Cosa stiamo donando?_ – Luca 21_1-4

Abbiamo visto che Luca 20 riporta tutta una serie di attacchi nei confronti di Gesù, quel Gesù che è arrivato a Gerusalemme montando un asino. Abbiamo visto che questi attacchi hanno come obiettivo portare all’uccisione di Gesù.

 

 

Luca 20, che abbiamo finito la settimana scorsa con Stefano Molino, si conclude con questi versetti:

 

Luca 20:45 Mentre tutto il popolo lo ascoltava, egli disse ai {suoi} discepoli: 46 «Guardatevi dagli scribi, a cui piace passeggiare in lunghe vesti, e che amano i saluti nelle piazze, i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei conviti; 47 essi divorano le case delle vedove e fanno lunghe preghiere per mettersi in mostra. Costoro riceveranno una condanna maggiore».

 

Alla fine di luca 20 Gesù riprende chiaramente gli scribi, i dottori della legge, coloro che studiavano, interpretavano e insegnavano la legge di Mosè, oltre ad essere dei notai per tutta una serie di documenti come matrimoni, divorzi, acquisti e così via.

 

Questi scribi non potevano essere pagati per ciò che insegnavano, però alcuni scribi erano soliti

  • ricevere dei regali o delle offerte
  • richiedere compensi esorbitanti per la trattazione di affari per conti di altri

 

La categoria che più veniva sfruttata e maltrattata era la categoria delle persone più vulnerabili, le vedove. è molto probabilmente era capitato che delle vedove, che già non avevano modo di trovare un sostentamento economico, avessero dato ben oltre le proprie possibilità al punto da finire sul lastrico.

 

Ancora una volta, vediamo come i leader di Israele si erano sviati. E mi ha fatto pensare a tutti quei pastori che fanno pressione sulle debolezze delle persone che gli sono state affidate per arricchirsi, per costruirsi ville, per comprarsi macchine e aerei.

 

Subito dopo questi versetti, Gesù alza gli occhi e vede dei ricchi, forse proprio degli scribi, e vede una vedova.

 

Luca 21:1 Poi, alzati gli occhi, Gesù vide dei ricchi che mettevano i loro doni nella cassa delle offerte. 2 Vide anche una vedova poveretta che vi metteva due spiccioli, 3 e disse: «In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti; 4 perché tutti costoro hanno messo nelle offerte del loro superfluo, ma lei vi ha messo del suo necessario, tutto quello che aveva per vivere».

 

In una parte del tempio c’era la possibilità di fare delle offerte, forse nel cortile dove potevano stare sia gli uomini e le donne e forse per mezzo di 13 casse, a forma di tromba, che raccoglievano le offerte, ogni cassa per uno scopo specifico.

 

Da una parte gli uomini donavano grandi somme di denaro, dall’altra abbiamo invece non soltanto una vedova, ma una povera vedova. Non sappiamo niente di questa donna, non sappiamo se si sia impoverita a causa degli scribi o per altre ragioni. Quello che sappiamo è che la sua offerta, molto esigua, una minima parte del salario quotidiano di una persona, era tantissimo per lei.

 

I ricchi avevano dato del loro superfluo, dice Gesù, la vedova aveva dato parte del necessario.

Torniamo, quindi, a parlare di soldi, come ci è successo varie volte in questi ultimi mesi studiando la Parola di Dio.

 

E Gesù sottolinea attraverso questa storia che la vera domanda non è: quanto hai donato? Ma piuttosto: quanto ti è rimasto?

 

Stiamo donando parte del superfluo, o siamo disposti ad andare oltre, a prendere parte di ciò che è fondamentale per noi e darlo al Signore?

 

Non è tanto importante quanto doni, ma quanto grande sia la tua fede in Dio. La vedova povera non aveva niente e non aveva nessuno. Nessuno si sarebbe scandalizzato se lei non avesse donato nulla. La vedova è l’emblema della persona nel bisogno. Eppure prende tutto quello che ha, e lo dona.

 

Ci sono dei personaggi anonimi, senza nome, nella Bibbia di cui non sappiamo niente ma che emanano un’aura di grande fede, grande spiritualità, grande zelo. La povera vedova è una di queste persone secondo me.

 

Questa donna non aveva niente, agli occhi degli uomini, eppure agli occhi di Dio è lei ad essere la più grande donatrice.

 

Questa donna avrebbe dovuto essere disperata, abbattuta, super ansionsa, legata al denaro in maniera incredibile. Invece non è niente di tutto questo. Quello che ha, lo dona. E non dona ad un altro essere umano, non dona per ricevere qualcosa in cambio, non dona per essere salvata. Dona al Signore, dona per riconoscenza, dona per fede. Come fa questa donna? Perchè noi siamo così preoccupati, così distratti, così poco generosi?

 

La vedova è l’esempio di una donna che è completamente legata a Dio, che si fida totalmente di Dio, delle sue promesse, della sua provvidenza. Una donna che riconosce le priorità di Dio al punto da mettere in secondo piano i suoi bisogni. La generosità, la fede, l’impegno per l’avanzamento del Regno di Dio non si possono fabbricare meccanicamente. Sono il risultato di un cuore che medita sulle promesse del Signore, di un cuore che è trasformato dalla bellezza e la potenza del Vangelo, che non è incentrato sul materiale, bensì sullo spirituale.

 

Tu cosa hai?

 

Settimane fa abbiamo visto la parabola delle 10 mine, nella quale il padrone affida ad ognuno dei tre servi delle mine.  Il Signore cosa ha affidato a te?

 

Stiamo sicuramente parlando di soldi. In settimana ho condiviso con voi che due chiese americane hanno deciso di sostenere la nostra chiesa con una ricca donazione. Non sono chiese che navigano nell’oro e non sanno cosa fare con i soldi, ma sono chiese che donano per fede riconoscendo l’importanza della missione che Dio ci ha affidato.

 

Con i nostri soldi potremmo adottare un bambino a distanza, dandogli la possibilità di mangiare, di studiare, di conoscere la Bibbia.

 

Potremmo sostenere il lavoro di missionari e fondatori di chiese in zone remote della terra, o anche missionari che vengono in Italia, o in Toscana, o a Pisa, o nella nostra chiesa.

 

Potremmo contribuire al lavoro di missioni che lavorano tra credenti perseguitati.

 

I soldi, tra l’altro, sono effimeri.

Ieri ero fuori e per 2-3 ore ho perso il portafoglio. Ero abbastanza fiero del mio portafoglio, nel senso che avevo ricevuto dei soldi e quindi avevo qualcosa  dentro. Ma poi, in un attimo, avevo perso tutto. Poi grazie a Dio il portafoglio è stato ritrovato e non mancava niente. Ma avrei potuto benissimo perdere tutto.

 

Non mi ricordo dove, ma anni fa ho letto la storia di un ricco credente che aveva perso tantissimi soldi, a causa di alcune tragedie. Questo uomo aveva donato tanto alla chiesa, e aveva commentato che quei soldi donati per il Signore erano gli unici soldi che non erano andati persi, gli unici che avevano avuto una valenza eterna.

 

Ma voglio andare anche oltre la questione economica, legata ai soldi. Mercoledì abbiamo parlato dei doni dello Spirito. In che modo stai usando i doni dello Spirito, quanto doni e quanto tieni per te?

 

E, più in generale, in che modo usi tutto quello che il Signore ti dona, in misura grande o piccola. Il tempo, l’intelligenza, il fisico, la capacità di lavorare?

 

Il Signore sta facendo la sua parte. Il Signore non ci ha abbandonato, così come non aveva abbandonato la povera vedova. Lo sperimentiamo anche come chiesa, nella fedeltà e nella generosità di Dio nei nostri confronti. Noi faremo la nostra parte? Doneremo non del superfluo, per il Signore, sapendo che tutto viene da lui?

 

 

Matteo 6:19 «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; 20 ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. 21 Perché dov’è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo[h] cuore.

 

 

24 Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o avrà riguardo per l’uno e disprezzo per l’altro. Voi non potete servire Dio e Mammona[k].

 

25 «Perciò vi dico: non siate in ansia per la vostra vita, di che cosa mangerete {o di che cosa berrete}; né per il vostro corpo, di che vi vestirete. Non è la vita più del nutrimento e il corpo più del vestito? 26 Guardate gli uccelli del cielo: non seminano, non mietono, non raccolgono in granai, e il Padre vostro celeste li nutre. Non valete voi molto più di loro?

27 E chi di voi può, con la propria ansietà, aggiungere un’ora sola alla durata della sua vita[l]? 28 E perché siete così ansiosi per il vestire? Osservate come crescono i gigli della campagna: essi non faticano e non filano; 29 eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, si vestì come uno di loro.

30 Ora se Dio veste in questa maniera l’erba dei campi che oggi è, e domani è gettata nel forno, non farà molto di più per voi, o gente di poca fede? 31 Non siate dunque in ansia, dicendo: “Che mangeremo? Che berremo? Di che ci vestiremo?”

32 Perché sono i pagani che ricercano tutte queste cose; il Padre vostro celeste, infatti, sa che avete bisogno di tutte queste cose. 33 Cercate prima il regno {di Dio} e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in più. 34 Non siate dunque in ansia per il domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso[m]. Basta a ciascun giorno il suo affanno.

 

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *