogli che stavano per morire.
Ora, molto probabilmente il vento non è il pericolo più ricorrente nelle nostre vite. Ma capita a tutti di sentirsi in pericolo e di non percepire la presenza di Gesù. Dov’è Gesù quando ho paura di una malattia, dov’è Gesù quando il mondo si divide a causa di un virus, dov’è Gesù quando ho paura di un peccato che mi sta logorando, dov’è Gesù quando non riesco a dormire nel mezzo della notte per le incertezze della vita, dov’è Gesù quando non ho la forza per alzarmi dal letto, leggere la Bibbia e andare a lavoro? Perchè Gesù dorme mentre io sono oppresso da mille complicazioni in questa vita?
Il problema: la mancanza di fede
Secondo voi, i discepoli hanno fatto bene ad invocare Gesù? Hanno fatto bene a rivolgersi al Signore nel momento in cui hanno capito che stavano per morire?
Geremia 33 afferma: 3 “Invocami, e io ti risponderò, ti annuncerò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci”.
Ovviamente, è sempre buono invocare il nome del Signore, è sempre ottimo pregare ammettendo la nostra incapacità di salvarci e il bisogno del suo intervento per essere salvati.
Però, in questo caso, Gesù non sembra essere contento dell’invocazione dei discepoli.
25 Poi disse loro: «Dov’è la vostra fede?»
Il problema dei discepoli era la mancanza di fede. Abbiamo parlato già più volte della fede nelle predicazioni su Luca. Una cosa che la fede non è: la fede non è credere che Dio debba adattarsi ai miei standard e alle mie pretese. La fede è piuttosto credere in Dio, per fede, e adattarmi, di conseguenza, ai suoi standard e a ciò che Dio pretende da me.
I discepoli avevano fede che Gesù poteva salvarli, e quindi lo svegliano credendo che Gesù potesse liberarli dal pericolo soltanto mettendo fine al pericolo. Ma, forse, Gesù voleva che i discepoli rimanessero in una situazione di pericolo per testare, fortificare, far crescere la fede dei discepoli.
Cosa aveva detto Gesù ai discepoli all’inizio della storia?
«Passiamo all’altra riva del lago»
Gesù aveva già promesso che sarebbero arrivati sull’altra riva del lago, aveva già predetto la fine della storia. Ovviamente ciò che Gesù afferma si avvera sempre. Noi possiamo dire “andiamo a Firenze dopo l’incontro”, ma non possiamo garantire che questo avverrà, mentre quando Gesù dice passiamo all’altra riva del lago, quell’azione che non è ancora compiuta è già assicurata.
Sì, il Signore avrebbe compiuto il grande miracolo, con la sola potenza della sua parola avrebbe calmato i venti impetuosi e il mare mosso. Tra l’altro sono i discepoli stessi a chiedere l’intervento di Gesù, ma quando Gesù interviene dimostrando di avere il controllo sopra ogni cosa, anche la natura, i discepoli non sono rincuorati, ma bensì il contrario, sono meravigliati e impauriti. L’intervento miracoloso del Signore, che così spesso cerchiamo e invochiamo, potrebbe essere meno incoraggiante di quello che pensiamo.
Forse il vero pericolo per i discepoli non erano le onde e il vento, ma la mancanza di fede. Il pericolo della tempesta era reale, ma agli occhi di Gesù il vero pericolo era la mancanza di fede dei discepoli.
Come rispondere al pericolo
I discepoli quindi invocano Gesù, ma forse non era quello che Gesù avrebbe voluto. Forse Gesù avrebbe voluto che i discepoli si fossero fidati, per fede, della sua Parola, che avessero creduto che erano salvi piuttosto che chiedere a lui di salvarlo.
Come rispondiamo al pericolo? Okay, ci rivolgiamo a Gesù. Ma in che modo? Vogliamo che Gesù faccia quello che noi vogliamo, o facciamo quello che lui vuole?
La vita del credente è difficile. Non è sempre tutto rose e fiori. Certe cose non cambieranno mai, o cambieranno in modi diversi da quelli che vorremmo. I discepoli non si aspettavano di ritrovarsi durante il loro cammino con Gesù in pericolo di vita, ed invece è successo. Non perché Dio li stesse punendo, non perché Dio si fosse dimenticato, ma perché Dio voleva che attraversassero questa prova, comprendessero la potenza di Dio che è in grado di salvare anche quando tutto sembra senza speranza.
Come rispondiamo al pericolo? Voglio suggerire tre cose che possiamo fare in situazioni di pericolo, pericolo fisico, come nel caso dei discepoli sulla barca, ma anche pericolo spirituale, emotivo, mentale.
Avere fede in Gesù
Ho già accennato a questo aspetto. Avere fede in Gesù. In quale Gesù vogliamo avere fede? Nel Gesù che viene a liberarmi ogni qual volta le cose non vanno come voglio io? Il Gesù che mi da una nuova benedizione ogni qual volta io faccio dei capricci? O semplicemente avere fede in Gesù, nel Gesù che ha lasciato la gloria del cielo per amore nei nostri confronti, per venirci a salvare per mezzo della sua morte sulla croce e la resurrezione dopo tre giorni? Avere fede in quello che noi vogliamo, o avere semplicemente fede nella persona di Gesù?
Di fronte al pericolo, quando la nostra fede inizia a venire meno, non dobbiamo pretendere che il Signore faccia qualcosa, ma dobbiamo fidarci del Signore.
Aggrapparsi alle promesse di Dio
Anche questo aspetto lo abbiamo già visto. Gesù aveva fatto una promessa ai discepoli, andiamo sull’altra riva del lago, ma i discepoli avevano dubitato. Avevano distolto
l’attenzione dalle parole di Gesù, e l’avevano messa sul pericolo attorno a loro: le onde, il vento, l’acqua che entrava nella barca, la barca che sembrava in balia della natura, il cielo nero. Davanti al pericolo non dobbiamo fissare il pericolo, rimuginare su quanto sia grande e potente il pericolo, ma dobbiamo aggrapparci alle promesse di Dio che troviamo nella sua Parola.
Paolo scrivendo a Timoteo, suo discepolo, che doveva affrontare diversi pericoli ministeriali e spirituali in un periodo molto complicato, offre questa come soluzione per non perdere la bussola:
14 Tu, invece, persevera nelle cose che hai imparate e di cui hai acquistato la certezza, sapendo da chi le hai imparate, 15 e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù. 16 Ogni Scrittura è ispirata da Dio[a] e utile a insegnare, a riprendere, a correggere, a educare alla giustizia, 17 perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Nelle sfide, nei momenti bui, nelle tempeste dobbiamo aggrapparci a questa parola, alle promesse di Dio per il suo popolo. E quali sono queste promesse?
Ne ho raccolte alcune:
Salmo 121:1 Alzo gli occhi verso i monti… Da dove mi verrà l’aiuto?
2 Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto il cielo e la terra.
3 Egli non permetterà che il tuo piede vacilli; colui che ti protegge non sonnecchierà.
4 Ecco, colui che protegge Israele non sonnecchierà né dormirà.
5 Il Signore è colui che ti protegge;
il Signore è la tua ombra; egli sta alla tua destra.
6 Di giorno il sole non ti colpirà, né la luna di notte.
7 Il Signore ti preserverà da ogni male; egli proteggerà l’anima tua.
8 Il Signore ti proteggerà, quando esci e quando entri, ora e sempre.
Matteo 6:25 «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete {o di che cosa berrete}; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento e il corpo più del vestito?… Osservate come crescono i gigli della campagna:
essi non faticano e non filano; 29 eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, si vestì come uno di loro. 30 Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? 31
Matteo 11:28 Venite a me, voi tutti che siete affaticati e oppressi[k], e io vi darò riposo. 29 Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto e umile di cuore; e voi troverete riposo per le anime vostre; 30 poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero».
1 Cronache 28:20 Davide disse ancora a suo figlio Salomone: «Sii forte, fatti coraggio, e mettiti all’opera; non temere, non ti sgomentare; perché il Signore, Dio, il mio Dio, sarà con te; egli non ti lascerà e non ti abbandonerà fino a che tutta l’opera per il servizio della casa del Signore sia compiuta.
Lamentazioni 3:21 Ecco ciò che voglio richiamare alla mente, ciò che mi fa sperare: 22 è una grazia del Signore che non siamo stati completamente distrutti; le sue compassioni infatti non sono esaurite, 23 si rinnovano ogni mattina. Grande è la tua fedeltà!
Salmo 126:5 Quelli che seminano con lacrime, mieteranno con canti di gioia.
Galati 4:3 Così anche noi, quando eravamo bambini, eravamo tenuti in schiavitù dagli elementi del mondo; 4 ma quando giunse la pienezza del tempo, Dio mandò suo Figlio,
nato da donna, nato sotto la legge, 5 per riscattare quelli che erano sotto la legge, affinché noi ricevessimo l’adozione. 6 E, perché siete figli, Dio ha mandato lo Spirito del Figlio suo nei nostri[a] cuori, che grida: «Abbà, Padre». 7 Così tu non sei più servo, ma figlio; e se sei figlio, sei anche erede per grazia di Dio
Apocalisse 21: 2 E vidi la santa città, la nuova Gerusalemme, scendere dal cielo da presso Dio, pronta come una sposa adorna per il suo sposo. 3 Udii una gran voce dal trono, che diceva: «Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini! Egli abiterà con loro, essi saranno suoi
popoli e Dio stesso sarà con loro {e sarà il loro Dio}. 4 Egli asciugherà ogni lacrima dai loro occhi e non ci sarà più la morte, né cordoglio, né grido, né dolore, perché le cose di prima sono passate».
Davanti al pericolo aggrappiamoci alle promesse della Parola di Dio.
Coltivare un atteggiamento di gratitudine
Ed infine, dobbiamo affrontare il pericolo coltivando un atteggiamento di gratitudine. è facile quando ci troviamo di fronte ad un pericolo, diventare cinici, scettici, pessimisti, allarmisti, disperati.
E’ normale, è la nostra inclinazione naturale, è quello che hanno fatto i discepoli che erano fisicamente insieme a Cristo Gesù, il Messia, il Figlio di Dio. Eppure i discepoli non dicono: grazie Signore che possiamo essere con te in questa barca, nonostante le onde e il vento.
Eppure ci è data anche questa incredibile opportunità e questa incredibile benedizione. Dopo aver riposto la nostra fede nella persona di Cristo, dopo esserci aggrappati alla sua
Parole e alle sue promesse, possiamo rispondere con gratitudine in qualsiasi momento, in qualsiasi circostanza. Questa è una cosa che ci risulta difficile. Ai bambini insegniamo a dire grazie di fronte ad un bel regalo, e già questo è difficile. I bambini di Dio, i figli di Dio,
imparano a ringrazia in qualsiasi occasione:
“Ma siate ricolmi di Spirito, 19 parlandovi con salmi, inni e cantici spirituali, cantando e salmeggiando con il vostro cuore al Signore; 20 ringraziando continuamente per ogni cosa Dio Padre, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo” (Efesini 5)
Ringrazia il Signore per ogni cosa, anche per il pericolo, per la prova, per il dubbio, per le tue mancanze, per la persecuzione. Possiamo ringraziare Dio quando le cose vanno bene e quando le cose vanno male, e quando lo facciamo dimostriamo che ci stiamo fidando di lui e della sua Parola, dimostriamo che riconosciamo e ci sottomettiamo con gioia alla sua sovranità, riconosciamo che tutto è nelle sue mani e che ci fidiamo di quello che lui vuole farci vivere.
Padre, quante volte svengo quando le cose vanno male!
Com’è facile per me iniziare a pensare che non ti importa di me, quando mi stanno succedendo cose brutte.
Dammi gli occhi per vedere che i tuoi apparenti ritardi non sono segni del tuo dispiacere e che puoi nascondere il tuo volto anche ai tuoi santi più cari.
Dammi fede per cercarti anche nei momenti più difficili e per aspettare, aspettarti, anche se taci e non dici una parola di conforto, perché chi ti aspetta non sarà mai svergognato
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