Come reagisci ai cambiamenti? Se dovessi tornare a casa e vedere che tutto i mobili sono stati spostati, la prendi bene o reagisci male?
Come è stato per te cambiare città e trasferirti a Pisa?
Come vi ho detto, io al momento sto cercando casa e devo ammettere che l’idea stessa di dover traslocare non è sempre piacevole. Molti di noi non amano i cambiamenti, ma spesso nel nostro percorso spirituale, di fede, il cambiamento è costante. Sono convinto che Dio ci cambi continuamente, a volte in maniera più piccola, a volte in modo radicale.
Oggi non continuiamo con la nostra serie di predicazioni dal libro di giovanni perché colgo l’occasione di condividere con voi una delle sessioni che predicherò alla chiesa di Ripley che visiterò questa settimana.
Nelle quattro sessioni che avrò parlerò di cambiamento e, nello specifico, di ridefinizione! Cosa vuol dire ridefinire? Vuol dire dare un nuovo significato ad un concetto, ad una azione, ad un oggetto.
Internet, per esempio, ha ridefinito il modo in cui comunichiamo. I miei genitori quando si sono conosciuti si scrivevano lettere e solo qualche volta si potevano permettere di telefonare. Quando sono usciti i cellulari si comunicava con messaggi cortissimi e telefonate con scatto alla risposta. Oggi, grazie a internet, possiamo scriverci, telefonarci e addirittura videochiamarci senza fine. Internet ha ridefinito il significato di comunicazione.
Dio fa lo stesso. Dio ridefinisce, da un nuovo senso e un nuovo significato a tutto: alla nostra identità, alla realtà intorno a noi, al senso della vita. è questo che l’apostolo Paolo dimostra nella lettera che scrive ai Colossesi, una chiesa del primo secolo che non aveva avuto modo di conoscere personalmente ma di cui aveva sentito parlare.
E nel capitolo 3, al versetto 5, Paolo offre dei consigli ai colossesi su come vivere la propria vita. Paolo inizia questa sezione dicendo
“Fate dunque morire ciò che in voi è terreno”… Non so come vi suonano queste parole. Forse lette così, senza un minimo contesto, sembrano le parole di un noioso religioso che ci elenca una serie di cose che non dovremmo fare, una serie di cose che un Dio altrettanto noioso vuole toglierci. Perché dovremmo far morire delle cose nella nostra vita? E perché non possiamo decidere noi cosa far morire e cosa no?
Credo sia opportuno dare un pò di contesto a questa frase. Siamo nella seconda metà della lettera che Paolo scrive ai colossesi, e quindi siamo nel bel mezzo di un discorso già iniziato. Nei primi capitoli della lettera, Paolo ha mostrato ai lettori la bellezza e la maestà di Dio in Cristo Gesù. Paolo ci ricorda che “Dio ci ha liberati dal potere delle tenebre e ci ha trasportati nel regno del suo amato Figlio” (1:13).
Riflettiamo un attimo su questa verità. Ripensiamo allo stato disperato nel quale ci trovavamo prima dell’intervento di Dio.
Paolo ricorda ai colossesi che In Cristo hanno ricevuto la redenzione e il perdono dei peccati. (1:14)
Riflettiamo un attimo anche su questa verità. Pensa agli errori che hai fatto nella tua vita, pensa al peccato e loda il Signore per averci perdonato.
Paolo ricorda ai colossesi che erano stati estranei e nemici di Dio (1:21-22). Ma ora, a causa della morte di Cristo, possiamo approcciare Dio liberi da ogni accusa. Riflettiamo anche su questo. Non siamo più nemici della persona più potente dell’universo, ma anzi, possiamo dimorare nella sua casa.
Paolo dice inoltre che i credenti sono stati già resuscitati con Cristo. Riflettiamo sulla nostra resurrezione che è già avvenuta, alla vittoria che ci è già stata donata.
Gesù, secondo Paolo, ridefinisce il modo in cui vediamo noi stessi e il mondo che ci circonda.
Gesù ridefinisce il nostro concetto di forza e di soddisfazione
Gesù ridefinisce i nostri sogni, i nostri pensieri, i nostri desideri.
Quello che abbiamo detto fino ad ora potrebbe essere un’ottima conclusione per un sermone. Ma Paolo nella sua lettera va avanti ed è qui che arriva il testo di oggi. Ma quello che stiamo per leggere insieme è basato su quanto abbiamo appena detto. è questo stupendo Dio che ci chiede di mettere a morte alcune cose nella nostra vita. Non ce lo dice perchè ci vuole togliere qualcosa di buono, ma perché vuole che noi viviamo delle vite migliori e delle vita per la sua gloria.
Gesù non ridefinisce solo il nostro passato, o la nostra condizione, ma anche la nostra vita quotidiana, ed è quello che andremo a vedere oggi. Leggiamo insieme Colossesi 3:5-14
“ (B)Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e la cupidigia che è idolatria. 6 Per queste cose viene l’ira di Dio {sugli uomini ribelli}[b]. 7 E così camminaste un tempo anche voi, quando vivevate in esse. 8 Ora invece deponete anche voi tutte queste cose: ira, collera, malignità, calunnia; e non vi escano di bocca parole oscene.
9 Non mentite gli uni agli altri, perché vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere 10 e vi siete rivestiti del nuovo, che si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato. 11 Qui non c’è Greco o Giudeo, circoncisione o incirconcisione, barbaro, Scita, schiavo, libero, ma Cristo è tutto e in tutti.
12 Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. 13 Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha[c] perdonati, così fate anche voi. 14 Al di sopra di tutte queste cose vestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione. ”
Voglio soffermarmi su tre aspetti.
1- Gesù ridefinisce cosa non devo fare
Viviamo in una bella citta, in una bellissima regione. Milioni di turisti passano ogni anno per le nostre strade per vedere la torre pendente, per provare dell’ottimo cibo, per fare foto su paesaggi e tramonti mozzafiato. Ma, come sappiamo, ci sono anche delle cose brutte. Siamo circondati da migliaia di persone che non conoscono Gesù, che non hanno mai veramente avuto modo di entrare in contatto con il Vangelo. Io, come voi, sono circondato da persone che quotidianamente commettono fornicazione, impurità, che hanno desideri cattivi e avidi.
Ma nel nostro testo Paolo non sta parlando a non credenti, sta parlanda a Cristiani. Paolo dice, una volta voi eravate così, ma ora non lo siete più. Il problema è che quando diventiamo discepoli di Gesù, riceviamo una nuova natura ma la nostra vecchia natura è ancora lì, ed essa combatte e lotta contro la nuova natura. Sappiamo che la vecchia natura è già stata sconfitta, ma per il momento è ancora presente. E quindi, a volte senza nemmeno notarlo, portiamo con noi passioni, desideri, idoli che non dovrebbero essere lì.
Ed è facile vedere il peccato nelle persone che si sono attorno. Ma invece il peccato dentro di noi? Siamo impegnati in una battaglia quotidiana per metterlo a morte?
Cosa dire riguardo al modo in cui usiamo la nostra bocca? Manifesta ira, collera, malignità, calunnia, parole oscene? Ripensa all’ultima volta quando hai risposto con ira a qualcuno della tua famiglia, o hai parlato male di qualcuno che fa parte della chiesa. Forse ti senti giustificato dal fatto che sei stato ferito o offeso da qualcuno. E quindi ti lasci scappare delle brutte parole. è facile pensare che le cose vanno semplicemente così.
Ma Paolo dice: “vi siete spogliati dell’uomo vecchio con le sue opere 10 e vi siete rivestiti del nuovo” (9-10)
L’argomentazione di Paolo la seguente: queste cose non appartengono più a voi! Sono cose che appartengono alla vostra vecchia natura, e Cristo è morto in modo da permettervi di spogliarci di questa vecchia natura. Sei libero da queste cose. Non importa se sei greco o giudeo, italiano o nigeriano, schiavo o libero, studente o direttore perché Cristo libera tutti allo stesso modo, Cristo ci rende capaci di vivere in modo diverso verso le persone che ci circondano.
Qualche settimana fa ho comprato delle nuove scarpe. Le vecchie scarpe avevano vari buchi, non erano calde, e i piedi si bagnavano sempre quando pioveva. Delle scarpe terribili per l’inverno! Ora che ho un nuovo paio posso scegliere: voglio indossare le scarpe vecchie e rotte, o quelle nuove, calde, impermeabili?
In quanto cristiani abbiamo la libertà di fare questa scelta! Non perché siamo speciali, o forti ma solo perchè Gesù è morto così che io possa avere la libertà di scegliere tra qualcosa che è rotto, come una bugia o un parlare oscene, o qualcosa di buono, come usare la lingua per incoraggiare e confortare qualcuno.
E questa scelta ci porta al nostro secondo punto.
Non solo Gesù ridefinisce cosa non devo fare, ma Gesù ridefinisce anche cosa devo fare.
Leggiamo i versetti 12 e 13
“12 Vestitevi, dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di benevolenza, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza. 13 Sopportatevi gli uni gli altri e perdonatevi a vicenda, se uno ha di che dolersi di un altro. Come il Signore vi ha[c] perdonati, così fate anche voi.”
Se Gesù ridefinisce tutta la nostra vita, non è sufficiente non fare determinate cose. Come discepoli di Cristo dobbiamo anche accertarci di fare determinate cose.
Di nuovo, Paolo usa termini legati al vestirsi. Non è sufficiente non indossare le scarpe vecchie e rotte. Se vuoi vedere una differenza positiva devi decidere di indossare le scarpe nuove e calde. Forse pensi che fare del bene sia difficile, ma anche questo desiderio non viene da noi, ma è indotto dall’amore iniziale di Dio.
Poiché Dio ci ha scelti, perchè ci ha resi santi, perchè siamo amati, dobbiamo mostrare misericordia, dobbiamo rispondere con umiltà, mansuetudine e pazienza, anche quando non è affatto facile.
Se fai parte di una chiesa da un pò di tempo, sicuramente ad un certo punto qualcuno ha detto o fatto qualcosa che ti può avere offese. Perchè dovresti perdonare qualcuno che ti ha offeso? Perchè Dio ti ha perdonato per primo. Abbiamo ricevuto così tanto da Dio che non possiamo semplicemente decidere di sederci in disparte e aspettare che avvengano cose. Il Vangelo ci costringe ad essere proattivi, a fare il primo passo, a cercare la riconciliazione, a perdonare.
La lettera di Giacomo ci ricorda che “17 Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato.” (Giacomo 4:17).
Amo il fatto di poter essere parte e servire questa piccola chiesa a Pisa! Tra poco celebreremo un anno! Siamo pochini, ma attivi, amiamo Gesù, tutto è ancora nuovo! Eppure, non mancano sicuramente i conflitti. Eppure, non sempre ci incoraggiamo a vicenda. Ogni giorno ci sono delle sfide. SI tratta di una battaglia quotidiana. Non possiamo decidere una sola volta di essere gentili e sperare che lo saremo per il resto della nostra vita, anche quando ci verrà fatto un torto. Ogni giorno dobbiamo ricordarci quello che Cristo ha fatto per noi, e poi agire di conseguenza.
Cristo ha fatto molte cose per noi. Ma qual è la più grande? Gesù ci ha amati! Eravamo suoi nemici, non lo volevamo, ma lui è venuto e ci ha amati.
E quindi vediamo che Gesù ridefinisce pure l’amore!
Rileggiamo il versetto 14: “14 Al di sopra di tutte queste cose vestitevi dell’amore che è il vincolo della perfezione.”
Paolo dice chiaramente che di tutte le virtù che abbiamo visto, la più grande è l’amore, che tiene tutte queste virtù insieme. Benevolenza, misericordia, umiltà, sono solo possibili a lungo andare se sono legate dall’amore.
Ma quando si parla di amore, tutti possono avere un’idea diversa di amore. molti qui amano i test della personalità e fra i vari che abbiamo fatto c’è il famoso “5 Linguaggi dell’amore” che presenta come ci sentiamo amati attraverso 5 categorie: parole di affermazione, tempo di qualità, ricevere regali, atti di servizio, contatto fisico. Credo sia un ottimo test, ma mi piace ancora di più la descrizione che Gesù fa dell’amore. Gesù ridefinisce cosa è l’amore quando dice che:
“Nessuno ha amore più grande di quello di dare la sua vita per i suoi amici.” (Giovanni 15:13)
Gesù venuto per mostrarci cosa è il vero amore, per ridefinire la nostra idea di amore. Prima ci ha lasciato questo insegnamento che abbiamo letto insieme, e poi lo ha dimostrato praticamente quando è stato inchiodato sulla croce per i nostri peccati, quando è stato ucciso per delle persone che non lo amavano. Quando Paolo ci chiede di rivestrirci dell’amore, ci chiede innanzitutto di modellare la nostra comprensione di amore dall’amore che Gesù ha insegnato e dimostrato, e in secondo luogo ci chiede di manifestare lo stesso tipo di amore. Paolo ci chiede di dimostrare questo amore deponendo le nostre vite per le persone che sono attorno a noi.
Di nuovo, so che non è facile. è facile dire a qualcuno “devi amarmi meglio”, ma è molto più difficile amare qualcuno che non la pensa come te, amare qualcuno che non presta attenzione ai tuoi bisogni, amare qualcuno che ti sta ferendo. Non possiamo farlo da soli. Per questo abbiamo bisogno di Gesù.
La Bibbia è chiara: Gesù è l’espressione più completa, piena, veritiera di amore che esista. Senza la nuova vita che riceviamo da una vita Cristocentrica, non possiamo amare, e non possiamo praticare le altre virtù che abbiamo letto. Quando ci riesce difficile amare, non dobbiamo impegnarci e sforzarci di più. Significa piuttosto che dobbiamo trovare la motivazione per farlo, la gioia per farlo, la forza per farlo nell’amore che Dio ha mostrato a tutti noi in Cristo Gesù.
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