Non so se avete mai letto il libro “Il Pellegrinaggio del Cristiano”. Si tratta di un libro allegorico che racconta la storia di un uomo, di nome Cristiano. Cristiano era travagliato e tormentato al pensiero della morte e del giudizio. Solo che Cristiano non sapeva cosa doveva fare per salvarsi. Fino a quando un giorno incontra un uomo. L’uomo si rivolse a Cristiano e gli chiese
“Perché stai gridando?”
“Signore, mi rendo conto, dal Libro che ho in mano, che sono condannato a morire e poi a venire al giudizio. E mi accorgo che non non sono disposto a fare la prima cosa, né sono in grado di fare la seconda”.
Allora l’Evangelista disse: “Perché non sei disposto a morire, visto che questa vita è costellata di tanti problemi?”.
L’uomo rispose: “Perché temo che questo fardello che ho sulle spalle mi faccia sprofondare più in basso della tomba e mi faccia cadere all’inferno! E, signore, se non sono adatto a morire, allora sono sicuro di non essere adatto ad andare al giudizio e da lì all’esecuzione! I miei pensieri su queste cose mi fanno piangere!”.
Allora l’Evangelista disse: “Se questa è la tua condizione, perché stai fermo?”.
Rispose: “Perché non so dove andare!”.
Allora l’Evangelista gli diede un rotolo di pergamena su cui era scritto, “Fuggi dall’ira che verrà!”.
L’uomo allora, leggendola, guardò con molta sincerità l’Evangelista, e e chiese: “Dove devo fuggire?”.
Allora l’Evangelista, indicando con il dito un campo molto ampio, disse: “Vedi quella porta stretta?”.
L’uomo rispose: “No”.
L’evangelista replicò: “Vedi quella luce splendente?”.
L’uomo rispose: “Credo di sì”.
Allora l’evangelista disse: “Tieni quella luce negli occhi e vai direttamente verso di essa…e allora vedrai la porta; alla quale – quando busserai – ti verrà detto ti verrà detto cosa devi fare”.
Ho letto questo racconto perché dimostra che ci sono dei momenti, nella vita, in cui dobbiamo prendere una decisione importante. Momenti in cui è impossibile continuare a fingere, impossibile continuare a fare gli indifferenti e bisogna dare una risposta a delle domande precise e importanti. è quello che succede a Cristiano in questo racconto. è quello che succede anche nel testo di oggi, da Matteo 7.
Matteo 7:13 Entrate per la porta stretta, poiché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa. 14 Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita! E pochi sono quelli che la trovano.
15 «Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono verso di voi in vesti da pecore, ma dentro sono lupi rapaci. 16 Li riconoscerete dai loro frutti. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? 17 Così, ogni albero buono fa frutti buoni, ma l’albero cattivo fa frutti cattivi. 18 Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo far frutti buoni. 19 Ogni albero che non fa buon frutto è tagliato e gettato nel fuoco. 20 Li riconoscerete dunque dai loro frutti.
21 «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore!” entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22 Molti mi diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato in nome tuo e in nome tuo cacciato demòni e fatto in nome tuo molte opere potenti?” 23 Allora dichiarerò loro: “Io non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, malfattori!”
24 «Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica sarà paragonato a un uomo avveduto che ha costruito la sua casa sopra la roccia. 25 La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno investito quella casa; ma essa non è caduta, perché era fondata sulla roccia. 26 E chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica sarà paragonato a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 La pioggia è caduta, sono venuti i torrenti, i venti hanno soffiato e hanno fatto impeto contro quella casa, ed essa è caduta e la sua rovina è stata grande».
28 Quando Gesù ebbe finito questi discorsi, la folla si stupiva del suo insegnamento, 29 perché egli insegnava loro come uno che ha autorità e non come i loro scribi.
Siamo arrivati alla fine della nostra serie di predicazioni sul Sermone sul monte. Che viaggio è stato! Abbiamo visto Gesù presentarci la realtà sovversiva del regno dei cieli. In un mondo che ricerca fama, gloria e potere Gesù ha predicato che la beatitudine si trova nella povertà di spirito, nell’afflizione, nella mansuetudine, nella ricerca della giustizia, nella misericordia, nella purezza di cuore, nell’operare per la pace, nella persecuzione per motivo di giustizia.
In un mondo che sembra indifferente verso gli umili, Gesù esorta ad essere sale e luce del mondo.
In un mondo religioso, come quello ebraico, e anche come il nostro, Gesù si presenta come adempimento perfetto della legge di Dio. Un adempimento che anche noi ora possiamo ricercare, grazie a lui. Non uccidere, non commettere adulterio, non giurare il falso sono tutti comandamenti che vanno rispettati e adempiuti non soltanto nelle azioni, ma anche nel nostro cuore, al punto che dobbiamo arrivare ad amare i nostri nemici, proprio come Cristo ci ha amati.
Gesù continua poi dicendo che la vita dei cittadini del regno di Dio non è vissuta per impressionare gli altri. Le discipline spirituali, come l’elemosina, la preghiera, il digiuno vengono praticate non per convincere Dio di qualcosa o per farci notare agli altri, ma come conseguenza del nostro rapporto intimo, nascosto con Dio, che è il nostro tesoro supremo, Colui che si prende cura di noi, al quale possiamo affidare ciecamente le nostre vite, senza ansia o preoccupazioni, mentre ricerchiamo il suo Regno al di sopra di ogni altra cosa.
Questa è la via tracciata da Gesù e la via da seguire. E’ possibile farlo, è possibile vivere in questo modo ma quando lo facciamo dobbiamo stare attenti a non correre il rischio di diventare ipocriti e giudicanti nei confronti del prossimo. In preghiera, in comunione col Padre e con la chiesa che ci circonda, possiamo combattere questo pericolo.
A conclusione di tutto questo discorso Gesù dice:
Matteo 7:12 «Tutte le cose dunque che voi volete che gli uomini vi facciano, fatele anche voi a loro; perché questa è la legge e i profeti.
Questo versetto conclude perfettamente la sezione centrale del sermone. E a questo punto Gesù si rivolge al suo pubblico con la conclusione del suo messaggio.
E lo fa, come sempre, dimostrando di essere un grande comunicatore. Nei versetti che abbiamo letto il Maestro presenta 4 coppie antitetiche, 4 coppie di esempi in contrasto:
- due vie
- due alberi
- due servi
- due costruttori
Senza dover nemmeno porla, Gesù è in grado di rivolgere una domanda chiara a tutti coloro che stanno ascoltando. La domanda che echeggia in questi versetti è: voi cosa farete? Cosa sceglierete? Voi chi volete essere? Accetterete di entrare in questo Regno? Prenderete una posizione o continuerete a vivere le vostre vite come avete fatto fino ad ora? Le ripercussione del sì e del no sono evidenti e fondamentali. Scegliere di seguire Cristo o scegliere di non farlo ha ripercussioni sulla vita di tutti i giorni ma anche sul destino finale ed eterno delle persone.
Le parole di Gesù non sono semplicemente qualcosa su cui filosofeggiare. Sono parole vere, che hanno un impatto.
La folla è stupita dalle parole di Gesù ed è un’enorme benedizione poter leggere questo sermone alla luce di tutta la rivelazione biblica e capire le implicazioni escatologiche di quello che Gesù sta dicendo. Gesù sta dicendo di essere il Messia, di essere Dio, che attraverso lui si ha vita eterna o perdizione eterna.
Hai preso una posizione chiara per Gesù? Il testo ci aiuta a capire cosa vuol dire.
Due vie
La descrizione fatta da Gesù non necessita di molte spiegazioni. Da una parte abbiamo una porta larga con una strada spaziosa piena di persone. Dall’altra una porta stretta, una strada angusta con poche persone che la percorrono. Da una parte non c’è bisogno di scegliere. è la strada che fanno tutti. è una strada facile da percorrere, non richiede sforzi particolari. Dall’altra parte invece c’è una porta stretta, che bisogna scegliere e comporta sacrifici e tribolazioni. Una strada è caratterizzata dalle folle, dai riflettori, dalla gloria di questo mondo. L’altra strada è marcata da un certo senso di solitudine, di impopolarità, di umiliazione.
La strada angusta e tribolata è la strada che porta al Calvario. è la strada percorsa da Gesù tra le beffe dei farisei e dei soldati romani. è la strada dell’infamia, la strada contraddistinta da scelte difficili e spesso impopolari per il resto del mondo. Comporta mantenersi sessualmente puri mentre chi cammina sulla strada principale soddisfa i propri istinti personali come meglio crede. Comporta proferire parole di edificazione e verità in luoghi di lavoro dove regnano lamentele e pettegolezzi. Comporta onestà ed integrità in un mondo corrotto. Comporta, come famiglie, non conformarsi al mondo per quanto riguarda l’educazione dei propri figli. Comporta parlare di peccato, d’inferno, di salvezza, di Gesù, di scelte radicali ad un mondo che non vuole sentirsi dire queste cose.
Nessuno sceglierebbe la porta stretta e la via angusta se non fosse che la destinazione di queste due strade è diametralmente opposta: da una parte la perdizione, dall’altra la vita eterna. Da una parte il giudizio di Dio, dall’altra la salvezza di Dio. Alla fine della via del Calvario c’è la stessa gloria, la stessa gioia, lo stesso splendore che ha caratterizzato la resurrezione e l’ascesa di Cristo presso il trono del Padre celeste.
Davanti alla scelta se rimanere nella sua condizione o fuggire Cristiano risponde così:
Così vidi nel mio sogno che l’uomo cominciò a correre. Ora, non era andato lontano dalla sua porta, prima che sua moglie e i suoi figli, vedendolo partire, cominciarono a gridargli di tornare. Ma l’uomo si mise le dita nelle orecchie, e correva gridando: “Vita! Vita! Vita eterna!”.
Non guardò dietro di sé, ma fuggì verso il centro della pianura.
Anche i vicini uscirono per vederlo correre. Mentre correva, alcuni lo deridevano altri lo minacciavano e altri ancora gli gridavano di tornare.
Prendere posizione per Cristo significa entrare per la porta stretta, camminare sulla via angusta e desolata, tribolata e poco affollata.
Due alberi
A complicare ulteriormente questo cammino c’è il fatto che non tutti quelli che sembrano camminare sulla via angusta appartengono veramente a quella via. Sembrano comportarsi come dei credenti, sembrano parlare come dei credenti, ma non lo sono e anzi, il loro scopo è di portare distruzione all’interno del regno. Sono persone che attaccano dall’interno la chiesa, che cercano di sabotare l’unità e la missione della chiesa. E lo possono fare tramite eresie, introducendo nella chiesa un modo di pensare del mondo e non secondo la Bibbia, creando divisione, mettendo i propri interessi sopra gli interessi del Regno e del Re che governa sul regno, Dio. Questa cosa è sicuramente triste, ma è anche incoraggiante sapere che Dio ne è a conoscenza, che le persone che non servono Dio attraverso la chiesa ma servono se stessi e i propri desideri attraverso la chiesa non possono fare naufragare la bellezza e certezza del Regno di Dio. Queste persone, questi falsi profeti sono come dei lupi, dice Gesù, travestiti da pecore.
O anche, sono come degli alberi. All’apparenza sono degli alberi con dei bei frutti. Immaginate di vedere durante un vostro cammino, da lontano, della bella uva o dei bei fichi su una pianta e poi scoprire che non è così. Un autore ha scritto che “Da lontano, le piccole bacche nere dell’olivo spinoso possono essere scambiate per uva e i fiori di alcuni cardi possono ingannare e far pensare che stiano crescendo fichi.”[1]
è dal frutto che si riconosce il tipo di albero, è dal frutto che si riconosce se l’albero è buono o cattivo. è un concetto che Gesù ripete per due volte, al versetto 16 e al versetto 20. Anche in questo caso, l’esempio di Gesù non necessita molte spiegazioni. Quello che è importante approfondire, però, sono le conseguenze di questo concetto. Quali sono i frutti che devono essere valutati? Cosa li differenzia? Come facciamo a capire se sono frutti buoni o cattivi?
Due servi
Per facelo capire Gesù descrive due tipi di servi. Il primo tipo di servo appartiene ad un gruppo di persone che sembrano confessare pubblicamente Cristo come Signore, persone che hanno profetizzato nel nome di Gesù, che hanno cacciato demoni nel nome di Gesù e fatto grandi cose nel nome di Gesù. Sulla carta sembrano degli ottimi candidati per entrare nel Regno di Dio. Invece Gesù è drastico nella sua risposta e, citando il salmo 6:8, preannuncia che queste persone saranno allontanate per sempre da lui.
I frutti che quindi il Signore sta cercando non sono frutti umani, esteriori. Il Signore sta cercando un frutto spirituale a dimostrazione di un albero spirituale. Naturalmente la mente va alle parole di Paolo in Galati 5:22:
22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo.
Gesù lo dice in altre parole: coloro che fanno la volontà del Padre mio che è nei cieli sono quei servi che godranno per sempre delle perfette benedizioni e della perfetta comunione con Dio. Questo tipo di servi sono coloro che sono veramente salvati. Sono coloro che non saranno cacciati via, sono coloro che conoscono veramente Cristo e sono da lui conosciuti.
Ci sono tante cose che si possono simulare e fingere: evangelizzazioni, miracoli, conversioni, santità. Ma alla fine dei conti, solo due persone sanno se hai abbracciato completamente la volontà del Padre, solo due persone sanno se le tue azioni sono il risultato di un cuore che è stato cambiato:
tu e Dio. Puoi fingere e simulare davanti agli altri, ma non puoi mentire a te stesso e sicuramente non puoi mentire al Dio che investiga i cuori.
E quindi la domanda importante è: che tipo di servo sei? Che tipo di albero sei? Che tipo di pecora sei? Sei un servo genuino, sei un albero buono, sei una vera pecora? Hai preso una posizione per Gesù o stai soltando facendo finta? Hai preso una posizione per Gesù o stai continuando a camminare per la via spaziosa, come tutti gli altri, verso la perdizione? Hai fatto tuo, con gioia, tutto quello che Gesù ha descritto nel sermone sul monte.
è la domanda più importante della tua esistenza. Hai preso una posizione per Gesù oppure no? Se non lo hai fatto, la mia preghiera per te è che tu possa farlo, magari proprio oggi. Che tu possa inginocchiarti davanti al tuo creatore e chiedergli di essere perdonato e accolto per i meriti di Cristo Gesù. Che tu possa parlare con me o con un altro membro di questa chiesa che ti può portare da Cristo come Filippo con Natanaele.
Se hai preso una posizione per Gesù, ma ti sei allontanato, hai rallentato il tuo cammino, ti sei raffreddato che oggi possa essere il giorno nel quali riprendi a camminare con convinzione verso Cristo.
Se hai preso una posizione per Gesù, continua a camminare per questa via tribolata, con lo sguardo rivolto verso Gesù. Rimani vigile. La nostra vita da cristiani non è una vita passiva, ma è una lotta continua contro le forze del male dentro di noi e attorno a noi in attesa del ritorno di Cristo. Sii vigile contro gli idoli, le false dottrine, i falsi profeti, le false guide, che cercano di sabotare l’opera di Dio. Da quali attacchi secondo te la chiesa in Italia dovrebbe proteggersi in questo momento? Da quali attacchi dovrebbe proteggersi la nostra chiesa in questo momento?
Due costruttori
Rimani vigile. Ma, al tempo stesso, riposa tranquillo, sapendo che sei al sicuro nelle mani di Dio, che colui che ha cominciato l’opera in te la porterà a compimento. O, usando le parole di Gesù al versetto 24, ascolta e metti in pratica le sue parole. Allora diventerai come un costruttore, non come il costruttore della torre di Pisa, ma come il costruttore di una casa, che non ha scelto la via più comoda o semplice, ma che ha lavorato duramente per costruire una casa sulla roccia. Una cosa che nessun agente climatico avverso è stata in grado di distruggere, a differenza della casa costruita dall’uomo stolto sulla sabbia.
Da una parte un uomo “la cui rovina è stata grande”, che ha perso tutto, per sempre. Dall’altra un uomo che ha costruito, nonostante tutte le difficoltà, sulla Roccia di Cristo Gesù. La Roccia di Cristo non verrà mai meno, non mancherà mai.
[1] D. A. Carson, “Matthew,” in The Expositor’s Bible Commentary: Matthew, Mark, Luke, ed. Frank E. Gaebelein, vol. 8 (Grand Rapids, MI: Zondervan Publishing House, 1984), 191.
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