Come reagisci al Vangelo? – Luca 1:39-45

Come reagisci ad una bella notizia?

Diversi anni fa il padre di un mio amico ha vinto una bella somma con un gratta e vinci o con un superenalotto, non ricordo precisamente. Come sapete vengo da un paesino, e si sa, in un paesino le notizie corrono velocemente.  Come cantava De André, “una notizia un po’ originale non ha bisogno di alcun giornale. Come una freccia dall’arco scocca vola veloce di bocca in bocca.” E le reazioni in paese sono state diverse ovviamente: gioia, gelosia, invidia, entusiasmo, parassitismo.

Come reagisci alla più bella notizia che c’è, al vangelo? Alla notizia che Gesù si è fatto uomo per salvarti? La risposta dovrebbe essere scontata, eppure spesso non lo è.

Galati 5:22 afferma che “22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo.” Eppure spesso queste non sono le nostre reazioni al vangelo. Vediamo insieme come reagiscono i protagonisti del brano di Luca di oggi, Luca 1:39-45.

39 In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta nella regione montuosa, in una città di Giuda, 40 ed entrò in casa di Zaccaria e salutò Elisabetta. 41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, 42 e ad alta voce esclamò: «Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno! 43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me? 44 Poiché ecco, non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo. 45 Beata è colei che ha creduto che quanto le è stato detto da parte del Signore avrà compimento».

Dopo l’annuncio da parte di Gabriele a Zaccaria e Maria, Luca descrive la visita di Maria ad Elisabetta. Siamo in quella parte del Vangelo di Luca in cui ci vengono presentati Giovanni Battista e Gesù, parte in cui conosciamo questi due protagonisti sia per le somiglianze tra i due che per le differenze che ci sono.

E in questi pochi versetti vediamo una stupenda anticipazione della vita di Giovanni e di Gesù, con Giovanni che per quanto speciale, per quanto ripieno di “Spirito Santo sin dal grembo di sua madre” (15) non è che un precursore di Cristo ed esulta per l’arrivo di Cristo.

Maria si precipita velocemente a casa di Elisabetta dopo che l’angelo le aveva comunicato che sua cugina era incinta e appena entra in casa saluta Elisabetta. Fino a qui niente di strano. Ma, come abbiamo letto, appena Elisabetta sente il saluto di Maria succede qualcosa di inusuale. Il bambino nel grembo di Elisabetta fa un salto per la gioia.

Giovanni Battista, già ripieno di Spirito Santo, salta di gioia. E in questo preciso momento Elisabetta viene riempita di Spirito Santo, e inizia a lodare Maria per il bambino che porta dentro di se. Quello che i profeti avevano predetto, quello che Gabriele aveva preannunciato, si sta effettivamente avverando.

Si potrebbe pensare che stiamo esagerando con l’interpretazione di questo testo. D’altronde che i bambini saltino, si muovano, scalcino all’interno del grembo materno è molto normale. Ma se Luca ha ritenuto necessario includere questi dettagli nella sua narrazione, allora sono sicuramente importanti. Cosa c’è di tanto speciale in questi versetti?

Luca ce lo fa notare per ben due volte, nel giro di pochi versetti:

41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo

e poi di nuovo, al versetto 45 non appena la voce del tuo saluto mi è giunta agli orecchi, per la gioia il bambino mi è balzato nel grembo.

In un certo senso è come se Gesù stesse parlando per mezzo di Maria a Giovanni ed Elisabetta, due persone, un bambino di pochi mesi e una donna anziana, che guidati dallo Spirito Santo reagiscono alle parole del Signore. La voce del saluto, le parole di Maria, sono parole che sono dette da Maria ma che dimostrano la presenza di Cristo. Dico questo perchè nelle parole di Elisabetta, ispirate dallo Spirito Santo, si nota che l’attenzione non è rivolta a Maria, sua cugina, o alle sue parole ma al bambino che la donna porta con sé.

 «Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno! 43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?

Anche se Gesù non sta ancora parlando, Gesù è presente, Gesù è la vera buona notizia per Giovanni Battista e per Elisabetta, è la conferma che Dio esiste, che Dio è fedele. C’è un legame forte e profondo tra l’opera dello Spirito Santo e la presenza e le parole di Gesù. Quando, spinti dallo Spirito Santo riconosciamo l’opera e le parole del Signore succede qualcosa di fantastico. Guardiamo insieme quali sono le reazioni nel nostro testo.

Giovanni reagisce con gioia

La prima reazione, della quale abbiamo già un pò parlato, è la reazione di Giovanni. Al bambino, ripieno di Spirito Santo, basta sentire la voce della madre di Gesù per iniziare a saltare di gioia. Il termine greco si traduce con esultanza, gioia esuberante, ovvero una gioia che prende completamente chi la prova. In questi versetti vediamo come il Signore stesse preparando sin da piccolo Giovanni Battista per compiere qualcosa di straordinario, non per se stesso ma in funzione di Cristo.

Ovviamente la nostra situazione è leggermente diversa. Noi non siamo Giovanni Battista. Eppure ci sono dei punti di contatto fra la sua esperienza e la nostra esperienza. Anche noi possiamo sperimentare questa grande gioia quando, guidati dallo Spirito Santo, reagiamo al vangelo di Cristo.

Galati 5:22 ci ricorda che il frutto dello Spirito comprende, tra le altre cose, gioia. E questa gioia che dovrebbe caratterizzarci in quanto credenti altro non è che la gioia di un uomo disperato che guidato dallo Spirito Santo riconosce non soltanto di avere un grande bisogno spirituale, ma anche che questo bisogno è stato soddisfatto dal Signore Gesù.

È la gioia, come vedremo tra qualche mese, del pubblicano Zaccheo, che mosso dallo Spirito sente le parole di Gesù che lo chiamavano e scendi di corsa dall’albero e accoglie Gesù con gioia. È la stessa gioia, e anche lo stesso termine, che caratterizzava la chiesa primitiva, che sempre secondo le parole di Luca nel suo secondo libro, quello degli Atti, ci dice che i membri della chiesa a Gerusalemme

“E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore” (Atti 2:46)

Lo Spirito Santo lavora nelle nostre vite per far si che l’opera salvifica di Cristo, le sue parole, il Vangelo, possano essere accolte con gioia.

Chris Tomlin, un cantante cristiano americano, in una riedizione del famoso canto natalizio “Joy to the World” canta:

Gioia, inesprimibile gioia, Una sorgente straripante che nessuna lingua può descrivere.

Gioia, inesprimibile gioia, cresce nella mia anima e non mi lascia mai andare.

La prima reazione è di gioia.

 

Elisabetta reagisce con entusiasmo

Anche Elisabetta reagisce, guidata dallo Spirito, alla presenza di Gesù. E per prima cosa Elisabetta reagisce con entusiasmo. Che magari è simile alla gioia, ma ho voluto distinguere le due reazioni.

41 Appena Elisabetta udì il saluto di Maria, il bambino le balzò nel grembo; ed Elisabetta fu piena di Spirito Santo, 42 e ad alta voce esclamò:

Luca usa un verbo che si trova solo qui in tutto il Nuovo Testamento e ci dice che Elisabetta esclamò, gridò e lo fece ad alta voce.

Sicuramente vi è capitato di essere in una stanza in cui delle persone sono così prese dall’entusiasmo per quello che stanno raccontando che iniziano ad urlare. E forse di fronte ad una bella notizia è capitato anche a voi di farvi prendere dall’entusiasmo, di sentirvi galvanizzati e iniziare ad urlare. Se vi è capitato di vedere dei documentari o dei video dei Beatles, avrete sicuramente visto scene di Beatlemania, l’entusiasmo senza freni dei fan dei Beatles riguardante il gruppo musicale di Liverpool. Quello che mi fa sorridere è che in questo caso non ci troviamo di fronte ad una teenager che incontra il proprio idolo, ma una signora anziana, al sesto mese di gravidanza, che inizia ad urlare perché per mezzo dello Spirito Santo ha riconosciuto in Maria la madre di Gesù, prima ancora che Maria possa dire alcuna cosa.

Anche in questo caso voglio darvi una veloce anteprima di un testo che leggeremo fra alcuni mesi. Nel capitolo 17 troviamo la storia di 10 lebbrosi che vengono guariti da Gesù. 9 di essi pensano di aver semplicemente avuto fortuna, pensano di aver fatto 13 al superenalotto, di non avere più bisogno di altro dall’uomo che li aveva guariti dalla malattia. Il decimo lebbroso, invece, spinto dallo Spirito Santo, riconosce di aver incontrato molto più di un guaritore del corpo, e infatti torna indietro per cercare Gesù.

15 Uno di loro, vedendo che era guarito, tornò indietro, glorificando Dio ad alta voce; 16 e si gettò ai piedi di Gesù con la faccia a terra, ringraziandolo. Or questi era un Samaritano. (Luca 17).

Il lebbroso che capisce veramente chi è Gesù reagisce con entusiasmo, glorificando Dio ad alta voce. Elisabetta, che capisce che Maria porta in grembo il Cristo, la saluta gridando ad alta voce. Lo Spirito Santo ci porta a reagire con gioia al Signore, a reagire con entusiasmo al vangelo.

 

Elisabetta reagisce con umiltà

Voglio soffermarmi su un’altra caratteristica della reazione di Elisabetta. Che non soltanto reagisce con entusiasmo, ma reagisce anche con umiltà. A volte quando sentiamo una buona notizia, reagiamo con gioia ed entusiasmo ma anche con una punta di dispiacere. Magari pensiamo che avremmo meritato noi di vincere una somma di denaro, o di ricevere la promozione a lavoro, o di guarire da una malattia.

Pensate ad Elisabetta. Pensate a questa donna che per tanti anni ha sofferto in silenzio, ha visto ragazze più giovani sposarsi, fare figli, e questi figli fare a loro volta figli mentre lei rimaneva sterile. Ora finalmente il Signore è intervenuto, ha cambiato la sua situazione, le ha promesso una grande gioia, non soltanto un bambino, ma un bambino speciale. E ora arriva questa ragazzina, una giovanissima ragazza che non soltanto è già incinta, ma ha dentro di sé il Figlio di Dio, incredibile! Ma Elisabetta non reagisce con orgoglio, con presunzione, non è offesa ne gelosa.

Tanti genitori innalzano i propri figli sopra ad ogni altra cosa. Pino Daniela cantava “Ogni scarrafone è bello a mamma soja”. Spesso i figli diventano il metro di misura con cui misurare il proprio successo: mio figlio è il più bravo della classe, mio figlio ha vinto il torneo di calcio, mio figlio è medico, mio figlio è avvocato, mio figlio mi viene a trovare ogni settimana. Mio figlio è Giovanni Battista, il grande profeta annunciato dall’angelo Gabriele!

Ma Elisabetta non reagisce in questo modo.

«Benedetta sei tu fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno! 43 Come mai mi è dato che la madre del mio Signore venga da me?  

Elisabetta, guidata dallo Spirito Santo, reagisce con umiltà, si sente onorata di essere al cospetto del Signore. Quel bambino che ancora non si vede nemmeno nella pancia della madre, è kurios, il Signore. Elisabetta capisce che Gesù è il Signore, così come è Signore colui che aveva promesso la venuta di Gesù.

Questo atteggiamento lo vedremo anche nel figlio di Elisabetta, Giovanni Battista. Ad un certo punto del suo ministero, Giovanni diventa famoso. Le folle accorrono per ascoltarlo, addirittura anche i soldati vanno da lui per chiedergli “cosa dobbiamo fare?”. Tutta questa fama avrebbe facilmente potuto dargli alla testa, lo vediamo spesso con persone che diventano famose. Giovanni avrebbe potuto chiedere alla folla di incoronarlo re, ai soldati di diventare il suo esercito. Ma Giovanni, spinto dallo Spirito Santo, dice queste parole

15 Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il Cristo. 16 Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. (Luca 3).

La persona guidata dallo Spirito Santo non reagisce con orgoglio al vangelo, ma piuttosto riconosce la grazia del vangelo, che nonostante le proprie mancanze si offre a lei. “Come mai mi è dato?”. Lo Spirito ci aiuta a riconoscere tutta il nostro bisogno e al tempo stesso che quello di cui abbiamo bisogno ci è offerto gratuitamente. La nostra carne ci porta a pensare che non è possibile, che non è giusto, che noi dobbiamo fare qualcosa per meritare questo dono. Ma questa reazione non è una reazione veramente umile, quanto piuttosto una reazione basata dal nostro orgoglio, che vuole contribuire in qualche modo al vangelo.

E come avere un grande debito con la banca, magari per un mutuo. Ad un certo punto ti trovi senza lavoro, senza risparmi, senza il becco d’un quattrino e non sai come pagare la prossima rata. Stai per perdere tutto, quando all’improvviso arriva un signore che dice, “pago io i duecentomila euro che mancano.” E tu, invece che accettare questo dono dici “ecco qua, io metto 50 centesimi e tu il resto, insieme abbiamo pagato il mutuo.” Vi rendete sicuramente conto di quanto sbagliato sia questo modo di agire, che evidenzia il peccato e l’orgoglio del nostro cuore. Ma quando capiamo che quello che riceviamo è un dono, che non abbiamo contribuito in nessun modo, che non possiamo contribuire in nessun modo, la nostra reazione è simile a quella di Elisabetta, “come mai mi è dato che il Signore venga da me?”.

Quando la presenza, l’opera, le parole di Gesù vengono spinte nel nostro cuore dallo Spirito Santo, quando ci vengono spiegate dallo Spirito Santo, la nostra reazione sarà come quella di Giovanni Battista ed Elisabetta, un bambino nel grembo di una vecchia signora. Una reazione gioiosa, entusiasta, umile. Una reazione che porta a saltare di gioia, gridare di entusiasmo, approcciare con umiltà il Re dei Re. Chi reagisce in questo modo al vangelo è beato, come colei che aveva creduto che quanto detto dal Signore sarebbe stato compiuto. Beato vuol dire, secondo una definizione che ho trovato, “essere in una posizione invidiabile per aver ricevuto la provvidenza di Dio”.

E quindi la mia domanda è: come vogliamo reagire al Signore? Come vogliamo reagire al vangelo? In questo momento lo Spirito Santo ci sta spingendo a reagire con gioia, entusiasmo, umiltà. Ci sta spingendo a reagire con lode al Signore. Se sei credente, sai bene di cosa sto parlando, quando dico che lo Spirito ti sta portando al Signore. Magari devi riarrenderti al Signore, magari devi riconsacrarti a lui, magari devi lasciare dei pesi a Lui, magari devi riconoscere che stai reagendo male al vangelo, che stai provando invidia, o tristezza, o superbia quando invece lo Spirito Santo vuole che tu provi la gioia, l’entusiasmo e l’umiltà che Cristo ha per te.

Se non sei credente, se non hai affidato la tua vita al Signore, è possibile che lo Spirito stia operando similmente nella tua vita. Che sei in grado di riconoscere in queste parole umane, come nel caso del saluto di Maria, un messaggio divino. è possibile che lo Spirito Santo ti stia spingendo a riconoscere la presenza, le parole, l’opera di Cristo con occhi nuovi, con gioia e non più tristezza, entusiasmo e non più scetticismo, umiltà e non più orgoglio. Se pensi che questo stia succedendo, reagisci accettando il Signore, parla direttamente con lui oppure parla con qualcuno di questa chiesa che ti può accompagnare al Signore.

 

Come reagisci al vangelo?

 

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