Salmo 91| Chi riposa all’ombra dell’Onnipotente? | Michel Di Feliciantonio

Oggi vogliamo leggere insieme un testo che non parla a voi. Si, avete capito bene. Un testo che non parla a voi. Un testo che molto probabilmente, come me, avete anche letto in passato, ve ne siete appropriati andando però a sorvolare sul significato più profondo e pieno del brano.

 

Sto parlando del Salmo 91. Vi ricorderete che prima della pausa estiva abbiamo riflettuto insieme sul salmo 90, il salmo che dà il via alla quarta sezione del libro dei Salmi.

Il salmo 90, scritto da Mosè, ci aveva fatto riflettere sulla brevità della vita umana rispetto all’eternità di Dio e della sua salvezza.

 

Il versetto 10 del salmo 90 dice così:

10 I giorni dei nostri anni arrivano a settant’anni,

o, per i più forti, a ottant’anni;

e quel che ne fa l’orgoglio, non è che travaglio e vanità;

perché passa presto, e noi ce ne voliamo via.

 

La vita non solo è breve e passa velocemente, ma spesso è anche vana, incentrata su cose sbagliate e guidata dall’orgoglio e la ribellione del cuore umano.

 

Come sapete questa estate abbiamo perso mio nonno. Una vita lunga, più di 80 anni, ma al tempo stesso, come direbbe una canzone italiana “un brivido che vola via”. Ma che gioia quando il Signore dà un senso eterno alle nostre vite, una prospettiva e una traiettoria in grado di infrangere il muro della morte. Che gioia quando si avvera ciò che è scritto alla fine del salmo 90:

 

17 La grazia del Signore nostro Dio sia sopra di noi,

e rendi stabile l’opera delle nostre mani;

sì, l’opera delle nostre mani rendila stabile.

 

Il salmo 90 quindi ci ricorda della brevità, fragilità e vanità della vita umana. Ed il salmo 91 sembra quasi offrire una risposta piena di speranza alla caducità della vita. Leggiamolo insieme, iniziando già a prestare attenzione al fatto che sembrano esserci più persone che parlano in questo salmo, visto che non è tutto scritto in prima persona, o in terza persona.

 

Salmo 91:1 Chi abita al riparo dell’Altissimo

riposa all’ombra dell’Onnipotente.

2  Io dico al Signore:

«Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza,

il mio Dio, in cui confido!»

3  Certo egli ti libererà dal laccio del cacciatore

e dalla peste micidiale.

4 Egli ti coprirà con le sue penne

e sotto le sue ali troverai rifugio.

La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza.

5 Tu non temerai gli spaventi della notte,

né la freccia che vola di giorno,

6 né la peste che vaga nelle tenebre,

né lo sterminio che imperversa in pieno mezzogiorno.

7 Mille ne cadranno al tuo fianco

e diecimila alla tua destra;

ma tu non ne sarai colpito.

8 Basta che tu guardi,

e con i tuoi occhi vedrai il castigo degli empi.

9 Poiché tu hai detto: «O Signore, tu sei il mio rifugio»,

e hai fatto dell’Altissimo il tuo riparo,

10 nessun male potrà colpirti,

né piaga alcuna si accosterà alla tua tenda.

11 Poiché egli comanderà ai suoi angeli

di proteggerti in tutte le tue vie.

12 Essi ti porteranno sulla palma della mano,

perché il tuo piede non inciampi in nessuna pietra.

13 Tu camminerai sul leone e sulla vipera,

schiaccerai il leoncello e il serpente.

14 Poiché egli ha posto in me il suo affetto, io lo salverò;

lo proteggerò, perché conosce il mio nome.

15 Egli m’invocherà, e io gli risponderò;

sarò con lui nei momenti difficili;

lo libererò e lo glorificherò.

16 Lo sazierò di lunga vita

e gli farò vedere la mia salvezza.

 

Come dicevo, è probabile che tu abbia letto questo salmo e abbia tratto da esso grande conforto. Questa sicurezza, questa protezione che il Salmo descrive è qualcosa che tutti noi desideriamo. In questi versetti si parla di nemici, di malattie, di guerre, di attacchi, di animali pericolosi e di un Dio che protegge, custodisce, salva. E quindi, vivendo in un modo pieno di queste cose negative, è naturale per noi cercare conforto, cercare un senso di protezione assoluta.

 

Ma prima di capire se questo salmo si applica a noi, se e come lo possiamo fare nostro, dovremmo cercare di individuare la giusta interpretazione di questi versetti.

 

Perché è vero che vogliamo trovare riparo nell’Altissimo, è vero che vogliamo riposare all’ombra dell’Onnipotente. Ma purtroppo nessuno ci può assicurare che questo succederà. Perché viviamo in un mondo, e questi sono esempi reali di cui mi hanno parlato in questi ultimi giorni, viviamo in un mondo dove i neonati hanno complicazioni subito dopo il parto. Viviamo in un mondo dove bambini allegri e pieni di vita scoprono di avere un cuore che funziona al 10 percento e che potrebbero aver bisogno di un trapianto. Viviamo in un mondo dove pastori di chiese si ammalano di cancro. Viviamo in un mondo dove missionari sono vicini alla morte a causa di tumori. Viviamo in un mondo dove persone subiscono fortissime pressioni dalle loro famiglie quando credono nel Dio della Bibbia. Viviamo in un mondo dove dove ci sono forti tensioni tra le persone. 

 

Di fronte a queste sfide, di fronte alle sfide che tu stai attraversando nella tua vita in questo momento, le sfide che dovrai affrontare in questo nuovo anno, leggere questi versetti sembra quasi ironico. Come mai io non posso essere sicuro di godere di questa stessa protezione? Forse perchè il testo non sta parlando di te, o almeno non direttamente.

Qual è la persona che dimora al riparo dell’Altissimo?

Andiamo ad analizzare il testo:

9:1 Chi abita al riparo dell’Altissimo

riposa all’ombra dell’Onnipotente.

 

Il primo versetto ci indica il tema di questo salmo, che è la protezione che può venire solo dal Signore. I salmi sono poesie ebraiche e le poesie ebraiche usano molto la ripetizione di un concetto in due frasi per riaffermare ed approfondire una verità centrale. In questo caso che il Signore offre un riparo impareggiabile a chi dimora in lui.

 

La cosa che però ci trae un pò in inganno, è che le nostre traduzioni riportano la parola “chi” all’inizio del salmo. In realtà una traduzione più corretta e accurata dell’originale ebraico è: LUI che abita al riparo dell’Altissimo. é una cosa sottile ma importante. Il primo versetto del salmo non ci sta chiedendo chi tra noi abita al riparo dell’Altissimo, ma sta parlando di un individuo in particolare, una persona specifica.

 

E quindi ci viene da chiedere: chi è questa persona specifica che dimora al riparo dell’Altissimo?

Il re d’Israele

E una voce risponde dal testo al versetto 2:

2 Io dico al Signore: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!»

 

Immaginatevi la scena: siamo in una grande sala di un maestoso palazzo. Ci sono tantissime persone ma nessuno sta parlando. Tutti sono in silenzio. Non vola una mosca. Una voce ha appena tuonato dicendo: Chi abita al riparo dell’Altissimo riposa all’ombra dell’Onnipotente. Tutti si guardano in giro con un senso di colpa.

 

Ad un certo punto qualcuno dice a voce alta: «Tu sei il mio rifugio e la mia fortezza, il mio Dio, in cui confido!»

 

Chi è questa persona che ha parlato? Chi è questa persona che ha l’audacia di proclamare una fiducia completa in Dio?

 

Chi vi aspettate abbia pronunciato queste parole?

 

Il testo ci sembra indicare che la persona che ha parlato è il re del popolo. Ci sono indizi che ci aiutano a giungere a questa conclusione. Per esempio:

  • il linguaggio è simile a quello dei salmi scritti da re Davide
  • le promesse nei versetti successivi hanno molto senso se pensiamo alle sfide di un re (per esempio le battaglie)
  • un altra ragione è che questo salmo viene citato nel NT, ma ci arriveremo più tardi

 

Molti credono che sia proprio Davide, il Re d’Israele a scrivere questo salmo.

 

Il re del popolo, il rappresentate del popolo, la guida del popolo, l’unto del Signore, l’uomo secondo il cuore di Dio confessa pubblicamente di fidarsi completamente di Dio.

 

Avete notato i nomi che vengono usati nei primi 2 versetti per descrivere Dio?

Altissimo, Onnipotente, Signore, Dio. Altissimo è il nome usato da Melchisedek, il re-sacerdote che troviamo in Genesi, per benedire Abramo. Anche Onnipotente (Shaddai) lo troviamo per la prima volta in Genesi, al capitolo 17 quando Dio parla con Abramo a 99 anni. Signore (Yahwe) è il nome che Dio ha voluto dare ad Abramo, Isacco, Giacobbe e al suo popolo. Dio (Elohim) è il nome più comune per indicare Dio.

 

Questi diversi nomi ci sottolineano la relazione profonda tra l’unico vero Dio e il suo popolo. La fede del re, che ha parlato al versetto 2, non è in un Dio indefinito e vago, ma nel Dio del patto, il Dio che si è impegnato a portare avanti il suo piano attraverso il suo popolo. Il Dio che ha stretto una alleanza con Israele. La conversazione alla quale stiamo assistendo nel salmo 91 è molto più ampia della singola persona.  In gioco ci sono la veridicità stessa di Dio, delle sue promesse e la salvezza del suo popolo, il popolo nei confronti del quale Dio si è impegnato personalmente.

 

Promesse per il re d’Israele

Davanti a questa affermazione, la voce che aveva fatto la domanda al versetto 1, riprende a parlare. Sembra quasi una voce profetica che dal versetto 3 al versetto 13 profetizza e annuncia la protezione totale di cui beneficerà il re d’Israele .

 

  • Versetto 3: protezione dagli attentati e dalle malattie
  • versetto 4: protezione come quella di un uccello che con le sue ali protegge un piccolo. Potrebbe anche esserci, come qualcuno ha notato, un riferimento agli angeli che erano sopra l’arca dell’alleanza. Questi due angeli avevano delle ali che coprivano il propiziatorio, ovvero il coperchio d’oro che copriva l’arca. Dio afferma che quello è il punto in cui avrebbe incontrato il rappresentante del suo popolo. In altre parole queste ali sono non solo un’immagine di protezione, ma anche dell’impegno di Dio nei confronti del suo popolo secondo il suo patto
  • Sempre al versetto 4: la fedeltà di Dio, e non la fedeltà del re, sarebbe stato come uno scudo
  • Versetto 5-6: la notte e le frecce nemiche, la peste e lo sterminio non avrebbero impaurito il re
  • versetto 7: la morte in battaglia avrebbe colpito a destra e sinistra ma il re ne sarebbe sempre uscito vivo, il re ne sarebbe sempre uscito vivo in modo da garantire il prosieguo del piano salvifico e redentivo di Dio
  • versetto 8: i suoi nemici sarebbero stati puniti

 

Perchè tutto questo? Versetto 9 ricorda sostanzialmente quanto affermato nel versetto 2:  9 Poiché tu hai detto: «O Signore, tu sei il mio rifugio», e hai fatto dell’Altissimo il tuo riparo,

 

  • versetto 10: nessun male lo avrebbe colpito
  • versetto 11-12: gli angeli di Dio sarebbero stati mandati per proteggerlo e guidarlo
  • versetto 13: con il suo piede avrebbe schiacciato il leoncello e il serpente

 

Che bellissime promesse per il re d’Israele. E se questo non bastasse, mentre questa voce profetica annuncia la protezione totale di cui avrebbe goduto il re, Dio stesso interviene e parla direttamente in prima persona

 

Versetti 14-16

14 Poiché egli ha posto in me il suo affetto, io lo salverò; lo proteggerò, perché conosce il mio nome. 15 Egli m’invocherà, e io gli risponderò; sarò con lui nei momenti difficili; lo libererò e lo glorificherò.

16 Lo sazierò di lunga vita e gli farò vedere la mia salvezza.

 

Che incredibile rassicurazione per il re del popolo di Dio! Che profonda pace sapere che sì, sicuramente ci saranno stati momenti difficili, ma il Signore lo avrebbe preservato, protetto in modo da glorificarlo, innalzarlo e fargli vedere la salvezza di Dio, una salvezza che si spande fino ai confini del mondo!

 

Alla base di questo impegno da parte di Dio cosa c’è? “Egli ha posto in me il suo affetto e conosce il mio nome”. Alla base c’è il rapporto personale di fedeltà, amore, unione, conoscenza profonda e vincolante tra il re e il suo Dio.

 

Se pensiamo alla storia del Re Davide possiamo vedere bene come le difficoltà ci sono state, i nemici ci sono stati, la malattia c’è stata, eppure alla fine Davide è sempre sopravvissuto e il piano di Dio per la sua vita è stato portato a compimento.

 

Ma torniamo un attimo nella sala piena di persone. Il profeta ha parlato, il re ha parlato, Dio ha parlato. E tutte le altre persone presenti?

 

Oppure immaginate di essere i primi lettori di questi salmi.  Leggete questo bel salmo e realizzate che qui si sta parlando della protezione che Dio prometto al suo Re. Ma voi avete il vostro lavoro che vi preoccupa. Oppure avete una persona a voi cara che è malata. Avete il vicino di casa che vi odia ingiustamente. Oppure siete uno dei soldati di Davide, uno dei soldati fidati di Davide che lotta al suo fianco, al suo fianco destro per l’esattezza: 7 Mille ne cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra;…

 

Come vi sentireste?

 

Forse vi sentireste scoraggiati. Forse sareste impauriti, pensando a tutto quello che vi potrebbe capitare visto che non potete godere della stessa protezione del vostro Re.

 

Oppure potreste sentirvi incoraggiati. Incoraggiati innanzitutto dal fatto che ora finalmente avete un re che si fida completamente del Signore, non come quel Saul. Vi sentireste incoraggiati perché in mezzo alle sfide di tutti i giorni, in mezzo alle paure di tutti i giorni, alle ansie di tutti i giorni potreste prendere spunto e incoraggiamento dall’esempio del vostro re, il re che vi rappresenta, il re che si fida ciecamente del Signore.

 

Vi sentireste incoraggiati perché avere un re che segue completamente il Signore vuol dire benedizioni per il popolo. Quello che succede al re influenza anche il suo popolo. La protezione di cui gode il re è una protezione che in un certo senso condivide con il suo popolo.

 

E poi vi sentireste incoraggiati riflettendo sulla natura di Dio. è vero, la vita è difficile, è dura, piena di insidie. Ma il Signore è sovrano, nulla accade senza che sia lui a decretarlo e permetterlo. L’Onnipotente che ha dato un figlio a 100 anni ad Abramo può fare qualsiasi cosa in qualsiasi momento.

 

E poi Yahweh, il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, ha iniziato un piano che porterà a compimento. Anche se in questa vita possiamo sperimentare morte, malattia, odio, il suo piano di salvezza è molto più grande e molto più lungo di quello che succede su queste terra.

 

Io credo che i primi lettori, o le persone presenti in quella sala, sarebbero state incoraggiate dal sapere che la promessa di protezione non era rivolta primariamente a loro, ma era la promessa di Dio per il suo Re che aveva riposta la sua fiducia completa in lui. Avrebbero guardato al re e avrebbero detto “Che fantastico re che ci guida” e poi avrebbero pensato al Signore e avrebbero detto “che glorioso Dio che ci protegge”.

 

Le promesse per il Re, Cristo, e per noi

E noi oggi? Prima di arrivare a noi dobbiamo passare per Cristo, e credo che in questo caso il collegamento sia abbastanza semplice e ovvio.

 

Queste promesse sono per la linea davidica e quindi, in ultima analisi, per il Re Cristo, nato come discendente di Davide. Quando viene citato questo salmo nel NT, in quale episodio?

 

Quando Gesù si trova nel deserto e viene tentato da Satana. Matteo 4:

5 Allora il diavolo lo portò con sé nella città santa, lo pose sul pinnacolo del tempio, 6 e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati giù; poiché sta scritto: “Egli darà ordini ai suoi angeli a tuo riguardo” e “Essi ti porteranno sulle loro mani, perché tu non urti col piede contro una pietra”».

 

Vedete come il diavolo aveva correttamente interpretato questi versetti capendo che essi trovavano il proprio compimento nel Re Gesù, il Figlio di Dio. Ma il diavolo li stava applicando male. Gesù non avrebbe mai usato gli angeli in maniera sbagliata. Gesù non avrebbe mai fatto qualcosa di contrario alla volontà e al piano del Padre. Perchè? Perché amava il Padre più di ogni altra cosa e si fidava di lui ciecamente.

 

Ascoltate questa citazione:

Questa promessa è per il Figlio, che si aggrappa lealmente a suo Padre Dio con devota adorazione e amore sincero. Questo Figlio, e solo questo Figlio, eredita davvero tutte le promesse del salmo. E le ha ereditate attraverso la morte stessa. Poiché, sebbene le sofferenze del Signore Gesu sembrassero smentire queste promesse, la risurrezione, l’ascensione e l’intronizzazione celeste di Gesù pronunciano il definitivo “Si!” a tutte. Questo Re ha davvero calpestato il serpente (v. 13); … e lo ha fatto con la sua vittoria sulla croce.[1]

 

In mezzo alle paura della vita, in mezzo alla malattia, alla guerra, all’odio, noi traiamo conforto dal sapere che queste promesse sono nostre in Cristo Gesù. Noi non dimoriamo sempre al riparo dell’Altissimo, Gesù si.

 

Noi non cerchiamo sempre rifugio nel Signore,  Cristo si.

 

Noi non confidiamo sempre in Dio, Gesù ha confidato sempre e perfettamente in Dio.

 

Il nostro Re, Cristo Gesù, si è completamente affidato al Padre e il Padre lo ha protetto attraverso la vittoria sulla morte e il peccato e gli ha così fatto vedere la sua salvezza. E i benefici di Cristo, il nostro Re, sono condivisi con noi, per la sua grazia e bontà. Questo è il vangelo, questa è la buona notizia.

 

Possiamo sì leggere questo salmo e farlo nostro, ma sapendo che è nostro per i meriti di Cristo.

 

Come i soldati di Davide, come il popolo di Davide, siamo incoraggiati dal sapere che Dio è onnipotente e Gesù, il nostro Re, il nostro conduttore perfetto. Possiamo leggerlo quando abbiamo paura di notte e non riusciamo a dormire, quando ci sentiamo minacciati, quando siamo malati. Sapendo che la nostra sicurezza è nel dimorare in Dio, anche se dovessimo sperimentare le cose più difficili che la vita ha da offrire.

 

Molti di noi sanno che nel 1956, Jim Elliot all’età di 28 anni, insieme ad altri 4 missionari, è stato ucciso da una tribù amazzonica in Ecuador. La moglie di Jim, Elisabeth, ha raccontato la storia di suo marito in un libro intitolato L’ombra dell’Onnipotente (v.1).

 

Ma come? Ucciso a 28 anni? L’ombra dell’Onnipotente? Si, perché la protezione di Cristo, che il nostro Re ha conquistato morendo per noi, è una protezione che va ben oltre il male di questa vita.  Guardiamo al nostro re e abitiamo al riparo dell’Altissimo e godiamo del riposo all’ombra dell’Onnipotente.

 

[1] Psalms For You, Christopher Ash