Osservando il mondo attorno a te, come lo guardi? Lo guardi con ottimismo o pessimismo?”
“I think optimism and pessimism are more alike than they seem. They’re both basically arguments for passivity. They’re ways of thinking about what’s just going to happen inevitably. So I’m not an optimist… I certainly don’t think good things are just going to happen. That seems like a crazy way to react to all of human history.”[1]
Penso che ottimismo e pessimismo siano più simili di quanto sembrino. Sono entrambi fondamentalmente argomenti a favore della passività. Sono modi di pensare a ciò che accadrà inevitabilmente. Quindi non sono un ottimista… Sicuramente non credo che cose belle semplicemente accadranno. Mi sembra un modo folle di reagire a tutta la storia umana.
Chissà Daniele, questo straordinario uomo in esilio, come guardava il mondo?
Domenica scorsa il Signore ci ha parlato per mezzo di Daniele 10. In quell’occasione abbiamo detto insieme che Daniele 10-12, gli ultimi capitoli di questo libro, trattano un’unica visione profetica.
In Daniele 10:14 ci era svelato il motivo di questa visione. Il messaggero inviato a Daniele mentre prega e digiuna, infatti, dice: 14 Ora sono venuto a farti conoscere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l’avvenire”.
Secoli di tumulti e scontri mondiali
Arriviamo così a Daniele 11, che si apre con queste parole:
11:1 «”Il primo anno del re Dario, il Medo, io ero presso di lui per sostenerlo e per difenderlo. 2 Ora ti farò conoscere la verità. In Persia sorgeranno ancora tre re; poi il quarto diventerà molto più ricco di tutti gli altri e, quando sarà diventato forte con le sue ricchezze, solleverà tutti contro il regno di Grecia. 3 Allora sorgerà un re potente, che dominerà sul grande impero e farà quello che vorrà. 4 Ma appena si sarà affermato, il suo regno sarà infranto e sarà diviso verso i quattro venti del cielo; non apparterrà alla sua discendenza e non avrà una potenza pari a quella di prima, perché sarà smembrato e passerà ad altri, non ai suoi eredi.
Di nuovo a Daniele viene detto che gli verrà rivelata la verità, la verità rispetto al futuro del popolo di Dio. Un popolo di Dio che era tornato a Gerusalemme, ma che viveva ancora delle prove e sfide enormi. Cosa sarebbe successo al popolo di Dio? C’era speranza per il futuro, quando tutt’attorno si vedevano lotte, tradimenti, morte?
Il messaggero divino inizia la lunga visione del capitolo 11 dicendo che dopo Dario ci sarebbero stati altri tre re persiani. L’ultimo di questi re è probabilmente re Serse, l’imperatore persiano famoso tra le altre cose, e gli appassionati di storia lo sanno già, per le battaglie contro la Grecia, incluse quella contro i 300 spartani guidati da Leonida. Questa guerra contro la Grecia è predetta appunto al versetto 2.
Il versetto 3 ci dice che in seguito sarebbe sorto un re potente, e questo re potente sembra essere Alessandro Magno, il quale appena si sarà affermato morirà, giovanissimo. Abbiamo già detto che il regno di Alessandro Magno non passerà ad un suo discendente, ma sarà diviso principalmente in quattro regni, come i quattro venti del cielo. Nessuno di questi regni, come anticipa il versetto 4, sarà potente e forte come quello di Alessandro.
Dal versetto 5 al versetto 28 la visione anticipa uno scontro che durerà secolo tra due dei regni che succedono ad Alessandro Magno, il regno del Sud e il regno del Nord, ovvero il regno d’Egitto dei tolomei e il Regno di Babilonia dei seleucidi.
Non abbiamo tempo per leggere tutti questi versetti, ma vi invito a farlo. Studiando questi versetti notiamo come in maniera velata ma accurata e precisa vengono predetti almeno 2 secoli di storia. è una cosa pazzesca! Le parole della profezia, che a volte sembrano strane, vengono poi confermate e rese comprensibili dal corso della storia.
E poi all’interno di questi scontri tra le grandi potenze mondiali, non viene omessa la terra promessa, il popolo di Dio, che vengono citati velocemente. Sembrano subire le conseguenze di questi scontri e tumulti fra le grandi potenze del mondo, ma al tempo stesso non sono mai dimenticati.
Non solo il nostro Dio sa quello che succederà ma è anche sovrano su quello che succederà. Il futuro del popolo di Dio e il nostro futuro oggi si compie all’interno del governo, della guida e della sovranità di Dio!
Ma il popolo di Dio
In mezzo a questi grandi eventi mondiali, il messaggero si sofferma in maniera particolare sul popolo eletto nei versetti 29-35
Daniele 11:29 Al tempo stabilito egli marcerà di nuovo contro il mezzogiorno, ma quest’ultima volta l’impresa non riuscirà come la prima; 30 poiché delle navi di Chittim verranno contro di lui ed egli si perderà d’animo. Poi riverserà la sua ira contro il patto santo, eseguirà i suoi disegni e ascolterà coloro che avranno abbandonato il patto santo. 31 Per suo ordine, delle truppe si presenteranno e profaneranno il santuario, la fortezza, sopprimeranno il sacrificio quotidiano e vi collocheranno l’abominazione della desolazione.
Il protagonista, in negativo, di questi versetti è Antioco Epifane, di cui abbiamo già parlato in Daniele 8. è il sovrano che avrebbe cercato di snaturare le usanze, i riti e la religione di Gerusalemme. La visione anticipa che Antioco riverserà la sua ira contro il patto santo non essendo riuscito nelle sue imprese altrove.
Da cosa è caratterizzato questo periodo contro il popolo di Dio? Versetto 30: da ira, odio, piani e disegni malvagi, tradimenti da parte di coloro che hanno abbandonato il patto santo. Antioco sarà un maestro nell’arte della seduzione, degli intrighi e avrebbe usato questa sua capacità, unita alla forza militare e politica di cui disponeva, per profanare il santuario, la fortezza, interrompere il sacrificio quotidiano del tempio e costruire un altare pagano sull’altare degli olocausti, lì dove invece sarebbe dovuto ardere un fuoco continuo per il Signore.
La malvagità di Antioco comporta violenza, impurità, empietà, persecuzione. Uno scenario che avrebbe incusso molta paura ai primi lettori e che incute paura anche a noi oggi. Questa è la cruda realtà, la Bibbia non ci gira attorno, non fa finta di niente. Sembriamo delle boe, scaraventate con forza dal mare in tempesta.
Ma la visione per Daniele e per noi oggi non si ferma qui.
Daniele 11:32 Egli corromperà con lusinghe quelli che tradiscono il patto; ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà.
Ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio… Amo quando nella Bibbia troviamo questi ma che ribaltano completamente la situazione, le aspettative, le traiettorie e le proiezioni. MA il popolo di Dio…
Il messaggero rivela già che, in mezzo all’odio di Antioco e gli sconvolgimenti mondiali, il popolo che conosce Dio non sarebbe stato sopraffatto ma avrebbe dimostrato una resilienza impensabile, incredibile, inumana, nel senso di divina.
Tutto parte dall’aver conosciuto Dio. Il popolo di Dio è composto da coloro che conoscono personalmente Dio. La profezia non era per il popolo di Israele, ma per coloro che all’interno del popolo di Israele avevano conosciuto Dio, e oggi essa è vera non per coloro che frequentano questa chiesa, ma per coloro tra di noi che hanno conosciuto personalmente Dio.
Sei parte del popolo che ha conosciuto Dio? Hai accettato il dono di grazia che Dio ti offre?
Un popolo fermo
Da cosa sarà contraddistinto il popolo di Dio? Fermezza e azione. Consapevole che Dio è sovrano, consapevole che Dio è buono, che Dio è santo, che Dio avrà l’ultima parola sul destino dell’universo, il popolo di Dio resta fermo nella fede di fronte all’avanzare delle tenebre, dell’odio, dello scherno, del tradimento. Il popolo di Dio non indietreggia, non abbassa lo sguardo, non lo tiene fisso sul pericolo ma lo alza verso Dio. Nello specifico oggi, il popolo di Dio, alza gli occhi verso Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta e resta fermo.
Ascoltate questa breve carrellata di versetti che ci esortano a restare fermi:
Efesini 6:11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate stare saldi contro le insidie del diavolo
1 Pietro 5:8 Siate sobri, vegliate; il vostro avversario, il diavolo, va attorno come un leone ruggente cercando chi possa divorare. 9 Resistetegli stando fermi nella fede, sapendo che le medesime sofferenze affliggono i vostri fratelli sparsi per il mondo.
1 Corinzi 16:13 Vegliate, state fermi nella fede, comportatevi virilmente, fortificatevi
Filippesi 1:27 …comportatevi in modo degno del vangelo di Cristo, affinché, sia che io venga a vedervi sia che io resti lontano, senta dire di voi che state fermi in uno stesso spirito, combattendo insieme con un medesimo animo per la fede del vangelo, 28 per nulla spaventati dagli avversari.
Viviamo in giorni difficili. L’esistenza di Dio viene messa in dubbio da ideologie e filosofie. Il suo nome e la sua legge vengono profanati di continuo. Viviamo in una città dove la bestemmia è costantemente sulla bocca delle persone. Viviamo in un mondo in cui la violenza nei confronti del popolo di Dio ma anche la violenza in generale sembra saturare l’aria. Abbiamo visto tutti cosa è successo ad un nostro giovanissimo fratello, Charlie Kirk, negli USA.
In che modo il mondo che ti circonda prova a far vacillare la tua fede? Pensa alla settimana che ti aspetta: dove sarai tentato di non rimanere fermo, di lasciarti andare? Ricorda queste parole:
1 Giovanni 5:4 Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede. 5 Chi è che vince il mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio?
Saremo un popolo fermo, che resiste nella fede in Dio per mezzo di Cristo? Dove sei tentato di cedere? Magari quando i tuoi amici o colleghi ridicolizzano Dio? Quando la veridicità della Parola viene messa in dubbio? Quando il messaggio del Vangelo, la salvezza per sola fede viene minacciato dal legalismo e tradizioni o dalla mancanza di sanità e purità?
Popolo di Dio, rimani fermo nella fede in Dio.
Un popolo che agisce
Un popolo fermo nella fede in Dio. Ma non un popolo fermo con le mani in mano.
Ma il popolo di quelli che conoscono il loro Dio mostrerà fermezza e agirà.
Un popolo fermo in Dio che agisce. Abbiamo già detto che il popolo di Dio, guidato da Giuda il Maccabeo, avrebbe sconfitto Antioco e liberato Gerusalemme. Un popolo che agisce. Anche se forse in questi versetti non si parla principalmente di azione politica, sociale o addirittura militare. Infatti nei versetti successivi troviamo queste parole:
33 I saggi tra il popolo ne istruiranno molti; ma saranno abbattuti, per un certo tempo, dalla spada e dal fuoco, dalla schiavitù e dal saccheggio. 34 Quando saranno travolti, riceveranno qualche piccolo aiuto; ma molti si uniranno a loro senza convinzione. 35 E di quei saggi alcuni cadranno per essere affinati, purificati, resi candidi fino al tempo della fine, perché questa non avverrà che al tempo stabilito.
I saggi tra il popolo ne avrebbero istruiti molti: gran parte dell’azione forse è proprio in questo. Conoscere Dio, comprendere la sua Parola, e condividerla con altri in modo che anche loro possano conoscere Dio e rimanere saldi e fermi nella fede anche nei momenti più duri, bui, difficili.
In un mondo contraddistinto dal peccato, siamo chiamati ad agire ma sulla base della parola di Dio. L’agire del popolo di Dio non può essere scisso da Dio stesso, altrimenti corriamo il rischio di politicizzare il nostro agire, umanizzare il nostro agire, togliere la guida di Dio dal nostro agire. Non dobbiamo pensare che siamo in grado di risolvere alcunchè, di offrire alcuna speranza o aiuto se non in Dio. Senza Dio siamo come tutti gli altri uomini, siamo persi, annebbiati, confusi, deboli, meschini, violenti come tutti gli altri uomini.
La nostra azione ha senso quando, con gli occhi puntati su Cristo, agiamo portando avanti la conoscenza di Dio, il piano di Dio, la salvezza di Dio. Sono queste cose che poi ci guideranno ad azioni forti, concrete, sagge nella vita di tutti i giorni.
Chi agirà, portando avanti la Parola di Dio? Chi agirà, insegnando le vie del Signore alla prossima generazione, magari in questo anno di Mini Towers? Chi agirà, proclamando la conoscenza di Dio a chi ancora non lo conosce? Chi si impegnerà a fare discepolato, accompagnando fratelli e sorelle nella fede? A chi parlerai questa settimana? Come? Dove?
Popolo di Dio, agisci portando avanti la conoscenza di Dio.
Un popolo che cade
Un popolo fermo. Un popolo che agisce. Un popolo che viene abbattuto. Nella nostra traduzione in italiano questa cosa non è stata riportata, ma nell’originale c’è un verbo che viene ripetuto 3 volte. Un verbo che può essere tradotto con: cadere.
v: 33 I saggi tra il popolo ne istruiranno molti; eppure cadranno, per un certo tempo, a causa della spada e del fuoco, della schiavitù e del saccheggio.
- 34 Quando cadranno, riceveranno qualche piccolo aiuto; ma molti si uniranno a loro senza convinzione.
- 35 E di quei saggi alcuni cadranno per essere affinati, purificati, resi candidi fino al tempo della fine, perché questa non avverrà che al tempo stabilito.
Il popolo di Dio è chiamato a rimanere fermo nella fede, ad agire nella conoscenza di Dio, mentre molti tra essi cadono come foglie dagli alberi. Alcuni cadano per la loro fedeltà a Dio: a motivo della spada o delle armi, altri a causa di schiavitù e saccheggio. Alcuni per leggi ingiuste, altri per diffamazione pubblica. Alcuni vengono licenziati, o esclusi dai loro amici, o messi ai margini dalla società. Alcuni perdono opportunità di lavoro.
Quindi alcuni cadono a motivo della loro fede. Altri sembrano cadere per altri motivi. “Cadranno per essere affinati”. Dal contesto mi pare di capire che queste cadute siano di natura morale, spirituale, ovvero persone che, non fidandosi di Dio, cadono nel peccato.
Anticipo un versetto che vedremo nell’ultimo capitolo di Daniele, dov’è scritto:
12:10 Molti saranno purificati, imbiancati, affinati; ma gli empi agiranno empiamente e nessuno degli empi capirà, ma capiranno i saggi.
In altre parole alcuni cadranno perché commetteranno peccati, perché tradiranno Dio o il suo popolo, cadranno per vigliaccheria, perché saranno immorali, perché si lasceranno sviare, perché daranno retta a voci contrarie alla voce di Dio e cadranno, falliranno, moralmente, spiritualmente.
Eppure Dio, nella sua sovranità, userà questo per purificare, per affinare, per rendere puliti. è un processo attraverso il quale chi non appartiene al Signore viene messo svelato e rivelato, e coloro che invece credono in Dio vengono perfezionati, santificati. Il fine ultimo del credente è la salvezza eterna e Dio sta attivamente lavorando in noi e attorno a noi per portare a compimento il progetto iniziato in ognuno di noi.
L’apostolo Pietro dice che il fine ultima della fede è la salvezza delle anime, e scrive:
1 Pietro 3:6 Perciò voi esultate anche se ora, per breve tempo, è necessario che siate afflitti da svariate prove, 7 affinché la vostra fede, che viene messa alla prova, che è ben più preziosa dell’oro che perisce, e tuttavia è provato con il fuoco, sia motivo di lode, di gloria e di onore al momento della manifestazione di Gesù Cristo.
Siamo un popolo che cade. Cadiamo quando siamo attaccati e resistiamo nella fede e veniamo colpiti. Cadiamo quando siamo tentati nella fede e cediamo alle lusinghe del peccato.
Ma nel nostro cadere, la nostra fiducia non è in noi ma in Cristo. Anche Cristo è caduto. è caduto perché ha resistito nella fede agli attacchi dei leader religiosi e dell’impero romano ed è stato messo su una croce. Ed è caduto spiritualmente non per demerito suo ma perché su quella croce ha preso i nostri peccati.
è caduto, è stato buttato a terra come una pietra insignificante, ma quella pietra è diventata la pietra angolare sulla quale la sua chiesa viene costruita. Una chiesa composta da mattoni, composta da vite di persone che cadono, muoiono, si sacrificano quotidianamente per Cristo rimanendo fedeli durante gli attacchi.
Ma anche mattoni di credenti che falliscono e peccano. Il popolo di Dio è caduto ai tempi di Daniele e poi ai tempi di Antioco, dai tempi di Antioco fino a noi oggi, e il popolo di Dio continuerà a cadere.
Per sempre? No. Abbiamo già visto nel versetto 35 che questo durerà solo per un tempo stabilito. L’ultima parte del capitolo, dal versetto 36 al 45, ci rivela che questa lotta tra il popolo di Dio e il mondo continuerà ad essere brutale. In diversi credono che in questi ultimi versetti ci sia una profezia che preannuncia l’arrivo dell’Anticristo.
Daniele 12:36 Il re agirà a suo piacimento, si innalzerà, si esalterà al di sopra di ogni dio e pronuncerà parole inaudite contro il Dio degli dèi; prospererà finché non sia finita l’ira, poiché ciò che è stato deciso si compirà.
Siamo un popolo che cade, ma che non è perso, uomini “tribolati in ogni maniera, ma non ridotti all’estremo; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; atterrati, ma non uccisi.” (2 Corinzi 4:8-9). Di nuovo, Dio è sovrano e ha stabilito che questa fase difficile sia solo una fase temporanea, di passaggio. Tutto quello che succede attorno a noi e dentro di noi è parte del suo piano.
Mentre attendiamo la fine, mentre cadiamo, impegniamoci ad essere un popolo fermo nella fede in Dio ed un popolo che agisce nella conoscenza di Dio.
Come guardi al mondo attorno a te? Con ottimismo o pessimismo?
“non sono un ottimista… Sicuramente non credo che cose belle semplicemente accadranno. Mi sembra un modo folle di reagire a tutta la storia umana.
Ma sono fiducioso. E penso che la speranza sia la virtù che si colloca tra i vizi dell’ottimismo e del pessimismo.”
Che noi possiamo essere il popolo di Dio il quale, in attesa del ritorno di Cristo, si dimostra, mentre cade, fermo nella fede, nella speranza di Cristo è che agisce portando avanti la conoscenza di Dio.
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