Sei anni di chiesa! Il tempo vola, soprattutto quando si cammina con il Signore! E che viaggio è stato, finora.
Come chiesa abbiamo da poco finito di studiare il Sermone sul monte. Poco prima dell’inizio del sermone sul monte Matteo riassume quello che Gesù faceva: 4:23 Gesù andava attorno per tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe e predicando il vangelo del regno, guarendo ogni malattia e ogni infermità tra il popolo.
Subito dopo Gesù sale su un monte, molto probabilmente vicino al lago di Galilea, e predica questo sermone incredibile sul Regno di Dio. L’abbiamo studiato come chiesa nelle ultime settimane quindi non mi dilungo troppo ma parla di come trovare la beatitudine, come vivere in questo mondo in modo da glorificare Dio, come essere sale e luce, come adempiere alla legge. Parla dell’importanza del rapporto con Dio, della preghiera intima, del tesoro più grande che il nostro cuore possa trovare, il regno dei cieli. E poi conclude dicendo: ora che vi ho mostrato la via, seguitela. Ora che vi ho mostrato il Regno, entrateci. Ora che vi ho dimostrato come costruire una casa solida e duratura, costruitela sulla roccia, Cristo Gesù.
Una volta sceso dal monte Gesù fa due miracoli, a dimostrazione che quello che aveva predicato era vero: guarisce il servo paralitico di un centurione romano e guarisce la suocera di Pietro che era allettata con la febbre.
Quindi i discepoli: stanno accompagnando Gesù da tempo, stanno ascoltando le sue parole e stanno assistendo ai suoi miracoli. E mi ha fatto pensare molto alla nostra chiesa questa serie di eventi. Abbiamo sentito l’annuncio e la predicazione del Vangelo, della buona notizia della salvezza che Cristo offre. Abbiamo visto Dio operare in questi anni: penso alle 9 persone che sono state battezzate, penso ai tanti membri di questa chiesa che sono qui oggi o che sono passati nel corso degli anni. Penso a come il Signore ha provveduto ai bisogni della nostra chiesa. Penso ai locali che ci ha messo davanti per essere utilizzati. Penso alle tantissime persone che hanno sentito il Vangelo. Penso agli eventi. Siamo molto simili ai discepoli.
E poi nel Vangelo di Matteo succede qualcosa di inaspettato.
Matteo 8:23 Gesù salì sulla barca e i suoi discepoli lo seguirono.
24 Ed ecco si sollevò in mare una gran burrasca, tanto che la barca era coperta dalle onde; ma egli dormiva.
25 E, avvicinatisi, lo svegliarono dicendo: «Signore, salvaci, siamo perduti!» 26 Ed egli disse loro: «Perché avete paura, o gente di poca fede?» Allora, alzatosi, sgridò i venti e il mare, e si fece gran bonaccia.
27 E quegli uomini si meravigliarono e dicevano: «Che uomo è mai questo, che anche i venti e il mare gli ubbidiscono?»
Seguiremo Cristo?
Il cammino di Gesù non si ferma al sermone sul Monte, il cammino dei discepoli di Gesù non si ferma ai miracoli e il cammino della chiesa non si ferma.
Versetto 23: Gesù salì sulla barca… e i suoi discepoli lo seguirono.
Il cammino di Gesù non poteva interrompersi se non sulla croce, seguita poi dalla resurrezione. E i discepoli dovevano seguirlo. E i discepoli, oggi, devono continuare a seguirlo. il cammino della chiesa non si fermerà fino al ritorno del Signore.
Lo stai seguendo? Hai deciso per la tua vita che quello che Gesù dice e quello che Gesù fa merita di essere seguito? E, come chiesa, continueremo a seguirlo? Saliremo sulla barca insieme a Gesù?
Ho tanti sogni per questa chiesa, ma non so cosa ha in serbo il futuro per noi. O meglio, non so cosa ha in serbo il Signore per noi. Perché è il Signore che non solo conosce il futuro, ma che modella il futuro con le sue mani potenti e sovrane. è lui che controlla i venti e le onde della vita, come scoprono con meraviglia i discepoli nella storia di oggi. e lui che permette, usa, controlla le burrasche delle nostre vite.
La burrasca: le inevitabili tempesta della vita
Ho detto proprio un attimo fa che non so cosa ha in serbo la vita per noi. Quello che so è che sarà sicuramente diversa dalla crociera che qualcuno di noi ha vissuto qualche mese fa. Tramonti mozzafiato con aperitivo, del personale che cucina per te e si prende cura di te, una nave grande e acque tranquille. Sicuramente ci saranno cose piacevoli, grandi benedizioni. Sicuramente vedremo l’opera del Signore andare avanti, la sua chiesa crescere nonostante l’opposizione del nemico.
Ma so anche che ci saranno momenti burrascosi, che non smetteremo di trovarci nelle inevitabili tempeste della vita. La barca dei discepoli era ricoperta dalle onde, e anche a noi capiterà di sentirci con l’acqua alla gola. Ci saranno momenti di tensione, ci saranno momenti di conflitto, ci saranno momenti in cui ci sentiremo scoraggiati. Non so cosa ha in serbo il futuro ma sono sicuro che non mancheranno tempeste interne ed esterne.
La paura: l’inevitabile risposta alla tempesta?
Se la tempesta è inevitabile, allora sembra inevitabile anche avere paura. Guardate infatti ai discepoli. Matteo ci dice che si avvicinarono a Gesù e dopo averlo svegliato gli dissero: «Signore, salvaci, siamo perduti!». Signore salvaci perché stiamo per morire, stiamo per essere distrutti.
I discepoli hanno paura. Gli ebrei non avevano un bel rapporto con le acque tempestose, in quanto per loro era un simbolo del caos del mondo e della morte. Il mare, o il lago in questo caso, rappresentava tutte le cose malvagie e incontrollabili di questo mondo. Inoltre sappiamo, dalla storia successiva che la barca si stava dirigendo verso la riva pagana del lago, quella riva che rappresentava l’idolatria e le forze dei demoni che erano in contrasto a Dio. Quindi i discepoli avevano tanti buoni motivi per avere paura, tanti motivi per essere intimoriti. La precarietà della vita…le forze malvage…
E quanti buoni motivi abbiamo noi per avere paura? Se guardiamo al lago intorno a noi, ci sono tanti buoni motivi per avere paura.
Paura di fallire.
Paura di non farcela.
Paura di sentirsi soli.
Paura di non arrivare a fine mese.
Paura di quello che pensano gli altri.
Paura del giudizio di Dio o degli altri.
Paura di non avere un lavoro.
Paura di fallire un esame.
Paura di una persona.
Paura di un peccato.
Paura di andare a dormire.
Paura della vergogna.
Paura di non avere abbastanza risorse.
Paura di fare scelte sbagliate.
Paura di amare.
Paura di confidarsi.
Paura di investire in qualcosa.
Paura di non sentirsi mai a casa in una nuova città o paese.
Paura di parlare di Gesù.
Paura di essere esclusi.
Paura di non ricevere approvazione.
Paura di servire dietro le quinte.
Paura di essere perseguitati.
Paura di non avere un locale di chiesa.
Paura di persone che potrebbero ferirci o deluderci.
Paura di persone che potrebbero andare via.
Mentre siamo nel bel mezzo di una tempesta, con le onde che si alzano, con il vento che diventa più forte è naturale avere paura. Soprattutto quando poi vediamo Gesù che sta dormendo. Ma come sta dormendo? Come, non sta facendo niente? Ci sta ignorando? Non gli importa di quello che stiamo attraversando?
Fede in Cristo: l’alternativa alla paura
Le parole di Gesù sono incredibili. Mentre la burrasca infuria attorno alla barca, Gesù si rivolge direttamente ai discepoli e dice: «Perché avete paura, o gente di poca fede?.
Gesù è quasi sorpreso dalla paura dei discepoli, quegli stessi discepoli che avevano visto i miracoli, che avevano visto le guarigioni, che avevano sentito le parole di Vita eterna, che avevano sentito il sermone sul monte. E Gesù associa la paura alla mancanza di fede.
Proprio i discepoli che avevano visto Gesù operare e parlare sono senza fede. Proprio loro, che forse potevano ancora intravedere tra un lampo e l’altro l’altopiano vicino al lago sul quale Gesù aveva predicato il sermone sul monte. Ci verrebbe da giudicarli facilmente, se non fosse che noi facciamo la stessa identica cosa. Abbiamo conosciuto Gesù personalmente, abbiamo sentito la sua voce, abbiamo creduto in lui, lo abbiamo visto operare eppure abbiamo così spesso paura.
In settimana sentivo una predicazione su Isaia 41:10 che dice: 10 Tu, non temere, perché io sono con te; non ti smarrire, perché io sono il tuo Dio; io ti fortifico, io ti soccorro, io ti sostengo con la destra della mia giustizia. E il predicatore chiedeva giustamente, perchè proprio i credenti, tra tutti gli uomini, sono così intimoriti?
Ora, se tu non credi in Gesù, hai ogni ragione per essere intimorito durante la tempesta. Le tue capacità non saranno mai abbastanza, la tua intelligenza non sarà mai abbastanza, i problemi che hai con il tuo carattere, con il tuo lavoro, con i tuoi sbagli non sarà mai abbastanza per avere pace e serenità in mezzo alla tempesta.
Ma se hai creduto in Gesù, “perché hai paura?”
Proprio come i discepoli, anche noi come chiesa abbiamo visto Gesù cambiare i nostri cuori, e i cuori delle persone che stanno camminando con lui. Abbiamo visto Cristo operare nella vita di tutti i giorni. Ma, rispetto ai discepoli che erano sulla barca nel mar di Galilea, abbiamo un motivo in più per avere fede e non paura.
Gesù ha messo a tacere la tempesta sul mar di Galilea. Ma Gesù ha anche placato la tempesta per eccellenza. Grazie alla sua morte, grazie al suo sacrificio Gesù ha placato, da una parte, il vento del giusto giudizio di Dio contro il peccato, contro la mia natura, contro i miei sbagli. E dall’altra parte ha anche calmato le onde caotiche del male, del peccato, di satana che infuriavano contro di noi. Grazie a Gesù sei accettato, amato, perdonato, adottato dal Padre e sei liberato da, protetto da, al sicuro da le meschine macchinazioni di Satana e i suoi demoni anche nel bel mezzo della tempesta.
Il fatto che Gesù stia dormendo, che non sia preoccupato, che abbia il controllo sulla situazione e che non abbia una crisi di panico perché non sa cosa fare è la cosa più rassicurante possibile. Il fatto che lui abbia placato per sempre la tempesta perfetta, che è il sommo sacerdote che si può sedere perché il suo compito è finito dovrebbe darci coraggio in ogni situazione, dovrebbe calmare ogni paura. La prossima volta che sei preso, giustamente, dalla paura, pensa a Gesù che dorme tranquillo nella barca insieme ai discepoli. Decidi di meditare, per fede, sulla pace di Gesù e non sul vento e le onde che circondano la barca.
In questa versione della storia secondo il Vangelo Matteo, Gesù parla appunto ai discepoli prima di calmare la tempesta. In altre parole è possibile non essere intimoriti ma essere tranquilli e sereni anche quando infuria la tempesta. Non abbiamo bisogno che la tempesta finisca per godere di Cristo. Altrimenti questa vita sarebbe un inferno.
Gesù è sempre presente, e la nostra fede in lui è sufficiente per mettere a tacere la paura. La mancanza di paura non è data dalla mancanza della tempesta, ma dalla presenza di un Dio che è dalla mia parte e che ha il controllo sulla tempesta. Se è presente la fede in Cristo la paura non è l’inevitabile risposta alla tempesta.
Siamo a sei anni di chiesa. 6 anni pieni: dai primi incontri al lancio formale della chiesa, fino ad arrivare ad oggi. Abbiamo visto alti e bassi, abbiamo visto momenti di tensione e momenti di grande gioia. Abbiamo visto persone allontanarsi ma anche tante persone ascoltare il Vangelo, abbiamo visto persone essere toccate dalla grazia di Dio al punto da accettare il sacrificio di Cristo Gesù. Abbiamo visto e sperimentato che nella tempesta è possibile godere della sua pace. L’unica cosa che dobbiamo fare è riporre la nostra fede in lui.
Oggi celebriamo la bontà e fedeltà di Dio in questi primi sei anni di chiesa. Vogliamo continuare a seguire Gesù sulla barca, ovunque ci porterà?
Per la grazia di Dio siamo ancora qui, per la grazia di Dio la nostra preghiera è che lui possa continuare a usare questa famiglia spirituale per la sua gloria, che lui possa utilizzare questa chiesa per vivere il Vangelo nel cuore di Pisa in modo che lui sia glorificato.
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