Daniele 4 | Umiliati dal Signore #4 | Michel Di Feliciantonio

L’abbassamento di un re e del suo regno

Nel capitolo 4 di Daniele ci sembra di avere un piccolo dejavu! Leggiamo insieme dal versetto 4: 4 Io, Nabucodonosor, ero tranquillo in casa mia e felice nel mio palazzo. 5 Ebbi un sogno che mi spaventò. I pensieri che mi assalivano mentre ero a letto e le visioni del mio spirito mi riempirono di terrore.

Il grande Nabucodonosor ha di nuovo un sogno che lo terrorizza. Una cosa che abbiamo già visto in Daniele 2, quando il re aveva sognato una grande statua. Anche quello che succede

immediatamente dopo ha un non so chè di famigliare:

6 Ordinai, perciò, di condurre in mia presenza tutti i saggi di Babilonia perché mi dessero

l’interpretazione del sogno. 7 Allora vennero i magi, gli incantatori, i Caldei e gli astrologi; io raccontai loro il sogno, ma essi non poterono darmene l’interpretazione.

 

Nabucodonosor convoca i suoi collaboratori, i saggi del suo regno che però sono incapaci di dare una risposta al re, pur avendo questa volta ricevuto dal re il contenuto del sogno. Ma un uomo come Nabucodonosor non era certo a capo di un vasto impero senza un minimo di intelligenza. Infatti Nabucodonosor si ricordava bene di Daniele, il quale viene convocato nel palazzo reale. Versetti 8 e 9:

 

8 Infine si presentò davanti a me Daniele, detto Baltazzar, dal nome del mio dio, e nel quale è lo spirito degli dèi santi, e io gli raccontai il sogno: 9 “Baltazzar, capo dei magi, io so che lo spirito degli dèi santi è in te e che nessun mistero ti mette in difficoltà. Ecco le visioni che ho avuto nel sogno: tu dammi la loro interpretazione.

 

Nei versetti 10-18 viene riportato il sogno del re. Praticamente in questo sogno il re vede un grande albero. L’albero è immenso: è alto, robusto, e la sua altezza raggiunge il cielo. Il fogliame era bello, vivo, non come le piante che abbiamo a casa io e mia moglie, il frutto abbondante, talmente

abbondante che tutti i popoli potevano cibarsi. Non solo i popoli, ma anche tutti gli animali trovavano riparo e nutrimento presso l’albero.

 

All’improvviso una figura soprannaturale, chiamata un santo vegliante, scende dal cielo e ordina che l’albero venga abbattuto, i suoi rami tagliati, il fogliamo scosso, il frutto disperso. Dell’albero doveva rimanere solo il ceppo con le sue radici, ma legati con catene di ferro e di bronzo, in modo da limitarli e indebolirli.

 

Fin’ora nel sogno si parla di un albero, ma nei versetti 16 e 17 c’è un cambiamento interessante e si inizia a parlare di una persona:

16 Gli sia cambiato il cuore: invece di un cuore umano, gli sia dato un cuore di bestia, e passino su di lui sette tempi. 17 Questa è la decisione dei veglianti, e la sentenza proviene dai santi, affinché i viventi sappiano che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e che egli lo dà a chi vuole, e vi innalza il più misero degli uomini’.

 

A qualcuno, ad un essere umano, e non all’albero deve essere cambiato il cuore. Invece di un cuore umano deve avere un cuore animale e questo deve durare per un periodo di sette tempi in modo che l’Atissimo e il suo dominio vengano riconosciuti dall’uomo.

 

Il re conclude il discorso dicendo, al versetto 18:

18 Questo è il sogno che io, il re Nabucodonosor, ho fatto; ora tu, Baltazzar, dammene

l’interpretazione, perché nessuno dei saggi del mio regno è in grado di darmela; ma tu puoi, perché lo spirito degli dèi santi è in te”».

 

E Daniele interpreta il sogno al re. Come molti di voi ricorderanno, Daniele dice a Nabucodonosor che l’albero è lui. Il re e il regno babilonese erano come un enorme albero, che toccava il cielo, ricco e pieno di cibo e fogliame, che raccoglieva sotto di sé gente di ogni popolo. Il santo vegliardo nel sogno era stato mandato per mostrare che questo era un decreto divino, che veniva da Dio stesso. Continuiamo nei versetti 24-26:

 

24 Questa è l’interpretazione, o re; è un decreto dell’Altissimo, che sarà eseguito sul re mio Signore: 25 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare l’erba come ai buoi e sarai bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi passeranno su di te finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole. 26 Quanto poi all’ordine di lasciare il ceppo con le radici dell’albero, ciò significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, dopo che avrai riconosciuto che il dominio appartiene al cielo.

 

Da versetti come 17, 25, 26 il senso del sogno è molto chiaro: Dio avrebbe punito il re Nabucodonosor, lo avrebbe umiliato a causa del suo orgoglio e per dimostrare la sua sovranità. Il tema del capitolo 4 di Daniele è l’abbassamento di un re e del suo regno.

 

Continuiamo a leggere dal versetto 29:

9 Dodici mesi dopo, mentre passeggiava sul terrazzo del palazzo reale di Babilonia, 30 il re disse:

«Non è questa la grande Babilonia che io ho costruita come residenza reale con la forza della mia

potenza e per la gloria della mia maestà?»

 

Ora, dovete immaginarvi la scena. Babilonia era una città maestosa, impressionante. (FOTO). Una delle città più belle dell’antichità, un gioiello architettonico che forse ospitava una delle 7

meraviglie del mondo: i giardini pensili. Una città, che sotto Nabucodonosor raggiunge il suo apice. Mi ricordo la prima volta che ho visto lo skyline di New York. Impressionante per il numero di grattacieli. E mi ricordo che camminare per New York ti porta a camminare con il naso rivolto verso il cielo, a causa dei palazzi infiniti.

 

Immaginate Nabucodonosor che cammina sul terrazzo del suo palazzo e vede Babilonia, che pensa che sia stata costruita con la forza della sua potenza e per la gloria della sua maestà.

 

Il problema di Nabucodonosor è il suo orgoglio. Il problema di Nabucodonosor è pensare di avere la vita sotto controllo, di essere al comando, di avere le risorse e le capacità per gestire al meglio

tutta la sua vita. La vita di Nabucodonosor era in aperto contrasto con la maestà e la sovranità di Dio. Nabucodonosor era il dio di se stesso.

 

L’orgoglio, la ribellione contro la sovranità di Dio è una malattia che affligge tutto l’essere umano. Non è un problema solo di Nabucodonosor, o solo delle persone ricche e potenti.

 

Paolo è lapidario quando in Romani 3:23 afferma: tutti hanno peccato e sono privi della gloria di Dio.

 

Il problema è che ci sono delle cose che la ricchezza, la salute, la fama, l’intelligenza, MasterCard possono comprare o ottenere. Ma queste cose non possono assicurare niente. In qualsiasi istante della propria esistenza la vita di una persona può essere messa sottosopra da elementi che non si possono controllare. Abbiamo sperimentato in questi giorni come un aumento della pioggia potrebbe portare alla distruzione di case e famiglie. Qualcosa di simile succede con il re babilonese.

 

31 Il re aveva ancora la parola sulle labbra, quando una voce venne dal cielo e disse: «Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; 32 tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi, ti daranno da mangiare erba come ai buoi e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole».

 

Quello che il sogno aveva predetto, accade veramente e il re perde in un attimo tutto quello che aveva, soffrendo di una sorta di licantropia, patologia a causa della quale una persona pensa di essere un animale. Se al versetto 30 Nabucodonosor aveva sottolineato che tutto apparteneva a lui, nei versetti 31-32 l’angelo del Signore sottolinea come tutto quello che Nabucodonosor pensava

fosse suo gli sarebbe stato tolto fino a quando non si sarebbe umiliato e avrebbe riconosciuto che Dio domina sul mondo.

 

Daniele 4 ci mostra come cadono gli orgogliosi, coloro che ripongono la propria fiducia in sé stessi. Daniele 4 ci mostra un altro esempio di un re che cade, di un potente che viene abbassato, come cantato da Anna, la madre di Samuele:

1 Samuele 2: 7 Il Signore fa impoverire e fa arricchire, egli abbassa e innalza.

 

L’orgoglio di Nabucodonosor gli impediva di cercare Dio. Quante persone anche oggi vivono la propria vita allo stesso modo. Quante persone vivono pensando di avere il controllo su tutto?

 

Cosa succederebbe nella tua vita se ti venisse tolto tutto: la casa, il lavoro, la famiglia, la salute? Cosa resterebbe nella tua vita?

 

Il ruolo di Daniele

C’è poi un’altra cosa da notare, ovvero il ruolo di Daniele in tutto questo capitolo. Un Daniele che si fa trovare pronto, un Daniele che parla in maniera veritiera. Ma quello che mi colpisce sempre di più è il cuore mansueto, amorevole, gentile di Daniele verso il re.

 

Guardate insieme a me i versetti 19 e 27, ovvero i versetti all’inizio e alla fine dell’interpretazione del sogno da parte di Daniele:

19 Allora Daniele, detto Baltazzar, rimase per un momento sbigottito e i suoi pensieri lo turbavano. Ma il re gli disse: «Baltazzar, il sogno e l’interpretazione non ti spaventino!» Baltazzar rispose e disse: «Mio signore, il sogno si avveri per i tuoi nemici, e la sua interpretazione per i tuoi avversari! 

27 Perciò, o re, accetta il mio consiglio! Metti fine ai tuoi peccati praticando la giustizia, e alle tue iniquità mostrando compassione verso gli afflitti. Forse la tua prosperità potrà essere prolungata».

 

Che incredibile testimonianza! Daniele guarda al re come una persona ribelle al Signore, una persona malvagia, una persona che commette dei peccati e che deve ravvedersi. E glielo dice, con coraggio e con verità! Ma Daniele guarda non con il desiderio di vendetta e di giudizio, ma sperando che si possa salvare. Daniele spera che il giudizio che attende al re ricadi su qualcun altro, che il re si penta e si salvi.

 

L’altro giorno stavo ascoltando una canzone di Eric Clapton. Per chi non lo sapesse, Eric Clapton è uno dei più grandi chitarristi della storia, una vera e propria leggenda della musica. Un uomo che sembrava avere tutto nella vita: talento, fama, ricchezza, donne. Durante gli anni 60 le strade di Londra si riempirono di graffiti che dicevano “Clapton is God”, ovvero “Clapton è Dio”. Eppure ad un certo punto Clapton ha vissuto una crisi profonda. Suo figlio, Conor, di 5 anni è precipitato dal 53° piano di un grattacielo di New York. Eric Clapton dedica al figlio morto una famosissima canzone: Tears in Heaven, ovvero lacrime in paradiso, nella quale dice:

 

Sapresti il mio nome se ti vedessi in paradiso? Sarebbe tutto come prima se ti vedessi in paradiso?

Devo essere forte e tirare avanti,

Perché so che non appartengo al paradiso.

 

Che profonda crisi! Che sconforto! Se solo Clapton avesse avuto un amico affianco a sé, un Daniele vicino che gli dicesse: non abbatterti, tu non appartieni al paradiso, ma Cristo è morto affinché tu possa entrare in paradiso. Qualcuno ha preso il tuo posto sulla croce, in modo che tu possa prosperare!

 

Come guardi le persone che Dio ti ha messo attorno? Come stai guardando ai tuoi capi, i tuoi titolari, i tuoi professori, i tuoi colleghi, i tuoi vicini? Persone che bestemmiano, persone che si fanno beffe di Dio, persone che commettono atrocità, persone il cui orgoglio tocca il cielo e le dimore del Dio altissimo? Provi compassione per loro? Sei pronto a sfruttare i momenti ordinari della vita ma anche le crisi della vita per mostrare loro il tuo amore, per mostrare loro la salvezza che c’è in Cristo Gesù? Sei pronto a parlare loro del Salvatore, il quale ha preso su di se il giudizio che spettava a Nabucodonosor, che spettava a noi e che spetta a loro in modo da donare vita eterna, speranza, perdono?

 

Magari non stai attraversando un periodo di crisi, ma una persona a te vicina la sta attraversando e ha bisogno delle tue parole veritiere riguardo al peccato, riguardo alle ingiustizie e riguardo al bisogno di un pentimento radicale, ma anche del tuo amore e il tuo sostegno. Le persone a te vicine hanno bisogno di te. Le persone a te vicine, quando capiranno che tutti i saggi di questo mondo non hanno risposte concrete per le crisi più profonde della vita, hanno bisogno delle parole che lo Spirito Santo suscita in te e della tua presenza.

 

Il Signore ha usato questa grande crisi, ha usato Daniele e le sue parole e il suo atteggiamento, per trasformare radicalmente Nabucodonosor. Leggiamo insieme i versetti 34-36:

34 «Alla fine di quei giorni, io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo e la ragione tornò in me. Benedissi l’Altissimo, lodai e glorificai colui che vive in eterno: il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione. 35 Tutti gli abitanti della terra sono un nulla

 

davanti a lui; egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra, e non c’è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: “Che fai?” 36 In quel tempo la ragione tornò in me; la gloria del mio regno, la mia maestà e il mio splendore mi furono restituiti; i miei consiglieri e i miei grandi mi cercarono, io fui ristabilito nel mio regno e la mia grandezza fu superiore a quella che avevo prima.

 

Stai vivendo un momento di crisi? Stai vivendo un momento di umiliazione da parte dal Signore? Il tuo orgoglio ha preso il sopravvento rispetto al timore del Signore? Oggi può essere il giorno in cui ti umili davanti al Signore, il giorno in cui “loderai e glorificherai colui che vive in eterno perchè il suo dominio è un dominio eterno e il suo regno dura di generazione in generazione.” Se è stato

possibile con un re pagano, ingiusto e violente, per i meriti di Cristo può essere vero anche per te. Confessa il tuo peccato, rinuncia al tuo orgoglio e loda il Signore. Lo stesso Dio di grazia di Nabucodonosor è disponibile per te.

 

L’innalzamento di un regno e del suo re

Ho già detto che il capitolo 4 di Daniele ha come tema centrale l’abbassamento di un re e del suo regno. E abbiamo seguito Nabucodonosor in questo percorso. Ma questo non è tutto. Daniele 4 parla anche dell’innalzamento di un regno e del suo re, e non sto parlando del ripristinamento di Nabucodonosor.

 

Abbiamo letto o riepilogato quasi tutto il capitolo 4. Mancano i versetti che sono all’inizio, e i versetti che sono alla fine di questo capitolo.

 

Daniele 4:1 «Il re Nabucodonosor alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra. Pace e prosperità vi siano date in abbondanza.

2 Mi è parso bene di far conoscere i segni e i prodigi che il Dio altissimo ha fatto per me. 3 Come sono grandi i suoi segni! Come sono potenti i suoi prodigi! Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.

 

E poi, versetto 37, alla fine di questo bellissimo capitolo:

37 Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo, perché tutte le sue opere sono vere e le sue vie giuste, ed egli ha il potere di umiliare quelli che procedono con superbia».

 

Sono propenso a pensare che alla fine di questa storia Nabucodonosor abbia conosciuto personalmente il vero Dio e si sia sottomesso a lui. La Bibbia non ci dice chiaramente questa cosa, quindi non è fondamentale e molti cristiani sono divisi sulla questione. Però è interessante notare svariate cose, che rendono questo capitolo così affascinante:

  • il capitolo è scritto per gran parte in prima persona, direttamente dal re, che vuole raccontare la sua storia, o meglio, la storia di quello che Dio ha fatto nella sua vita (v.2).
  • a memoria è l’unico capitolo della Bibbia scritto da un re
  • l’abbassamento del re è una forma di giudizio da parte di Dio, ma anche un’incredibile opportunità per Nabucodonosor per riconoscere (17, 25, 26, 34, 37) il dominio eterno dell’unico vero Dio
  • il capitolo inizia con un editto, un annuncio reale. Non è la prima volta che succede. in

occasione della statua d’oro, 3:4, Nabucodonosor aveva ordinato che ogni gente, popolo,

nazione e lingua si inginocchiasse davanti alla statua. Ora l’editto all’inizio del capitolo 4 è rivolto “alle genti di ogni popolo, nazione e lingua, che abitano su tutta la terra.” e l’obiettivo non è più l’idolatria ma pace e prosperità, è il messaggio del Vangelo proclamato al mondo intero.

  • il versetto 3 in realtà, nell’originale è una poesia dossologica, una poesia che loda, esalta e glorifica Dio, che è quello che il re afferma alla fine del capitolo: Ora io, Nabucodonosor, lodo, esalto e glorifico il Re del cielo.
  • all’interno della dossologia c’è una frase che poi il re ripete al versetto 34: Il suo regno è un regno eterno e il suo dominio dura di generazione in generazione.

 

Daniele 4 parla dell’abbassamento di un re e ci ricorda che ogni uomo e ogni regno può crollare.

Ma Daniele parla anche dell’innalzamento di un regno che non potrà mai crollare, il cui re non potrà mai essere deposto. il regno dei cieli e Cristo, il suo Re. Un Re che è già stato umiliato fino alla croce, un re che ha deciso volontariamente di umiliarsi con la vergogna della morte, ma che poi è stato innalzato e ha ricevuto il nome che è al di sopra di ogni altro nome, e con esso ogni potere e ogni autorità in cielo e in terra, oggi e fino alla fine dei tempi.

 

Il regno di Cristo è il vero albero, che tocca il cielo e porta la benedizione di Dio e la sua pace in questo mondo. Per usare le parole di Gesù, il regno dei cieli “Luca 13:19 È simile a un granello di senape che un uomo ha preso e gettato nel suo orto; ed è cresciuto ed è divenuto un [grande] albero, e gli uccelli del cielo si sono riparati sui suoi rami».”

 

Qualunque cosa tu stai attraversando nella tua vita, puoi essere sicuro che il Regno dei cieli e Cristo il suo Re, non verranno mai meno, non falliranno mai, non ti abbandoneranno mai.

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