Festa del…Glorificamento – Luca 13:10-17

Festa del…Glorificamento?

 

Conosciamo oramai la storia tra mito e realtà. Dopo una lunghissima traversata a bordo della Mayflower, i “pilgrims”, pellegrini scappati dalla situazione religiosa ingarbugliata in Europa, arrivano in America. Durante la traversata, durata 66 giorni, molti morirono, ma una volta arrivati in America le difficoltà non finirono. I sopravvissuti dovettero affrontare un inverno difficilissimo, in un paese nuovo, senza strutture, senza risorse. Molti, in quell’inverno, morirono.

Molto probabilmente durante quei momenti, molte persone non si sentirono particolarmente grate. C’era poco per cui ringraziare. Cosa fare in quella situazione?

Molti di noi qui hanno varie ragioni per essere grati, eppure non è una cosa che ci viene tanto naturale. Anzi, negli ultimi anni, in Italia, l’ansia è in crescita, così come l’insoddisfazione, la paura

E non è una questione che riguarda soltanto i non credenti, coloro che non hanno fede. E’ per questo motivo che Paolo scrive i seguenti versetti.

Filippesi 4 Rallegratevi sempre nel Signore. Ripeto: rallegratevi. 5 La vostra mansuetudine sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino. 6 Non angustiatevi di nulla, ma in ogni cosa fate conoscere le vostre richieste a Dio in preghiere e suppliche, accompagnate da ringraziamenti.

 

Luca 13:10 Gesù stava insegnando di sabato in una delle sinagoghe. 11 Ecco una donna, che da diciotto anni aveva uno spirito che la rendeva inferma, ed era tutta curva e assolutamente incapace di raddrizzarsi. 12 Gesù, vedutala, la chiamò a sé e le disse: «Donna, tu sei liberata dalla tua infermità». 13 Pose le mani su di lei e, nello stesso momento, ella fu raddrizzata e glorificava Dio.

Immaginate la condizione di questa donna. Immaginate cosa possa voler dire passare 18 anni da inferma. Sei condizionata in tutto quello che fai di fisico, di pratico, e in più, posso immaginare, spesso sconfortata, scoraggiata, triste.

Mentre Gesù stava insegnando in una sinagoga, vede questa donna. Il suo insegnamento non lo distrae dal bisogno della donna. Gesù non si stanca o non è disturbato dalla nostra sofferenza, così come non è stato disturbato dalla donna.

Gesù la vede, la chiama e le annuncia che è stata liberata dalle sue infermità e poi la tocca, guarendola. Questa serie di azioni è molto bella. Gesù vede, Gesù chiama, Gesù parla, Gesù guarisce. La vita della donna, condizionata non solo fisicamente ma anche spiritualmente perché in questo caso era un demone a ridurla così, viene guarita e liberata da ogni infermità.

 

Dove il Signore sta facendo lo stesso nella tua vita? Cosa ha visto, cosa vuole guarire, dove ti vuole toccare?

La vita della donna cambia immediatamente. In un momento, tutto il suo dolore è sparito. Voi come avreste reagito? E come reagisce la donna? Ringrazia? Glorifica!

 

ella fu raddrizzata e glorificava Dio.

 

Cosa vuol dire glorificare Dio?

 

Il dizionario greco descrive così il termine usato da Luca in questo testo:

 glorificare: attribuire peso riconoscendo la sostanza reale (valore).

“Glorificare (1392 /doksázō) Dio” significa valorizzarlo per quello che è realmente.

Non è soltanto una questione di ringraziare Dio per qualcosa che abbiamo ricevuto, ma dare a Dio il giusto valore riconoscendo la sostanza reale, se vogliamo divina, di Dio.

 

Ringraziare Dio è importante, è fondamentale. E spesso ci riesce semplice quando riceviamo qualcosa da Dio. Ma potremmo, con questo atteggiamento, limitare Dio ad un benefattore. Quindi se troviamo qualcuno che ci fa regali migliori, potremmo semplicemente sostituire Dio.

 

Invece quando glorifichiamo Dio, riconosciamo il carattere di Dio anche oltre il suo essere benefattore. Possiamo glorificarlo non soltanto quando riceviamo qualcosa, ma anche quando non riceviamo qualcosa, perché riconosciamo che la sua sostanza reale è sempre buona. Lo possiamo glorificare nelle difficoltà, perché lui rimane sovrano e perché lui è degno di ricevere gloria.

Lo glorifichiamo soprattutto perché lui ci ha purificato dalle nostre infermità per mezzo di Cristo Gesù. Lo glorifichiamo perché è in grado di toccare la nostra natura peccaminosa e corrotta grazie al sangue che Cristo ha sparso sulla croce per noi, in modo da redimerci, perdonarci, riportarci sulla retta via.

 

Più che una festa del ringraziamento, vorrei che questa fosse la festa del glorificamento. La festa in cui, a prescindere da come stiamo, possiamo glorificare il Signore per chi lui è, valorizzarlo per chi lui è veramente, dare il giusto peso a Dio in modo che non resti o diventi un vento leggero, ma un peso eterno di gloria che impatta le nostre vite.

 

2 Corinzi 4:16 Perciò non ci scoraggiamo; ma, anche se il nostro uomo esteriore si va disfacendo, il nostro uomo interiore si rinnova di giorno in giorno. 17 Perché la nostra momentanea, leggera afflizione ci produce un sempre più grande, smisurato peso eterno di gloria, 18 mentre abbiamo lo sguardo intento non alle cose che si vedono, ma a quelle che non si vedono; poiché le cose che si vedono sono per un tempo, ma quelle che non si vedono sono eterne.

 

Come continua la storia di Luca 13?

 

14 Or il capo della sinagoga, indignato che Gesù avesse fatto una guarigione di sabato, disse alla folla: «Ci sono sei giorni nei quali si deve lavorare; venite dunque in quelli a farvi guarire, e non in giorno di sabato». 15 Ma il Signore gli rispose: «Ipocriti[d]! Ciascuno di voi non scioglie, di sabato, il suo bue o il suo asino dalla mangiatoia per condurlo a bere? 16 E questa, che è figlia di Abraamo, e che Satana aveva tenuto legata per ben diciotto anni, non doveva essere sciolta da questo legame in giorno di sabato?» 17 Mentre diceva queste cose, tutti i suoi avversari si vergognavano, e la moltitudine si rallegrava di tutte le opere gloriose da lui compiute.

 

La storia continua con la risposta ipocrita, assurda del capo della sinagoga e di persone come lui. Persone che non si focalizzano su Dio, sulla gloria che gli è dovuta, ma sulle cose create. I giorni della settimana, il bue, l’asino e non la gloria del Figlio di Dio che è venuto per  liberare uomini e donne dalle catene del peccato.

 

Gesù risponde in maniera molto dura a questo modo di fare e di pensare. Ma molto persone riconoscevano la gloria di Dio in quello che Gesù faceva.

Che questo ringraziamento possa trasformarsi in glorificamento. Possa trasformarsi da una riflessione soltanto su quello che riceviamo, a una riflessione sulla gloria di Dio in Cristo Gesù, che noi possiamo notare e osservare quello che Dio fa, in ogni forma, e realizzare il vero valore, il vero peso di Dio e dare a lui la gloria.

 

A volte per farlo dobbiamo rispondere alla chiamate del Signore, come quella donna che tutta curva e dolorante si è avvicinata a Gesù, in modo da ricevere la guarigione e la liberazione non aveva mai avuto.

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