Gesù tentato – Luca 4:1-13

Quanti fra noi sono stati tentati nella propria vita? è una cosa che ci accomuna tutti, vero? Il
dizionario definisce la tentazione in questo modo: Attrazione, desiderio di fare qualcosa che alletta ma
che è moralmente riprovevole.

Se avete visto il Signore degli anelli conoscete la figura di Gollum,
attratto e tentato dall’anello, con un desiderio così forte da consumare la sua vita.
Tutti noi desideriamo fortemente cose che non sono buone. E non mi riferisco soltanto a cose che
sono obiettivamente sbagliate, come desiderare di rubare. Ma anche desiderare fortemente delle
cose che di per se non sono sbagliate, ma che lo diventano nel momento in cui diventano degli idoli.
Il desiderio di controllo, di avere successo nella vita, di essere finanziariamente stabili. Io per
diversi anni sono stato dipendente di materiale pornografico, che non è altro che idolatrare un
desiderio che appartiene a tutti gli esseri umani cercando di trovare appagamento in un modo che
non onora Dio.
Tutti siamo tentati, a volte al punto che ci sembra che la tentazione è troppo forte, che non possiamo
vincere. Ma oggi vedremo che questa cosa non è vera, oggi vedremo come il Vangelo porta libertà e
vittoria.

Luca 4:1-13
Abbiamo visto la volta scorsa l’entrata in scena di Gesù, questa bellissima immagine di Gesù che
esce dalle acque battesimali pregando, mentre il cielo si apre, Dio Padre parla e lo Spirito Santo
scende dal cielo sotto forma di colomba. Gesù si è manifestato pubblicamente come il Messia
mandato da Dio. Ma ancora una volta le cose non vanno come ci saremmo potuti aspettare. C’è un
mondo da salvare, letteralmente. Il Salvatore è qui, e ci aspetteremmo che si desse subito da fare.
Invece Gesù, guidato dallo Spirito, ripieno dello Spirito Santo tanto caro a Luca, va nel posto più
desolato possibile, il deserto.
Forse lo Spirito lo porta nel deserto per un periodo di comunione con il Padre, ma c’è sicuramente
anche dell’altro. Abbiamo visto Gesù entrare con il popolo nel Giordano, e abbiamo detto che
ricorda un po’ Noè che esce dall’arca, ma anche Mosè che guida il popolo attraverso il Mar Rosso. E
Israele, una volta uscito dall’Egitto, viene portato nel deserto dallo Spirito, così come Gesù viene
condotto nel deserto.
Stiamo assistendo ad una nuova narrazione, dove quello che è successo nel Vecchio Testamento è
fondamentale per capire cosa sta succedendo nel Nuovo. Israele resta per 40 anni nel deserto, Gesù
resta per 40 giorni. Gesù viene messo a confronto con il popolo di Israele, e ci viene mostrato che lì
dove Israele ha fallito, Gesù ha vinto, sconfiggendo le tentazioni in maniera perfetta. Anche la
scelta dei versetti citati da Gesù, che vengono tutti dai capitolo 6 e 8 di Deuteronomio, sono
significativi. Sono presi dalle indicazioni di Dio per il popolo di Israele, indicazioni che riflettono
sui 40 anni nel deserto in vista dell’entrata nella terra promessa.
E in questi 40 giorni viene tentato dal diavolo. 40 giorni di tentazioni, fino ad arrivare alle tre
tentazioni finali, dopo le quali Luca ci dice che il diavolo aveva finito ogni tentazione. Ebrei
4:15 ci ricorda che “egli è stato tentato come noi in ogni cosa”. Gesù è stato tentato in ogni cosa a
lui ci rivolgiamo per capire come affrontare le nostre tentazioni.
Alla fine di questi 40 giorni, 40 giorni di tentazioni e di digiuno, ci sono tre ultimi attacchi da parte
del diavolo.

– 1^ tentazione: sazietà

2 Durante quei giorni non mangiò nulla; e quando furono trascorsi, ebbe fame. 3 Il diavolo gli
disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane».
Tanti tra noi abbiamo avuto fame: magari un giorno in cui abbiamo saltato il pranzo per il troppo
lavoro, o per una dieta, o per aver fatto un digiuno. E sapete probabilmente bene cosa vuol dire
iniziare a desiderare fortemente di mangiare qualcosa. Immaginiamo quindi come si deve essere
sentito Gesù dopo 40 giorni di fame, una condizione che nessuno di noi ha mai provato.
Il diavolo si rivolge a Gesù, chiamandolo Figlio di Dio e sfidandolo quasi a dimostrare di essere il
Figlio di Dio. E il diavolo chiede a Gesù di dare ascolto alla fame, di trasformare delle pietre in
pane, una richiesta innocua, che non fa del male, un misto di verità e menzogna come accade
sempre con il diavolo. La tentazione verte sulla fame di Gesù, è una tentazione materiale, ma ogni
tentazione è anche spirituale, infatti Gesù risponde dicendo “«Sta scritto: “Non di pane soltanto
vivrà l’uomo”».
Gesù in questo caso sta citando Deuteronomio 8:3, un brano in cui si parla della presa in possesso
della Terra Promessa se il popolo si ricorderà di quanto imparato nel deserto e lo metterà in pratica.
Deuteronomio 8:2-3 legge così
2 Ricòrdati di tutto il cammino che il Signore, il tuo Dio, ti ha fatto fare in questi quarant’anni nel
deserto per umiliarti e metterti alla prova, per sapere quello che avevi nel cuore e se tu avresti
osservato o no i suoi comandamenti. 3 Egli dunque ti ha umiliato, ti ha fatto provare la fame, poi ti
ha nutrito di manna, che tu non conoscevi e che i tuoi padri non avevano mai conosciuto, per
insegnarti che l’uomo non vive soltanto di pane, ma che vive di tutto quello che procede dalla
bocca del Signore.
Non c’è niente di male ad avere uno stomaco pieno di cibo. Ma il Signore avevo voluto che Israele
provasse la fame, per insegnare loro che il pane non è tutto nella vita, che ci sono delle cose più
importanti e che il Signore è in grado di benedire il suo popolo anche attraverso delle manna
piovuta dal cielo, in maniera miracolosa, che il Signore era fedele e buono e degno di essere adorato
nella ricchezza così come nella povertà, nella sazietà come nella fame. Ma Israele aveva fallito,
aveva dubito Dio, aveva fatto i capricci di fronte alla prima difficoltà. Al contrario Gesù prende su
di sé, in quanto uomo, la fame del suo popolo e dimostra che è possibile comunque rimanere fedeli
al Signore anche quando ci vengono a mancare cose materiali che riteniamo fondamentali.
Satana fa lo stesso con noi. Il diavolo prende qualcosa di materiale, ce lo offre e lo usa per farci
ribellare al Signore. Può essere il pensiero di un bel panino, o può essere anche qualcos’altro di
materiale. Una casa più bella, una macchina più grande, delle scarpe o dei vestiti, uno stipendio,
l’anello di Gollum. C’è qualcosa di estremamente attraente nell’essere appagati fisicamente e
materialmente, di avere tutto quello di cui abbiamo bisogno, di poter fare affidamento in ogni
momento su risorse materiali. e questo è un idolo.

Un idolo che adoriamo quando pensiamo che la nostra vita ha bisogno di queste cose, che la nostra
preghiera deve essere incentrata su queste cose, quando pensiamo che Dio per essere davvero Dio
deve essere un Dio che risponde ai miei bisogni materiali. Spesso poi pensiamo che il nostro status
sia dato da quello che possediamo, che la nostra casa, i nostri vestiti, la nostra macchina ci diano
credibilità di fronte alle altre persone. Ma non è di queste cose che vive l’uomo.

–  2^ Tentazione : gloria

5 Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un attimo tutti i regni del mondo e gli disse: 6 «Ti
darò tutta questa potenza e la gloria di questi regni; perché essa mi è stata data e la do a chi
voglio. 7 Se dunque tu ti prostri ad adorarmi, sarà tutta tua».
Il diavolo per la seconda di queste prove porta Gesù in alto e in un momento, tramite una visione,
gli mostra tutti i regni del mondo e gli offre a Gesù. Questo in fondo era il compito che era venuto a
svolgere Gesù, non è vero? Conquistare tutti i regni umani, ricevere la gloria da ogni lingua,
nazione, e tribù? Non avrebbe Gesù instaurato un Regno molto più velocemente e con tanta
sofferenza in meno se avesse accettato la proposta e si fosse inginocchiato di fronte al diavolo per
un momento?
8 Gesù gli rispose: Sta scritto: “Adora il Signore, il tuo Dio, e a lui solo rendi il tuo culto”».
Anche se questa promessa del diavolo fosse vera, un regno di questo tipo sarebbe stato sicuramente
momentaneo è una scialba imitazione del glorioso Regno di Dio. Cristo avrebbe ricevuto la gloria,
ma sarebbe stata una gloria passeggera, maledetta, infelice.
Ma intanto il tempo non era maturo, e Gesù sapeva, così come profetizzato dall’Antico Testamento,
che il Messia avrebbe dovuto soffrire prima di ricevere la gloria. Inginocchiarsi di fronte al diavolo,
oltre che essere idolatria rivolgendo l’adorazione ad un dio sbagliato, avrebbe alterato
completamente il piano di Dio e di Gesù, che prevedeva la morte sulla croce di Gesù e la sua
resurrezione.
Paradossalmente è un pensiero nel quale cadono anche i discepoli di Gesù. I discepoli sulla Via per
Emmaus, alla fine del Vangelo di Luca, riflettono sulla morte di Gesù e dicono
lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui che
avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste
cose… 25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore nel credere a tutte le cose che i
profeti hanno dette! 26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?»
Gesù doveva passare per la croce per ricevere la gloria, ma non la gloria che il diavolo gli stava
offrendo, ma la gloria di Dio Padre, che anche alla sua resurrezione dirà “Questo è il mio diletto
Figlio nel quale mi sono compiaciuto”.
Senza la Pasqua, senza la morte volontaria di Cristo sulla croce e la sua resurrezione, tutto sarebbe
stato perso per noi. Gesù non avrebbe pagato per i nostri peccati, non si sarebbe immolato per la
nostra liberazione, non avrebbe ubbidito al posto nostro davanti al Padre. Niente e nessuno ci
avrebbe mai potuto salvare dalla condanna eterna da passare all’inferno. Ma Gesù…Ma Gesù è
davvero il Messia, ed è più che contento di dare tutta la gloria al Padre, di adorare lui, di servire lui.
Quella della gloria è un’altra tentazione che il diavolo ama usare contro di noi. Siamo esseri
vanagloriosi, che desiderano essere al centro dell’attenzione, che desiderano ricevere la gloria.
Adamo ed Eva vengono sollecitati proprio in questo modo dal serpente, e cadono perché volevano
per loro stessi la gloria che invece apparteneva a Dio.
Quante volte anche noi siamo attirati da questo idolo. Quante volte siamo guidati non da quello che
fa piacere al Padre, ma da quello che pensano di noi gli altri. E non è un idolo solo di coloro che
sono estroversi ed eccentrici, e che quindi si sentono a proprio agio in mezzo ad una folla. Ma è un
idolo che si manifesta anche in forme più discrete: l’attenzione che riceviamo da una persona amata,
il successo di un nostro post sui social o di un nostro lavoro, i risultati di un ministero della chiesa,
il riconoscimento di chi siamo o di quello che abbiamo fatto. Tutte cose che di per se non sono
sbagliate, ma che possono portarci ad inorgoglirci, a distogliere gli occhi dalla croce vuota di Cristo
e di conseguenza a smettere di desiderare di glorificare, adorare e servire il Signore.

– 3^Tentazione: favoritismo

9 Allora lo portò a Gerusalemme e lo pose sul pinnacolo del tempio, e gli disse: «Se tu sei Figlio di
Dio, gettati giù di qui, 10 perché sta scritto: “Egli darà ordine ai suoi angeli a tuo riguardo, di
proteggerti” 11 e “Essi ti porteranno sulle mani, perché tu non urti col piede contro una pietra”».
Per ultimo, il diavolo porta Gesù sul pinnacolo del tempio e gli chiedi di buttarsi giù. Di nuovo, “se
sei il Figlio di Dio” e in più questa volta anche il diavolo cita il Vecchio Testamento. Questa volta il
diavolo tenta Gesù facendo leva sul rapporto che c’è tra lui e Dio, e sulle promesse di Dio. Il
diavolo sta dicendo “guarda, sei il Figlio di Dio, e nella Bibbia è scritto che il Signore ti proteggerà
sempre e comunque, a prescindere da cosa tu faccia. Tu sei il favorito di Dio, lui userà verso di te
un certo riguardo.”
12 Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non tentare il Signore Dio tuo”».
Gesù risponde al diavolo citano di nuovo Deuteronomio 6. Vi leggo il versetto citato da Gesù con
quelli che vengono subito prima e subito dopo
13 Temerai il Signore, il tuo Dio, lo servirai e giurerai nel suo nome. 14 Non seguirete altri dèi,
presi fra gli dèi degli altri popoli intorno a voi, 15 perché il tuo Dio, il Signore, che sta in mezzo a
te, è un Dio geloso; l’ira del Signore tuo Dio si accenderebbe contro di te e ti farebbe scomparire
dalla terra. 16 Non tenterete il Signore, il vostro Dio, come lo tentaste a Massa. 17 Osserverete
diligentemente i comandamenti del Signore, il vostro Dio, le sue istruzioni e le sue leggi che vi ha
date.
Tante volte Israele aveva pensato di potersela cavare semplicemente perché era il popolo prescelto
da Dio, di poterla scampare perché era come un figlio per Dio. Ma questa idea, questo favoritismo
nei confronti di Israele non veniva certo da Dio, ma era una bugia che veniva dal diavolo e al quale
Israele troppo spesso aveva creduto. Ma Gesù conosceva veramente la natura di Dio, e non avrebbe
tentato Dio con il suo atteggiamento. Gesù non fa leva sul suo rapporto speciale con il Padre per
avere qualcosa in maniera sbagliata, ma è sottomesso al Padre.

Quello del favoritismo, della protezione che possiamo ricevere a prescindere da quello che
combiniamo, è un altro idolo che ci può tentare. In Italia siamo maestri del favoritismo. La
meritocrazia è spesso in secondo piano rispetto alle conoscenze. E quante volte pensiamo di poter
fare la stessa con Dio, di poter sfidare il Signore con il nostro peccato, solo perché siamo suoi figli,
solo perché siamo salvati per grazia, solo perché la nostra salvezza non si può perdere. Ma Cristo ci
mostra come comportarsi in relazione a Dio, come essere dei figli di Dio, in modo da non
provocarlo, tentarlo, ma onorarlo.
Tutti noi siamo tentati materialmente, con la gloria, con il favoritismo e in tanti altri modi. Le
tentazioni di Satana sono micidiali. Come l’anello di Gollum che lo porta a morire, le tentazioni del
diavolo possono distruggerci. Come possiamo resistere a questi attacchi?
Abbiamo visto come Gesù è stato tentato. Abbiamo riflettuto su come noi siamo similmente tentati.
Abbiamo visto come Gesù ha reagito alle tentazioni di Satana. Come reagiamo noi a queste
tentazioni? Come reagisci tu alle tentazioni materiali, di gloria, di favoritismo?
Come reagiamo alle tentazioni del diavolo? Nel testo di oggi troviamo al risposta a questa domanda.
1. La Bibbia
Sconfiggiamo le tentazioni alla luca della Bibbia, alla luce della Parola di Dio. Gesù fatto uomo non
usa un superpotere per scacciare il diavolo, ma si rifugia nella Bibbia. A differenza del diavolo, che
usa la Bibbia in maniera sbagliata, citando dei versetti fuori contesto per giustificare le sue azioni,
Gesù coglie il senso delle Parole che cita, conosce la Verità per come la Bibbia la esprime. E usa la
Bibbia non soltanto per difendersi dagli attacchi del nemico, perché Gesù non cerca di dimostrare a
satana perché ha torto o dove sta sbagliando, ma fa sue le esortazioni della Bibbia: non accettare il
pane, perché non di solo pane vivrà l’uomo, non inginocchiarti davanti al diavolo ma adora il
Signore, il tuo Dio, non aspettarti del favoritismo per non tentare il Signore Dio tuo.
2. Lo Spirito Santo
Sconfiggiamo le tentazioni grazie al lavoro dello Spirito Santo, che guidava Gesù così come guida
noi, che ci avverte degli inganni del nemico, che ci mette in guardia, che rende viva la Parola di Dio
nella nostra vita.
3. Gesù
Ed infine, sconfiggiamo le tentazioni del diavolo grazie a Gesù. Gesù è il nostro modello perfetto.
Ma non è soltanto un esempio che per esperienza sappiamo che non potremo mai raggiungere
perché ciclicamente cadiamo vittima di questa o quella tentazione. Gesù è anche il nostro sommo
sacerdote, che porta a compimento quello che noi per natura non possiamo porre a compimento,
Gesù riesce dove Israele aveva fallito, Gesù riesce dove la sua chiesa oggi fallisce. Gesù è stato
tentato in ogni modo da Satana fino alla morte sulla croce, Gesù ha subito ogni tipo di tentazione
possibile ed immaginabile in modo che io possa essere libero dal potere che le tentazioni avevano
su di me prima di aver dato la mia vita a lui. Gesù ha preso il mio fallimento, le tentazioni che più
mi attirano, le ha fatte morire con su di se alla croce e poi quando è resuscitato ha proclamato che
esse erano rimaste nella tomba, mentre Lui non è più in quella tomba.

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