Chi appartiene a Gesù? Luca 8:1-21

Se vai in uno stadio sai benissimo a quale squadra appartengono i giocatori, e anche i tifosi: basta guardare il colore delle magliette.

Non è altrettanto semplice capire chi appartiene a Gesù. Chi appartiene a Gesù? Può sembrare una domanda strana, o una domanda che non ci riguarda. Mentre io credo che sia una domanda molto interessante e anche utile, soprattutto in un contesto di fondazione di chiesa, attraverso il quale cerchiamo di raggiungere le persone con il Vangelo e ci chiediamo come poter aiutare spiritualmente le persone che sono attorno a noi. Leggiamo insieme Luca 8:1-21

8:1 In seguito egli se ne andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del regno di Dio. 2 Con lui vi erano i dodici e alcune donne che erano state guarite da spiriti maligni e da malattie: Maria, detta Maddalena, dalla quale erano usciti sette demòni; 3 Giovanna, moglie di Cuza, l’amministratore di Erode; Susanna e molte altre che li assistevano[a] con i loro beni. 4 Or come si riuniva una gran folla e la gente di ogni città accorreva a lui, egli disse in parabola: 5 «Il seminatore uscì a seminare la sua semenza; e, mentre seminava, una parte del seme cadde lungo la strada: fu calpestato e gli uccelli del cielo lo mangiarono. 6 Un’altra cadde sulla roccia: appena fu germogliato seccò, perché non aveva umidità. 7 Un’altra cadde in mezzo alle spine: le spine, crescendo insieme ad esso, lo soffocarono. 8 Un’altra parte cadde in un buon terreno: quando fu germogliato, produsse il cento per uno». Dicendo queste cose, esclamava: «Chi ha orecchi per udire oda!» 9 I suoi discepoli gli domandarono che cosa volesse dire questa parabola[b]. 10 Ed egli disse: «A voi è dato di conoscere i misteri del regno di Dio; ma agli altri se ne parla in parabole, affinché vedendo non vedano, e udendo non comprendano. 11 Or questo è il significato della parabola: il seme è la parola di Dio. 12 Quelli lungo la strada sono coloro che ascoltano, ma poi viene il diavolo e porta via la parola dal loro cuore, affinché non credano e non siano salvati. 13 Quelli sulla roccia sono coloro i quali, quando ascoltano la parola, la ricevono con gioia; ma costoro non hanno radice, credono per un certo tempo ma, quando viene la prova, si tirano indietro. 14 Quello che è caduto tra le spine sono coloro che ascoltano, ma se ne vanno e restano soffocati dalle preoccupazioni, dalle ricchezze e dai piaceri della vita, e non arrivano a maturità. 15 E quello che è caduto in un buon terreno sono coloro i quali, dopo aver udito la parola, la ritengono in un cuore onesto e buono e portano frutto con perseveranza. 16 «Nessuno, accesa una lampada, la copre con un vaso o la mette sotto il letto; anzi la mette sul candeliere, perché chi entra veda la luce. 17 Poiché non c’è nulla di nascosto che non debba manifestarsi, né di segreto che non debba essere conosciuto e venire alla luce. 18 Attenti dunque a come ascoltate: perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, anche quello che pensa di avere gli sarà tolto». 19 Sua madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo, ma non potevano avvicinarlo a motivo della folla. 20 Gli fu riferito: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e vogliono vederti». 21 Ma egli rispose loro: «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Abbiamo chiuso il capitolo 7 di Luca con l’episodio della donna che pulisce e versa l’olio profumato sui piedi di Gesù in casa di Simone il fariseo. Dopo questo episodio Gesù parte per un nuovo viaggio itinerante durante il quale predica il vangelo. Gesù è seguito dai 12 discepoli e da diverse donne che si dedicavano al sostegno e al supporto del ministero di Gesù.

Ma c’erano anche altre persone. Gesù era diventato famoso e ovunque andasse si riuniva una grande folla. Ma chi erano queste persone che seguivano Gesù? Erano dei semplici seguaci, o erano persone che avevano creduto per fede in Cristo Gesù e avevano dedicato il resto della propria vita a lui?

E’ un po’ questo il filo conduttore di questi brani della prima parte del capitolo 8 di Luca. Chi appartiene a Gesù? Chi è il suo popolo?
E penso sia una tematica molto interessante. Pensando al nostro impegno come chiesa e come credenti in questa città. Sicuramente non abbiamo folle di persone che vengono ai nostri incontri, sicuramente non abbiamo migliaia di persone che la domenica vengono per sentire parlare di Gesù, così come accadeva, appunto, con il Signore.

Ma il Signore Gesù, proprio mentre si riuniva questa gran folla, racconta una parabola. La parabola è molto famosa, ed è quella del seme e dei diversi terreni su cui cade. Si tratta, come sempre con le parabole di Gesù, di un esempio che gli ascoltatori avrebbero facilmente compreso. In Israele si seminava e poi si arava il terreno per far entrare il seme nella terra, mentre noi siamo abituati a vedere il contrario. è per questo motivo che il seme del seminatore finisce su diversi terreni: un po’ sulla strada, o un pezzo di terreno usato come strada; un pò cade su del terreno roccioso, che ancora non si è rivelato perché non arato; un po’ cade in mezzo a delle spine; ed infine del seme cade sul buon terreno, dove fa presa, cresce, germoglia e porta frutto.

Dopo aver spiegato la parabola, Gesù la spiega ai discepoli. E qui vediamo subito chi non appartiene al Signore. Non appartengono al Signore coloro che hanno sentito parlare di lui, o coloro che mostrano qualche interesse. Ma appartengono al Signore coloro che con i loro orecchi hanno veramente udito il messaggio di Gesù, coloro che hanno compreso questo messaggio, coloro che hanno capito i misteri di Dio.

Quindi abbiamo due indicatori importanti. Il primo è la parola di Dio, da parte di Dio, riguardo a Dio. Il Vangelo. Il seme nella parabola è la parola di Dio. Una parola chiara, ma al tempo stesso misteriosa, perché il vangelo, benché chiaro e semplice, non è comprensibile da delle persone spiritualmente morte a meno che Dio non intervenga. E’ Gesù che spiega la parabola, e lo fa a chi vuole lui. è lo Spirito Santo oggi che rivela la parola, è lo fa a chi vuole lui. una giusta comprensione della Parola di Dio è un indicatore.

E l’altro indicatore è la risposta a questa parola. Ci sono quelli che ascoltano la Parola ma poi il diavolo porta via quanto ascoltato, come gli uccelli che portano via il seme dalla strada. Ci sono quelli che ricevono la Parola con gioia ed entusiasmo, che sembrano super presi dal vangelo, che iniziano magari a frequentare una chiesa e sono sempre in prima fila, ma poi si perde tutto perché il vangelo non ha messo radice, come non può mettere radice il seme in un terreno roccioso. Ci sono quelli che ascoltano e forse capiscono anche, ma poi vengono distratti dalle preoccupazioni o dai piaceri della vita, cose secondarie che prendono il posto di ciò che è primario, come con il seme soffocato dalle spine.

E poi ci sono quelli che ascoltano, comprendono, accolgono, e portano frutto, un frutto incredibile alla gloria del Signore. E spesso sono come i semi nei campi, che impiegano tanto tempo prima che si veda finalmente il frutto.

Ovviamente non sto parlando di questi indicatori perché il nostro compito è quello di ergerci a giudici e capire chi appartiene al Signore e chi no. Ma innanzitutto ne parlo perché questi indicatori sono un incoraggiamento per noi, perché spesso il Regno di Dio non è nelle grandi folle, ma è nascosto, eppure mai fermo, è sempre all’opera e la parola di Dio continuerà a portare frutto, ovvero la salvezza di persone che sono lontane da Dio. E poi perché, pur se non ci dobbiamo

ergere a giudici supremi, questi indicatori ci aiutano a capire cosa sta succedendo, ci aiutano a capire a che punto siamo noi come credenti e come chiesa, ma anche a che punto sono, spiritualmente parlando, le persone attorno a noi.

Gesù, dopo aver raccontato e spiegato la parabola del seminatore, continua il suo discorso con queste parole:

16 «Nessuno, accesa una lampada, la copre con un vaso o la mette sotto il letto; anzi la mette sul candeliere, perché chi entra veda la luce. 17 Poiché non c’è nulla di nascosto che non debba manifestarsi, né di segreto che non debba essere conosciuto e venire alla luce. 18 Attenti dunque a come ascoltate: perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, anche quello che pensa di avere gli sarà tolto».

Chi sono coloro che appartengono al Signore? Sono coloro che hanno accettato la parola del Signore, che hanno accettato l’insegnamento e le esortazioni di Cristo Gesù e rendono pubblico, con il loro parlare e con le loro azioni, quanto hanno accettato. Una persona può fingere di essere un seguace di Cristo, ma alla lunga, in questa vita o nella prossima, il male della sua vita verrà esposto. Una persona che ha appartiene a Cristo è come una luce, che non può essere nascosta. Il buono che è dentro di lei verrà fuori, niente di ciò che è segreto non verrà fuori. Pensiamo alla differenza tra un Pietro, che rinnega, abbandona Gesù eppure rimane fedele a lui e viene cambiato e usato grandemente dal Signore, e Giuda Iscariato, che condanna se stesso con la sua iniquità.

In queste parole di Gesù credo che troviamo sia un incoraggiamento che una esortazione.

Un incoraggiamento, nel senso che se il Signore ha depositato in noi, per mezzo della salvezza, il suo Spirito Santo, lo Spirito Santo stesso ci guiderà alla rivelazione, alla manifestazione, e alla messa in pratica del cambiamento che è avvenuto in noi. In un certo senso non siamo noi che dobbiamo fare qualcosa, ma è lui che ha fatto qualcosa salvandoci e che continua a fare qualcosa.

Ma, come dicevo, queste parole sembrano contenere anche una esortazione, Gesù stesso dice “attenti”. 18 Attenti dunque a come ascoltate: perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, anche quello che pensa di avere gli sarà tolto».

Attenti perché non basta aver ascoltato, non basta aver capito. Se crediamo di appartenere al Signore ma la nostra vita non lo dimostra, se pensiamo che non dobbiamo fare niente e non dobbiamo impegnarci per vivere come il Signore vuole, se la nostra vita presenta una finta spiritualità che ama convivere con il peccato, allora potremmo aver udito ma non compreso, e rischiamo di perdere quello che pensiamo di avere. Queste sono parole forti per coloro che non appartengono al Signore, che pensano di essere apposto con Gesù. Ma sono al tempo stesso parole che non vogliono scoraggiare e mortificare, ma piuttosto offrire l’unica via di salvezza: Cristo Gesù.

E sono parole forti anche per i credenti, ai quali è stato dato tanto. Non sono parole dette per farti dubitare della tua salvezza, ma piuttosto una esortazione a riprendere seriamente il tuo e il mio cammino con Cristo, a seguirlo veramente con tutto il cuore, la mente, e l’anima.

E questo concetto viene riproposto anche nell’ultimo frammento del testo che abbiamo letto oggi. Mentre Gesù, circondato dai suoi veri discepoli e da una folla, sta predicando, arriva sua madre con dei suoi fratelli.

19 Sua madre e i suoi fratelli vennero a trovarlo, ma non potevano avvicinarlo a motivo della folla. 20 Gli fu riferito: «Tua madre e i tuoi fratelli sono là fuori e vogliono vederti». 21 Ma egli rispose loro: «Mia madre e i miei fratelli sono quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».

Non è la prima volta che troviamo un conflitto tra la famiglia terrena di Gesù e la vera famiglia di Gesù. Qualche mese fa avevamo visto l’episodio di Gesù bambino il quale, senza dire niente ai genitori, era rimasto a Gerusalemme nel tempio mentre i suoi genitori stavano viaggiando verso casa. In questo caso arriva Maria e i fratelli, a conferma che Maria fosse una donna normalissima la quale ha avuto altri figli dopo Gesù, ma a motivo della folla non riesce ad avvicinarsi. Qualcuno dice a Gesù dell’arrivo della madre e dei fratelli, pensando che loro avessero qualche diritto particolare, maggiore, rispetto al resto della folla. Non era sbagliato come ragionamento, da un punto di vista umano, e forse anche noi pensiamo spesso allo stesso modo, “il sangue non è acqua” si dice, vero?

Ma c’è qualcosa di ancora più forte del sangue, ed è lo Spirito. Ovviamente Gesù non sta dicendo che Maria non fosse sua madre o che non fosse una credente. Ma che la sua vera famiglia va oltre la famiglia terreste. Ecco chi appartiene a Gesù: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica. Persone come i discepoli, persone come Maria Maddalena, Susanna, Giovanna, e tanti altri uomini e tante altre donne che nel corse della storia hanno ascoltato il Vangelo, hanno creduto al Vangelo, e hanno praticato il Vangelo.

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