Diventare discepoli di Gesù – Audio e Testo

Alla fine del Vangelo di Matteo troviamo un passo biblico che è stato ribattezzato come il “Grande Mandato”. In esso Gesù ordina ai suoi discepoli di andare e fare “miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate.” (Matteo 28:19-20)

L’essere discepoli è una parte fondamentale della identità dei cristiani. Nei prossimi mesi studieremo insieme alcuni brani dal quarto vangelo, quello scritto da Giovanni, uno dei dodici discepoli di Cristo. Uno che, quindi, non aveva soltanto sentito parlare dei discepoli ma era stato in prima persona un discepolo. E vedremo insieme in che modo delle persone sono diventate dei discepoli di Gesù, cosa hanno imparato, cosa hanno fatto, come hanno seguito Cristo.
Leggiamo insieme Giovanni 1:40-49
“40 Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù. 41 Egli per primo trovò suo fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» (che tradotto vuol dire «Cristo»); 42 e lo condusse da Gesù. Gesù lo guardò e disse: «Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa» (che si traduce «Pietro»). 43 Il giorno seguente, Gesù volle partire per la Galilea; trovò Filippo e gli disse: «Seguimi». 44 Filippo era di Betsàida, della città di Andrea e di Pietro. 45 Filippo trovò Natanaele e gli disse: «Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazaret, [il] figlio di Giuseppe». 46 Natanaele gli disse: «Può forse venire qualcosa di buono da Nazaret?» Filippo gli rispose: «Vieni a vedere». 47 Gesù vide Natanaele che gli veniva incontro e disse di lui: «Ecco un vero Israelita in cui non c’è falsità». 48 Natanaele gli chiese: «Da che cosa mi conosci?» Gesù gli rispose: «Prima che Filippo ti chiamasse, quando eri sotto il fico, io ti ho visto». 49 Natanaele gli rispose: «Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele».”

Qualche mese fa ho avuto modo di andare insieme a Zach e Alice a vedere la partenza di una tappa del Giro d’Italia. Per chi non lo sapesse il Giro d’Italia è una delle corse ciclistiche a tappe più famosa del mondo, è il corrispondente italiano del Tour de France. Da diversi anni seguo con passione il ciclismo, e spesso le persone mi domandano come faccio ad appassionarmi di uno sport dove, sostanzialmente, guardi delle persone andare in bicicletta. Il problema di questa domanda è che la risposta è molto ampia, e spesso le persone non sono davvero interessate a sentirmi parlare per 20 minuti dei vari ruoli che i ciclisti hanno, della suddivisione del calendario in corse a tappe, gare monumento, classiche, mondiali, di tattiche, alleanze e tradimenti.
Allo stesso modo il discepolato come tutte le altre componenti del cristianesimo è qualcosa difficile da definire in 2 minuti. Non è un corso di sette appuntamenti con una checklist di domande da fare e compiti da svolgere. Capire come funziona il discepolato, quali possono essere le varie sfumature del discepolato, in che modo si diventa discepoli, quali sono le sfide e i benefici dell’essere e fare discepoli è un discorso lungo. Basta vedere come in questo passaggio che abbiamo letto, ci siano quattro persone e tutti e quattro hanno una storia diversa.
Così come la componente fondamentale di una gara di ciclismo è un atleta che corre con una biciletta, allo stesso modo la componente fondamentale e centrale del discepolato è Gesù.
“La chiamata al discepolato è una chiamata ad una relazione, una relazione che gradualmente ci farà diventare tutto ciò che Dio voleva farci essere. La chiamata al discepolato di Gesù è a essere con una Persona.”1 Gesù è al centro del discepolato, ma sono tanti i modi in cui il discepolato inizia e si evolve.
Credo che in questo passaggio possiamo trovare delle importanti indicazioni sul cosa voglia dire diventare discepoli di Gesù e vorrei vederle insieme a voi.
  • Diventare discepoli di Gesù implica riconoscere Gesù
Sembra quasi ovvio ma non si può diventare discepoli di Gesù senza riconoscere Gesù. Ma questo processo non è standardizzato, o sempre uguale. Nel passo che abbiamo letto ci sono quattro discepoli e ognuno ha la sua storia. Ognuno giunge a Gesù e viene accettato da Gesù al culmine delle proprie esperienze personali e di vita.
Sappiamo dalla prima parte di Giovanni 1 che Andrea era uno dei discepoli di Giovanni il Battista. E proprio Giovanni che lo indirizza verso Gesù dicendogli “Ecco l’Agnello di Dio!” (1:36). Andrea, incuriosito, inizia a seguire Gesù fino a casa sua, dove trascorre la giornata.
Andrea successivamente, porta con sé Simon Pietro e lo introduce a Gesù. Simone riceve un nuovo nome da Gesù e inizia a seguirlo.
Filippo invece riceve l’ordine da parte di Gesù di seguirlo, e non sembra essere uno dei discepoli di Giovanni il Battista. Eppure, l’ordine perentorio di Gesù sembra bastare. E anche Filippo va a cercare qualcuno, ovvero Natanaele, per portarlo a conoscere Gesù. Filippo sembra essere il più dubbioso, ma una rivelazione di Gesù basta per convincerlo. Andrea, fratello di Pietro, Pietro stesso, Filippo e Natanaele secondo la narrazione di Giovanni diventano tutti, anche se in maniera diversa, discepoli di Gesù.  Le circostanze sono diverse ma tutti hanno dovuto accettare di fidarsi di Gesù. Sappiamo bene che la loro comprensione non era affatto completa o incrollabile. I quattro vangeli che troviamo nella Bibbia riportano varie volte la loro mancanza di fede, le loro incomprensioni, i loro errori. Ma Gesù accetta di diventare il Maestro, di rappresentare questi discepoli che sono tutto fuorché perfetti.
Giovanni, nella parte del capitolo che non abbiamo letto, dice che Gesù è venuto e
“a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, 13 i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà d’uomo, ma sono nati da Dio.” (1:12-13)
Gesù non ti sta chiedendo di portare qualcosa, ma solo di credere, di accettarlo, di riconoscerlo. Se vuoi essere suo discepolo devi soltanto fidarti di lui. È la notizia più bella del mondo, il Salvatore di cui hai bisogno esiste veramente e l’unica cosa che ti chiede è di riconoscerlo. Tu l’hai riconosciuto?
  • Ci sono vari modi per riconoscere Gesù
Forse ti stai chiedendo: come faccio a riconoscere Gesù? Ho una grande notizia per te: noi abbiamo creato il modello perfetto per riconoscere Gesù! Ovviamente no, come dicevo prima, non c’è un solo modo per diventare discepolo. E di conseguenza ci sono vari modi per riconoscere Gesù. Questo è evidente nella storia di Gesù, che approcciava le persone in maniera diversa, che spiegava e insegnava in modi diversi. Ed è evidente anche nel testo di oggi, nel quale quattro persone riconoscono in modo diverso Gesù. E se ci pensiamo lo stesso succede quando conosciamo una persona. I miei genitori mi hanno conosciuto alla nascita, come loro figlio, i miei fratelli mi hanno conosciuto come fratello maggiore. Alcune persone mi hanno conosciuto in quanto collega di studio o di lavoro, altre in maniera causale per le strade, magari mentre facevamo delle attività evangelistiche o semplicemente scambiando due chiacchiere al negozio. Alcune persone mi hanno conosciuto solo tramite email o telefono ma tutte hanno conosciuto, in maniera diversa, Michel. La stessa cosa avviene con Gesù.
Ci sono due aspetti che fanno parte del riconoscere Gesù. Uno è la caratteristica o le caratteristiche di Gesù che riconosciamo per prime. Non so se avete notato durante la lettura del testo che in pochi versetti ci sono vari nomi e varie descrizioni di Gesù. Ripercorriamo il testo insieme.
Andrea aveva seguito Gesù, egli per primo trovò suo fratello e gli disse abbiamo trovato il Messia, che tradotto vuol dire Cristo. Filippo descrive (45) Gesù come colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti, ovvero il compimento delle promesse. Filippo continua descrivendolo come Gesù da Nazaret, figlio di Giuseppe. Natanaele successivamente afferma che Gesù è Rabbì, ovvero Maestro, Figlio di Dio, Re d’Israele! Ognuno dei quattro discepoli aveva riconosciuto Gesù riconoscendo una caratteristica particolare del Maestro.
Una volta uno studioso è intervenuto ad una conferenza e invece di presentare un discorso accademico, che tutti si aspettavano, ha iniziato ad elencare tutti i nomi e i titoli di Gesù che troviamo nella Bibbia. Gli ci sono voluti 45 minuti per finire. Non possiamo studiare approfonditamente ogni nome qui elencato, ma è bello notare che la persona di Gesù ci stimola, ci intriga, ci affascina, in  tanti modi diversi e spesso in modo diverso rispetto ai nomi Signore e Salvatore che nominiamo così frequentemente. Lui è il Maestro, che ci guida e ci parla del Padre, è il figlio di Giuseppe e Maria, che ha vissuto in un posto insignificante come Nazaret, è l’adempimento alle promesse di Dio e di conseguenza la prova vivente della sua fedeltà. È il Figlio di Dio, in grado di intercedere per tutti i figli di Dio.  Non tutti sono sollecitati dalla stessa caratteristica o dallo stesso nome di Gesù.
L’altro lato della medaglia è il modo e i tempi in cui riconosciamo Gesù. Come abbiamo già visto, Andrea era probabilmente da tempo alla ricerca di qualcosa, essendo stato discepolo di Giovanni. Pietro e Natanaele vengono chiamati da qualcuno. Filippo riceve l’ordine di seguire Gesù direttamente dal Maestro. Filippo segue immediatamente, Natanaele ha bisogno di più tempo. Andrea in precedenza era già andato a casa di Gesù per vedere dove e come abitava. Nessuno giunge alla fede allo stesso modo di un’altra persona. Gesù tocca corde diverse per portare allo stesso risultato.
Dio ci conosce personalmente, lavora individualmente nelle nostre vite. Egli conosce cosa stiamo cercando, cosa ci spaventa, cosa ci rallegra. La testimonianza di altre persone dovrebbe essere un motivo di gioia e di ringraziamento per il fatto che il Signore opera in mille modi diversi, e non un modello che forziamo sulle nostre vite.  Diventare discepoli significa quindi anche ammettere e accettare che Gesù ci conosce già, che conosce il nostro carattere e il nostro futuro, come nel caso di Pietro, conosce sotto quale albero leggiamo, come nel caso di Natanaele. Vuol dire accettare che lui ci conosce perfettamente, che niente gli è nascosto.
  • Diventare discepoli implica accettare ciò che Gesù ordina
I discepoli di Gesù sono persone che vivono in maniera radicale quello che Gesù ha detto. Quando Filippo riceve l’ordine di Gesù non può fare a meno di alzarsi e seguire il Maestro, perché lo aveva riconosciuto in quanto tale. Andrea, Pietro, Filippo e Natanaele, come abbiamo detto prima, commetteranno moltissimi sbagli, ma saranno tutti accomunati da una cosa: accetteranno e ubbidiranno agli ordini di Gesù, o almeno ci proveranno. Quando Gesù diceva loro di andare loro lo seguivano, quando ordinava loro di andare a comprare da mangiare loro andavano a comprarlo, quando gli manda a coppie ad evangelizzare loro vanno ad evangelizzare.
Non possiamo pretendere di essere discepoli e seguaci di Gesù e non fare quello che Gesù ordina di fare. Abbiamo visto durante il ritiro di chiesa che uno dei modi in cui Gesù si presenta nel vangelo di Giovanni al capitolo 10 è come il buon pastore. E il pastore parla e le sue pecore, che riconoscono la sua voce, lo seguono, ubbidiscono, agiscono.
Tutti gli esseri umani, tutti noi qui questa sera, restiamo in qualche modo alla voce di Gesù. Non ci piace essere alla mercé di qualcun altro, non ci piace dover rinunciare alla nostra indipendenza. Ma più conosciamo Gesù, più riconosciamo la sua bontà e la sua signoria, più facilmente lasciamo che lui sia il Maestro e noi gli allievi. Se affermiamo di essere discepoli, o se vogliamo essere discepoli, non possiamo non fare quello che lui ci ordina di fare.
“25 Or molta gente andava con lui; ed egli, rivolto verso di loro, disse: 26 «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e persino la sua propria vita, non può essere mio discepolo. 27 E chi non porta la sua croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo… 33 Così dunque ognuno di voi, che non rinuncia a tutto quello che ha, non può essere mio discepolo.” (Luca 14:25-27/33).
  • Diventare discepoli implica portare altre persone a Cristo
Andrea segue Gesù insieme ad un’altra persona. Lo stesso Andrea porta Pietro da Gesù. Filippo corre a chiamare il suo amico Natanaele. Nei versetti che abbiamo letto ricorre spesso il verbo trovare: Andrea trova Simone, e gli dice di aver trovato il Messia. Filippo trova Natanaele e gli dice di aver trovato colui del quale hanno scritto Mosè e i profeti. I discepoli sono persone che hanno trovato Gesù e che poi trovano delle persone con le quali condividere chi hanno trovato.
Il verbo usato per trovare significa varie cose diverse: trovare dopo aver cercato; trovare per caso, senza aver cercato; e vuol dire anche riconoscere. Siamo una chiesa che condivide una grande passione per il cibo. E a volte troviamo per puro caso una pizzeria che non conoscevamo, altre volte troviamo un posto che ci piace dopo una lunga ricerca. Ma a prescindere da come troviamo qualcosa, il nostro istinto è quello di condividere questa scoperta e questa gioia con i nostri amici. Non importa come troviamo un ristorante, non importa quale dei tanti piatti sul menù ci abbia colpito in maniera particolare, quello che ci importa è poter godere di quel cibo in compagnia dei nostri amici. La stessa cosa avviene e deve venire con la scoperta di Cristo.
Un’altra espressione che si ripete nel primo capitolo è “vieni a vedere”. Spesso quando condividiamo Gesù con le persone il nostro sforzo è cercare di convincerle. Facciamo discorsi complicati che dovrebbero persuadere qualcuno della bontà di Gesù. Gesù invece è il primo a dire “vieni a vedere” ad Andrea e Filippo non cerca di convincere il dubbioso Natanaele, ma lo invita a “venire e vedere”. In modo simile, la donna samaritana in Giovanni 4, dopo aver creduto in Gesù corre nel suo villaggio e con molta grazia dice “non potrebbe essere lui il Cristo?” (Giovanni 4:29)
 Come discepoli dobbiamo imparare non soltanto a forzare Gesù nella vita delle persone, ma a invitare le persone a conoscere e sperimentare Gesù. Dobbiamo ricordarci che ognuno riconosce e segue Gesù in maniera personale, secondo i suoi tempi e i tempi di Dio.

Parlando di Andrea e Filippo, Calvino ha scritto:
“Il modo in cui Andrea porta immediatamente suo fratello esprime la natura della fede, che non nasconde o spegne la luce, ma piuttosto la diffonde in ogni direzione. Andrea ha a malapena una scintilla, eppure, tramite di essa, illumina suo fratello… Di nuovo, vediamo in Filippo lo stesso desiderio di costruire che è apparso in Andrea. Anche la sua umiltà, è degna di nota, nel desiderare niente altre se non che anche altri possano imparare affianco a lui, da Gesù che è il Maestro in comune per tutti.”2

Impariamo ad essere discepoli che portano Gesù alle persone e le persone a Gesù, rispettosi dei tempi e delle situazioni, pazienti come Gesù è stato paziente con noi, consci che Dio è all’opera in mille modi diversi per crearsi un popolo discepoli che lo seguono.
   ————————-
1 Peter Maiden, Discipleship, 15.
2 Giovanni Calvino, Commentary on John.

Leave a Comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *