La grandezza della Santa Cena – Luca 22_1-20

Quando c’è qualcosa da commemorare, un compleanno, un anniversario, una festa, un traguardo abbiamo l’abitudine, come italiani, di organizzare un pasto. Quando ero bambino mia madre mi chiedeva cosa volessi per il mio compleanno.

Come chiese evangeliche abbiamo due sacramenti, o ordinamenti, che riteniamo di aver ricevuto da Gesù e che dobbiamo praticare: il battesimo e la santa cena, che altro non è che un semplice pasto fatto per ricordare qualcosa di straordinario.

Un saggio teologico sul sito The Gospel Coalition definisce in questo modo la santa cena:

La cena del Signore è stata istituita da Gesù per commemorare la sua morte, per simboleggiare il nuovo patto, per indicare la comunione di un popolo redento riunito alla sua tavola e per anticipare il banchetto messianico che deve ancora venire. La santa cena trova le sue radici simboliche nel pasto pasquale al tempo dell’Esodo. Fu istituita da Gesù durante l’ultimo pasto con i suoi discepoli.[1]

Luca 22:1 La festa degli Azzimi, detta la Pasqua, si avvicinava; 2 e i capi dei sacerdoti e gli scribi cercavano il modo di farlo morire, poiché temevano il popolo.

3 Satana entrò in Giuda, chiamato Iscariota, che era nel numero dei dodici. 4 Egli andò a conferire con i capi dei sacerdoti e i capitani sul modo di consegnarlo nelle loro mani. 5 Essi si rallegrarono e pattuirono di dargli del denaro. 6 Egli fu d’accordo e cercava l’occasione buona per consegnare loro Gesù di nascosto alla folla.

Siamo ormai vicini alla fine. La morte di Gesù è sempre più vicina. Luca ci dice che i capi dei sacerdoti e gli scribi (e non i farisei necessariamente) cercavano di far morire Gesù, ma avevano un problema. Il problema era che le folle, il popolo, vedevano di buon occhio Gesù, che dalla Galilea si era avvicinato predicando il Vangelo del Regno, facendo miracoli, guarendo, insegnando, amando, e che era entrato a Gerusalemme su un asino. Dobbiamo mettere insieme tutte queste cose, ed altre, per capire bene il senso della Santa Cena.

A questo punto Giuda, Iscariota, uno dei dodici, tentato e “impossessato” da Satana decide di tradire Gesù. Come vedremo la prossima volta, Gesù sapeva bene che questo doveva accadere, sapeva che questo era parte del piano, ma non di meno la portata del gesto di Giuda è davvero grande.

Sicuramente Satana ricopre un ruolo, ma l’autorità di Satana è comunque limitata, Satana non è sovrano sopra ogni cosa. E quindi abbiamo l’influenza di Satana da una parte, ma anche i desideri sbagliati e le azioni sbagliate di Giuda dall’altra. è questo evento così drammatico, è un buon promemoria per ricordarci quanto sia pericoloso e grave dare retta a pensieri e desideri peccaminosi.

Una cosa che non avevo mai capito bene era quale fosse il ruolo di Giuda in questo tradimento. Verosimilmente le autorità e le guardie sapevano chi fosse Gesù e molto spesso sapevano anche dove trovarlo. Ma il problema continuava ad essere la folla, le persone che volevano uccidere Gesù volevano evitare un arresto pubblico. Come vedremo anche oggi, Gesù a volte agiva in maniera nascosta e segreta, e Giuda quindi serviva per consegnare Gesù nel momento e nel posto giusto, lontano dalle folle (6). è una cosa forse banale, ma non ci avevo mai riflettuto prima.

7 Venne il giorno degli Azzimi, nel quale si doveva sacrificare la Pasqua.

Come potete notare, nulla nel piano di Dio è lasciato al caso. Gesù arriva a Gerusalemme per essere arrestato e ucciso proprio nel momento in cui Israele festeggiava la liberazione dall’Egitto per mezzo di sacrifici di primogeniti, proprio nel momento in cui Israele sacrificava animali perfetti e innocenti per ricordare la prima Pasqua. Nulla sfugge al controllo di Dio, è il “palcoscenico” per la morte di Gesù è perfetta, altamente simbolica e significativa.

E vi voglio portare proprio nel periodo in cui è nata questa festività.

Leggiamo insieme tutto Esodo 12

12:1 Il Signore parlò a Mosè e ad Aaronne nel paese d’Egitto, dicendo: 2 «Questo mese sarà per voi il primo dei mesi: sarà per voi il primo dei mesi dell’anno. 3 Parlate a tutta la comunità d’Israele e dite: “Il decimo giorno di questo mese, ognuno prenda un agnello per famiglia, un agnello per casa; 4 se la casa è troppo poco numerosa per un agnello, se ne prenda uno in comune con il vicino di casa più prossimo, tenendo conto del numero delle persone. Voi conterete ogni persona secondo quello che può mangiare dell’agnello. 5 Il vostro agnello sia senza difetto, maschio, dell’anno; potrete prendere un agnello o un capretto. 6 Lo serberete fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d’Israele, riunita, lo sacrificherà al tramonto[a]. 7 Poi si prenda del sangue d’agnello e lo si metta sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case dove lo si mangerà. 8 Se ne mangi la carne in quella notte; la si mangi arrostita al fuoco, con pane azzimo e con erbe amare. 9 Non mangiatelo poco cotto o lessato nell’acqua, ma sia arrostito al fuoco con la testa, le gambe e le interiora. 10 Non lasciatene avanzo alcuno fino alla mattina. Quello che sarà rimasto fino alla mattina, bruciatelo con il fuoco. 11 Mangiatelo in questa maniera: con i vostri fianchi cinti, con i vostri calzari ai piedi e con il vostro bastone in mano; e mangiatelo in fretta: è la Pasqua[b] del Signore.

12 Quella notte io passerò per il paese d’Egitto, colpirò ogni primogenito nel paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, e farò giustizia di tutti gli dèi d’Egitto. Io sono il Signore. 13 Il sangue vi servirà di segno sulle case dove sarete; quand’io vedrò il sangue, passerò oltre, e non vi sarà piaga su di voi per distruggervi, quando colpirò il paese d’Egitto.

14 Quel giorno sarà per voi un giorno di commemorazione, e lo celebrerete come una festa in onore del Signore; lo celebrerete di età in età come una legge perenne. 15 Per sette giorni mangerete pani azzimi. Fin dal primo giorno toglierete ogni lievito dalle vostre case; perché, chiunque mangerà pane lievitato, dal primo giorno fino al settimo, sarà tolto via da Israele. 16 Il primo giorno avrete una riunione sacra, e un’altra il settimo giorno. Non si faccia nessun lavoro in quei giorni; si prepari soltanto quello che è necessario a ciascuno per mangiare, e non altro. 17 Osservate dunque la festa degli Azzimi; poiché in quello stesso giorno io avrò fatto uscire le vostre schiere dal paese d’Egitto; osservate dunque quel giorno di età in età, come un’istituzione perenne. 18 Mangiate pani azzimi dalla sera del quattordicesimo giorno del mese, fino alla sera del ventunesimo giorno. 19 Per sette giorni non si trovi lievito nelle vostre case, perché chiunque mangerà qualcosa di lievitato, sarà eliminato dalla comunità d’Israele, sia egli straniero o nativo del paese. 20 Non mangiate nulla di lievitato; dovunque abiterete, mangerete pani azzimi!»

21 Mosè dunque chiamò tutti gli anziani d’Israele e disse loro: «Andate a procurarvi degli agnelli per le vostre famiglie, e immolate la Pasqua. 22 Poi prendete un mazzetto d’issopo, intingetelo nel sangue che sarà nel catino e con quel sangue spruzzate l’architrave e i due stipiti delle porte. Nessuno di voi varchi la porta di casa sua, fino al mattino. 23 Infatti, il Signore passerà per colpire gli Egiziani; e, quando vedrà il sangue sull’architrave e sugli stipiti, allora il Signore passerà oltre la porta e non permetterà allo sterminatore di entrare nelle vostre case per colpirvi. 24 Osservate dunque questo come un’istituzione perenne per voi e per i vostri figli. 25 Quando sarete entrati nel paese che il Signore vi darà, come ha promesso, osservate questo rito. 26 Quando i vostri figli vi diranno: “Che significa per voi questo rito?” 27 risponderete: “Questo è il sacrificio della Pasqua in onore del Signore, il quale passò oltre le case dei figli d’Israele in Egitto, quando colpì gli Egiziani e salvò le nostre case”». Il popolo s’inchinò e adorò. 28 Poi i figli d’Israele andarono e fecero così; fecero come il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aaronne.

29 A mezzanotte, il Signore colpì tutti i primogeniti nel paese d’Egitto, dal primogenito del faraone che sedeva sul suo trono al primogenito del carcerato che era in prigione, e tutti i primogeniti del bestiame. 30 Il faraone si alzò di notte, egli e tutti i suoi servitori e tutti gli Egiziani; e vi fu un grande lamento in Egitto, perché non c’era casa dove non vi fosse un morto.

31 Egli chiamò Mosè e Aaronne, di notte, e disse: «Alzatevi, partite di mezzo al mio popolo, voi e i figli d’Israele. Andate a servire il Signore, come avete detto. 32 Prendete le vostre greggi e i vostri armenti, come avete detto; andatevene, e benedite anche me!» 33 Gli Egiziani fecero pressione sul popolo per affrettare la sua partenza dal paese, perché dicevano: «Qui moriamo tutti!» 34 Il popolo portò via la sua pasta prima che fosse lievitata; avvolse le sue madie nei suoi vestiti e se le mise sulle spalle. 35 I figli d’Israele fecero come aveva detto Mosè: domandarono agli Egiziani oggetti d’argento, oggetti d’oro e vestiti; 36 il Signore fece in modo che il popolo ottenesse il favore degli Egiziani, i quali gli diedero quanto domandava. Così spogliarono gli Egiziani.

37 I figli d’Israele partirono da Ramses per Succot, in numero di circa seicentomila uomini a piedi, senza contare i bambini. 38 Una folla di gente di ogni specie salì anch’essa con loro. Avevano pure greggi, armenti, bestiame in grandissima quantità. 39 Fecero cuocere la pasta che avevano portata dall’Egitto, e ne fecero delle focacce azzime, perché la pasta non era lievitata. Cacciati dall’Egitto, non avevano potuto indugiare né prendere provviste. 40 Il tempo che i figli d’Israele abitarono in Egitto fu di quattrocentotrent’anni. 41 Al termine dei quattrocentotrent’anni, proprio il giorno che finivano, tutte le schiere del Signore uscirono dal paese d’Egitto. 42 Questa è una notte da celebrarsi in onore del Signore, perché egli li fece uscire dal paese d’Egitto; questa è la notte di veglia in onore del Signore per tutti i figli d’Israele, di generazione in generazione.

43 Il Signore disse a Mosè e ad Aaronne: «Questa è la norma della Pasqua: nessuno straniero ne mangi, 44 ma ogni schiavo che avrai comprato potrà mangiarne, dopo essere stato circonciso. 45 Lo straniero di passaggio e il mercenario non potranno mangiarne. 46 Si mangi ogni agnello per intero in una casa. Non portate fuori casa nulla della sua carne e non gli spezzate neanche un osso[c]. 47 Tutta la comunità d’Israele celebri la Pasqua. 48 Quando uno straniero soggiornerà con te e vorrà fare la Pasqua in onore del Signore, siano prima circoncisi tutti i maschi della sua famiglia. Poi venga pure a fare la Pasqua, e sia come un nativo del paese; ma nessun incirconciso ne mangi. 49 Vi sia un’unica legge per il nativo del paese e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi».

50 Tutti i figli d’Israele fecero così; fecero come il Signore aveva ordinato a Mosè e ad Aaronne. 51 Quello stesso giorno il Signore fece uscire i figli d’Israele, ordinati per schiere, dal paese d’Egitto.

Il popolo di Israele celebrava la pasqua da migliaia di anni. Anno dopo anno, gli ebrei avevano fatto quello che Dio aveva ordinato tramite Mosè: avevano ricordato quello che Dio aveva fatto, liberando Israele dalla schiavitù egiziana, il grande esodo dall’Egitto verso la terra promessa. E ora Gesù da istruzioni ai suoi discepoli per celebrare insieme a loro la Pasqua a Gerusalemme.

8 Gesù mandò Pietro e Giovanni, dicendo: «Andate a prepararci la cena pasquale, affinché la mangiamo». 9 Essi gli chiesero: «Dove vuoi che la prepariamo?» 10 Ed egli rispose loro: «Quando sarete entrati in città, vi verrà incontro un uomo che porta una brocca d’acqua; seguitelo nella casa dove egli entrerà. 11 E dite al padrone di casa: “Il Maestro ti manda a dire: ‘Dov’è la stanza nella quale mangerò la Pasqua con i miei discepoli?’”. 12 Ed egli vi mostrerà, al piano di sopra, una grande sala ammobiliata; lì apparecchiate». 13 Essi andarono e trovarono come egli aveva detto loro, e prepararono la Pasqua.

Gesù agisce in maniera segreta, secondo alcuni commentatori anche per evitare che non venga arrestato prima di aver celebrato l’ultima cena con gli apostoli. Anche qui, nulla è lasciato al caso, come dimostra il dettaglio dell’uomo con la brocca d’acqua, una cosa abbastanza insolita perché in genere le donne portavano le brocche e gli uomini gli otri.

La festa pasquale richiedeva diversi preparativi, dai vari tipi di cibo, alle bevande, e non era mai una festa solitaria, perché ci si incontrava in gruppi dai 10 ai 20 partecipanti.

14 Quando giunse l’ora, egli si mise a tavola, e gli apostoli con lui. 15 Egli disse loro: «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; 16 poiché io vi dico che non la mangerò più, finché sia compiuta nel regno di Dio». 17 Poi prese un calice e, dopo aver reso grazie, disse: «Prendete questo e distribuitelo fra di voi; 18 perché io vi dico che da ora in poi[d] non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio».

Gesù vuole, desidera, mangiare la Pasqua insieme ai discepoli. Questa però non è una Pasqua come tutte le altre. Questa Pasqua sta per marcare l’inizio di una nuova era nella storia dell’umanità, un’era che avrà fine con il ritorno di Cristo e il compimento del Regno di Dio. Questa è una Pasqua speciale perché Gesù, il Figlio di Dio, l’agnello perfetto, sta per essere sacrificato per i peccati dell’umanità, in modo che l’essere umano possa scampare dal giudizio divino a causa del sangue di Cristo Gesù.

 La particolarità del Vangelo di Luca è che parla di due calici, e non solo uno. Questo primo calice menzionato da Luca è uno dei quattro calici celebrativi che venivano fatti passare durante i passaggi rituali della festa. Non sappiamo quale sia esattamente quello menzionato da Luca, forse il primo o il secondo. Ma non siamo ancora alla Santa Cena vera e propria.

Ma questi versetti ci aiutano a dare una cornice alla Santa Cena. Per ben due volte in questi versetti Gesù parla del Regno di Dio. La morte di Gesù, che sta per avvenire, è l’avvenimento che cambierà le sorti della storia, è il momento in cui Dio sconfigge satana e ristabilisce il suo controllo, permettendo all’uomo di poter tornare a lui, di vivere sotto la sua guida e protezione. 

19 Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo: «Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Allo stesso modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel mio sangue, che è versato per voi.

Poi Gesù prende il pane senza lievito che aveva sul tavolo, lo spezza e lo distribuisce ai commensali, come avrebbe fatto in qualsiasi altra Pasqua. Fino a qui niente di strano. Quello che è nuovo, sono le sue parole. Il pane rappresenta il corpo di Gesù che sta per essere dato in sacrificio, rappresenta l’agnello che sta per essere ucciso.

Prendere il pane e il vino in memoria di Cristo è un’opportunità, che si rinnova costantemente, per il credente di ricordare quello che Cristo ha fatto. Prendere il pane vuol dire mettere un punto nella propria vita e dire: Il Signore è morto per me e mi ha perdonato.

E, dopo aver cenato, dopo aver celebrato la pasqua, Gesù prende di nuovo il calice e lo passa ai discepoli dicendo che esso rappresenta il nuovo patto. Anche qui, niente di strano o di nuovo, se non quello che afferma Gesù.  La morte di Gesù, il suo sangue, sarebbe stato il sangue necessario per stabilire un nuovo patto, quel patto migliore di cui si parla in Geremia 31.

Voglio che questa sera ci fermiamo a riflettere sulla grandezza della Santa Cena.

Tramite essa ricordiamo che siamo stati perdonati. Ma c’è molto di più anche. A volte ci fermiamo soltanto a riflettere sulle implicazioni personali e individuali della Santa Cena. Ma la grandezza della Santa Cena va molto oltre.

Per più di 1000 anni il popolo di Israele aveva guardato indietro alla grande liberazione dal faraone che Dio aveva compiuto. Era la storia più incredibile, la liberazione più impensabile. La schiavitù egiziana era reale, nessuno pensava di poter essere liberato. Ma l’inimmaginabile si era avverato. E poi arriva Gesù e ci mostra che ogni singola Pasqua in realtà era un segno, un’immagine della Pasqua futura che sarebbe stata celebrata per mezzo di lui.

Questi simboli ci ricordano che la storia dell’universo intero è stato segnata dalla morte di Cristo, che la morte di Gesù ha inaugurato una nuova era per l’umanità.

La Santa Cena ci parla del peso della storia, del peso delle aspettative dell’umanità intera, della schiavitù e delle catene di Satane e del peccato. Ci parlano del Regno di Dio, del Dio che regna sovrano con giustizia e amore, della moltitudine di persone che sono state liberate per mezzo di Cristo.

Gesù non ci ha lasciato un pasto elaborato (come era la Pasqua per gli ebrei), probabilmente non ci ha lasciato il suo pasto preferito. Ci ha lasciato del semplice pane e del semplice vino, da prendere fino al suo ritorno, che ci ricordano la grandezza del suo regno, la maestosità del suo piano, la meraviglia del nuovo patto, la generosità del perdono dei peccati. è tutti qui, in questi simboli. Gesù è qui. Non ovviamente nel senso che è fisicamente qui, ma nel senso che questi simboli ci ricordano e confermano, ci riportano alla memoria quello che è successo quando non eravamo presenti, spiritualmente sigillano le promesse di Cristo per noi.


[1] https://www.thegospelcoalition.org/essay/the-lords-supper/

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *