Romani 8 | Dio è per noi #9 | Samuel Simoni

 

 

1 Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù, 2 perché la legge
dello Spirito della vita in Cristo Gesù mi ha liberato dalla legge del peccato e della morte. 3
Infatti, ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha fatto,
mandando il proprio Figlio in carne simile a carne di peccato e, a motivo del peccato, ha
condannato il peccato nella carne, 4 affinché il comandamento della legge fosse adempiuto in
noi, che camminiamo non secondo la carne, ma secondo lo Spirito.
5 Infatti quelli che sono secondo la carne pensano alle cose della carne; invece quelli che sono
secondo lo Spirito pensano alle cose dello Spirito. 6 Ma ciò che brama la carne è morte, mentre
ciò che brama lo Spirito è vita e pace; 7 infatti ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio,
perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; 8 e quelli che sono nella carne
non possono piacere a Dio.
9 Voi però non siete nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in voi. Se
qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a lui. 10 Ma se Cristo è in voi,
nonostante il corpo sia morto a causa del peccato, lo Spirito dà vita a causa della
giustificazione. 11 Se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che
ha risuscitato Cristo dai morti vivificherà anche i vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito
che abita in voi.
12 Così dunque, fratelli, non siamo debitori alla carne per vivere secondo la carne, 13 perché
se vivete secondo la carne voi morrete; ma se mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo,
voi vivrete. 14 Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio sono figli di Dio. 15 E voi non
avete ricevuto uno spirito di servitù per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito di
adozione, mediante il quale gridiamo: «Abbà! Padre!» 16 Lo Spirito stesso attesta insieme con
il nostro spirito che siamo figli di Dio. 17 Se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio e coeredi
di Cristo, se veramente soffriamo con lui, per essere anche glorificati con lui.
18 Infatti io ritengo che le sofferenze del tempo presente non siano paragonabili alla gloria che
deve essere manifestata a nostro riguardo. 19 Poiché la creazione aspetta con impazienza la
manifestazione dei figli di Dio; 20 perché la creazione è stata sottoposta alla vanità, non di sua
propria volontà, ma a motivo di colui che ve l’ha sottoposta, 21 nella speranza che anche la
creazione stessa sarà liberata dalla schiavitù della corruzione per entrare nella gloriosa libertà
dei figli di Dio. 22 Sappiamo infatti che fino ad ora tutta la creazione geme ed è in travaglio; 23
non solo essa, ma anche noi, che abbiamo le primizie dello Spirito, gemiamo dentro di noi,
aspettando l’adozione, la redenzione del nostro corpo. 24 Poiché siamo stati salvati in
speranza. Or la speranza di ciò che si vede non è speranza; difatti, quello che uno vede perché
lo spererebbe ancora? 25 Ma se speriamo ciò che non vediamo, lo aspettiamo con pazienza.
26 Allo stesso modo ancora, lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché non
sappiamo pregare come si conviene; ma lo Spirito intercede egli stesso per noi con sospiri
ineffabili; 27 e colui che esamina i cuori sa quale sia il desiderio dello Spirito, perché egli
intercede per i santi secondo il volere di Dio.
28 Or sappiamo che tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono
chiamati secondo il suo disegno. 29 Perché quelli che ha preconosciuti, li ha pure predestinati
a essere conformi all’immagine del Figlio suo, affinché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30
e quelli che ha predestinati, li ha pure chiamati; e quelli che ha chiamati, li ha pure giustificati;
e quelli che ha giustificati, li ha pure glorificati.
31 Che diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi? 32 Colui
che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche
tutte le cose con lui? 33 Chi accuserà gli eletti di Dio? Dio è colui che li giustifica. 34 Chi li
condannerà? Cristo Gesù è colui che è morto e, ancor più, è risuscitato, è alla destra di Dio e
anche intercede per noi. 35 Chi ci separerà dall’amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione,
l’angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com’è scritto: «Per amor
di te siamo messi a morte tutto il giorno; siamo stati considerati come pecore da macello».
37 Ma, in tutte queste cose, noi siamo più che vincitori, in virtù di colui che ci ha amati. 38 Infatti
sono persuaso che né morte, né vita, né angeli, né principati, né cose presenti, né cose future,
39 né potenze, né altezza, né profondità, né alcun’altra creatura potranno separarci dall’amore
di Dio che è in Cristo Gesù, nostro Signore.
Dio è per noi: lo Spirito Santo è in noi
C’eravamo lasciati al capitolo 7, alla fine del quale c’è un uomo che lancia un grido d’aiuto
perché ha una legge nelle sue membra che lo porta a fare il contrario della volontà e della
santità di Dio. Questo grido si conclude con: “Chi mi libererà da questo corpo di morte?”, cioè:
chi mi libererà da questa condizione in cui ho una legge nelle membra che mi conduce a una
vita lontana da Dio? Il capitolo 8 è la risposta a questo grido. Infatti si apre con il versetto 1:
“Non c’è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù”.
Non c’è più alcun tipo di condanna verso chi ha riposto la propria fede in Cristo Gesù, perché
la condanna derivava dalla violazione della legge, dall’essere lontani da Dio, da una condizione
nella quale , come abbiamo visto al capitolo 5 , tutti gli uomini si trovano. Ma credendo in Cristo
Gesù, questa condanna non c’è più: nel tribunale di Dio siamo dichiarati giusti, come giusto è
Cristo.
E quando crediamo in Gesù lo Spirito Santo viene ad abitare in noi e non siamo più nella carne
(v.9).
E quel comandamento che l’uomo non riesce ad adempiere è adempiuto nell’uomo stesso per
la potenza dello Spirito Santo. Infatti è detto che lo Spirito Santo adempie in noi la legge (v. 4).
E qual è il frutto dello Spirito? Il frutto dello Spirito è amore, pace, gioia, ecc. È un frutto con
molti “sapori” al suo interno.
Per chi è appassionato di cucina, o per chi si diletta a cucinare, è noto che per fare un buon
piatto ci vogliono ingredienti di qualità e un bilanciamento di sapori: ci vuole il dolce, il salato,
la nota amara, la nota acida, l’umami, quella sensazione che avvertiamo in fondo alla bocca e
che fa salivare. Ecco, per fare un buon piatto servono queste componenti.
Il frutto dello Spirito è un frutto in cui tutti i “sapori” sono combinati in modo perfetto: troviamo
l’amore, la pace, la gioia, la pazienza, la mansuetudine, tutte cose che all’uomo, naturalmente,
mancano.
Dicevo che lo Spirito Santo adempie in noi la legge di Dio: porta questo frutto in noi a
maturazione, e questo frutto riflette la legge di Dio.
Forse ricorderete che alla base della legge di Dio c’è l’amore, e che Dio ha dato la legge all’uomo
affinché potesse sperimentare il Suo carattere. Infatti la legge ha due capisaldi fondamentali,
come ha detto Gesù: “Ama Dio” e “Ama il tuo prossimo”. Che cosa fa il frutto dello Spirito? Porta
questa realtà nella vita del credente. Lo Spirito Santo agisce in noi e porta il frutto dell’amore,
della pace, della gioia, ecc. Cioè lo Spirito Santo porta la realizzazione e l’adempimento della
legge in noi.
Che grande libertà è pensare che, se camminiamo nello Spirito, il frutto dello Spirito si
manifesta in noi ed è l’adempimento naturale della legge. Non dobbiamo più sforzarci di
piacere a Dio con le nostre forze: lo Spirito Santo opera in noi affinché la nostra vita sia
conforme alla volontà di Dio, alla Sua legge, che deriva dal Suo carattere.
Paolo dice in Galati: “Contro queste cose non c’è legge”. Contro il frutto dello Spirito non c’è
legge, perché il frutto dello Spirito è l’adempimento della legge in noi. Contro queste cose non
può nulla l’attenersi religioso alla legge senza Cristo, e non può nulla la legge del peccato. E
contro queste cose non c’è condanna.
L’uomo ha preso la legge e ne ha fatto una serie di regole sterili da ottemperare; ciò che fa Dio,
invece, è portarci in relazione con Lui e darci la gioia di sperimentare la Sua legge senza lo
sforzo umano schiavo del peccato. Al contrario, lo Spirito Santo viene ad abitare in noi per farci
sperimentare la relazione che Gesù ha con il Padre.
Allora saremo felici; allora la legge morale nella coscienza di ogni uomo e la legge scritta sulla
pietra, data da Mosè ai figli d’Israele, saranno inscritte nei cuori dei credenti rigenerati dallo
Spirito Santo, i quali adempiranno quella legge sotto la guida dello Spirito.
Quindi, cosa vuol dire camminare secondo lo Spirito? Camminare secondo lo Spirito significa
avere comunione con Dio, desiderare di vivere come ha vissuto Cristo, nella consacrazione al
Padre. Non significa non peccare mai, non significa non sbagliare mai, ma significa voler vivere
una vita in relazione con Dio. Questo poi si declina in diversi aspetti pratici: leggere la Parola di
Dio, pregare, domandarsi cosa Dio voglia da noi, ecc.
Dio è per noi: siamo suoi figli
Siamo guidati dallo Spirito Santo; come dice il versetto 14: “Quelli che sono guidati dallo Spirito
di Dio sono figli di Dio”. E penso sia lo status più grande che esista nell’universo: essere figli,
generati da Dio. Abbiamo visto al capitolo 6 che siamo morti con Cristo e rinati con Cristo;
siamo rinati perché lo Spirito Santo ci ha rigenerati, ci ha fatti nascere di nuovo, come abbiamo
visto anche negli studi del mercoledì su Giovanni.
Quindi, alla domanda “chi siamo noi?”, possiamo affermare con assoluta certezza che, se lo
Spirito Santo abita in noi perché abbiamo creduto in Gesù, allora siamo figli di Dio e Dio è nostro
Padre.
Al versetto 15 Paolo ci dice che possiamo relazionarci con Dio dicendo “Abbà, Padre”, ossia
“papà”, “babbo”, come diciamo noi “papi”.
Se consideriamo il capitolo 7, questo è straordinario: lì vediamo che la nostra condizione è
quella di persone completamente estranee a Dio, alla Sua vita e al Suo carattere; ma Cristo è
venuto per ribaltare tutto, per farci entrare nella stessa relazione che Lui ha con il Padre, cioè
una relazione tra padre e figlio. Non ce lo stiamo inventando: è lo Spirito Santo in noi a
confermare che siamo figli di Dio e a convincerci in modo stupendo di questa realtà. Così, nel
nostro spirito, nella vita interiore, nella mente, siamo persuasi di questa verità.
E se ci soffermiamo a pensare solo per un momento che il creatore dell’universo, di tutte le
cose visibili e invisibili, l’autorità assoluta e la persona più importante che esista, è nostro
padre e ci ama come un padre ama un figlio, è sconvolgente. E che noi possiamo relazionarci
con Dio come figli verso un padre, con genuinità e con libertà, sapendo di essere amati e
compresi, sia quando ci comportiamo bene sia quando sbagliamo, e che Dio non smetterà mai
di essere nostro Padre.
In un mondo di crisi d’identità, di cambi di identità, di persone che non sanno chi sono, qual è
il loro scopo, cosa fanno in questa vita, dobbiamo ricordare che la prima caratteristica che ci
definisce è essere figli di Dio e avere una relazione con Lui come tra un padre e un figlio.
Ed essendo figli di Dio siamo coeredi con Cristo dei beni futuri e saremo glorificati con Cristo
quando Egli ritornerà. Tutto questo fa parte dell’unione con Cristo vista al capitolo 6: siamo
uniti a Cristo nella Sua morte e nella Sua risurrezione; essere uniti a Cristo significa che tutto
ciò che accade a Cristo accade anche a noi.
Dio è per noi: ha cura di noi
Con Cristo abbiamo la promessa dei beni futuri, della creazione rigenerata e, inevitabilmente,
anche della sofferenza nel proclamare il Suo nome e nel vivere come Gesù. Questa sofferenza
si declina poi nella vita di ognuno in modi diversi: c’è chi è perseguitato in Paesi senza libertà,
chi viene ucciso, chi ha problemi sul lavoro o nelle amicizie, deriso, ostacolato, ecc.
La creazione geme anch’essa, soffre come noi, perché è sotto la schiavitù della corruzione,
aspettando la manifestazione della gloria dei figli di Dio; e noi gemiamo dentro di noi (v. 22),
aspettando la redenzione dei nostri corpi, aspettando la vita eterna con Cristo nel pieno della
gloria della Sua creazione che erediteremo. La creazione, sotto le conseguenze del peccato,
geme, entra in travaglio, vive uno stato di vanità, di ciclo di vita e morte, senza mostrare appieno
la gloria e il carattere di Dio.
Ed è bello vedere che, mentre siamo in questo stato di speranza insieme alla creazione, al
versetto 26 Paolo dice che lo Spirito Santo, che abita in noi, ci sostiene: viene in aiuto alla nostra
debolezza, al nostro gemito, come se prendesse i nostri pesi e questa tensione di voler
finalmente vivere alla presenza di Dio.
Dio ha cura di noi.
È come se empatizzasse con noi, intercedendo per noi presso Dio nella nostra relazione con
Lui. Lo Spirito Santo ci aiuta nella vita di preghiera attraverso la quale ci fa vivere la realtà
concreta di una relazione con Dio, anche se ancora non lo vediamo e non lo sperimentiamo
come lo vedremo finalmente faccia a faccia un giorno.
E la cura di Dio non si limita solo a questo.
Al versetto 28 Paolo fa una considerazione più generale: “tutte le cose cooperano al bene di
quelli che amano Dio”. Il piano di Dio per il nostro bene si estende oltre al nostro sguardo. Ci
sono tante cose che noi non chiediamo a Dio o di cui nemmeno ci rendiamo conto, ma che
stanno accadendo per il nostro bene. Nessuno può dire di aver fatto il primo passo verso Dio:
è Dio che ha fatto in modo che tutto cooperasse per coloro che credono in Gesù. In poche
parole Dio ha avuto cura di te prima che tu lo chiedessi o te ne rendessi conto. E basta guardare
alla croce per rendersene conto.
E i credenti, cioè coloro che sono in Gesù, sono stati preconosciuti da Dio, ossia Dio ha
intenzionalmente voluto una relazione con loro; Egli le ha predestinate a essere conformi
all’immagine di Cristo: chi crede in Gesù è destinato da Dio ad assomigliare a Gesù nell’amore,
nel carattere e nelle qualità morali. Attraverso il Vangelo c’è stata una chiamata e una
giustificazione; e tutto questo per darci la sicurezza, come abbiamo visto, che chi crede in Gesù
otterrà una gloria eterna per i meriti di Cristo.
Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?
Per questo, al versetto 31, Paolo tira le fila di tutto il discorso del capitolo 8 dicendo “31 Che
diremo dunque riguardo a queste cose? Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?”. Cioè che Dio
è per noi, e noi dobbiamo esserne assolutamente certi. Dal versetto 31 dobbiamo essere sicuri
della nostra giustificazione, del fatto che tutto coopera al bene di quelli che amano Dio e del
fatto che l’amore di Dio non verrà mai meno. Se Dio ha provveduto alla nostra giustificazione,
alla nostra adozione come figli, al fatto che lo Spirito Santo abita in noi e intercede per noi, e ci
fa vivere una relazione con Dio; se possiamo attendere una gloria futura , stare con Dio per
l’eternità , e se Dio ha operato questo disegno senza che noi dessimo alcun contributo, allora
possiamo essere certi e sicuri che nulla e nessuno potrà separarci dall’amore di Dio, né potrà
toglierci la giustificazione che abbiamo davanti a Dio.
Se Dio è stato con noi in tutte queste cose che abbiamo elencato, come possiamo dubitare di
Lui nella nostra vita? Quando affrontiamo le difficoltà , anche le più dure , non dobbiamo mai
dubitare dell’amore di Dio e del fatto che, se abbiamo creduto in Gesù, Dio è per noi e con noi
e in noi. Non c’è sicurezza più grande, per la nostra salvezza, che guardare indietro alla croce,
dove Dio ha operato per amore senza che glielo chiedessimo, senza che lo meritassimo: anzi,
da trasgressori della legge e incapaci di giustificarci davanti a Dio, Egli ha provveduto una
giustificazione e una salvezza, e con esse tutti i benefici che ne derivano.
Possiamo quindi unirci all’esclamazione di Paolo: “Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi? Chi
ci separerà dall’amore di Dio?”. Saranno i nostri peccati? I nostri errori, le nostre imperfezioni,
le nostre mancanze, il nostro non sentirci all’altezza? Se ci comportiamo bene o male, se
riusciamo ad attenerci alla legge o no? Saranno le sofferenze, le sfide di questa vita? Le
difficoltà della persecuzione?
Qui non c’è scritto che queste cose mancheranno, ma che noi siamo più che vincitori in questa
vita in Cristo Gesù, perché Dio è per noi. Dio è dalla nostra parte! E se Dio è dalla nostra parte
non c’è motivo di sentirsi sconfitti. E se ti senti un fallito come cristiano e pensi che l’amore di
Dio sia lontano da te, ti stai sbagliando: non c’è niente che possa separarci dall’amore di Dio in
Cristo Gesù.
Che differenza con la fine del capitolo 7, nel quale quell’uomo dice sostanzialmente: “Povero
me! Chi mi libererà da questo corpo di morte?”. Nel capitolo 8, invece, troviamo che Dio è per
noi e noi siamo più che vincitori in Cristo Gesù, perché , credendo in Gesù , lo Spirito Santo
viene ad abitare in noi, adempie in noi la legge di Dio, diventiamo figli di Dio, e Dio ha cura di noi
ancor prima che gliela chiedessimo, dimostrando in modo perfetto la Sua cura verso di noi sulla
croce.
Se Dio è per noi chi sarà contro di noi?

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