Serie: La chiesa: il più posto
più caro sulla terra L’autorità spirituale
nella chiesa (Pisa)
E’ una gioia e un onore essere qui con voi oggi. Normalmente a Pisa ci
vengo per lavoro, frequento brutte zone industriali, officine
meccaniche, ma stasera qui con voi è decisamente meglio!
In settimana ci siamo sentiti con Michel ed è interessante vedere che
nonostante la distanza, viviamo dinamiche simili. A Modena siamo
abituati a studiare la Parola versetto dopo versetto, riga dopo riga. Ma
a volte è necessario sospendere e fare luce su temi specifici. Come ad
esempio il tema della chiesa, la leadership, la membership. Forse
potranno sembrare un pò noiosi all’inizio, in realtà se ben compresi
daranno risultati molto positivi nel lungo periodo.
A SG abbiamo da poco festeggiato il quarto anno della fondazione, ma
siamo ancora un cantiere aperto. Perciò uno dei temi che ha occupato
maggiore spazio in questi quattro anni è stato capire qual è il piano di
Dio per la sua chiesa. La chiesa, questa famiglia spirituale che Dio ha
creato, non è un ritrovo estemporaneo di persone che di volta in volta
decidono cosa fare, ma è una comunità eterogenea, fatta di persone
con tantissime storie diverse, che ogni giorni fanno i conti con il loro
proprio peccato, strutturata attorno a un unico solo grande progetto
molto preciso! Mi rendo conto che questi ragionamenti possono
apparire esagerati (ma questo è il problema derivato dall’era anti-
istituzionale in cui viviamo). Temiamo la complessità, l’ordine,
l’organizzazione, la strutturazione, pensando che tutto ciò sia in
contrasto con la semplicità, l’umiltà, la sobrietà. Invece dobbiamo avere
il coraggio di ammettere che non è sufficiente dire che la chiesa è
formata dalle persone. É di più. È una collettività organizzata attorno a
un progetto.
E in questa organizzazione sono presenti alcuni profili di servizio, tra i
quali i diaconi e gli anziani/pastori. Proprio riguardo a questi ultimi il
brano di oggi in 1Pietro 5 risponderà a queste 4 domande:
1) Cosa dice la Bibbia attorno ai conduttori di chiesa;
2) Perché è importante che la chiesa abbia una leadership sana;
3) Cosa è chiamata a fare la chiesa nei confronti della leadership;
4) Cos’é chiamata a fare la leadership nei confronti della chiesa.
1 Pietro 5:1 Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono
anziano con loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure
partecipe della gloria che deve essere manifestata: 2 pascete il gregge
di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma
volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon
animo; 3 non come dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come
esempi del gregge. 4 E quando apparirà il supremo pastore, riceverete
la corona della gloria che non appassisce.
L’intento principale di questa meravigliosa sezione delle Scritture è
racchiuso nella prima parola del v.2, la parola “pastore”.
Pascere è il verbo principale, la spinta principale e l’esortazione
principale: “Vi esorto a pascere il gregge di Dio”.
Ma devo essere sincero, non so molto sull’essere pastori men che meno
sulle pecore. Sono nato a Modena città e per me la pecora è quasi
sempre stata un animale su carta. Non so molto della vita nei pascoli.
Perciò prima di preparare questo messaggio ho guardato un pò di
documentari.
Devi sapere che, a differenza della maggior parte degli animali, la
pecora può perdersi completamente nel raggio di pochi km. Ecco
perché la maggior parte del suo tempo lo passa vicino al proprio
pascolo, nel luogo in cui è nata e dormirà sempre nello stesso ovile.
Non ha il senso dell’orientamento e se si perde, di solito cammina in
grandi cerchi, muggendo continuamente in preda alla confusione e al
panico. Nel mondo ci sono circa un 1,2 MLD di pecore e tutte
morirebbero di fame o di sete se non fosse per i migliaia di pastori
premurosi che, come il pastore delle Scritture, vanno a cercare quelle
smarrite.
Infatti quando Gesù vide le folle disorientate, confuse, affamate,
assetate e spiritualmente perse, disse che erano come pecore senza
pastore. Non sapevano dov’erano, non riuscivano a nutrirsi e non
riuscivano a trovare l’acqua. Erano completamente smarrite e non
conoscevano la strada del ritorno e non c’era nessuno che le
conducesse all’acqua, al cibo e a casa. Quando il profeta Isaia descrisse
gli uomini smarriti, scelse proprio le pecore e disse:
Noi tutti eravamo smarriti come pecore (Isaia 53:6)
Ma le pecore hanno bisogno di protezione. Infatti è relativamente facile
ucciderla nei macelli o nella vita naturale. Non hanno la capacità di
ribellarsi.
Inoltre devono essere condotte verso ad acque tranquille in modo da
bere facilmente. La maggior parte degli animali è in grado di sentire
l’odore dell’acqua a distanza, ma non le pecore. Se le si lascia vagare
lontano da una pozza d’acqua moriranno di sete perché non sono in
grado di trovarla. Ecco perché il salmista dice:
Egli [ndr. Il buon pastore] mi fa riposare in verdeggianti pascoli, mi
guida lungo le acque calme.
Se mangiano il proprio pascolo, continueranno a mangiare fino alla
terra se non sono guidate verso un altra zona. Non conoscono la
differenza tra una pianta velenosa e una buona. Non sanno distinguere
tra avena, fieno, erba medica ed erbe mortali. Per questo hanno
sempre bisogno che il pastore vegli su di loro, che sia premuroso,
vigile, esperto, saggio, un pastore che pianifica, provvede, le pascola e
le protegge. Le pecore lasciate sole moriranno e il pastore è la chiave
della loro vita.
Nell’immaginario comune le pecore sono piccole, pulite, morbide,
bianche, lanose. In realtà non è così perché la lanolina che esce dal loro
pelo le rende sporche e vulnerabili agli insetti e ai parassiti che possono
ucciderle con le loro larve. Questo accade perché non hanno la
capacità di pulirsi o grattarsi. Anche qui hanno il bisogno che il pastore
le tosi.
La pecora è un animale indifeso, non sa scalciare, graffiare, mordere,
saltare, correre. Non hanno alcun meccanismo di difesa. Sono carne
morta. E quando vengono attaccate da un predatore, invece di
scappare si raggruppano, il che rende tutto più facile per il predatore
che ha l’imbarazzo della scelta. Le pecore sono più vulnerabili alle ferite
di qualsiasi altro animale perché sono così umili di spirito, il loro
atteggiamento è così mite che si arrendono. Non hanno l’istinto di
auto-conservazione. Non lottano per vivere. Così si arrendono e
muoiono. Sono creature davvero vulnerabili.
Ora, se vogliamo comprendere la ricchezza del nostro testo, è
importante che cogliamo queste informazioni sulla pecora e sul
pastore. Così rileggiamo ora il nostro brano. Sono sicuro che capiremo
meglio cosa sta dicendo Pietro:
Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con
loro e testimone delle sofferenze di Cristo e che sarò pure partecipe
della gloria che deve essere manifestata: pascete il gregge di Dio che è
tra di voi, sorvegliandolo, non per obbligo, ma volenterosamente
secondo Dio; non per vile guadagno, ma di buon animo; non come
dominatori di quelli che vi sono affidati, ma come esempi del gregge. E
quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona della gloria
che non appassisce.
Ora, per capire meglio questi 4 versetti ci faremo 4 semplici domande:
1) Cosa sta dicendo Pietro?
2) Chi sta esortando?
3) Come deve essere svolto questo compito?
4) Perché?
Se comprendiamo la risposta a queste domande, avremo sbloccato i
tesori di questo grande passo.
1) Cosa sta dicendo Pietro?
La risposta è riassunta nelle parole ai v.1-2: “Esorto gli anziani […] a
pascere il gregge di Dio”. Pietro vuole esortare.
Esortare significa incoraggiare qualcuno in una certa direzione, fare
pressione, appello alla sua coscienza. Ed è esattamente quello che sta
facendo Pietro: “Esorto voi guide di chiesa”. In questo brano trovi tutti
e 3 i termini riferiti alle guide della chiesa:
– Anziano (v.1);
– Pastore nella sua forma verbale: pascere (v.2a).
– Vescovo o sorvegliante (v.2b): pascete il gregge di Dio che è tra di
voi, sorvegliandolo.
Quindi Anziano, pastore, vescovo/sorvegliante si riferiscono tutti alla
stessa persona. Potremmo dire che:
– “anziano” sottolinea l’idea di maturità;
– “vescovo/sorvegliante” mette in luce la funzione di guida.
– “pastore” enfatizza la funzione di nutrimento.
Si tratta quindi di uomini maturi che hanno un ufficio di guida e cura
della chiesa. A proposito: anche loro sono pecore! E come ogni pecora,
hanno un ruolo, una vocazione, in questo caso la responsabilità di
prendersi cura delle loro compagne pecore. E’ loro responsabilità
assicurarsi che non finiscano in luoghi pericolosi ed è loro responsabilità
prendersi cura dei più deboli. Tutto questo era ed è responsabilità di
queste persone.
Dunque, cosa chiede Pietro? Non sta dicendo molte cose, sta
semplicemente esortando gli anziani/pastori a prendersi cura del
gregge. Nota che dice “anziani”, plurale. Quanto è importante questo
aspetto. Perché quando c’è una pluralità di anziani subentrano almeno
5 meccanismi di difesa per la chiesa:
– Si preserva la chiesa dall’errore. C’è un senso in cui nessun ha la
libertà di insegnare e dire quello che vuole, indipendentemente da una
pluralità di uomini consacrati con cui lavora, accanto ai quali studia e
insegna, e che possono portare le proprie intuizioni sulla verità.
Quando si ha una pluralità di uomini di Dio, si ha protezione dall’errore.
– Si previene lo squilibrio perché Dio non dà tutti i doni a un solo
individuo.
– Si preserva la chiesa dall’elevare indebitamente una persona. È molto
importante onorarci e incoraggiarci a vicenda, ma è ancora più
importante non elevare nessuno al di sopra di ciò che è giusto.
– Una pluralità di guide preserva da un dominio malvagio.
– Un altro vantaggio della pluralità nella leadership è proteggere la
chiesa dalla discontinuità. Una delle cose che accadono in una chiesa
guidata da un solo uomo è che quando questo se ne va non c’è
continuità nel ministero. Perciò credo che Dio, nella sua infinita
saggezza, quando ha progettato la chiesa, l’abbia pensata in seno a
una pluralità di anziani/pastori.
Infatti nel NT, la parola anziano appare SEMPRE al plurale. C’erano
anziani nella chiesa di Gerusalemme (Atti 15:2), anziani a Efeso (Atti
20:17), anziani a Creta (Tito 1:5), anziani nelle chiese della dispersione
dell’Impero Romano (Giacomo 1:1; 5:14), anziani in tutte le chiese del
Ponto, della Galazia, della Cappadocia, dell’Asia e della Bitinia (1Pietro
1:1).
Qual è l’obiettivo principale dell’anziano? La risposta è nutrire. A
differenza del diacono, l’anziano deve saper insegnare, cioè nutrire il
popolo della verità di Dio. Non c’è differenza nelle qualifiche spirituali.
Non c’è differenza nelle qualifiche familiari. La differenza sta
nell’insegnamento. La responsabilità principale del pastore è quella di
nutrire. Sia il diacono che il pastore svolgono un lavoro di protezione e
supervisione, ma la funzione principale dell’anziano è quella di condurre
la chiesa nei pascoli verdi e nelle acque tranquille della Parola di Dio.
Ora, l’esortazione di Pietro ci dice diverse cose importanti.
1) L’immedesimazione (v.1):
Esorto dunque gli anziani che sono tra di voi, io che sono anziano con
loro.
Che modo umile di esprimersi! Dopo tutto, è Pietro che parla, non uno
qualunque! Eppure non si mette in una posizione di superiorità. Dice:
“Vi parlo come vostro collega e compagno d’opera, mi immedesimo
nelle vs. difficoltà, vi capisco perfettamente”.
2) La testimonianza (v.1): “io che sono anziano con loro e testimone
delle sofferenze di Cristo”. Pietro è testimone dei fatti che riguardano
Cristo, Era nel giardino quando Gesù fu arrestato, era presente durante
l’interrogatorio farsa, era presente al sepolcro aperto, ed era lì quando
Gesù comparve nella stana dopo la resurrezione. E ora le sta
proclamando!
3) La speranza (v.1): “sarò pure partecipe della gloria che deve essere
manifestata”. Quindi sta dicendo: “vi esorto dal punto di vista di un
anziano che vi capisce, testimone oculare di Cristo e come uno che, con
voi, parteciperà alla gloria che sarà rivelata!
La promessa della ricompensa eterna è la sua grande motivazione. Il
fatto che un giorno riceverà dalla mano di Cristo una ricompensa per il
suo servizio è la spinta che lo motiva ad andare avanti.
E Pietro sta dicendo: “io, insieme a voi, sarò partecipe della gloria data
a Cristo dopo la sua risurrezione, una gloria che ora non è rivelata, è
nascosta, è conosciuta solo leggermente e parzialmente dai cristiani
perché non appare ancora ciò che saremo. Ma un giorno entreremo
nella gloria di Cristo che deve ancora essere rivelata”.
Vedi l’esortazione di Pietro? “Ti esorto a pascere il gregge di Dio NON
perché mi reputo migliore di te. Ma perché sono come te, sono un tuo
collega, ti capisco, capisco la tua chiamata, la tua fatica, mi rivedo nel
tuo lavoro…perciò ti voglio motivare come un mio pari. Inoltre, voglio
motivarti come uno che ha l’autorità di un apostolo, testimone di Cristo,
perciò la tua fede non è vana! E poi voglio motivarti come uno che
partecipa alla gloria eterna e alla ricompensa che sarà rivelata nel
giorno in cui vedremo Gesù Cristo (gloria che in parte ho già visto)”.
2) Chi? (v.2)
La domanda successiva è al v.2: chi si deve pascere? Risposta: il gregge
di Dio, ovvero la chiesa. Hai mai pensato alla fatto che tu non sei solo
un cristiano? Qualcuno che crede in Dio. Tu sei suo/a! Appartieni a lui.
Sei amato/a da lui.
Gesù è venuto per prenderti, salvarti con il suo sangue. Noi crediamo
nell’elezione. Questo significa che non c’è stato un attimo nella storia in
cui Dio non ti abbia amato. Il fatto che Dio è amore ed è un essere
infinito, significa che il suo amore verso di te non ha mai avuto inizio!
Questo significa essere di Dio! Quindi il pastore/anziano deve prendersi
cura del gregge di Dio.
Ma la terza domanda che dobbiamo affrontare ora è: Come lo devono
fare, v.2? Risposta: sorvegliandolo!
3) Come deve essere svolto questo compito? (v.2-3)
pascete il gregge di Dio che è tra di voi, sorvegliandolo, non per
obbligo, ma volenterosamente secondo Dio; non per vile guadagno,
ma di buon animo; non come dominatori di quelli che vi sono affidati,
ma come esempi del gregge.
L’anziano, il pastore, è anche il sorvegliante della chiesa, o episcopo/
Vescovo. E’ qualcuno che sta in una posizione rialzata, v.2, non per
obbligo, non per vile guadagno oppure non per dominare
malvagiamente, ma v.2, volenterosamente secondo Dio, di buon animo,
essendo un esempio per il gregge.
Questa è la motivazione del pastore! Chi è veramente dedito a servire il
Signore non si preoccupa dei vantaggi personali o dei sordidi
guadagni, ma si diletta nel servire gli altri, di mettere i bisogni della
chiesa davanti a sé! E’ un’autorità si, ma gentile. Non c’è posto per i
tiranni. Non c’è posto per le persone avide o affamate di denaro. Non
c’è posto per i pigri e gli indolenti.
4) Perché?
Ultima domanda: Perché un pastore dovrebbe servire in questo modo?
Al v.4 dice: “E quando apparirà il supremo pastore, riceverete la corona
della gloria che non appassisce”. Risposta: perché un giorno dovremo
presentarci davanti al supremo Pastore! Questo, tra l’altro, è uno dei
titoli più belli di Gesù. E’ bellissimo! In 1Pietro 2:25 è chiamato Pastore
e Custode delle vostre anime. È davvero il pastore che sovrasta tutti gli
altri pastori. E noi renderemo conto a Lui! E devo sempre essere
motivato dal fatto che quando Lui apparirà riceverò la corona di gloria
che non svanisce. Tutte le corone temporali arrugginiscono, svaniscono
e muoiono, ma questa è la corona che è la gloria eterna.
E quella gloria eterna e la sua piena espressione saranno collegate alla
qualità con cui abbiamo servito qui.
Applicazioni
Ora perché abbiamo detto tutto questo? Perché una chiesa sana si
dovrà preoccupare di avere anziani con questo carattere. Qui a Pisa
dovete pregare perché ciò si realizzi. Non è un ministerio per uomini
solitari o arrivisti. E’ invece un ministerio condiviso il cui peso della
responsabilità deve essere distribuito su più schiene, da uomini che
hanno capito veramente la posta in gioco!
Ma vorrei aggiungere un’altra cosa. Il vostro compito non è solo di
indagare chi può svolgere questo compito. Dovete anche pregare e
investire che ci siamo uomini nella vostra chiesa preparati a questo. Il
65-70 % delle chiese nel mondo è composto da donne. Qui non è
molto diverso. A SG è così. Questo è bellissimo ma anche un problema,
perché significa che gli uomini sono più duri. E senza uomini consacrati
e preparati, difficilmente si può avere una chiesa sana. Avete alcuni
ragazzi tra di voi i quali tra non molto inizieranno l’università. Ma se un
giorno dovessero decidere di prepararsi per il ministerio nella chiesa,
non sarebbe giusto lasciare questo onere alle famiglie. La chiesa è
chiamata a investire sul loro futuro, pregare, adoperarsi, fare di tutto,
perché ci siano uomini e donne preparati a questo scopo. La chiesa
deve investire e tenersi stretta ai suoi servitori! Anche supportando
economicamente questo investimento. Lo spirito di Ecclesiaste 11:1 va
in questa direzione:
Getta il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo lo ritroverai.
É un lavoro a tutto tondo! Nessuno di noi è esente da questa
responsabilità! Non è questione che riguarda solo le famiglie con figli!
E’ una questione di cultura di chiesa! Dovete pregare per i vs. Pastori,
sostenerli, scrivere loro, interessarvi a loro, forse saranno troppo
imbarazzati per parlare, ma voi fatevi sentire. E poi pregate perché un
giorno ci sia qualcun altro, in prima linea, a raccogliere quel testimone,
e soprattutto che lo faccia con lo spirito di Efesini 4:11-13 per
perfezionare i santi, fino a farli giungere all’unità della fede e della
piena conoscenza del Figlio di Dio!
Dovete pregare che l’anziano/pastore continui a dedicare la sua vita, le
sue energie, le sue risorse personali, per il bene e la crescita della
chiesa, aiutandolo ad aiutare la chiesa!
Perciò incoraggia i tuoi servitori. Fallo regolarmente. Prega per loro.
Scrivi, manda whatsapp, vivi relazioni generose, adoperati per la pace,
sia nei confronti del gregge sia nei confronti di chi guida e serve. Sii
grato/a per le ore passate dietro le quinte a lavorare e preparare quello
che vedi la Domenica mattina.
Qui, come a Modena, ci sono persone che si spostano per parecchi km
per rendere questo culto fruibile per tutti, ogni Domenica. Avete chi
prepara i canti, i messaggi, le attività per i bambini, persone che ogni
Domenica si preoccupano di accogliere, ospitare, portare qualcosa da
mangiare, da bere. Avete persone che montano le attrezzature,
preparano le sedie, sistemano la sala ogni santa Domenica. Avete
persone che gestiscono i conti della chiesa, che gestiscono i rapporti
con l’amministrazione comunale, persone che dedicano il loro tempo
per stare con i ragazzi e aiutarli a connettersi insieme. Avete persone
che organizzano incontri tra i vari gruppi, donne, uomini. Avete persone
che ogni giorno della settimana portano un messaggio e vi guidano nel
culto. E quante altre cose si dovrebbero fare! Servire la chiesa è un
lavoro enorme!
Tutto questo per dire cosa? Abbiate riguardo di chi serve. Ringrazialo/a.
Digli: “grazie per il lavoro che fai”! Fatti sentire!
Una chiesa sana vivrà questo tipo di relazioni:
Quanto all’amore fraterno, siate pieni di affetto gli uni per gli altri.
Quanto all’onore, fate a gara nel rendervelo reciprocamente. Quanto
allo zelo, non siate pigri; siate ferventi nello spirito, servite il Signore;
siate allegri nella speranza, pazienti nella tribolazione, perseveranti nella
preghiera, provvedendo alle necessità dei santi (Romani 12:10-13)
Fratelli, vi preghiamo di aver riguardo per coloro che faticano in mezzo
a voi, che vi sono preposti nel Signore e vi istruiscono, e di tenerli in
grande stima e di amarli a motivo della loro opera. Vivete in pace tra di
voi. (1Tessalonicesi 5:12)
Preghiamo.

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