Chi è il servo di Dio? – Isaia 52:13-15/53:1-7

Ho deciso, in vista della Pasqua che verrà celebrata tra due settimane, di fare una breve pausa dal Vangelo di Luca e trattare uno dei passaggi messianici dell’Antico Testamento più famoso e potente che troviamo nella Bibbia. Sto parlando di Isaia 53.

Il profeta Isaia, che è vissuto 700 anni prima di Gesù, riporta nel suo libro 4 poesie sul servo di Dio. Quella in Isaia 52-53 è l’ultima e inizia così:

52:13 Ecco, il mio servo prospererà, sarà innalzato, esaltato, reso sommamente eccelso.
14 Come molti, vedendolo, sono rimasti sbigottiti (tanto era disfatto il suo sembiante al punto da non sembrare più un uomo, e il suo aspetto al punto da non sembrare più un figlio d’uomo),
15 così molte saranno le nazioni di cui egli desterà l’ammirazione; i re chiuderanno la bocca davanti a lui, poiché vedranno quello che non era loro mai stato narrato, apprenderanno quello che non avevano udito[c].
53:1 Chi ha creduto a quello che abbiamo annunciato[a]? A chi è stato rivelato il braccio del Signore?

Dopo questa introduzione in pompa magna uno si chiede: ma chi è questo servo di Dio, che prospererà, sarà innalzato, esaltato, reso sommamente eccelso.? Uno si immagina che seguiranno dei versetti nei quali vengono descritte le incredibili azioni di un grande condottiero, una sorta di nuovo Davide. Invece i versetti che seguono ci lasciano spiazzati.

2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci.
3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava[b], erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti[c]. 6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.
7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.

Chi è questo servo? Per noi cristiani è chiaramente Gesù. Ed è particolarmente facile leggere questi versetti dopo la venuta di Gesù, dopo aver visto come lui calza a pennello la descrizione che viene fatta da Isaia. Ma oltre ad essere facile, è anche incoraggiante. Perché sono versetti che rivelano il magnifico, inaspettato, incredibile piano di Dio.

2 Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci.

Chi è il servo di Dio?

è stato l’uomo venuto su come una pianticella, una radice in un arido suolo. Agli occhi degli uomini qualcuno di insignificante, qualcuno che sarebbe dovuto morire come muore una pianticella in un deserto. Eppure, eppure davanti a Lui, ovvero davanti a Dio, Gesù cresceva e cresceva compiacendo il Padre. Cosa vedevano gli uomini? Una forma e una bellezza insignificante, forse addirittura sgradevole. Il Creatore avrebbe potuto dargli almeno un viso piacevole, hollywoodiano, in modo da avere questa gioia. Invece no, Gesù si è spogliato di ogni cosa, pure della bellezza, quando si è fatto uomo. Una traduzione inglese dice che non aveva bellezza da farcelo desiderare.

Non so se avete notato che i tempi verbali sono al passato. Isaia parla di una cosa futura al passato, come se tutto fosse già compiuto e in un certo senso è così. Il piano eterno di Dio, anche se non ancora realizzato, è già assicurato, certo, concluso.

Eppure era bello davanti a lui, davanti a Dio. Non di una bellezza umana, ma di una bellezza spirituale e per ben due volte nella sua vita Dio attesta, come abbiamo visto in Luca

Luca 3:22: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto». Luca 9:35«Questo è mio Figlio, colui che io ho scelto; ascoltatelo[g]»
3 Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.

Chi è il servo di Dio?

è l’uomo di dolore, che ha conosciuto la sofferenza. Molto prima della croce, Gesù è stato familiare con la sofferenza. Pensate un attimo al Figlio di Dio, che per amore nostro, ha conosciuto personalmente la sofferenza. Gustate questa cosa: Gesù ha conosciuto la sofferenza per te.
Quanto lo senti vicino Gesù, quando pensi che ha sofferto fisicamente, emotivamente, spiritualmente. Che ha avuto sete, fame, provato la stanchezza, gli acciacchi di questo corpo, l’incomprensione, l’abbandono, lo scherno. Quanto lo senti vicino, quando pensi che è stato simile a quelle persone che quando vediamo ci volgiamo dall’altra parte, perché ci vergogniamo per loro. Ti sei mai sentito disprezzato, non stimato bravo abbastanza? è quello che Gesù ha sperimentato per tutta la sua vita. Quanto lo senti vicino?

Non un vincente, non un icona. Bensì disprezzato dagli uomini. Da chi è stato disprezzato, abbandonato, spregiato, non stimato alcunchè il servo di Dio? Abbiamo già notato la scelta particolare dei tempi verbali di Isaia. L’altra cosa è che Isaia include se stesso nel numero di coloro che hanno rifiutato Gesù, anche se Gesù era lontano 700 anni. Noi e nostri si ripete per ben 11 volte in questi versetti. I nostri sguardi non erano attirati, noi non ne facemmo stima alcuna. C’era un problema di fondo per Israele, ma in generale c’era un problema di fondo per tutto il genere umano. Tutta l’umanità avrebbe fatto lo stesso con Gesù, sia prima che dopo, non soltanto i suoi contemporanei.

4 Tuttavia erano le nostre malattie che egli portava[b], erano i nostri dolori quelli di cui si era caricato; ma noi lo ritenevamo colpito, percosso da Dio e umiliato!
Chi è il servo di Dio? è l’uomo caratterizzato da malattie e dolori. Di chi erano gli acciacchi e le malattie di Gesù? Di chi erano i dolori? Erano i nostri dolori, le nostre malattie. Noi pensavamo che Gesù fosse un miserabile, che stesse scontando in qualche modo per un suo peccato, ma in realtà egli non aveva fatto altro che prendere su di sé ciò che apparteneva a noi.

Calvino scrive:

La particella אכן ( aken, tradotta con tuttavia) non è solo una forte affermazione, ma è anche equivalente a per, e assegna una ragione di qualcosa che è successo prima, e che avrebbe potuto essere ritenuto nuovo e strano; perché è una cosa mostruosa che colui al quale Dio ha dato la suprema autorità su tutte le creature debba essere così calpestato e disprezzato; e se il motivo non fosse stato assegnato, sarebbe stato universalmente dichiarato ridicolo. La ragione, dunque, della debolezza, dei dolori e della vergogna di Cristo è che “ha portato le nostre malattie”.

Il problema di Israele non erano i popoli stranieri che avevano sconfitto Israele e portato gli eletti di Dio in esilio in una terra straniera. Il problema non era altrove, non era da ricercare in una persona esterna ma dentro di sè. Il problema degli ebrei erano le loro malattie, i loro dolori. Malattie e dolori fisici ma, soprattutto, spirituali. E anche oggi il problema è nostro, non di qualche causa esterna.

Iniziamo a capire a questo punto che Gesù Cristo il servo di Dio ha compiuto qualcosa di unico e di speciale perchè ha preso il nostro posto, si è sostituito a noi. Nel popolo di Israele le persone guarivano dall’impurità per mezzo di un animale sacrificale, che prendeva su di sè le malattie dell’uomo. Ma ovviamente l’animale non poteva risolvere la situazione, ma solo prefigurare l’opera di Cristo, che prende il posto dell’essere umano perché è senza peccato e perché è uomo.

Gesù è stato umiliato e ha vissuto una vita umile non perché abbandonato da Dio, ma per compiere l’opera di Dio.

Ancora Calvino:

[Isaia] mostra quanto grande fosse l’ingratitudine e la malvagità del popolo, che non sapeva perché Cristo fosse così gravemente afflitto, ma immaginava che Dio lo colpisse a causa dei suoi stessi peccati, pur sapendo che era perfettamente innocente, e la sua innocenza era attestata anche dal suo giudice. (Matteo 27:24; Luca 23:4; Giovanni 18:38) Poiché dunque sanno che un uomo innocente viene punito per peccati che non ha commesso, perché non pensano che ciò indichi l’esistenza di una straordinaria eccellenza in lui?

5 Egli è stato trafitto a causa delle nostre trasgressioni, stroncato a causa delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiamo pace, è caduto su di lui e mediante le sue lividure noi siamo stati guariti[c].

Chi è il servo di Dio?

è stato colui che è morto al posto mio, al posto nostro. Il suo corpo è stato perforato in modo che ne uscisse il sangue della vittima sacrificale, il sangue attraverso il quale siamo lavati. A causa delle nostre iniquità, a causa degli sbagli che tu hai compiuto, che compi e che compirai, lui è stato ucciso. La Bibbia ci dice che il nostro peccato meritava come conseguenza la morte. Lui è morto al posto nostro, ha subito la morte che avremmo meritato noi.

Qual è la conseguenza di questo stupendo scambio? Lui ha versato il sangue, lui è stato stroncato, lui ha subito il castigo, lui è stato marchiato da dei lividi mortali. Noi in cambio abbiamo ricevuto la pace e la guarigione.

Abbiamo ricevuto la pace con Dio, che non deve più punire il nostro peccato perchè il prezzo del nostro peccato è stato pagato dall’agnello perfetto, Gesù.

Abbiamo ricevuto la guarigione, noi che eravamo appestati dal peccato. Siamo stati guariti dal peccato, liberati dalla sua schiavitù.

Noi meritavamo di morire quale punizione per il peccato. Cristo è morto per noi.
Meritavamo di subire l’ira di Dio contro il peccato. Cristo l’ha subita per noi. Eravamo separati da Dio a causa dei nostri peccati. Cristo ci ha riconciliati a Dio.
Eravamo ridotti in schiavitù a causa dei nostri peccati. Cristo ha pagato il prezzo di riscatto per liberarci.

Senza la morte di Gesù sulla croce le nostre ferite non sarebbero state mai guarite. Senza la morte di Cristo non avremmo mai sperimentato la pace. Lode a Dio per la guarigione e la pace che abbiamo in Cristo Gesù.

6 Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti.

Chi è il servo di Dio?

è colui che ci ha dato un senso, una direzione, una speranza. Senza Cristo Gesù eravamo persi, senza Google Maps. Ciò che ci mandava in confusione, ciò che ci toglieva ogni tipo di chiarezza era il nostro stesso peccato. Vi è mai capitato di camminare al buio, di girare a vuoto. Come in una sorta di girone dantesco, saremmo stati sempre delle pecore smarrite.

Ma tutti coloro che credono in Gesù, ricevono da lui la libertà dal peccato. Il sacrificio di Cristo, la sua morte sulla croce, i suoi patimenti, il fatto che sia stato giudicato e abbandonato da Dio sul legno della croce fa sì che Gesù Cristo basta, è sufficiente per pulirci dall’iniquità di noi tutti. Non c’è persona salvata che corra il rischio di non essere inclusa in questa grazia, e non c’è peccato di una persona salvata che non può essere perdonato.

Perché? Perché:

7 Maltrattato, si lasciò umiliare e non aprì la bocca. Come l’agnello condotto al mattatoio, come la pecora muta davanti a chi la tosa, egli non aprì la bocca.

Chi è il servo di Dio?

Vi ricordate come saluta Giovanni Battista Gesù?

Giovanni 1:29 «Ecco l’Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo! Gesù è stato l’agnello sacrificale, immolato al posto nostro.
è stato l’uomo senza peccato che ha ubbidito perfettamente alla volontà del Padre. Ha ubbidito in maniera perfetta sia attivamente, ciò nelle cose che lui ha fatto e detto, sia passivamente, ovvero nelle cose che ha subito, nelle ingiustizie, nella sofferenza, nella croce e nella morte.

Matteo 26:62 E il sommo sacerdote, alzatosi in piedi, gli disse: «Non rispondi nulla? Non senti quello che testimoniano costoro contro di te?» 63 Ma Gesù taceva. E il sommo sacerdote gli disse[m]: «Ti scongiuro per il Dio vivente di dirci se tu sei il Cristo, il Figlio di Dio».

Matteo 27:11 Gesù comparve davanti al governatore e il governatore lo interrogò, dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?» Gesù [gli] disse: «Tu lo dici». 12 E, accusato dai capi dei sacerdoti e dagli anziani, non rispose nulla. 13 Allora Pilato gli disse: «Non senti quante cose testimoniano contro di te?» 14 Ma egli non gli rispose neppure una parola; e il governatore se ne meravigliava molto.

1 Pietro 2:21 Infatti a questo siete stati chiamati, poiché anche Cristo ha sofferto per voi[j], lasciandovi[k] un esempio perché seguiate le sue orme. 22 Egli non commise peccato e nella sua bocca non si è trovato inganno[l]. 23 Oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente; 24 egli ha portato i nostri peccati nel suo corpo, sul legno della croce, afinché, morti al peccato, vivessimo per la giustizia, e mediante le sue lividure siete stati guariti[m]. 25 Poiché eravate erranti come pecore, ma ora siete tornati al pastore e guardiano delle vostre anime.

Gesù ha ubbidito perfettamente alla volontà del Padre, alla sua legge, al suo piano, ai suoi precetti. Gesù è riuscito dove Adamo ha fallito. E così come eravamo stati condannati dal nostro rappresentante legale, Adamo, così ora siamo riscattati e liberati dal nostro nuovo rappresentante legale, Cristo Gesù.

Avviciniamoci alla Pasqua pensando al nostro peccato, alle nostre bugie, ai nostri pensieri concupiscenti, alla nostra ira, alla nostra gelosia, al nostro orgoglio. Pensiamo alla Pasqua e riflettiamo sul fatto che tutti questi nostri sbagli sono stati presi volontariamente da Gesù, un Gesù che noi abbiamo disprezzato, maltrattato, rigettato, e che nonostante tutto questo Gesù è salito sulla croce, muto davanti ai suoi accusatori, affinchè noi potessimo ricevere guarigione e pace.

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