Daniele 3 | Unisciti alla Resistenza #3 | Michel Di Feliciantonio

Immaginate di avere un manuale che risponda alle seguenti domande:
Come possiamo rimanere fedeli al nostro Dio in un mondo che lo rifiuta? Vale la pena di rimanere fermi e di obbedirgli, quando il suo regno sembra spesso così lontano? Come possiamo vivere con coraggio e fiducia in nazioni che non cercano di vivere sotto il dominio di Dio? È possibile essere una benedizione per le nostre nazioni e mostrare la potenza e la bontà del nostro Dio, anche in un’epoca come la nostra?
Stiamo scoprendo che Daniele è questo prezioso manuale che Dio ci ha voluto donare. In Daniele 1 abbiamo conosciuto i protagonisti della storia: un regno sovrano e il suo re, 4 giovani esuli ebrei a Babilonia e un Dio sovrano sopra ogni cosa.


In Daniele 2 abbiamo visto il re, Nabucodonosor, essere travagliato a causa di un sogno, un sogno che Dio fa conoscere e interpretare a Daniele in modo che il re possa capire cosa significasse il contenuto della statua, l’immensa statua di più materiali distrutta da una pietra. Arriviamo così a Daniele 3.
3:1 Il re Nabucodonosor fece una statua d’oro, alta sessanta cubiti e larga sei cubiti, e la collocò nella pianura di Dura, nella provincia di Babilonia. 2 Poi il re Nabucodonosor fece convocare i satrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle province perché venissero all’inaugurazione della statua che egli aveva fatto erigere. 3 Allora i satrapi, i prefetti e i governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giureconsulti, i magistrati e tutte le autorità delle province vennero all’inaugurazione della statua che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. Tutti stavano in piedi davanti alla statua eretta da Nabucodonosor.4 Allora l’araldo gridò forte: «A voi, gente di ogni popolo, nazione e lingua, si ordina quanto segue: 5 nel momento in cui udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, vi inchinerete e adorerete la statua d’oro che il re Nabucodonosor ha fatto erigere. 6 Chi non si inchina per adorare sarà immediatamente gettato in una fornace ardente».
7 Non appena tutti i popoli ebbero udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio e di ogni specie di strumenti, gli uomini di ogni popolo, nazione e lingua si inchinarono e adorarono la statua d’oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere. 8 In quello stesso momento, alcuni Caldei si fecero avanti e accusarono i Giudei, 9 dicendo al re Nabucodonosor: «O re, possa tu vivere per sempre! 10 Tu hai decretato, o re, che chiunque ha udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti deve inchinarsi per adorare la statua d’oro. 11 Chiunque non si inchina e non adora deve essere gettato in una fornace ardente. 12 Ora, ci sono dei Giudei, ai quali tu hai affidato l’amministrazione della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abed-Nego, che non ti danno ascolto, non adorano i tuoi dèi e non si inchinano alla statua d’oro che tu hai fatto erigere». 13 Allora Nabucodonosor, irritato e furioso, ordinò che gli portassero Sadrac, Mesac e Abed-Nego; questi furono condotti alla presenza del re.
14 Nabucodonosor disse loro: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, è vero che non adorate i miei dèi e non vi inchinate davanti alla statua d’oro che io ho fatto erigere? 15 Ora, appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, siate pronti a inchinarvi per adorare la statua che io ho fatta. Se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?» 16 Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: «O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. 17 Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci, e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. 18 Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere». 19 Allora Nabucodonosor s’infuriò e l’espressione del suo viso mutò completamente nei riguardi di Sadrac, Mesac e Abed-Nego. Egli ordinò che si arroventasse la fornace sette volte più del solito; 20 poi ordinò agli uomini più vigorosi del suo esercito di legare Sadrac, Mesac e Abed-Nego, e di gettarli nella fornace ardente. 21 Allora i tre uomini furono legati con le loro tuniche, le loro vesti, i loro mantelli e tutti i loro indumenti, e furono gettati in mezzo alla fornace ardente. 22 Poiché l’ordine del re era perentorio e la fornace era arroventata, il calore uccise gli uomini che avevano gettato Sadrac, Mesac e Abed-Nego nel fuoco. 23 E questi tre uomini, Sadrac, Mesac e Abed-Nego, caddero legati in mezzo alla fornace ardente. 24 Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: «Non erano tre gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?» Quelli risposero e dissero al re: «Certo, o re!» 25 «Eppure», disse ancora il re, «io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l’aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi.
26 Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace ardente e disse: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, servi del Dio altissimo, venite fuori!» E Sadrac, Mesac e Abed-Nego uscirono dal fuoco.27 I satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re si radunarono, osservarono quegli uomini e videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere e che neppure un capello del loro capo era stato bruciato, che le loro tuniche non erano alterate e che essi non avevano neppure odore di fuoco. 28 Nabucodonosor prese a dire: «Benedetto sia il Dio di Sadrac, di Mesac e di Abed-Nego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui, hanno trasgredito l’ordine del re, hanno esposto i loro corpi per non servire né adorare alcun altro Dio che il loro. 29 Perciò ordino quanto segue: chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, dirà male del Dio di Sadrac, Mesac e Abed-Nego, sia fatto a pezzi e la sua casa ridotta in un letamaio; perché non c’è nessun altro dio che possa salvare in questo modo». 30 Allora il re fece prosperare Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella provincia di Babilonia.
L’idolatria
Nel secondo capitolo Nabucodonosor sogna una statua. All’inizio del capitolo 3 di Daniele leggiamo della costruzione di una statua enorme, completamente d’oro, da parte di Nabucodonosor. La statua è maestosa: alta 28 metri (la metà della torre di Pisa) e con un diametro di 3 metri. Davanti a questa statua, in bella vista nel bel mezzo di una pianura, il re fa convocare tutte le persone importanti. L’inaugurazione, per così dire, della statua è l’evento al quale vogliono e devono partecipare tutte le persone che contano.

I versetti 2 e 3 ripetono per ben due volte la lista degli invitati: satrapi, prefetti, governatori, consiglieri e così via, in modo da rimarcare l’importanza di questo momento ma lo fa, a mio modo di vedere, quasi con ironia, cos’ come nei versetti 5 e 7 troviamo due volte l’elenco degli strumenti che compongono l’orchestra presente alla celebrazione.

Nei primi 18 versetti del capitolo c’è un concetto, un’espressione che si ripeta continuamente: la statua che Nabucodonosor fa erigere. è un’espressione che si ripete nei versetti 1 , 2, 3, 5, 12, 14, 18. è un incalzante ripetizione delle gesta auto esaltanti del re.

Qui siamo di fronte ad un uomo con manie di grandezza. Un uomo che vuole creare qualcosa di importante, qualcosa che rimanga nella storia dell’umanità. Un uomo che crea un idolo, davanti al quale si deve inginocchiare per adorare una folla internazionale. Un uomo che guida verso l’idolatria o attraverso la tentazione della gloria o attraverso la minaccia: 6 Chi non si inchina per adorare sarà immediatamente gettato in una fornace ardente.

Quanto attuali sono questi versetti! L’altro giorno, proprio mentre preparavo questo messaggio, ho letto di un politico molto importante a livello internazionale che sul suo account instagram ha pubblicato un video creato con l’intelligenza artificiale nel quale si vede un’enorme statua d’oro. Il video ha per sottofondo una musica che dice: “… sta venendo a liberarvi, portando la luce a tutti, senza più tunnel, senza più paura.”

Riflettevo come anche il carnevale posso farci correre questo pericolo. Enormi carri e statue sotto il quale festeggiare, celebrare, sperare di vivere una vita più piena.

Siamo circondati ancora oggi da regni come quello di Nabucodonosor. Regni che ci tentano o provano a forzare la nostra adorazione a degli idoli che non sono Dio. Idoli che promettono splendore, fama, pace, sicurezza ma che non saranno mai in grado di soddisfare ciò di cui il nostro cuore ha bisogno.

Tutti i presenti si inginocchiano e adorano la statua d’oro: 7 … gli uomini di ogni popolo, nazione e lingua si inchinarono e adorarono la statua d’oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere.

è una descrizione triste, che fa male leggere, perché vediamo chiaramente una grottesca imitazione della lode universale e globale che dovrebbe essere rivolta all’unico vero Dio. è quello che il mondo continuamente ci vuole far fare: inginocchiarci per adorare un falso dio. Una triste imitazione della folla di ogni lingua e nazione che un giorno adorerà Cristo come Signore.

Meno male che ci sono tre persone, abilmente nascoste dall’autore del libro fino ad ora, che non si inginocchiano davanti alla statua. C’è ancora speranza!

Sadrac, Mesac e Abed-Nego sono la resistenza.

Ci sono tanti esempi di resistenza. Unbroken è un libro e un film sulla storia di un soldato americano che durante la Seconda Guerra Mondiale viene imprigionato in Giappone. Il libro parla della resistenza dei soldati nel campo di guerra nemico. Il sottotitolo, “SOPRAVVIVENZA, RESISTENZA. RISCATTO.” si preste benissimo anche a Daniele 3 e l’autrice afferma nel libro:

“Anche se la resistenza dei prigionieri era pericolosa, attraverso questi atti si preservava la dignità e, attraverso la dignità, la vita stessa”.

Sadrac, Mesac e Abed-Nego sono la resistenza del popolo di Dio. E probabilmente siamo portati a pensare: ecco, noi siamo Sadrac, Mesac e Abed-Nego! Noi siamo i tre amici di Daniele, noi siamo coloro che resistono coraggiosamente all’idolatria.

Sicuramente i 3 amici hanno qualcosa da insegnarci e sicuramente ci rappresentano. Ma prima di riflettere sulla nostra resistenza, ci sono almeno altre due cose su cui soffermarci.

La prima è che forse noi siamo più simili a Nabucodonosor che ai 3 amici di Daniele. In altre parole, Nabucodonosor non rappresenta soltanto potenti politici, imprenditori milionari, influencer seguiti da decine di migliaia di persone. Nabucodonosor non è solo un’immagine del diavolo e della sua lotta serrata per essere adorato. Nabucodonosor rappresenta anche gli effetti del peccato su ogni essere umano.

Nabucodonosor non fa altro che dare ascolto alla sua natura e crearsi un idolo su misura da poter usare a suo piacimento. Giovanni Calvino aveva ben capito la natura umana quando ebbe modo di scrivere: «Il cuore dell’uomo è una fabbrica di idoli». La nostra natura peccaminosa ci porta a ricercare in degli idoli creati da noi stessi o creati da altri un appagamento profondo che, come ho già detto, non sono in grado di provvedere. La nostra natura umana crea e serve idoli che speriamo possano darci tranquillità, gloria, fama.
La prima cosa che Daniele 3 fa è esporre il problema e il pericolo dell’idolatria, un problema e un pericolo che ci accomuna tutti.
La resistenza di Sadrac, Mesac e Abed-Nego
A partire dal versetto 8 scopriamo che Sadrac, Mesac e Abed-Nego non si sono prostrati e non hanno adorato la statua d’oro dalle parole di alcuni Caldei che li accusano davanti al re. Quello che succede successivamente è abbastanza chiaro: il re è furioso perchè qualcuno ha avuto l’ardire di opporsi al suo decreto e convoca i 3 esuli ebrei. La rabbia e la mania di grandezza del re è evidente:
15 siate pronti a inchinarvi per adorare la statua che io ho fatta. Se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?

I versetti 16-18 sono i versetti chiave del capitolo e sono le uniche parole che questi 3 uomini pronunciano in tutto il libro. Sono parole sulle quali soffermarsi:
16 Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: «O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. 17 Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci, e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. 18 Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere».
Ecco 3 uomini che resistono alla tentazione e alla forza dell’idolatria. Cosa vediamo nelle loro parole? Vediamo risolutezza, fermezza e vediamo un’assoluta fiducia in Dio. Se i Caldei avevano chiamato Nabucodonosor re, i 3 ebrei lo chiamano per nome, quasi a volergli ricordare che anche lui era un semplice essere umano. I tre uomini non sembrano curarsi affatto di quello che penserà il re, e dimostrano di fidarsi completamente di Dio, a prescindere da quello che Dio farà, fino al punto da essere gettati in una fornace ardente.
La resistenza di Cristo
Ora, se Nabucodonosor rappresenta noi e la nostra tendenza idolatrica, chi rappresentano Sadrac, Mesac e Abed-Nego? La perfetta resistenza all’idolatria di questi tre uomini anticipa e prefigura la perfetta resistenza di Cristo Gesù.
Lo scontro tra Nabucodonosor anticipa lo scontro tra satana e Cristo, esemplificato dalla tentazione nel deserto, come riporta Matteo 4:
Matteo 4:8 Di nuovo il diavolo lo portò con sé sopra un monte altissimo, gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori». 10 Allora Gesù gli disse: «Vattene, Satana, poiché sta scritto: “Adora il Signore Dio tuo e a lui solo rendi il culto”».
La resistenza ferma e pienamente affidata a Dio dei tre uomini ci porta a contemplare la resistenza di Cristo, il quale non solo non si è mai piegato, non si è mai inginocchiato nessun idolo, non ha mai adorato nessun idolo materiale o immateriale ma ha anche dato la sua vita, accettando nel giardino del Getsemani la volontà del Padre e la via del Calvario.
Ascoltate: Gesù ha dato la sua vita, ogni momento della vita, per adorare Dio e per servire solo lui. E questo lo ha portato in un luogo di morte a cui non si è sottratto: il nostro luogo di morte, dove la nostra morte è morta perché lui l’ha presa per noi.
Questa è la fedeltà di Gesù. Questo è ciò che ci dona come suo popolo, in modo che quando veniamo meno alla nostra fedeltà, possiamo rivendicare il perdono sulla base della sua vita fedele e della sua morte portatrice di peccato.
Quali idoli sta creando il tuo cuore? Quali idoli sta adorando il tuo cuore? Autocelebrazione? Orgoglio? Beni materiali? Fama? Chi stai adorando?
Gesù ha resistito in modo che noi oggi, in questo momento, possiamo confessare e abbandonare gli idoli che stiamo adorando, essere perdonati e rimettere Dio al centro della nostra adorazione.
E, inoltre, Gesù ha resistito nella sua vita in modo che noi possiamo resistere nella nostra di vita.
La nostra resistenza
Arriviamo così finalmente a quello che Sadrac, Mesac e Abed-Nego hanno da insegnarci riguardo alla nostra natura e al nostro combattimento contro l’idolatria e alla nostra perseveranza. Coloro tra noi che hanno creduto in Dio sono chiamati ad unirsi alla resistenza della ribellione. Come farlo lo abbiamo già visto nelle parole dei tre ebrei: con risolutezza, senza compromessi, con piena fiducia nel Signore.

Sei disposto a rimanere risoluto? Sei disposto a non scendere a compromessi? Credi che la vita che ci dona Cristo meriti questo?

Ti fidi completamente del Signore e del suo piano? Sei pronto a tutto? Non sono domande retoriche. Sono domande sulle quali riflettere nella vita di tutti i giorni. Adorerai il tuo cellulare o il Signore e la sua Parola? Amerai la pornografia e l’impurità sessuale o Cristo? Trascurerai il tuo corpo con cibo spazzatura, alcol, fumo o altre dipendenze o lo onorerai come tempio che lui ti ha donato? Avrai come pensiero fisso quello che gli altri pensano di te, o quello che Dio vuole e dice? Servirai te stesso o la chiesa per la quale Cristo si è sacrificato? Userai i tuoi doni e i tuoi soldi per i tuoi piacere o guarderai alla nuova Gerusalemme che deve scendere dal cielo e userai i tuoi doni e i tuoi soldi per far avanzare il suo Regno? Prenderai parte alla radicale resistenza alla quale ti chiama Gesù o ti prostrerai alla statua della comodità, delle scelte facili, della passività?

Resistiamo insieme, con fermezza e fiducia, alle pressione degli idoli, aiutiamoci a vicenda sapendo che cadremo e sbaglieremo, ma tenendo lo sguardo fisso sulla perfetta resistenza di Cristo.

Quali sono le conseguenze di questa resistenza?
Non lo sappiamo bene. I partigiani che hanno resisto non sapevano a cosa sarebbero andati incontri..

In Daniele 1 Daniele e i suoi amici decidono di non contaminarsi, vanno contro gli ordini del re, seppur con grazia, e vengono ricompensati alla fine del capitolo. Ma la gloria e l’attenzione che viene dagli uomini è fugace. In Daniele 3 Sadrac, Mesac e Abed-Nego invece vengono “ricompensati” con la prospettiva di una morte violenta e vengono buttati dentro una fornace che immediatamente uccide i soldati che li avevano legati e gettati nel fuoco.

Siamo disposti a resistere fino alla sofferenza? Umanamente no. Spiritualmente, grazie a Cristo e all’opera dello Spirito in noi, siamo in grado di dire sì! Possiamo fare nostre le parole di Paolo in Colossesi 1:

Colossesi 1:24 Ora sono lieto di soffrire per voi; e quel che manca alle afflizioni di Cristo lo compio nella mia carne a favore del suo corpo che è la chiesa.

Siamo pronti a soffrire quando guardiamo a quello che Cristo ha fatto per noi, così come Sadrac, Mesac e Abed-Nego.

E, in mezzo alla sofferenza, in mezzo al fuoco delle prove e tentazioni, mentre resistiamo, il Signore si prenderà cura di noi:

24 Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: «Non erano tre gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?» Quelli risposero e dissero al re: «Certo, o re!» 25 «Eppure», disse ancora il re, «io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l’aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi.

Il Signore interviene divinamente per preservare i suoi. Lo fa mandando una figura eccezionale. Alcuni credono che questa sia una epifania del Cristo incarnato, altri che sia un angelo. Quello che sappiamo è che Dio manda qualcuno per difendere il suo popolo.

Non è detto che saremo sempre preservati. Circa 12 cristiani muoiono ogni giorno in tutto il mondo. Ma Dio si prenderà cura del suo popolo. La morte scampata di Sadrac, Mesac e Abed-Nego ci ricorda della vera morte di Cristo Gesù, una morte che però non è riuscito a imprigionarlo. Cristo è andato oltre Sadrac, Mesac e Abed-Nego, ha subito la morte che loro e noi avremmo dovuto subire, per poi sconfiggere la morte e assicurarci che la nostra resistenza all’idolatria non sarà mai vana.

Join the resistence: unisciti alla resistenza. Come questo soldato di Star Wars. Imperfetti, vulnerabili, ma marchiati dal sangue che Gesù ha versato per la nostra vittoria nella lotta all’idolatria.

 

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