Fame per la rivelazione di Dio
Spero che vi ricordiate che nel capitolo 9 di Daniele abbiamo visto la preghiera di Daniele. Nel capitolo 9, Daniele prega lodando il Signore, confessando il peccato del popolo e intercedendo per la salvezza. Non passa molto tempo e re Ciro permette al popolo d’Israele di tornare indietro. Il libro di Esdra ci dice che oltre 40mila persone tornano verso casa. Tra queste, però, non c’è Daniele.
Non sappiamo esattamente perché. Forse Daniele era troppo anziano e stanco per affrontare un viaggio di 7 mesi. O forse Daniele aveva deciso di rimanere volontariamente in esilio, a disposizione del re Ciro.
Passano alcuni anni e arriviamo al capitolo 10 di Daniele, anche se sarebbe più corretto dire che arriviamo ai capitoli 10-12. Gli ultimi tre capitoli di Daniele, infatti, riportano un’unica visione che Daniele riceve.
- Daniele 10 descrive come e quando è stata data questa visione
- Daniele 11 descrive il contenuto della visione
- Daniele 12 descrivi come si conclude la visione
Daniele 10:1 Il terzo anno di Ciro, re di Persia, fu rivelata una parola a Daniele, chiamato Baltazzar; la parola è vera e predice una grande lotta. Egli fu attento al messaggio e capì il significato della visione.
2 «In quel tempo, io, Daniele, feci cordoglio per tre settimane intere. 3 Non mangiai nessun cibo prelibato; né carne né vino entrarono nella mia bocca e non mi unsi affatto sino alla fine delle tre settimane.
Questi primi versetti fungono bene da introduzione. Intanto ci dicono che siamo nel terzo anno di Ciro. Sono passati quindi circa 3 anni dalla partenza degli ebrei verso Gerusalemme, e molto probabilmente Daniele aveva ricevuto sia degli aggiornamenti incoraggianti sia quelli preoccupanti.
Durante questo terzo anno di Ciro, troviamo Daniele intento a fare cordoglio. Sappiamo dal versetto 4 che siamo nel primo mese, quindi nel mese Abib, nel quale si celebrava la pasqua che ricordava l’uscita dall’Egitto. Durante questo mese, secondo la legge ebraica, si rinunciava al pane lievitato per una settimana.
Daniele invece va oltre: in questo periodo di cordoglio e di disciplina spirituale rinuncia ad ogni cibo prelibato, alla carne, al vino e non si unge d’olio (un simbolo di gioia) per addirittura tre settimane. Inoltre sappiamo, dal versetto 12 che leggeremo fra un attimo, che Daniele decise di fare cordoglio in questo modo per pregare e capire meglio Dio e il suo messaggio.
Daniele ha verosimilmente più di 80 anni a questo punto della storia. Ha servito fedelmente Dio, il suo popolo, i vari re stranieri. Ha camminato in maniera integra, ha coltivato il suo rapporto con Dio, è cresciuto nella fede.
Eppure nonostante la sua età e il suo esempio, Daniele è ancora affamato. Non è affamato del cibo di questo mondo. Affamato di Dio. Affamato della rivelazione di Dio.
Tutti noi vorremmo sentire di più la presenza del Signore, tutti noi vorremmo essere guidati da Lui, conoscerlo meglio, sentirlo di più, capirlo meglio. Ma abbiamo la stessa fame di Daniele? Siamo disposti a cercarlo seriamente, ad umiliarci davanti a Lui, ad aspettare i suoi tempi?
O ci siamo convinti che per conoscerlo profondamente possa bastare seguire una pagine cristiana su IG, frequentare degli incontri di chiesa, leggere velocemente la nostra Bibbia un paio di volte la settimana?
4 Il ventiquattresimo giorno del primo mese, mentre mi trovavo sulla sponda del gran fiume, che è il Tigri, 5 alzai gli occhi, guardai, ed ecco un uomo, vestito di lino, che aveva ai fianchi una cintura d’oro di Ufaz. 6 Il suo corpo era come crisolito (minerale di colore verde), la sua faccia splendeva come la folgore, i suoi occhi erano come fuoco fiammeggiante, le sue braccia e i suoi piedi erano come il bronzo splendente e il suono della sua voce era come il rumore d’una moltitudine. 7 Soltanto io, Daniele, vidi la visione; gli uomini che erano con me non la videro, ma un gran terrore piombò su di loro e fuggirono a nascondersi. 8 Io rimasi solo, a contemplare quella grande visione. In me non rimase più forza; il mio viso cambiò colore fino a rimanere sfigurato e le forze mi abbandonarono. 9 Poi udii il suono delle sue parole, ma appena le udii caddi assopito con la faccia a terra. 10 Ed ecco, una mano mi toccò e mi fece stare sulle ginocchia e sulle palme delle mani. 11 Poi mi disse: “Daniele, uomo molto amato, cerca di capire le parole che ti rivolgo e àlzati nel luogo dove stai; perché ora io sono mandato a te”. Quando egli mi disse questo, io mi alzai in piedi, tutto tremante.
12 Egli mi disse: “Non temere, Daniele, poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di capire e di umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state udite e io sono venuto a motivo delle tue parole. 13 Ma il capo del regno di Persia m’ha resistito ventun giorni; però Michele, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso e io sono rimasto là presso i re di Persia. 14 Ora sono venuto a farti conoscere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l’avvenire”.
15 Mentre egli mi rivolgeva queste parole, io abbassai gli occhi a terra e rimasi in silenzio. 16 Ed ecco uno che aveva l’aspetto di un figlio d’uomo; egli mi toccò le labbra. Allora aprii la bocca, parlai e dissi a colui che mi stava davanti: “Mio signore, questa visione mi ha riempito di angoscia, le forze mi hanno abbandonato e non mi è più rimasto alcun vigore. 17 Io, tuo servo, non potrei parlare con te, o mio signore, perché ormai non ho più forza e mi manca persino il respiro”. 18 Allora colui che aveva l’aspetto d’uomo mi toccò di nuovo e mi fortificò. 19 Egli disse: “Non temere, o uomo molto amato! La pace sia con te. Coraggio! Sii forte!” Alle sue parole ripresi forza e dissi: “Parla, o mio signore, perché tu mi hai fortificato”.
20 Egli disse: “Sai perché sono venuto da te? Ora torno a lottare con il re di Persia; e quando uscirò a combattere, verrà il principe di Grecia. 21 Ma io ti voglio far conoscere ciò che è scritto nel libro della verità; e non c’è nessuno che mi sostenga contro quelli, tranne Michele vostro capo.
La rivelazione di Dio è più sconvolgente di quanto pensiamo
Daniele si avvicina a Dio e Dio si avvicina a Daniele. Daniele cerca Dio e Dio risponde a questa richiesta, rivelandosi in maniera straordinaria. Tutto bellissimo, no? Almeno sulla carta.
La prima cosa che però vogliamo notare insieme è che la rivelazione di Dio è più sconvolgente di quanto pensiamo. Infatti mentre Daniele si trova vicino al fiume Tigri insieme ad altre persone vede l’apparizione di una figura, splendente, incredibile, simile ad un uomo ma chiaramente non umano.
Immaginatevi la scena: l’uomo è vestito di lino, come i sacerdoti, e ha una cintura d’oro finissimo. Il corpo sembra fatto di un materiale simile ad un minerale, il suo viso risplende come un fulmine, i suoi occhi sono come un fuoco che brucia, braccia e piedi sembrano rame, e la sua voce tonante come il suono di una folla allo stadio.
è una visione sconvolgente, la dimostrazione della rivelazione di Dio, della sua santità, della sua natura è più sconvolgente di quanto pensiamo.
A volte le persone si immaginano Dio come un enorme nuvola di zucchero filato: dolce, morbido, innocuo. Quando Dio si rivela, anche quando si rivela al suo popolo, è molto diverso.
è una cosa presente in tutto il testo di oggi. Guardiamo insieme:
- 7: gli uomini che erano con Daniele scappano a nascondersi, pur non avendo visto la visione
- 8: in Daniele “non rimase più forza; il suo viso cambiò colore fino a rimanere sfigurato e le forze le abbandonarono”
- 9: Daniele cade addormentato alla voce del messaggero
- 11: Daniele si alza tutto tremante
- 16: Daniele dice all’uomo che vede: “questa visione mi ha riempito di…angoscia, le forze mi hanno abbandonato, non mi è rimasto alcun vigore.”
- 17: io non ho più forza e mi manca persino il respiro
La rivelazione di Dio, per noi uomini peccatori, uomini con limiti carnali, è sconvolgente, stancante, umiliante, devastante.
Cosa significa questo per noi? Accostiamoci a Dio, cerchiamolo, ma non stupiamoci se l’incontro con Dio e con la sua Parola sarà diverso da quello che ci aspettiamo. Incontrarsi con un Dio santo, potente è un’esperienza stancante, provante, sconvolgente. Accettiamo di ricevere la rivelazione che Dio ha in serbo per noi, e non quella che noi vorremmo ricevere.
Penso che, soprattutto coloro che sono impegnati nella predicazione della Parola, conoscono molto bene questa sensazione. Studiare la Parola di Dio non è sempre l’esperienza più facile. Ma non facciamo come i compagni di Daniele, che fuggirono. Continuiamo ad avvicinarci al Signore, anche a costo di essere sconvolti. Continuiamo a contemplare la visione di Dio, cercando di capire.
La rivelazione di Dio è più ampia di quanto pensiamo
Abbiamo già riflettuto sulla descrizione che Daniele fa dell’uomo che gli appare. Capiamo nel capitolo che questo uomo è stato mandato per comunicare un messaggio importante a Daniele (11).
In Daniele 10 questo uomo inizia ad introdurre il messaggio che, come abbiamo detto, verrà condiviso nel capitolo successivo. Il messaggero dice queste parole:
12 Egli mi disse: “Non temere, Daniele, poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore di capire e di umiliarti davanti al tuo Dio, le tue parole sono state udite e io sono venuto a motivo delle tue parole. 13 Ma il capo del regno di Persia m’ha resistito ventun giorni; però Michele, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso e io sono rimasto là presso i re di Persia. 14 Ora sono venuto a farti conoscere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l’avvenire”.
Immaginate Daniele. Ha visto gli ebrei partire da Babilonia. Li ha salutati, mentre lasciavano l’esilio e tornavano a casa. Sa che sono arrivati a destinazione. Prega per loro dalla sua camera con le finestre spalancate verso Gerusalemme. Ma negli anni che erano passati erano arrivate a corte notizie preoccupanti riguardo al benessere degli ebrei. Daniele magari è preoccupato e vorrebbe conoscere cosa sarebbe successo al suo popolo.
Anni prima aveva ricevuto un’altra rivelazione, che abbiamo visto nel capitolo 9, che lo aveva lasciato un pò interdetto.
Ora riceve questa visione. L’inizio non è dei più semplici. L’uomo, che è chiaramente non un semplice uomo, dice che sarebbe voluto arrivare prima ma non è riuscito a venire prima perchè il capo del regno di Persia ha combattuto contro di lui, fino all’arrivo di Michele, l’angelo che, come dice il versetto 21, è a capo del popolo di Dio.
Il capo del regno di Persia non è il re di Persia, ma sembrerebbe un angelo-demone, un’entità spirituale che controlla e difende il regno di Persia e che si è opposto al messaggero per 21 giorni, esattamente i giorni di cordoglio, digiuno e preghiera di Daniele.
Daniele voleva conoscere meglio Dio e il suo piano. E ora Dio si rivela a Daniele, e lo fa dandogli un’anteprima di quello che succede dietro le quinte del teatro universale. Sul palco gli umani vivono le loro vite, illudendosi di essere i protagonisti della storia. Ma dietro le quinte ci sono il regista e tutte le persone che influenzano e condizionano la storia che avviene sul palco.
La rivelazione di Dio è più sconvolgente di quanto pensiamo, ma anche più ampia di quanto pensiamo. Dio da un’anteprima a Daniele del mondo spirituale, quel mondo che vediamo ancora in maniera velata ma che è il vero mondo. Il mondo reale. Un mondo contraddistinto da una guerra spirituale difficile da immaginare.
È un po’ come in Matrix, quando il protagonista, Neo, scopra che dietro il mondo che aveva vissuto fino a quel giorno c’era un altro mondo, un mondo nascosto che però controllava il suo mondo.
Ricordate in che modo Paolo introduce la completa armatura del credente in Efesini 6?
Efesini 6:11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.
La rivelazione di Dio è ampia, va oltre quello che vediamo. Personalmente mi colpisce che il messaggero dica a Daniele di essere stato trattenuto per 21 giorni. Diciamo sempre che Dio è onnipotente, ed è vero. Dio può fare qualsiasi cosa. Eppure nella sua onniscienza, nella sua perfetta saggezza, ha deciso di creare e di manifestarsi attraverso un mondo fisico e spirituale, un mondo nel quale la battaglia spirituale è reale.
Il messaggero ha dovuto combattere per 21 giorni prima di arrivare a Daniele. Dio non avrebbe potuto compiere un miracolo? Certamente. Ma non l’ha fatto. Come spesso accade Dio decide di operare in maniera misteriosa, seguendo i suoi tempi, dando importanza e rilevanza alle scelte che vengono fatte da coloro che credono in lui e lo servono.
Se stai affrontando una lotta spirituale, non ti arrendere.
La nostra preghiera è importante, anche se Dio è onnipotente.
La nostra attenzione al mondo spirituale è importante, anche se Dio è onnipotente.
Il nostro atteggiamento è importante, anche se Dio è onnipotente.
La nostra perseveranza quando Dio sembra silenzioso è importante, anche se Dio è onnipotente.
La rivelazione di Dio è più incoraggiante di quanto pensiamo
Vogliamo conoscere più Dio e il suo piano. Ma la rivelazione di Dio è più sconvolgente e ampia di quanto pensiamo. Come gli amici siamo tentati di scappare via e non pensarci. Oppure siamo tentati di chiuderci in una stanza e dormire per il resto della vita.
Daniele 10 ci viene in aiuto perchè ci mostra che la rivelazione di Dio è più incoraggiante di quanto pensiamo. Daniele è scoraggiato, affranto, esausto. Ma il messaggero che gli è stato mandato è lì per sostenerlo, per aiutarlo, per confortarlo in modo che lui possa continuare.
Il messaggero dimostra questo con i suoi gesti, gesti amorevoli
- 10: il messaggero tocca Daniele e lo fa stare in ginocchio
- 16: il messaggero tocca le labbra di Daniele, dandogli la capacità di parlare
- 18: il messaggero tocca Daniele e lo fortifica
E poi ci sono le parole del messaggero, altrettanto amorevoli e incoraggianti
- 11: Daniele, uomo molto amato
- 12: Non temere, Daniele
- 14: sono venuto a farti conoscere
- 19: non temere, o uomo molto amato! La pace sia con te. Coraggio! Sii forte!
Nonostante la “pesantezza” e lo sconvolgimento dovuto dalla rivelazione di Dio, il messaggero agisce in modo da incoraggiare Daniele, che alla fine è talmente fortificato dalle parole del messaggero da dire: “Parla, o mio signore, perché tu mi hai fortificato”.
La rivelazione di Dio non è facile da assorbire, ma è fatta con amore. Egli ci guida, ci fortifica, ci accompagna nel percorso spirituale.
Sempre Paolo, ma nella lettera ai Romani, parla delle sfide della vita cristiana: tribolazione, fame, nudità, angoscia, il pericolo. Tutte cose umane, fisiche.
Ma poi continua rivelando ancora una volta la realtà spirituale dietro quella fisica e dice:
37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future, 39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
La rivelazione di Dio è possibile solo in Cristo
Ci sono cose in questo capitolo, e nei capitoli successivi, che non sono facili da capire.
Per esempio: l’uomo descritto nei versetti 5-6 è lo stesso che parla al versetto 11? Ed è lo stesso del versetto 16? Alcuni dicono siano più persone, altri che sia la stessa persona.
E ancora: questi persone sono angeli o sono una Cristofania, ovvero un’apparizione pre-incarnazione di Cristo? Difficile da dire.
Penso però che si possa dire che anche se non è Cristo stesso ad essere descritto, sono persone che puntano a Cristo, ovvero il vero Mediatore tra la rivelazione di Dio e il popolo che lo invoca, lo cerca.
Con l’arrivo di Cristo è stato rimosso il velo, e abbiamo la possibilità di capire meglio e più profondamente la rivelazione di Dio. Con l’arrivo di Cristo il canone biblico è stato completato, e non c’è nulla che deve essere aggiunto al canone biblico, perché in Cristo abbiamo il completamento della rivelazione sconvolgente, ampia e incoraggiante di Dio.
E’ vero, c’è una guerra spirituale in atto ma il nostro destino è sicuro in colui che ha già vinto la guerra, Cristo. Che grande incoraggiamento e benedizione è non soltanto essere in grado di vedere la realtà spirituale, non soltanto essere sconvolti sapendo che meriteremmo la morte, ma anche sapere che Cristo è morto al posto nostro per i nostri peccati.
In Cristo, che ci purifica, ci fortifica, ci santifica e ci apre gli occhi spirituali, conosciamo meglio Dio e la sua opera. Continuiamo in questa settimana a cercare Dio, a porci con il giusto atteggiamento. Avviciniamoci a Lui, disposti ad accettare il modo in cui lui vuole parlare a noi. Cristo ci conforterà, Cristo ci guiderà anche quando quello che il Signore ha preparato per noi è difficile da capire, accettare o affrontare.
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