Dio ha cura proprio di te – Luca 1:5-38

“Considerate la vostra vita.”

Quando una relazione va a rotoli, quando i sentimenti di vacuità inondano le nostre giornate, quando sembra
che la vita ci stia scorrendo accanto, quando pensiamo di aver sparato a vuoto l’unico colpo a nostra
disposizione per dare un senso alla nostra esistenza, quando non riusciamo nemmeno a classificare le nostre
emozioni, quando l’amico di una vita ci delude, quando un membro della nostra famiglia ci tradisce, quando
ci sentiamo profondamente fraintesi, quando quelli più popolari ci deridono….”
Vi sembrano della parole che in qualche modo toccano qualche corda del vostro intimo?

5 Al tempo di Erode, re della Giudea, c’era un sacerdote di nome Zaccaria, del turno di Abiia; sua moglie
era discendente di Aaronne e si chiamava Elisabetta. 6 Erano entrambi giusti davanti a Dio, osservando in
modo irreprensibile tutti i comandamenti e i precetti del Signore. 7 Essi non avevano figli, perché Elisabetta
era sterile, ed erano tutti e due in età avanzata.8 Mentre Zaccaria esercitava il sacerdozio davanti a Dio
nell’ordine del suo turno, 9 secondo la consuetudine del sacerdozio, gli toccò in sorte di entrare nel tempio
del Signore per of rirvi il profumo; 10 e tutta la moltitudine del popolo stava fuori in preghiera nell’ora del
profumo. 11 E gli apparve un angelo del Signore, in piedi alla destra dell’altare dei profumi. 12 Zaccaria,
vedendolo, fu turbato e preso da spavento. 13 Ma l’angelo gli disse: «Non temere, Zaccaria, perché la tua
preghiera è stata esaudita; tua moglie Elisabetta ti partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Giovanni.
14 Tu ne avrai gioia ed esultanza, e molti si rallegreranno per la sua nascita. 15 Perché sarà grande davanti
al Signore. Non berrà né vino né bevande alcoliche, e sarà pieno di Spirito Santo fin dal grembo di sua
madre. 16 Ricondurrà molti dei figli d’Israele al Signore, loro Dio; 17 andrà davanti a lui con lo spirito e la
potenza di Elia, per volgere i cuori dei padri ai figli[b] e i ribelli alla saggezza dei giusti, per preparare al
Signore un popolo ben disposto». 18 E Zaccaria disse all’angelo: «Da che cosa conoscerò questo? Perché
io sono vecchio e mia moglie è in età avanzata». 19 L’angelo gli rispose: «Io sono Gabriele che sto davanti
a Dio, e sono stato mandato a parlarti e ad annunciarti queste liete notizie. 20 Ecco, tu sarai muto, e non
potrai parlare fino al giorno che queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole che si
adempiranno a loro tempo». 21 Il popolo intanto stava aspettando Zaccaria e si meravigliava del suo
indugiare nel tempio. 22 Ma quando fu uscito, non poteva parlare loro, e capirono che aveva avuto una
visione nel tempio; ed egli faceva loro dei segni e restava muto. 23 Quando furono compiuti i giorni del suo
servizio, egli se ne andò a casa sua. 24 Dopo quei giorni, sua moglie Elisabetta rimase incinta; e si tenne
nascosta per cinque mesi, dicendo: 25 «Ecco quanto ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui mi ha
rivolto il suo sguardo per cancellare la mia vergogna in mezzo agli uomini».

La storia del Vangelo di Luca non inizia con Gesù, ma con la storia di Zaccaria. Zaccaria era un sacerdote,
sposato con Elisabetta. Entrambi erano anziani, essi non avevano figli, ed erano giusti davanti a Dio,
osservavano in maniera esemplare i comandamenti del Signore. I sacerdoti di Israele erano divisi in 24 classi,
ed ogni classe serviva nel tempio due volte l’anno, entrambe le volte per una settimana. Durante il servizio
nel tempio i sacerdoti ricevevano gli incarichi ad estrazione. A Zaccaria tocca in sorte, questa volta, di offrire
al Signore il profumo nel luogo più santo del tempio. Si trattava di un grande onore. I sacerdoti potevano
svolgere questo compito al massimo una sola volta in tutta la loro vita, e tanti sacerdoti non hanno mai avuto
questo privilegio. Zaccaria come abbiamo detto, era anziano e da tanti anni serviva come sacerdote, e forse
aveva iniziato a perdere un po’ la speranza che questo sarebbe mai successo.
Questa volta, invece, era stato scelto. Se pensate alle vostre carriere lavorative, qual è il vostro sogno più
grande? Quale sarebbe il culmine della vostra carriera, il momento più alto?
Questo forse sarebbe stato il momento scelto da Zaccaria, il momento più desiderato della sua carriera.
Durante l’offerta dell’incenso gli altri sacerdoti si sarebbero ritirati e lo avrebbero lasciato da solo nel luogo
santo per offrire il profumo. Ma mentre Zaccaria si accinge a fare questa cosa, succede, come abbiamo letto,
qualcosa di straordinario. Zaccheria si trova faccia a faccia con un angelo. Abbiamo già parlato recentemente
delle apparizioni degli angeli e la reazione di spavento non è difficile da comprendere.
Ma l’angelo è qui per portare “liete notizie”, l’esaudimento della preghiera di Zaccaria. Si tratta davvero
di buone notizie. Pensate alla condizione di Zaccaria ed Elisabetta, vecchi e senza figli che ora ricevono la
notizia di un bambino. Un bambino che avrebbe portato loro gioia ed esultanza. Tutti noi sappiamo
quanta gioia porta la nascita di un bambino, l’euforia che accomuna tutti coloro che assistono allo sbocciare
di una nuova vita. Per tutti coloro che sentono la pressione della famiglia o della società a fare qualcosa, a
sposarsi, a fare un figlio, a trovare un lavoro, sappiate che non siete i primi. Immaginate la pressione su
Elisabetta, in un periodo e in un popolo in cui la sterilità era vista come maledizione del Signore. Ma il
Signore le dona una gioia immensa, simile a quella di Anna, madre di Samuele, o di Sara, madre di Isacco.
25 «Ecco quanto ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui mi ha rivolto il suo sguardo per cancellare la
mia vergogna in mezzo agli uomini».

Ma qui si va oltre. Pensate non soltanto ai genitori, ma al popolo di Israele. Un popolo che da secoli non
sentiva la voce diretta del Signore. Un popolo che si era allontanato dal proprio Dio. Un popolo che vagava
nelle tenebre. A questo popolo ora viene promesso un profeta, pieno di Spirito Santo, che sarà grande davanti
al Signore, che ricondurrà molti figli d’Israele al Signore. Non soltanto Elisabetta era sterile, ma Israele era
sterile. E ora dopo tanto tempo il Signore manda qualcuno.
Nonostante le belle parole dell’angelo, Zaccaria non è convinto. E quasi con presunzione tira fuori il proprio
Io, “io sono vecchio”. A queste parole l’angelo risponde dicendo, si ma io sono Gabriele (che vuol dire
forza di Dio) e sto davanti a Dio.
La presunzione, o la mancanza di fede di Zaccaria, viene punita dal Signore con un segno, non il segno che
magari Zaccaria si aspettava.

Una cosa è evidente in questa prima parte del capitolo. Dio non si era dimenticato del suo popolo, non si era
allontanato, non aveva cambiato idea. Anzi, ora dopo tanto tempo parla chiaramente, attraverso uno dei suoi
angeli più maestosi, è preannuncia qualcosa di stupendo. Immaginate la gioia di vedere persone riconsacrarsi
al Signore, la voce potente del Signore parlare per mezzo di un profeta che l’angelo paragona ad Elia. Eppure
il fragile cuore di Zaccaria, nonostante sia convinto dell’esistenza di Dio, nonostante conoscesse a memoria
tutta la teoria teologica, è titubante, forse cinico.

E forse anche tu stai vivendo una situazione simile. Forse il Signore ti sembra lontano, troppo distante dai
problemi della tua vita di tutti i giorni. Si, come Zaccaria, credi nel Signore, sei giusto, osservi in modo
irreprensibile i comandamenti e i precetti del Signore. Ma non pensi che il Signore stia effettivamente
facendo qualcosa per te. Nel caso di Zaccaria nemmeno un angelo è stato inizialmente sufficiente. Forse senti
le mie parole e pensi che alla fine sono solo parole umane, come quelle di tanti uomini venuti prima di me.
Forse come Zaccaria hai pregato ma non pensi che la tua preghiera possa essere davvero ascoltata, davvero
accolta dal Signore, davvero esaudita da Dio.

Ed è qui che la narrazione dei vangeli diventa sorprendente. Giovanni, il figlio di Zaccaria ed Elisabetta,
viene descritto in maniera fantastica, come abbiamo visto. Ma fino a questo punto il testo potrebbe benissimo
essere il testo di un profeta dell’Antico Testamento. Il popolo è freddo nel suo rapporto con il Signore, alcuni
si sono allontanati, le benedizioni del Signore sembrano essere finite e poi ad un certo punto arriva un
profeta, o un re, o un giudice che ci mette una pezza e risolve per un periodo più o meno breve la situazione.
E poi di nuovo, da capo. Peccato, disubbidienza, idoli, intervento del Signore.
Ma questa volta le cose sono diverse.

26 (D)Al sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città di Galilea, chiamata Nazaret, 27 a
una vergine fidanzata a un uomo chiamato Giuseppe, della casa di Davide; e il nome della vergine era
Maria. 28 E quando fu entrato da lei, disse: «Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te 29 Ella fu
turbata a queste parole, e si domandava che cosa volesse dire un tale saluto. 30 L’angelo le disse: «Non
temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e gli
porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà il
trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai
fine». 34 Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, dal momento che non conosco uomo?» 35
L’angelo le rispose: «Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà dell’ombra sua;
perciò, anche colui che nascerà[c] sarà chiamato Santo, Figlio di Dio[d]. 36 Ecco, Elisabetta, tua parente,
ha concepito anche lei un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il sesto mese per lei, che era chiamata sterile;
37 poiché nessuna parola di Dio rimarrà inefficace[e]». 38 Maria disse: «Ecco, io sono la serva del
Signore; mi sia fatto secondo la tua parola». E l’angelo partì da lei.

Durante il periodo natalizio abbiamo già osservato questo testo. Abbiamo visto come reagisce Maria
all’annuncio dell’angelo, la sua fede, la sua sottomissione.
Come dicevo poco fa, potrebbe sembrare che questa sia solo l’ennesima storia dell’antico testamento, la
“solita storia”, la storia che si ripete. Il Signore che ci mette una pezza, il Signore che dopo un po’ si ricorda
del suo popolo.
Ma, appunto come accennavo già poco fa, questa volta succede qualcosa di diverso.
«Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, tu concepirai e partorirai un figlio, e
gli porrai nome Gesù. 32 Questi sarà grande e sarà chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli darà
il trono di Davide, suo padre. 33 Egli regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno e il suo regno non avrà mai
fine»
Questo bambino che sta per nascere è Gesù, Dio salva. Sappiamo bene che in questo caso non è in senso
generale. Non è più Dio che agisce attraverso un uomo, come Giosuè, un nome simile. Ma è Dio stesso
incarnato che salva. Non sarà più un servo, per quanto nobile, ad operare, ma il Figlio di Dio.
Il lettore inizia a comprendere che questa non è una storia dell’antico testamento, che questo non è il tempo
delle promesse e le profezie sul Messia, ma è il tempo dell’adempimento di queste promesse e queste
profezie.
Questo è il momento in cui Dio si manifesta in modo chiaro, attraverso l’opera dello Spirito Santo per dare
luce ad al Salvatore, perché nessuna parola di Dio rimane inefficace .
L’annuncio dell’angelo Gabriele è alla base del nostro vangelo. Dio che si incarna è un concetto centrale
nella nostra fede. E la differenza tra il Cristianesimo e ogni altro tipo di religione, passione, stile di vita. Ho
iniziato a leggere “Le lettere di Berlicche” di C.S Lewis l’altro giorno. Praticamente sono delle lettere
immaginarie che si scrivono due demoni, e dal loro punto di vista ciò che noi come cristiani riteniamo bene è
il male, e viceversa. E Berlicche, che scrive le lettere, dice a Malacoda, l’altro demone, che loro non possono
capire perfettamente gli uomini, perché sono spiriti e non uomini! E quindi Gesù ha un “abominevole
vantaggio” essendosi fatto uomo. Ciò che sta accadendo, è lo straordinario evento di Dio che si fa uomo.

L’autore della lettera agli Ebrei afferma chiaramente:
14 (B)Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio,
stiamo fermi nella fede che professiamo. 15 Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non possa
simpatizzare con noi nelle nostre debolezze, poiché egli è stato tentato come noi in ogni cosa, senza
commettere peccato. 16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere
misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno. (Ebrei 4)

Oggi possiamo sentirci come Zaccaria, possiamo sentirci lontani dal Signore, abbandonati a noi stessi. Come
Zaccaria possiamo dire le cose giuste, fare le cose giuste, ma essere anche sfiduciati. Come Zaccaria e tutto il
popolo possiamo essere in una fase in cui Dio sembra completamente in silenzio. Come Zaccaria possiamo
pensare che è giusto pregare, ma Dio non ascolta e non esaudisce le nostre preghiere. Ma questa non è la
verità. Dio ha dimostrato una volta per sempre che non è lontano. Che è interessato alle sorti di questo
mondo, alle sorti del suo popolo. Dio non è lontano, perché Dio è diventato un essere umano, è diventato
come noi in ogni cosa, eccetto il peccato.

Ricordate il testo con il quale ho iniziato, che parlava delle difficoltà che incontriamo nella vita? L’autore
continua così:
“…lì, proprio lì, abbiamo un Amico che sa esattamente cosa stiamo provando e che si siede vicino a noi
mettendoci un braccio sulle spalle. Lui è con noi…tendiamo istintivamente a sentirci più soli man mano che
la vita diventa più difficile: più veniamo assorbiti dal dolore, più ci sentiamo sprofondare nell’isolamento La
Bibbia ci corregge: la nostra sofferenza non supera mai la partecipazione del Signore ad essa. Non siamo
mai soli. Quel dolore che ci appare così emarginante, così esclusivo, è stato già sopportato nel passato da
colui che se lo addossa ancora nel presente….Se siete in Cristo avete un Amico che, quando soffrite, non vi
lancerà mai un discorsetto d’incoraggiamento dall’alto dei cieli. Egli non riesce a sopportare di rimanere a
distanza. Nulla, può trattenerlo, poiché il suo cuore è troppo legato al vostro.”
E come se non bastasse, le parole dell’angelo Gabriele ci ricordano anche che Gesù non è soltanto uomo.
Altrimenti non sarebbe molto diverso da Giovanni Battista. Gesù è l’uomo che è venuto per regnare. Tutto è
nelle sue mani, e niente e nessuno può far cadere questo regno. Non siamo in balia di una maggioranza che
non ha i numeri, come spesso accade in Italia. Ogni giorno noi potremmo svegliarci e il nostro governo
potrebbe essere caduto. Ma ogni giorno noi ci svegliamo sapendo che le nostre difficoltà sono prese sul serio
da Gesù, che ci capisce perfettamente, e che ha tutto sotto controllo.
Gesù ha ricevuto il trono di suo padre, Davide. E il Regno di questo bambino è un regno eterno, che non avrà
mai più fine. E in questo regno è lui che comanda, è lui che opera, è lui che benedice, è lui che guida.
Dio ha cura proprio di te, a prescindere da come ti senti, a prescindere dalla grandezza o piccolezza della tua
fede, della tua preghiera.

Parafrasando le parole di Gabriele a Maria, potremmo dire così:
«Non temere, Michel, perché hai trovato grazia presso Dio. 31 Ecco, è stato concepito e partorito un figlio,
e gli è stato posto nome Gesù, nome che ci ricorda permanentemente la salvezza che troviamo in lui. 32
Questo figlio è grande ed è chiamato Figlio dell’Altissimo, e il Signore Dio gli ha dato il trono di Davide,
suo padre. 33 Egli regna sulla chiesa in eterno e il suo regno non avrà mai fine»

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *