Oggi iniziamo una nuova serie. Dopo aver guardato la realtà del Regno di Dio secondo le parole di Gesù sul sermone sul monte, torniamo indietro per studiare un libro dell’Antico Testamento, il libro di Daniele.
Riprendere questo libro e iniziare a studiarlo in vista di questa serie di messaggi mi ha davvero entusiasmato. Il Signore ci ha voluto donare un libro che è avvincente, intrigante, attuale, pratico, incoraggiante ed edificante. Un libro che tratta anche il tema del Regno, ma da una prospettiva diversa.
Cosa vi viene in mente quando pensate al libro di Daniele?
Un commentario introduce il libro di Daniele dicendo:
Come possiamo rimanere fedeli al nostro Dio in un mondo che lo rifiuta? Vale la pena di rimanere fermi e di obbedirgli, quando il suo regno sembra spesso così lontano? Come possiamo vivere con coraggio e fiducia in nazioni che non cercano di vivere sotto il dominio di Dio? È possibile essere una benedizione per le nostre nazioni e mostrare la potenza e la bontà del nostro Dio, anche in un’epoca come la nostra?
Quanto attuali sono queste domande?
L’introduzione si conclude con:
l’enfasi del libro (di Daniele) rivelerà il disegno di Dio di stabilire il suo Re e il suo regno eterno nel mondo.
Il valore di questo tema non è solo quello di vedere che Dio è sovrano su tutte le cose (come è ovvio che sia), ma anche quello di vedere Dio che instaura il suo re e il suo regno nel mondo per la salvezza. … il re e il regno profetizzati in Daniele troveranno la loro interpretazione primaria nella morte e nella risurrezione di Gesù Cristo.[1]
Il libro, che è stato scritto da Daniele, uno degli uomini che vengono deportati a Babilonia dopo la caduta del Regno di Giuda, può essere diviso in vari modi. Ma le due divisioni principali e più evidenti sono queste:
- i primi 7 capitoli sono narrativi e raccontano la storia di Daniele e altri tre esuli, mentre gli gli ultimi capitoli contengono visioni apocalittiche
- i capitoli 1 e poi 8-12 sono in ebraico e sono diretti ad Israele principalmente, mentre 2-7 sono in aramaico, la lingua dei babilonesi, sono diretti principalmente ai gentili
Daniele è un libro particolare perché parla di Babilonia e di esilio ma non lo fa con il tono negativo presente in altri libri della Bibbia. Babilonia ed esilio continuano ad essere cose negative, ma sono usate da Dio per fare del bene, anche in maniera impensabile ed incredibile.
Daniele è un libro particolare perché contiene delle profezie, ma tradizionalmente nel canone ebraico non rientra tra i profeti. Questo perché pur contenendo delle profezie, Daniele non è un libro profetico in senso stretto. Contiene delle profezie, ma non sono profezie fatte direttamente al popolo di Israele, ma fatte per un popolo straniero da Daniele che più che un profeta è un uomo di Stato in un regno straniero. Un commentario afferma:
nessun altro libro profetico dell’Antico Testamento parla delle nazioni pagane e del loro rapporto con il popolo di Dio con la stessa completezza e precisione di Daniele. [2]
Daniele1:1 Il terzo anno del regno di Ioiachim, re di Giuda, Nabucodonosor, re di Babilonia, marciò contro Gerusalemme e l’assediò. 2 Il Signore gli diede nelle mani Ioiachim, re di Giuda, e una parte degli arredi della casa di Dio. Nabucodonosor portò gli arredi nel paese di Scinear, nella casa del suo dio, e li mise nella casa del tesoro del suo dio.3 Il re disse ad Aspenaz, capo dei suoi eunuchi, di condurgli dei figli d’Israele, di stirpe reale o di famiglie nobili. 4 Dovevano essere ragazzi senza difetti fisici, di bell’aspetto, dotati di ogni saggezza, istruiti e intelligenti, capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei. 5 Il re assegnò loro una razione giornaliera dei cibi della sua tavola e dei vini che egli beveva, e ordinò di istruirli per tre anni dopo i quali sarebbero passati al servizio del re. 6 Tra di loro c’erano dei figli di Giuda: Daniele, Anania, Misael e Azaria. 7 Il capo degli eunuchi diede loro altri nomi[a]: a Daniele pose nome Baltazzar, ad Anania, Sadrac, a Misael, Mesac e ad Azaria, Abed-Nego.
Abbiamo letto i primi 7 versetti del primo capitolo di Daniele. In questi versetti troviamo tutti i protagonisti principali del capitolo:
- Il regno (straniero, personificato da Nabucodonosor, re di Babilonia)
- Dio
- 4 giovani esuli, rappresentanti del popolo di Giuda
Andiamo insieme ad approfondire questi concetti.
Il regno
Come viene descritto questo Regno?
Un regno straniero
Il Regno di Babilonia viene descritto come straniero. La cultura era diversa, la lingua era diversa, la scrittura era diversa (4), la capitale era diversa. Un regno politicamente e socialmente diverso rispetto al popolo di Dio. E, ovviamente, un regno pagano, blasfemo, idolatra come vedremo chiaramente nelle prossime settimane.
Un regno potente
Viene descritto come un regno potente, in grado di assediare e penetrare dentro le mura di Gerusalemme, o dopo aver vinto l’assedio o perché gli abitanti di Gerusalemme hanno aperto le mura della città.
In 2 Re 24 viene descritto questo assedio in questo modo:
10 In quel tempo i guerrieri di Nabucodonosor, re di Babilonia, salirono contro Gerusalemme, e la città fu assediata. 11 Nabucodonosor, re di Babilonia, giunse davanti alla città mentre la sua gente la stava assediando. 12 Allora Ioiachin, re di Giuda, si presentò al re di Babilonia con sua madre, i suoi servi, i suoi capi e i suoi eunuchi. E il re di Babilonia lo fece prigioniero, l’ottavo anno del suo regno. 13 Come il Signore aveva predetto, portò via di là tutti i tesori della casa del Signore e i tesori del palazzo del re, e frantumò tutti gli utensili d’oro che Salomone, re d’Israele, aveva fatti per il tempio del Signore. 14 E deportò tutta Gerusalemme, tutti i capi, tutti gli uomini valorosi.
Un regno che comanda
Vediamo, sia da questi versetti, che dai versetti di Daniele 1 che questo Regno, e Nabucodonosor, comanda. è chiaro chi ha l’autorità. è chiaro chi ha il potere. Al versetto 3 vediamo che è Nabucodonosor che ordina al capo degli eunuchi di preparare i figli di Israele. è lui che detta le condizioni per il percorso formativo degli esuli, quanto sarebbe durato, cosa avrebbero studiato e addirittura cosa avrebbero mangiato e bevuto, è lui che stabilisce che i nomi delle persone vengano cambiati. il suo regno comanda e lui è il boss indiscusso.
Un regno che incute timore
Un regno straniero, potente, che comanda ed infine un regno che incute timore. Più avanti nel primo capitolo, al versetto 8, ci viene detto che Daniele “prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva, e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi.”
La risposta dell’eunuco, al versetto 10, è la seguente: «Io temo il re mio signore, che ha stabilito quello che dovete mangiare e bere; se egli vedesse le vostre facce più magre di quelle dei giovani della vostra stessa età, voi mettereste in pericolo la mia testa presso il re».
Sono abbastanza sicuro che l’eunuco non stia parlando metaforicamente. L’eunuco è terrorizzato perchè in qualsiasi momento potrebbe perdere la vita.
Questo regno ti sembra familiare? Ti sembra di conoscerlo? Un regno che non conosce ne riconosce Dio e i suoi valori, che vuole imporsi con la sua potenza, che comanda e che incute timore. Non è, in altre parole, il mondo che ci circonda?
Non vediamo la potenza e la ricchezza di questo regno negli strumenti che utilizziamo tutti i giorni e che ci modellano, come i cellulari e i social media?
Non vediamo l’autorità e il comando del regno, che vuole definire il modo in cui viviamo le nostre vite, quello che compriamo, quello che facciamo, quello che pensiamo?
Non vediamo questo regno incutere timore contro i cristiani in paesi come Corea del Nord, Somalia e Yemen, ai primi 3 posti sulla World Watch List pubblicata da Porte Aperte da poche settimane? In luoghi dove si finisce in prigione o peggio solo perchè si appartiene ad un popolo diverso, con usanze diverse e credi diversi?
Nabucodonosor e il suo regno incutevano timore. Il regno era ricco, potente, glorioso ma non offriva pace e sicurezza a nessuno. Anche i suoi collaboratori più stretti potevano essere soppressi in qualsiasi istante. E il regno babilonese è presente ancora oggi.
Dio
Lo spirito di Daniele e dei suoi amici deve essere stato molto provato alla luce di tutto questo. Eppure, come vedremo tra un attimo, il loro atteggiamento è eroico. Questo perchè, pur essendo stati deportati in un regno nemico, essi sapevano che c’era un altro protagonista nella storia: Dio.
In che modo viene descritto Dio in questa storia?
Un Dio sovrano
Il Dio descritto da Daniele è un Dio sovrano. Lo vediamo sin dall’inizio della storia, al versetto 2:
2 Il Signore gli diede nelle mani Ioiachim, re di Giuda, e una parte degli arredi della casa di Dio.
L’avanzata del regno babilonese, la vittoria sugli ebrei, gli arredi e le persone portate in esilio sono tutte cose decretate dal Signore.
Sovrano geopoliticamente
Prima vi ho letto la descrizione fatta in 2 Re della conquista di Nabucodonosor, nel quale vediamo le azioni di questo re straniero. Ma è incredibile leggere come inizia il capitolo:
2 Re 24:1 Al suo tempo, venne Nabucodonosor, re di Babilonia, e Ioiachim gli fu soggetto per tre anni; poi tornò a ribellarsi. 2 Il Signore mandò contro Ioiachim schiere di Caldei, di Siri, schiere di Moabiti, schiere di Ammoniti; le mandò contro Giuda per distruggerlo, secondo la parola che il Signore aveva pronunciata per mezzo dei profeti, suoi servi. 3 Questo avvenne solo per ordine del Signore, il quale voleva allontanare Giuda dalla sua presenza, a causa di tutti i peccati che Manasse aveva commessi 4 e a causa pure del sangue innocente che egli aveva sparso e di cui aveva riempito Gerusalemme. Per questo il Signore non volle perdonare.
è Dio che ordina, che comanda, che guida, che decreta, che manda, che porta avanti il suo piano. è Dio che è sovrano su tutta la sfera geopolitica, allora come oggi. La caduta e la nascita di governi, l’approvazione sia delle leggi giuste che di quelle ingiuste, l’elezione di politici integri e onesti e di quelli corrotti e violenti. La guerra in Ucraina, le tensioni tra Israele e Palestina, così come il governo dittatoriale e violenti nei confronti dei credenti della Corea del Nord. Nulla sfugge al suo controllo.
Un Dio sovrano sull’individuo
Non solo sovrano geopoliticamente, ma anche sovrano sull’individuo. Sovrano su ogni singolo aspetto di ogni individuo. Il Signore stava per usare grandemente Daniele e i suoi amici. Ed aveva decretato che Daniele e i suoi amici fossero esattamente le persone giuste, al momento giusto, al posto giusto. Ricordate che persone stesse cercando l’imperatore babilonese? Versetti 3 e 4:
- figli d’Israele,
- di stirpe reale o di famiglie nobili.
- senza difetti fisici,
- di bell’aspetto,
- dotati di ogni saggezza,
- istruiti e intelligenti,
- capaci di stare nel palazzo reale per apprendere la scrittura e la lingua dei Caldei.
Daniele e i suoi amici avevano tutte le caratteristiche perfette per essere selezionati. Erano stati sovranamente preparati per compiere l’opera del Signore. Dio aveva sovranamente decretato: il loro aspetto, la loro famiglia, la loro posizione sociale, la loro intelligenza, la loro istruzione, la loro carriera.
E la sovranità di Dio non non si ferma qui. Lui è anche sovrano sulla buona riuscita dei nostri progetti, delle nostre buone intenzioni, delle nostre battaglie spirituali.
Daniele rimarca la sovranità di Dio quando riconosce che, versetto 9, “Dio fece trovare a Daniele grazia e compassione presso il capo degli eunuchi” e che fu sempre Dio a rendere possibile il successo dei quattro esuli: “17 A questi quattro giovani Dio diede di conoscere e comprendere ogni scrittura e ogni saggezza.”
L’altro giorno scherzavo con Stefania dicendole che quando si parla di Abraham Kyper, che è stato un teologo, pastore e politico olandese, si cita sempre la stessa frase. Ma proprio quella frase voglio citare perchè racchiude bene la totale sovranità di Dio su tutto:
“Non c’è un centimetro quadrato in tutto il dominio della nostra esistenza umana sul quale Cristo, che è sovrano su tutto, non gridi: “Mio!”
Pensaci un attimo: Dio è sovrano su tutti gli aspetti della tua vita. Il paese dove sei nato e il paese e la città dove vivi. La tua chiesa. Il tuo fisico, la tua salute così come la tua malattia, la tua intelligenza, la famiglia nella quale sei cresciuto e quella di cui fai parte, la città dove vivi, la scuola dove hai studiato o stai studiando, il tuo posto di lavoro o la mancanza di lavoro. Il Signore è sovrano sulla buona riuscita o meno dei tuoi propositi, anche quelli spirituali. Questa cosa ti spaventa? Ti opprime? O ti libera, sapendo che la sua sovranità è a favore del suo piano e del suo popolo, e quindi di te se hai creduto in Cristo Gesù?
Quattro giovani esuli
Nel regno straniero sul quale Dio è sovrano finiscono, tra gli altri, quattro esuli: Daniele, Anania, Misael e Azaria. Non sono quattro giovani qualunque. Sin da subito il lettore viene colpito dal coraggio di questi quattro uomini, di questi quattro eroi. Daniele è un prototipo che preannuncia Cristo, ma anche un esempio concreto anche per noi.
Educazione
Da dove viene il coraggio di Daniele? Da dove viene la sua risolutezza? Da dove viene la voglia di rimanere risoluto?
Mi ha colpito una cosa che ho letto. Daniele, Anania, Misael e Azaria erano stati bambini sotto il re Giosia, uno dei pochi re che fece quello che è giusto agli occhi del Signore. è stato lui a “riparare il tempio; recuperare la legge; invitare al pentimento; guidare le riforme; riportare la parola di Dio al centro della vita di Israele; deporre i sacerdoti empi; ripristinare la celebrazione della Pasqua. E fece tutto questo mentre Daniele e i tre erano giovani e molto probabilmente (in quanto figli di nobili) venivano allevati nella sua casa! La determinazione che vediamo in Daniele e nei suoi amici deriva dal terreno ricco e fertile di un’infanzia sotto un re grande e devoto.”[3]
Il coraggio di Daniele è il frutto dell’educazione che Daniele aveva ricevuto. L’educazione che offriamo ai nostri figli e bambini è fondamentale, sia all’interno della famiglia che della chiesa. L’educazione che riceviamo, nel tempo, sotto il grande Re Cristo Gesù è fondamentale per arrivare ad avere il coraggio di Daniele. Ti stai sottomettendo al suo insegnamento? Ti stai lasciando plasmare e modellare? Stai trasmettendo quello che hai imparato alla prossima generazione?
Adoratori
Abbiamo già detto che “Daniele prese in cuor suo la decisione di non contaminarsi con i cibi del re e con il vino che il re beveva, e chiese al capo degli eunuchi di non obbligarlo a contaminarsi.” In seguito Daniele trova una soluzione in modo da non dover mangiare e bere del vino non solo proibito ma che anche era stato offerto a delle divinità pagane. Daniele è risoluto, coraggioso, devoto, puro. Il carattere di Daniele non è frutto solo della sua educazione.
Il suo coraggio è dato dal fatto di essere un adoratore del Dio vivente. La sua purezza, risoluzione, il suo coraggio viene dal suo rapporto con Dio. Daniele non solo sa che la cosa migliore è adorare e servire Dio, ma lo mette anche in pratica.
Che incredibile lezione per noi oggi! Che il nostro agire all’università, a lavoro, nel mondo possa essere condizionato non da quello che vuole il regno straniero, ma da quello che onora il Regno di Dio.
Dedizione
Un altra caratteristica di Daniele e dei suoi amici è la loro dedizione. Immaginate un attimo di essere questi quattro giovani esuli. Siete stati educati secondo le vie del Signore, conoscete e adorate il Dio vivente, siete cresciuti tra le famiglie più importanti del popolo di Israele, avete vissuto nella vera capitale del popolo di Dio, Gerusalemme. Siete belli, ricchi, intelligenti.
E poi, all’improvviso, perdete tutto: Gerusalemme viene, diventate prigionieri e spediti in una città lontana, una città pagana, una città blasfema. Daniele potevano sentirsi scoraggiato, deluso, arrabbiato, impaurito, risentito. Potevano sentirsi superiori a tutte le persone che li circondavano e che non conoscevano l’unico vero Dio.
Eppure i quattro si dedicarono anima e corpo per diventare i migliori collaboratori del loro nuovo signore terreno. Alla fine dei tre anni, dice Daniele 1:19.20 Il re parlò con loro, ma fra tutti quei giovani non se ne trovò nessuno che fosse pari a Daniele, Anania, Misael e Azaria, i quali furono ammessi al servizio del re. Su tutti i punti che richiedevano saggezza e intelletto, sui quali il re li interrogasse, egli li trovava dieci volte superiori a tutti i magi e astrologi che erano in tutto il suo regno.
Letteralmente, erano 10 mani superiori a tutti gli altri. In altre parole erano in grado di fare ognuna di queste persone, si era così preparata da poter fare il lavoro di cinque persone. Che incredibile risorsa per il regno Babilonese! Dall’inizio alla fine Daniele sarà un uomo integro, onesto, apprezzato da tutti i suoi datori di lavoro. Un uomo in grado di mettere insieme due cose fondamentali: cercare il bene del mondo in cui viviamo, ed essere in questo mondo senza essere del mondo. Daniele è la dimostrazione che si può entrare in questo mondo, si possono studiare le materie di questo mondo, anche cose che sembrano strane come l’astrologia, si può lavorare in ambienti lavorativi tossici e peccaminosi con impegno e dedizione, rimanendo fedeli a Dio, come fece Daniele, fino alla fine, per 70 anni di servizio a re pagani.
Per allertare, incoraggiare, esortare
Questo capitolo di Daniele parla di un regno straniero, un Dio sovrano, e quattro giovani esuli. Qual è lo scopo di questo capitolo? Penso che sia lo stesso, tanto per i primi lettori che per noi oggi.
Daniele parla di un regno straniero, che ben rappresenta il regno di questo mondo che è sotto il governo di satana. Daniele ne parla per mantenerci vigili, allertati, svegli. Dobbiamo sempre ricordarci di questo mentre viviamo la nostra vita.
Daniele parla di un Dio sovrano. Lo fa per incoraggiarci. Il regno straniero non ha un potere illimitato. Il re straniero non può fare cose che Dio non vuole. Il popolo di Dio è al sicuro anche nel bel mezzo del regno straniero, anche quando tutte le situazioni della vita ci sembrano avverse. Lui è sovrano.
Daniele parla di quattro giovani esuli. Lo fa per esortarci. Se ce l’hanno fatta loro, con tutte le difficoltà, ce la possiamo fare anche noi. Sotto la sovranità di Dio, dediti a lui, con la consapevolezza che Cristo, il vero Daniele, ha sofferto anche lui l’esilio per poi sconfiggere il Regno straniero e nemico, possiamo vivere in questo mondo senza essere di questo mondo.
[1] Daniel for you, David Helm, Introduction to Daniel.
[2] Daniele; E. J. Young, 18.
[3] Daniel for you, 21.
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