Andiamo a teatro! Giovanni 20 – Video e Testo

Oggi voglio portarvi con me a teatro. L’opera teatrale che stiamo per vedere narra di un gruppo di persone che hanno vissuto in Israele circa 200 anni fa. E per farci calare meglio in questo mondo, oggi il testo biblico, che è Giovanni 20, non lo leggeremo ma lo vedremo e ascolteremo. Essendo il testo di oggi un pò lunghetto, spero che attraverso questo filmino sia più facile da seguire. Iniziamo quindi con un video, che recita letteralmente il testo di Giovanni 20.

20:1 Il primo giorno della settimana, la mattina presto, mentre era ancora buio, Maria Maddalena andò al sepolcro e vide la pietra tolta dal sepolcro. 2 Allora corse verso Simon Pietro e l’altro discepolo che Gesù amava, e disse loro: «Hanno tolto il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’abbiano messo».

3 Pietro e l’altro discepolo uscirono dunque e si avviarono al sepolcro. 4 I due correvano assieme, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse primo al sepolcro; 5 e, chinatosi, vide le fasce per terra, ma non entrò. 6 Giunse intanto anche[a] Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro, e vide le fasce per terra 7 e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, non per terra con le fasce, ma piegato in un luogo a parte. 8 Allora entrò anche l’altro discepolo che era giunto per primo al sepolcro, e vide, e credette. 9 Perché non avevano ancora capito la Scrittura, secondo la quale egli doveva risuscitare dai morti. 10 I discepoli dunque se ne tornarono a casa.

11 Maria, invece, se ne stava fuori vicino al sepolcro a piangere. Mentre piangeva, si chinò a guardare dentro il sepolcro, 12 ed ecco, vide due angeli, vestiti di bianco, seduti uno al capo e l’altro ai piedi, lì dov’era stato il corpo di Gesù. 13 Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?» Ella rispose loro: «Perché hanno tolto il mio Signore e non so dove l’abbiano deposto». 14 Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. 15 Gesù le disse: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?» Ella, pensando che fosse il giardiniere, gli disse: «Signore, se tu l’hai portato via, dimmi dove l’hai deposto, e io lo prenderò». 16 Gesù le disse: «Maria!» Ella, voltatasi, gli disse in ebraico[b]: «Rabbunì!», che vuol dire: «Maestro!» 17 Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre [mio]; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro”». 18 Maria Maddalena andò ad annunciare ai discepoli che aveva visto il Signore e che egli le aveva detto[c] queste cose.

19 La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre le porte del luogo in cui si trovavano[d] i discepoli erano chiuse per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 20 E detto questo mostrò [loro] le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. 21 Allora {Gesù} disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch’io mando voi». 22 Detto questo, soffiò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo. 23 A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti».

24 Ora Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. 25 Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!» Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò».

26 Otto giorni dopo i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!» 27 Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». 28 Tommaso gli rispose: «Signore mio e Dio mio!» 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai visto[e], tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»

30 Ora Gesù fece in presenza dei {suoi} discepoli molti altri segni, che non sono scritti in questo libro; 31 ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.

So di aver fatto qualcosa che potrebbe sembrare assurdo. Domenica scorsa abbiamo parlato del tradimento di Pietro e ora abbiamo letto, o meglio visto,  il capitolo 20 di Giovanni, nel quale si parla della resurrezione di Cristo. Abbiamo saltato due delle pagine più importanti dell’intera rivelazione Biblica, ovvero l’ingiusta condanna a morte di Gesù, la flagellazione e la corona di spine e infine la crocifissione, la morte e il seppellimento di Gesù. Sappiamo che senza crocifissione non c’è cristianesimo. Ma penso che oramai sia chiaro che in questa serie di predicazioni il nostro focus sia rivolto sui discepoli e nel capitolo 20 ci sono tanti dettagli sui discepoli che vogliamo osservare insieme. 

Il capitolo 20 narra il primo giorno della settimana, la domenica della resurrezione di Gesù. Siamo all’inizio di un nuovo giorno, ma la tempo stesso siamo all’inizio di una nuova era. La storia dell’umanità può essere divisa in due parti, una prima di Gesù e una dopo la resurrezione di Gesù. è un pò come il primo giorno di scuola, il primo giorno di lavoro, il giorno del matrimonio, ma molto più in grande. 

Giovanni 20 divide questa prima domenica in tre parti, e l’ultima parte ci racconta di un episodio avvenuto dopo otto giorni. E non so perchè ma mi sono immaginato questo capitolo come un’opera teatrale suddivisa in quattro atti, quattro parti. E quindi vi invito con me a teatro, per guardare insieme questo spettacolo. Prendiamo il biglietto, entriamo nella sala, e accomodiamoci nelle poltroncine. Lo spettacolo sta per iniziare. 

1 atto: la grande sorpresa

Si abbassano le luci, il pubblico fa silenzio, si alza il sipario e la prima cosa che notiamo è la scenografia. Notiamo un contesto rurale, mediterraneo. è buio e c’è una donna, Maria Maddalena, che cammina verso un sepolcro. Maria è sconfortata, l’amato maestro era stato ingiustamente ucciso. Ma in ogni storia all’inizio succede qualcosa che cambia lo status quo, qualcosa che stravolge la normalità. Nella nostra storia quando arriva al sepolcro, Maria, scopre che la pietra che era posta a chiusura della tomba  era stata tolta e che il corpo del Signore non c’era più. A questo punto allo sconforto si aggiungono sorpresa, agitazione, terrore. Che cosa era successo? Maria torna velocemente verso la città e va ad avvisare due discepoli, Pietro e Giovanni. I due che avevano seguito Gesù dopo la sua cattura. Pietro e Giovanni si alzano e corrono verso il sepolcro. Giovanni, che è l’autore del Vangelo, si ricorda bene chi ha vinto quella gara, ma aspetta comunque l’arrivo di Pietro per entrare nella tomba e vedere cosa è successo. Dentro la tomba trovano le fasce che avevano avvolto il corpo di Cristo per terra e il sudario, che era stato sul capo di Gesù, piegato. In questo momento l’attore che rappresenta Giovanni ci fa capire, a noi pubblico, che ha capito. Non so come faccia, ma è chiaro che lui ha capito che Gesù non è stato portato via, ma che è stato resuscitato. Questa comprensione non è ancora completa o chiara, ma è basata sul fatto che Gesù non è più tra i morti. Pietro e Giovanni se ne tornano a casa e mentre stanno camminando sul palco si chiude il sipario sul primo atto. 

2 atto: Gesù e Maria 

Si riapre il sipario e mentre Giovanni e Pietro se ne tornano a casa Maria rimane davanti al sepolcro. Strano come questa donna, che per prima aveva scoperto il sepolcro vuoto, venga lasciata da sola, quasi dimenticata. Vicina al sepolcro di Cristo, Maria piange. E mi ha ricordato un’altra donna della Bibbia, Anna, la madre del profeta Samuele, nell’Antico Testamento. Donne disperate in una cultura spesso maschilista. Donne che avevano la loro unica speranza in Dio. Donne che Dio decide di consolare. In questo caso prima Maria parla con due angeli. Ma non finisce qui. Ad un certo punto c’è il colpo di scena dell’opera teatrale. Gesù appare, è veramente risorto. Se pensate che le dichiarazioni di Darth Vader in guerre stellari siano sconvolgenti, immaginate a che reazione avremmo noi se stessimo osservando questa opera teatrale. Maria, in un primo momento, di spalle, parla con il suo salvatore, risorto e vivente, senza nemmeno riconoscerlo. Quando Gesù le dice “Maria”, Maria si gira e riconosce Gesù. Gesù era vivo! E Gesù aveva un compito per lei! Gesù aveva un compito per una donna, per una discepola. è incredibile che la prima persona con la quale parla Gesù è una donna, e non soltanto consola il suo cuore ma le affida anche un compito, di andare ad annunciare la buona notizia ai discepoli. E, come nel primo atto, mentre la protagonista si incammina verso Gerusalemme si chiude il sipario, fine del secondo atto. 

3 atto: Gesù e i discepoli

Si alza di nuovo il sipario e la scenografia è cambiata. Non siamo più fuori Gerusalemme, ma siamo in una stanza. una stanza semplice, spartana. Nella stanza ci sono 10 persone, tutti i discepoli tranne Giuda l’Iscariota e Tommaso. I discepoli sembrano impauriti, parlano a voce bassa. Ad un certo punto un altro colpo di scena! Nella stanza, che aveva tutte le porte chiuse, appare dal nulla Gesù, come un deus ex machina. Le prime parole di Gesù possono sembrare scontate ma in realtà sono molto profonde e emblematiche: Pace a voi. Nel medio oriente è normale salutarsi augurandosi pace. Ma qui, il saluto di Gesù raggiunge una dimensione del tutto nuova. Chi stava parlando era Gesù, che loro avevano visto morire. Gesù non sta augurando loro la pace, ma sto offrendo loro la pace, che è ben diverso. Gesù può offrire questa pace che aveva già promesso in giovanni 14, perchè ha sconfitto la morte, ha sconfitto il peccato. Ma non solo questo. Gesù sta offrendo pace ai discepoli che lo avevano abbandonato a morire da solo. Gesù non li rimprovera per i loro sbagli, ma offre loro pace. I discepoli non riescono a credere ai loro occhi e alle loro orecchie. Gesù, dopo aver mostrato le ferite mortali sul suo corpo, ripete di nuovo “Pace” e manda i discepoli in missione così come lui era stato mandato dal Padre. Prima di scomparire Gesù promette anche l’arrivo dello Spirito Santo, e su queste parole si abbassano le luci e si chiude il sipario sul terzo atto. 

4 atto: il riscatto di Tommaso

In ogni storia che si rispetti c’è un cattivo. Nella nostra storia il cattivo, relativamente parlando, è Tommaso, uno dei dodici discepoli. Durante l’apparizione di Gesù ai discepoli lui non era presente e in seguito aveva affermato le famose parole “se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò”. Il sipario si apre sull’ultimo atto. Scopriamo dai dialoghi fra i discepoli che sono passati otto giorni dalla prima apparizione, probabilmente nella stessa casa, e con Tommaso presente, riappare Gesù. Di nuovo, Cristo afferma “Pace a voi”. Tra il pubblico nessuno si muove, non si sente volare una mosca. Siamo al climax della storia, il momento di scontro fra il buono e il “cattivo”.  Cosa dirà Gesù a Tommaso che continua a non voler credere? Ci sarà una discussione? Cosa dirà Tommaso a Gesù?

Gesù si rivolge a Tommaso, e gli chiedi di toccare con la propria mano le ferite sul suo corpo, i buchi nella sua mano, il costato aperto sul suo fianco. E poi lo esorta a credere, a smettere di essere incredulo. E la risposta di Tommaso rivela il riscatto del “cattivo”, con 5 semplici ma profondissime parole “Signore mio e Dio mio”. Filmanente Tommaso vede in Gesù sia il Signore, un uomo più grande di lui ma anche Dio. Non soltanto un uomo maggiore di lui, ma Tommaso riconosce la divinità di Gesù e la sua sovranità. 

In questo momento si spengono le luci sul palco, gli attori scompaiono dalla nostra vista e sentiamo una voce fuori campo affermare:

30 Ora Gesù fece in presenza dei {suoi} discepoli molti altri segni, che non sono scritti in questo libro; 31 ma questi sono stati scritti affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e affinché, credendo, abbiate vita nel suo nome.

A questo punto si chiude il sipario, finisce il quarto atto e finisce l’opera teatrale.

Ci alziamo, ci mettiamo la giacca e mentre torniamo verso casa dal teatro ripensiamo, ovviamente, alla storia che abbiamo appena visto. La Bibbia è composta in gran parte di racconti, e questo storia vera è sicuramente incredibile e piena di spunti. Ognuno nota degli aspetti diversi, coglie dei particolari che gli sembrano più interessanti. 

Io, in conclusione, vorrei soffermarmi su 3 aspetti, che probabilmente avete già notato nella storia, e che possiamo applicare alle nostre vite.

1- Il credo, la fede, dei discepoli è basato sulla grande sorpresa della tomba vuota

Giovanni, Maria, i discepoli e infine Tommaso capiscono e credono nel Signore nel momento in cui realizzano che la tomba dove era stato posto il corpo di Gesù è ora vuota, Non perché Gesù era stato portato via, ma perché il Cristo era risorto dai morti. Tutti in questo capitolo sono portati a credere, ad avere fede, che è l’elemento fondamentale per dichiararsi discepoli di Dio, perché riconoscono la sorpresa della tomba vuota. Qualcosa che non ci possiamo spiegare, e che quindi ci indirizza verso un Dio onnipotente. 

La nostra fede si basa sulla grande sorpresa di Dio che si è fatto uomo, sulla grande sorpresa di un uomo nato umilmente, lontano da ricchezze e potere. Sulla sorpresa di un uomo si, ma divino al tempo stesso che ha compiuto miracoli e proferito parole incredibile e ha rivelato la gloria di Dio. Sulla grande sorpresa di una tomba vuota e di un Re risorto, che ora regna e guida i suoi discepoli. Queste grandi sorprese, inimmaginabili per noi uomini, dovrebbero lasciarci meravigliati, farci sorridere ogni tanto nelle nostre giornate, quando ci fermiamo a riflettere sul vero senso della vita, quando andiamo oltre le difficoltà e la sofferenza. Quando abbiamo avuto una giornata difficile e ripensiamo a quella tomba vuota, alla vittoria che abbiamo in Cristo e riusciremo a mettere le cose nella giusta prospettiva. 

2- Gesù consola, Gesù offre pace

Maria che piange, da sola davanti al sepolcro. I discepoli rinchiusi per paura in una stanza. Quanto è dolce la vista di Gesù, che viene per consolare, per offrire pace. Gesù non è troppo impegnato con i suoi appuntamenti da non potersi fermare davanti alla tomba per parlare con una donna. Gesù non era troppo arrabbiato con i suoi discepoli da non tornare da loro, dopo i loro errori, per offrire loro pace. Gesù non decide di provare con altri uomini, visto che questi avevano fallito. Gesù vuole consolarci, vuole donarci pace. Non so voi, ma io ho bisogno della consolazione di Gesù. Guardo alle mie giornate e vedo momenti di smarrimento, di confusione, di paura. E vedo anche momenti in cui cado rovinosamente. E Gesù vuole consolarmi, Gesù viene e mi dice “Vi lascio un dono: la pace della mente e del cuore! E la pace che do io non è fragile come la pace che dà il mondo. Quindi, non siate tristi, non abbiate paura!” Giovanni 14:27

3- Gesù manda i discepoli

Infine, mi ha colpito l’elemento missionario di questo testo. Gesù parla con Maria, e le ordina di andare a parlare con i discepoli. Gesù si presenta ai discepoli e li manda nel mondo così come lui era stato mandato da Dio Padre. Gesù si mostra a Tommaso e dichiara beati tutti coloro che non avranno visto Gesù ma crederanno comunque in lui, grazie al lavoro evangelistico dei suoi discepoli. E poi la nota di Giovanni, che dichiara che il motivo principale per il quale aveva scritto questo libro che stiamo leggendo è affinchè anche altre persone che Gesù è il Figlio di Dio. Questo è il vangelo, che porta con se vita. I discepoli credono, i discepoli ricevono la pace di Gesù e i discepoli condividono il messaggio di Gesù. Questi 10 uomini hanno fatto si che io oggi, dopo tante generazioni, abbia avuto la possibilità di sentire il vangelo e credervi. 

E mi sono domandato in che modo possiamo impegnarci a propagare questo messaggio di sorpresa, di consolazione, di pace, di vita. In questi giorni in cui siamo bloccati a casa non possiamo andare, non possiamo essere mandati da Gesù incontro alle persone. Non possiamo essere mandati…Mandati, mandare… Però possiamo mandare comunque la notizia. Credo che in questi giorni tutti noi mandiamo tanti messaggi e quindi vi voglio sfidare con una piccola challange. La sfida consista in questo: mandare in questi giorni ad una persona che conosci un messaggio nel quale condividi con lei la speranza della tomba vuota. Può essere un messaggio molto semplice, del tipo “sai, non so se ti ho mai detto che per me il fatto che Gesù sia resuscitato è una notizia che mi da pace e gioia, e quindi oggi ho pensato di condividere questa cosa con te.”

Che il Signore ci doni pace, amen.

 

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