Di che cosa siamo ripieni? – Luca 11:14-24 (solo testo)

Gesù ha appena parlato della preghiera e aggiunto  riflessione sull’importanza di chiedere. Conclude questa riflessione sottolineando che la richiesta più importante è quella dello Spirito Santo che non verrà rifiutato ai figli di Dio. Proprio dopo aver parlato del ricevere lo Spirito Santo  lo vediamo compiere un’azione che è il contrario del ricevere: scacciare! Scacciare un demone. Sembra non ci sia continuità tra i due episodi, invece ricevere lo Spirito Santo ed essere liberati da spiriti non santi sono due azioni che riguardano lo stesso problema: di cosa siamo ripieni?

Forse nessuno di noi ha mai vissuto forme di possessione demoniaca simili a quella della persona liberata in questo passo. Ma spesso se nel nostro cuore non abitano demoni come questo, ci possono essere forti pressioni dal contesto in cui viviamo che ci spingono verso scelte sbagliate, molto simili a quelle che fanno i demoni… O ancora, nel nostro cuore possono facilmente abitare degli idoli, che non sono poi tanto diversi dai demoni. Sono sempre forze che cercano di impossessarsi di noi, della nostra vita, di guidarla e che hanno come fine ultimo quello di sostituirsi a Dio, prendendo un posto che non spetta loro. E se parliamo di idoli non dobbiamo pensare solo o necessariamente a statuine, rosari, icone o oggetti simili. Ci sono idoli profondi che albergano nel nostro cuore che sono ben peggiori dei precedenti: denaro, successo, approvazione degli altri, controllo, figli e simili che spesso finiscono per impossessarsi della nostra vita, con risultati non diversi da quelli che  vediamo nel poveraccio reso muto da un demonio. Questo passo ci insegna a riconoscere le diverse forme demoniache e ci fornisce anche il rimedio.

  1. Gli idoli si cacciano con il dito di Dio. (15-20)

Appare evidente che le persone presenti al momento del miracolo fatto da Gesù non interpretano il segno in un modo univoco. Alcuni, definiti come “la folla”, sono stupiti. Altri dubitano che il miracolo venga da Dio e lo accusano di essere un seguace di Satana, e infine altri dubitano del segno, non gli basta, ne vogliono un altro. Sembra di vedere le tesi complottiste che vanno di moda anche oggi, secondo cui sarebbe Satana stesso a farsi del male da solo, liberando una persona che lui stesso ha tenuto in schiavitù. Sicuramente potremmo dire che quelle persone che contestavano Gesù erano in cattiva fede, ma la lezione che Gesù dà è chiara: quando si parla di una liberazione reale, di una persona muta che parla, e quando questo segno è accompagnato da tanti altri miracoli di guarigione, di cambiamento della vita delle persone, di affamati che vengono sfamati, e di simili realizzazioni di profezie messianiche si deve riconoscere: “Il dito di Dio”! Quello che Gesù ci insegna qui è che i demoni non fuggono con altri demoni. Ci sono persone che per guarire da malattie incurabili si rivolgono a maghi o stregoni.

È qualcosa che mi è capitato con un ragazzo che per qualche tempo ha frequentato la mia chiesa. Si sentiva posseduto da un demone, alcuni fratelli brasiliani lo hanno liberato da questa possessione, poi però insoddisfatto ha cercato altre strade lasciando la chiesa. Aveva riempito la sua casa di strani idoli secondo le istruzioni di una specie di guru conosciuto su internet, che gli ha rubato parecchi soldi e lo ha lasciato peggio di prima…

Altri ancora si rendono conto di avere degli idoli, magari delle fortissime passioni per uno sport o per attività culturali, e si rendono conto che hanno trascurato la loro famiglia. Allora lasciano lo sport e puntano tutto sulla famiglia. Così facendo però rischiano di sostituire questo idolo trasformando a loro volta la famiglia o i figli in degli idoli, continuando ad essere vittime della stessa logica: per essere approvati, ammirati, o per controllare, passano da un idolo all’altro e continuano a fare il gioco di Satana.

Gesù ci insegna qui che il male che c’è dentro di noi, che sia  il risultato di una possessione demonica, oppure la presenza di un idolo che ci allontana da Dio, non si può togliere sostituendovi altri idoli, ma si toglie solo con l’azione di Dio. “Il dito di Dio” è un espressione che Mosè utilizzò per descrivere l’intervento di Dio nel mare rosso, e indica l’intervento potente di Dio.

Fermiamoci dunque ad analizzare la nostra vita, valutiamo quali idoli ci sono, quanto siamo influenzati da social, media e altro e cerchiamo “il dito di Dio” per esserne protetti e liberati. Che sia nelle nostre preghiere e nei nostri pensieri, perché ci sia chiaro che solo Lui può realmente liberarci.

  1. Gli idoli sono forti e resistono. (Ma Gesù è più forte e ci aiuta a resistere) (21-22)

L’immagine militare, dell’uomo forte che Gesù usa, ci mostra un’altra verità: demoni o idoli tendono ad impossessarsi della persona e danno un forte senso di sicurezza. Sono loro l’uomo armato che difende la casa in cui alcuni confidano. Con la nostra chiesa stiamo studiando un bel libro che parla proprio di idoli (Tim Keller, Idoli tra di noi).e che insiste molto su questo aspetto: ci sono idoli profondi come il bisogno continuo di guadagnare di più, oppure il bisogno continuo di avere successo, approvazione dagli altri o potere che danno un gran senso di sicurezza. A lungo andare lasciano profondamente insoddisfatti e chi ne è vittima finisce per ritrovarsi disperato, per suicidarsi o per sentirsi completamente vuoto: eppure per un po’ danno sicurezza. Chi ha molti soldi inevitabilmente si sente più sicuro di chi non ne ha (salvo avere paura dei ladri). Chi ha un gran successo si sente approvato, e gratificato (salvo poi diventare schiavo di dover avere sempre successo, come dimostrano i numerosi casi di depressione dei molte star dello spettacolo). Ma resta vero che gli idoli danno un senso di sicurezza, come le pratiche magiche di cui dicevo, o altro.

C’è bisogno di un intervento “armato” (delle armi dello Spirito ovviamente), nel nome di Gesù che sia capace di intervenire e di distruggere quel nemico alla porta togliendogli l’armatura. Le immagini di Davide e Golia vengono subito alla nostra mente, ma dobbiamo realmente capire quanto sia difficile lottare contro gli idoli che sono nella nostra vita. Vogliamo servire Dio eppure altro si insinua tra noi e Dio. La nostra fiducia non riposa nelle nostre armi, che anzi dobbiamo deporre e abbandonare. La nostra fiducia si ripone in quest’uomo forte che è Gesù che toglierà dalla nostra vita idoli, cattive abitudini, peccati e qualsiasi altra cosa che provenga dall’avversario di Dio, per renderci liberi, e forti in lui.

  1. Gli idoli ritornano (Ma Gesù riempie la nostra vita se facciamo di lui il nostro RE) (23-26)

Questa breve storia che Gesù utilizza, quasi una parabola, per spiegare il comportamento degli spiriti, non è facilissima da capire. Perché lo spirito cattivo di cui si parla se ne va, cerca e quando torna trova una casa spazzata ed adorna, che di per sé sono aggettivi positivi. L’idea è che si tratti di una bella casa. Ma il problema di questa casa non è che sia sporca, al contrario: il problema è che è vuota, e quindi lo spirito può rientravi dentro senza troppi problemi.

Credo che Gesù utilizzi questa parabola sia per spiegare come agiscono gli spiriti, sia come noi ci lasciamo influenzare da loro. Il passo comincia parlando di Gesù che caccia un demonio da un uomo. Tutto quello che segue è un commento a quel fatto. Gesù sta quindi dicendo che se quell’uomo è libero dal demonio, ma non si preoccupa di riempirsi di qualcos’altro, quello stesso spirito ritornerà. Un proverbio dice che il lupo perde il pelo, ma non il vizio, e sappiamo tutti quanto sia facile ricascare in errori o abitudini sbagliate che abbiamo praticato per anni. Lo stesso, se abbiamo concesso a degli idoli di albergare nel nostro cuore, una volta che questi sono stati cacciati bisogna che il cuore sia ripieno di altro. Il nostro cuore deve essere ripieno del Signore Gesù e del suo spirito. Vediamo bene qui come il passo si ricollega con le istruzioni sulla preghiera, con la domanda dello Spirito Santo e con il desiderio di ricevere: cacciamo fuori cose sbagliate, ma dobbiamo poi essere ben pieni di Spirito Santo.

Qualcuno potrebbe pensare che si possa rimanere neutrali, che si svuotiamo di idoli ma il nostro Io, la nostra forza possono bastare. Con quella frase molto forte: “Chi non è con me è contro di me e chi non raccoglie con me disperde” (23) che Gesù usa come introduzione, egli ci sta chiaramente dicendo che non si può rimanere neutrali, perché non essere “con”, significa lasciare uno spazio vuoto che verrà riempito da qualcuno che è “contro” di lui.

Conclusione

Parlare di demoni oggi è molto difficile perché ci immaginiamo il diavolo con il forcone delle rappresentazioni medievali o barocche, oppure pensiamo a quelle sette che vedono il diavolo dappertutto. Non possiamo però tacere davanti a quello che ci dice il vangelo e allora dobbiamo capire come Satana agisca nella nostra cultura, in quali forme si incarni. Io credo che attraverso pressioni psicologiche, pulsioni dell’inconscio, emozioni incontrollate ma anche calcoli perfettamente razionali Satana agisca ancora oggi, nel modo in cui abbiamo visto. Perciò seppure non siamo posseduti da un demone in modo preoccupante, dobbiamo essere consci che attraverso una molteplicità di forze che vanno dai media, ai social, agli influencer e altro, le pressioni del nemico non mancano. Il Signore ci ha dato le chiavi per resistere per conservare la nostra vita realmente libera. Perché essa sia libera dobbiamo renderla schiava e servitrice del Signore Gesù, Re di quel Regno che giunge fino a noi e portatore di quello Spirito che vogliamo ricevere.

 

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