Gesù e le situazioni impossibili – Luca 8:40-56

Mio nonno dice spesso che nella vita bisogna fare due cose: pagare le tasse e morire. La prima, pagare le tasse, è una cosa relativa, perlomeno in Italia. La seconda invece accomuna tutti gli esseri umani: ricchi e poveri, belli e brutti, saggi ed empi. Alcuni muoiono all’improvviso, altri dopo una lunga malattia, alcuni in famiglia altri in ospedale, o per strada, o a lavoro. Alla morte non si scappa. Ma oggi vedremo come anche questa cosa è sotto il controllo di Dio.

Luca 8:40 Al suo ritorno[i], Gesù fu accolto dalla folla, perché tutti lo stavano aspettando.
41 Ecco venire un uomo di nome Iairo, che era capo della sinagoga; e, gettatosi ai piedi di
Gesù, lo pregava di entrare in casa sua,
42 perché aveva una figlia unica, di circa dodici anni, che stava per morire. Or mentre Gesù vi
andava, la folla faceva ressa intorno a lui.
43 Una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni {e aveva speso tutti i suoi beni con
i medici} senza poter essere guarita da nessuno,
44 si avvicinò di dietro e gli toccò il lembo della veste; e in quell’istante il suo flusso di
sangue cessò.
45 E Gesù disse: «Chi mi ha toccato?» E siccome tutti negavano, Pietro e quelli che erano
con lui dissero[j]: «Maestro, la folla ti stringe e ti preme [e tu dici: Chi mi ha toccato?]».
46 Ma Gesù replicò: «Qualcuno mi ha toccato, perché ho sentito che una potenza è uscita da
me».
47 La donna, vedendo che non era rimasta inosservata, venne tutta tremante e, gettatasi ai
suoi piedi, [gli] dichiarò, in presenza di tutto il popolo, per quale motivo lo aveva toccato e
come era stata guarita in un istante.
48 Ma egli le disse: «Figliola, [coraggio,] la tua fede ti ha salvata; va’ in pace».
49 Mentre egli parlava ancora, venne uno dalla casa del capo della sinagoga, dicendo[k]: «Tua
figlia è morta; non disturbare più il Maestro».
50 Ma Gesù, udito ciò, rispose a Iairo[l] [, dicendo]: «Non temere; solo abbi fede, e sarà
salva».
51 Arrivato alla casa, non permise a nessuno di entrare con lui[m] all’infuori di Pietro,
Giovanni, Giacomo, il padre e la madre della bambina.
52 Or tutti piangevano e facevano cordoglio per lei. Ma egli disse: «Non piangete, perché
non è morta, ma dorme[n]».
53 E ridevano di lui, sapendo che era morta.
54 Ma egli, [dopo aver messo tutti fuori,] prendendole la mano, disse ad alta voce: «Bambina,
àlzati».
55 Lo spirito di lei ritornò ed ella si alzò subito; Gesù comandò che le fosse dato da
mangiare.
56 E i genitori di lei rimasero sbalorditi; ma egli ordinò loro di non dire a nessuno quello che
era avvenuto.

Concludiamo oggi l’ottavo capitolo del Vangelo di Luca. E che capitolo è stato! Abbiamo ascoltato Gesù insegnare all’inizio del capitolo, e abbiamo riflettuto su chi sono veramente le persone che seguono Gesù: persone che hanno ricevuto la Parola di Dio, e le cui azioni e stile di vita dimostrano che si sono unite a Gesù. E dopo quella prima parte del capitolo abbiamo seguito in questo suo viaggio: l’attraversamento del lago in mezzo alla tempesta e la mancanza di fede dei discepoli, l’indemoniato di Geresa liberato e la reazione degli abitanti del villaggio. E oggi abbiamo letto questa storia, o una doppia storia intrecciata.

Gesù guarisce

La storia inizia con Iairo, un uomo importante, capo della sinagoga, che aveva una sola figlia che stava malissimo e stava per morire. Ma mentre erano in cammino la folla, che è ormai diventata una costante del ministero di Gesù, si accalca per essere vicino al Maestro. Gesù era l’uomo del momento, e quindi potete immaginare la confusione, la pressione, il desiderio di tutti di poter ascoltare Gesù, poter scambiare due parole con

Gesù, poter raccontare di aver visto Gesù da vicino. E quindi era abbastanza normale che tra le persone che si accalcavano attorno a Gesù qualcuno toccasse i vestiti di Gesù.

Ma in questa occasione particolare c’è un tocco, da parte di una persona, che non è casuale. La persona è una donna che da 12 anni soffre a causa di perdite di sangue. Si tratta di una persona che aveva sofferto grandemente e su più fronti. Fisicamente, aveva avuto grandi dolori. Ma anche economicamente, avendo speso tutto quello che aveva senza essere guarita. Socialmente, perché la sua condizione era, per legge, quella di una persona impura, e quindi chiunque l’avesse toccata sarebbe diventato a sua volta, per un

periodo limitato, impura. Ma anche spiritualmente, perché una persona impura non poteva partecipare alla vita spirituale e agli incontri religiosi nel tempio.

Immaginate di essere tagliati fuori da tutte queste sfere. Di soffrire fisicamente, di non avere mezzi economici, di non poter godere dell’abbraccio di una persona cara, di non poter partecipare alla vita di chiesa. Questo è l’opposto del piano di Dio per l’uomo.

La donna tocca il lembo della veste e in quell’istante il flusso del sangue si interrompe. La donna ha raggiunto il suo obiettivo!

A questo punto Gesù chiede chi sia stato a toccarlo e tutti i presenti negano. Immaginate il momento di imbarazzo, con tutti che si guardano a vicenda. è Pietro che cerca di risolvere il momento di imbarazzo, facendo notare a Gesù quante persone erano lì presenti, vicini a lui. Ma non era quello che, ovviamente, intendeva Gesù.

46 Ma Gesù replicò: «Qualcuno mi ha toccato, perché ho sentito che una potenza è uscita da me».

Ci sono vari modi per interpretare questo versetto e quello che intendeva Gesù. Io personalmente non credo che Gesù non sapesse quello che era successo e chi lo avesse toccato. Non credo che Gesù guarisse le persone a sua insaputa. Credo piuttosto che Gesù voleva che la donna si palesasse, che la donna si facesse avanti, che la donna, per fede, rispondesse con una decisione personale al miracolo che aveva appena ricevuto.

Gesù non voleva soltanto guarire le persone, ma voleva che loro avessero una relazione con lui, che godessero di un rapporto del tutto nuovo con lui. Gesù non voleva soltanto donare i suoi doni alle persone, ma voleva donare se stesso alle persone. E ancora oggi, Gesù non vuole soltanto donarci qualcosa, ma dona se stesso a noi. è facile fare un regalo ad una persona e rimanere comunque lontani da essa. è molto più difficile, ma è anche molto più bello e profondo, donare se stesso ad una persona.

Il matrimonio ad esempio non è soltanto la promessa di ricordarsi del compleanno e dell’anniversario, di esserci in caso di bisogno, di rispondere al desiderio sessuale del marito o della moglie, ma è la promessa di esserci sempre, per godere di un rapporto in qualsiasi momento e in qualsiasi circostanza, in salute e in malattia, in ricchezza e in povertà, nei momenti felici e in quelli tristi. è quello che ci offre, ma in maniera completa e perfetta, Cristo.

Dopo aver visto nella storia della tempesta che Gesù governa tutta la natura e tutto l’universo che ci circonda, dopo aver visto che lui è in grado di liberarci spiritualmente da ogni tipo di catena e schiavitù spirituale come nel caso dell’indemoniato di Gerasa, oggi vediamo anche che Gesù è in grado di guarire.

E’ in grado di guarire fisicamente, certamente. E quindi preghiamo che lui possa farlo. Ma la sua guarigione è molto più di questo. Gesù è in grado di guarire il cuore spezzato, affranto, della persona che non sa più dove cercare risposte. Gesù è in grado di guarire il cuore della persona che vorrebbe solo nascondersi per la vergogna, è in grado di rimuovere la vergogna del peccato e sostituirla con la forza e la gioia della sua gloria, dei suoi meriti, della sua perfezione.

Non so se quando prendete l’autostrada preferite pagare il pedaggio alla macchina automatica o con la persona che lavora al casello. Gesù non è la macchina, Gesù è la persona. Il testo ci dice, al versetto 47, che la donna si accorge di non essere rimasta inosservata. Questa cosa forse la spaventa inizialmente, perché era così abituata a rimanere ai margini, a non parlare dei suoi problemi, ad essere ignorata e scansata che ora l’attenzione di questa persona così famosa e così importante la spaventa. Ma è in realtà una cosa bellissima, sapere che Gesù ci osserva, conosce i nostri nomi, conosce i nostri problemi, conosce le nostre paure

E la donna sceglie Gesù,

47 “e, gettatasi ai suoi piedi, dichiarò, in presenza di tutto il popolo, per quale motivo lo aveva toccato e come era stata guarita in un ”

 La donna malata era stata guarita fisicamente, ma il Signore le chiede di fare un ulteriore passo di fede, le chiede di venire fuori dall’anonimato per testimoniare davanti a tutti che la sua impurità era stata tolta, che ora era in grado di vivere in comunione sia con Dio sia con gli essere umani.

 48 Ma egli le disse: «Figliola, [coraggio,] la tua fede ti ha salvata; va’ in pace».

La stessa identica cosa è offerta a noi. La possibilità di essere guariti dalla nostre malattie, di riceve il balsamo del suo sangue versato per noi che guarisce le nostre ferite, non solo fisiche, ma spirituali, emotive, di vita. Non è una guarigione fine a se stessa, ma è una guarigione che ci porta a godere di nuovo del rapporto con Dio, e a godere e considerare in maniera nuova il rapporto con gli altri.

Gesù ci guarisce per vivere insieme a Lui e ci guarisce per vivere insieme agli altri.

 

Gesù resuscita

 Nel frattempo però c’era una bambina, di circa 12 anni, che stava molto male. Si tratta di una bambina che sta per entrare nell’età adulta, almeno per la cultura del tempo, ed è anche l’unica figlia del padre. Mentre Gesù era in cammino la bambina era morta e quindi chiedono a Gesù di non andare più a casa di Iairo.

Gesù però non si scompone e dice semplicemente a Iairo:

50 : «Non temere; solo abbi fede, e sarà salva».

La bambina in effetti viene salvata. Tra lo stupore e la derisione generale, Gesù entra con la cerchia ristretta dei discepoli e i genitori della ragazza, e la riporta in vita. La morte, che da sempre terrorizza l’essere umano, è annullata dalla potenza della parola di Gesù.

Spesso nei film i protagonisti sembrano destinati a motori ma poi si salvano miracolosamente. Nei vecchi western ci sono spesso delle persone che hanno il cappio al collo e stanno per essere impiccate ma poi vengono qualche modo salvate. Gesù non salva la bambina all’ultimo, ma interviene addirittura dopo la sua morte, in maniera unica, stupefacente!

E qui si chiude questo capitolo, questo viaggio raccontato da Luca. Gesù non solo governa la natura, non solo libera spiritualmente, non solo guarisce ma è anche in grado di resuscitare. Ovviamente la ragazza, così come il figlio della vedova di Luca 7, non sono resuscitati per sempre, ma sono tornati in vita per poi morire di nuovo. E tutti gli esseri umani muoiono prima o poi. Il senso di questa storia non è che coloro che hanno fede in Cristo non devono più morire. Questa storia non mira nemmeno ad insegnare che se hai fede le persone resuscitano. Sicuramente ci esorta ad avere fede, a rivolgerci a Gesù con fede, certi che il Signore può usare e rispondere alla nostra fede e le nostre richieste.

Questa storia è un’immagine, una dimostrazione di quello che fa il Signore. Il Signore prende dei morti spirituali, soffia in loro lo Spirito e li porta in vita. Così come sembra impossibile che un morto possa resuscitare, allo stesso modo una persona che è morta spiritualmente sembra impossibile da salvare, e invece non è così! L’essere umano è simile ad uno zombie, si muove, è vivo, ma al tempo stesso è morto davanti a Dio, ma lode sia al Signore, perché tramite la morte e la resurrezione di Gesù, coloro che credono per fede vengono immolati con Cristo sulla croce, vengono battezzati nella sua morte, in modo da resuscitare insieme a lui.

In queste bellissime storie di Luca 8, vediamo che Gesù governa su tutti i fattori esterni che ci minacciano, libera coloro che sono schiavi del nemico, guarisce coloro che sono spiritualmente malati e incapaci di guarirsi o di essere guariti ed infine resuscita coloro che fino a pochi istanti prima erano morti come la figlia di Iairo.

Capiamo queste storie anche alla luce di altri testi nella Bibbia che parlano dell’essere umano come schiavo, malato e morto.

Guardate alle parole di Paolo a Tito:

Tito 3 Perché anche noi un tempo eravamo insensati, ribelli, traviati, schiavi di ogni sorta di passioni e di piaceri, vivendo nella cattiveria e nell’invidia, odiosi e odiandoci a vicenda. 4 Ma quando la bontà di Dio, nostro Salvatore, e il suo amore per gli uomini sono stati manifestati, 5 egli ci ha salvati non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, mediante il lavacro della rigenerazione e del rinnovamento dello Spirito Santo, 6 che egli ha sparso abbondantemente su di noi per mezzo di Cristo Gesù, nostro Salvatore, 7 affinché, giustificati dalla sua grazia, diventassimo, in speranza, eredi della vita eterna

Eravamo schiavi, ma Cristo ci ha liberati.

2 corinzi 4:3 Se il nostro vangelo è ancora velato, è velato per quelli che sono sulla via della perdizione, 4 per gli increduli, ai quali il dio di questo mondo ha accecato le menti afinché non risplenda loro la luce del vangelo della gloria di Cristo, che è l’immagine di Dio.

Eravamo ciechi, e se ora vediamo è per l’opera di Cristo che ci ha aperto e guarito i nostri occhi.

Efesini 2:1 Dio ha vivificato anche voi, voi che eravate morti nelle vostre colpe e nei vostri peccati[a], 2 ai quali un tempo vi abbandonaste seguendo l’andazzo di questo mondo, seguendo il principe della potenza dell’aria, di quello spirito che opera oggi negli uomini ribelli[b]. 3 Nel numero dei quali anche noi tutti vivevamo un tempo, secondo i desideri della nostra carne, ubbidendo alle voglie della carne e dei nostri pensieri; ed eravamo per natura figli d’ira, come gli altri. 4 Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, 5 anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo (è per grazia che siete stati salvati), 6 e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, 7 per mostrare nei tempi futuri l’immensa ricchezza della sua grazia, mediante la bontà che egli ha avuta per noi in Cristo Gesù.

Eravamo morti, ma Cristo ci ha vivificati con se.

Schiavi, malati e morti, ma liberi, guariti e viventi in Cristo. Cosa vuol dire questo per noi?

Questi miracoli ci portano a prendere una posizione. Risponderemo ai miracoli di Gesù con paura, sgomento, derisione, apatia o fisseremo il nostro sguardo, riporremo la nostra fede in Cristo Gesù come hanno fatto l indemoniato, la donna malata, Iairo.

Se ti senti schiavo, malato, morto, accetta ciò che Cristo ti offre. Accettalo se non lo hai mai fatto, chiedi alle persone di questa chiesa come rispondere a queste verità. Ma vuol dire anche accettare Cristo ogni giorno. La schiavitù, la malattia, la morte spirituale, anche se non ci appartengono più se siamo figli di Dio, continuano a condizionare la nostra vita. Quando ti senti schiavo del peccato e delle passioni, chiedi a Cristo di rivelare, manifestare e applicare la sua libertà, che ha conquistato sulla croce, nella tua vita. Quando ti senti malato spiritualmente, infermo, cieco di fronte alla verità chiedi a Gesù di continuare a guarirti, di continuare a rivelarti ciò che lui ha rivelato per noi. Quando ti senti morto spiritualmente, senza speranza, con il cappio al collo, riponi la tua fede in Gesù, colui che ti ha risuscitato quando eri lontano da lui, ribelle a lui.

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