I doni dello Spirito Santo – Video e Testo

Oggi non ci sarà una lunga introduzione. Andiamo direttamente a leggere un testo biblico che in un certo senso ci servirà da introduzione. Leggiamo da Atti 2. 

 

“2:1 Quando il giorno della Pentecoste giunse, tutti erano insieme[a] nello stesso luogo. 2 Improvvisamente si fece dal cielo un suono come di vento impetuoso che soffia, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti. 3 Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. 4 Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi.

 

5 Or a Gerusalemme soggiornavano dei Giudei, uomini religiosi di ogni nazione che è sotto il cielo. 6 Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua.

 

14 Ma Pietro, levatosi in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così: «Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo e ascoltate attentamente le mie parole.

 

22 «Uomini d’Israele, ascoltate queste parole! Gesù il Nazareno, uomo che Dio ha accreditato fra di voi mediante opere potenti, prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui tra di voi, come voi stessi ben sapete, 23 quest’uomo, quando vi fu dato nelle mani per il determinato consiglio e la prescienza di Dio, voi [lo prendeste e], per mano di iniqui, inchiodandolo sulla croce, lo uccideste; 24 ma Dio lo risuscitò, avendolo sciolto dagli angosciosi legami della morte, perché non era possibile che egli fosse da essa trattenuto.

 

37 Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli[p], che dobbiamo fare?»

 

38 E Pietro [disse] a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri[q] peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. 39 Perché per voi è la promessa, per i vostri figli e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà». 40 E con molte altre parole li scongiurava e li esortava[r], dicendo: «Salvatevi da questa perversa generazione».

 

41 Quelli che accettarono [con piacere] la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone.

 

42 Ed erano perseveranti nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nella comunione fraterna, nel rompere il pane e nelle preghiere. 43 Ognuno era preso da timore; e molti prodigi e segni erano fatti dagli apostoli. 44 Tutti quelli che credevano stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; 45 vendevano le proprietà e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. 46 E ogni giorno andavano assidui e concordi al tempio, rompevano il pane nelle case e prendevano il loro cibo insieme, con gioia e semplicità di cuore, 47 lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Il Signore aggiungeva al loro numero[s] ogni giorno quelli che venivano salvati.”

 

Due settimane fa abbiamo finito la serie di predicazioni dal vangelo di Giovanni. Se ci avete fatto caso, non ho mai detti durante quella predicazione “questa è l’ultima della serie” perchè non sapevo se aggiungere una predicazione sulla venuta dello Spirito Santo tra i discepoli. 

 

Poi qualcuno di voi mi ha chiesto di predicare sul tema dei doni dello spirito santo e ho pensato che questa potesse essere un ottimo modo per passare dai discepoli del Vangelo di Giovanni alla chiesa.

 

Nel testo che abbiamo letto i discepoli, dopo la risurrezione di Cristo e le varie apparizioni di Gesù, sono ora a Gerusalemme, sono in preghiera e sono in attesa di capire cosa fare. E un giorno arriva lo Spirito Santo. Quello Spirito Santo che, come abbiamo visto insieme in Giovanni, era stato promesso dal maestro. Lo Spirito riempie i discepoli, che manifestano questo riempimento attraverso delle parole in lingue che non conoscono e subito dopo con una potente predicazione di Pietro che porta alle prime conversioni, ai primi battesimi, alla nascita della chiesa e della comunione fraterna per la lode di Dio. 

 

E’ bello osservare questa progressione: il Figlio che viene inviato dal Padre, che invia lo Spirito affinchè i discepoli della trinità formino la chiesa. La chiesa e la fondazione di chiesa non è una istituzione umana, ma è il frutto intenzionale del lavoro di Dio

 

Inizio questa riflessione sui doni dello spirito dicendo tre cose che magari possono sembrare scontate, ma sono importantissime. 

 

1- Tutti i credenti ricevono lo Spirito Santo. L’esperienza dei primi discepoli è stata unica, nel senso che hanno dovuto aspettare la venuta dello spirito perchè unica era la circostanza, ovvero il passaggio dal ministero di Gesù,la sua morte e resurrezione. Ogni credente ha lo spirito santo.

 

2- Di conseguenza, ogni credente riceve i benefici dello Spirito Santo. Che sono tanti (dalla guida, alla riprensione, all’insegnamento, al frutto dello spirito). Oggi vogliamo concentrarci sui doni dello Spirito e 1 Corinzi 12 ci ricorda che ogni credente non solo riceve lo Spirito nel momento della conversione, ma riceve anche dei particolari dono dello Spirito.

 

“7 Ora a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per il bene comune.” 

 

Se sei un discepolo di Gesù, hai ricevuto anche dei doni. A volte non ci pensiamo troppo, o pensiamo di non averne. Ma non è vero. E credo che dovremmo innanzitutto ringraziare Dio per questa promessa e per i suoi doni. Un Padre che ci conosce veramente, che dona generosamente ai suoi figli e che continuerà a farlo anche in futuro, quando nuove persone si convertiranno. 

 

3- I doni dello Spirito sono da distinguersi con il frutto dello Spirito. Il dono dello spirito è qualcosa che un credente riceve, come vedremo tra poco, per l’edificazione della chiesa. Non tutti hanno gli stessi doni. Il frutto dello spirito invece è un frutto composto da tante caratteristiche (“amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” Galati 5) che ogni credente, seppure a livelli diversi, deve manifestare nella propria vita. In un certo senso i doni dello spirito comportano una responsabilità diversa rispetto al frutto dello spirito. Il dono dello spirito può essere usato male più facilmente rispetto al frutto dello spirito. Il dono dello spirito può essere usato per esaltare se stessi, per mettersi al centro dell’attenzione, per un tornaconto personale. è per questo motivo che Paolo, in 1 Corinzi 13, dice: potrei avere anche il dono delle lingue, quello della profezia, ma se non ho amore non sono niente. 

 

Avendo chiarito questi tre presupposti vorrei dare una definizione di dono dello spirito santo. L’anno scorso siamo stati con la chiesa di Lucca in ritiro a Poggio Ubertini e abbiamo trattato questo tema. Condivido con voi la definizione di dono dello spirito che ci diede l’oratore del ritiro, un pastore e fondatore di chiese francese. Il quale ha definito il dono dello spirito in questo modo: 

 

il dono è una capacità particolare che Dio dà, nella sua grazia per lo Spirito, a ogni membro del corpo di Cristo per essere utilizzato per l’edificazione della chiesa.”

 

Mi piace molto questa definizione. Di nuovo, è bellissimo notare l’armonia e la sinergia della trinità. Lo spirito non si muove in una direzione mentre il Padre ne vorrebbe un’altra e viceversa. Dio dona, e lo fa attraverso lo Spirito, e lo fa per il corpo di Cristo. Dio dona, e quindi, come suggerisce il nome stesso, il dono è qualcosa che riceviamo, che non possiamo comprare o creare noi artificialmente. è Dio che nella sua sovrana conoscenza sa di cosa ha bisogno la sua chiesa. 

 

I doni dello Spirito sono tanti. Nella Bibbia abbiamo vari elenchi, ma non credo siano esaustivi. Andando avanti nel suo discorso, in 1 Corinzi 12, Paolo afferma che:

 

8 Infatti a uno è data, mediante lo Spirito, parola di sapienza; a un altro, parola di conoscenza, secondo il medesimo Spirito; 9 a un altro, fede, mediante il medesimo Spirito; a un altro, doni di guarigione, per mezzo del medesimo Spirito[b]; 10 a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue; 11 ma tutte queste cose le opera quell’unico e medesimo Spirito, distribuendo i doni a ciascuno in particolare come vuole.

 

Quindi ci sono tanti tipi di doni diversi. Andando avanti Paolo paragonerà questi doni dei credenti alle parti di un corpo, nel quale ovviamente ogni singolo membro ha una funzione particolare. Non tutti sono mano, perchè un corpo del genere non servirebbe a niente. Non tutti possono essere occhio, perchè altrimenti non esisterebbe il corpo. 

 

La definizione diceva anche che questi doni sono dati per l’edificazione della chiesa. Troviamo questo concetto espresso anche in un’altra lettera di Paolo, quella inviata alla chiesa di Efeso. Qui Paolo ribadisce che vi è un solo corpo, così come un solo Signore, e poi scrive che:

 

11 È lui che ha dato alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e dottori, 12 per il perfezionamento dei santi in vista dell’opera del ministero e dell’edificazione del corpo di Cristo, 13 fino a che tutti giungiamo all’unità della fede e della piena conoscenza del Figlio di Dio, allo stato di uomini fatti, all’altezza della statura perfetta di Cristo;”

 

Qui Paolo parla di ruoli, ma credo che non esista un ruolo senza dei doni. Di nuovo, stiamo girando intorno agli stessi concetti osservandoli da lati diversi e notando sfumature diverse. I dono sono amministrati dallo Spirito Santo non per il nostro tornaconto personale, ma per il perfezionamento de santi per il ministero e l’edificazione del corpo di Cristo. 

 

I doni dello Spirito si possono capire e vanno usati in una dinamica di chiesa. SIcuramente in ottica di chiesa universale e regno di Dio. In questo senso è normale usare i propri doni per aiutare varie chiesa, per servire la società, per lavorare per opere para-ecclesiali e missionarie. 

 

Ma è altrettanto vero che la chiesa locale in questo senso è fondamentale. Il Signore ci ha circondato con delle persone. Tu hai ricevuto un dono che non serve a te, ma che serve agli altri. E gli altri hanno un dono che non serve a loro, ma che serve a te. E nell’ambito della chiesa locale questi doni vengono usati, condivisi. Si gode di questi doni, ci si edifica a vicenda. 

 

E c’è un altro motivo molto importante per cui non dobbiamo assolutamente trascurare la chiesa locale. Perchè i doni vengono riconosciuti, affermati e usati nella chiesa locale. Se hai capito che in quanto credente hai sicuramente ricevuto dei doni ma non sai bene quali sono, la chiesa è il posto dove scoprirli, dove usarli, dove farli crescere.

 

Come si possono scoprire i propri doni? Come faccio a sapere cosa Dio mi ha donato tramite lo Spirito affinchè io serva il corpo di Cristo? Qualche consiglio:

 

1- C’è un modo di esercitare i propri doni senza sapere quali sono. Non dobbiamo essere ossessionati dallo scoprire quali sono questi doni. Se sto servendo nella chiesa, se sto servendo i miei fratelli e le mie sorelle, in quale modo sto già usando i miei doni senza nemmeno sapere quali sono. Ripeto: non devo essere ossessionato dalla voglia di scoprire questi doni, perchè il voler capire i propri doni a tutti i costi potrebbe diventare un idolo che mi allontana dal Signore.

 

2- La chiesa, nel suo insieme, dovrebbe riconoscere questi doni. Questo avviene in tre modi:

  • Una persona può riconoscere un proprio dono. Romani 12:3 ci ricorda che dobbiamo avere un concetto sobrio di noi stesso. Questo vuol dire anche conoscerci. E può succedere di capire di avere un determinato dono. Si può capire in preghiera, si può capire con dei pensieri che il Signore mette nelle nostre menti. Si può capire dalle cose che fai. Qualche mese fa ho detto ad una persona della chiesa “Credo che tu abbia il dono della preghiera.” Questa persona mi ha risposto “No non credo, ma so che se non prego impazzisco”. Beh questa è una bella definizione di dono! Se non faccio questa cosa per il Signore, impazzisco. Parlando invece di un mio collega, una volta ho detto “secondo me lui ha il dono di evangelizzazione anche se è una cosa che naturalmente che gli appartiene.” I dono non sono sempre delle cose che ci riescono facilmente, ma una sorta di peso che il Signore ci fa capire e che ci porta ad agire. 
  • I dono possono essere riconosciuti dai membri della chiesa. Dobbiamo imparare ad osservare i nostri fratelli, capire che doni hanno, incoraggiarli in questi doni, esprimere la nostra gratitudine. 
  • Infine i doni possono essere riconosciuti dalla leadership della chiesa, come pastori che non solo conoscono i pregi e i difetti delle proprie pecore ma che hanno anche una visione d’insieme del gregge, della direzione verso la quale si sta camminando, delle difficoltà e delle circostanza.

Idealmente questi tre livelli dovrebbero lavorare insieme in ogni momento, creando un ambiente positivo nel quale dei pensieri che ha un singolo sono confermati da altre persone, un dono che vede un anziano in una persona magari più timida viene notato e confermato dalla testimonianza di altri e così via. 

 

Cosa succede però se questo non avviene? Cosa succede se penso di avere un dono e la chiesa non sfrutta questa mia capacità? Cosa succede se mi sento ferito o amareggiato o trascurato? Se stai provando o hai provato questa sensazione voglio dirti tre cose oggi.

 

  • La prima: guarda, ispeziona il tuo cuore e le tue motivazioni. Perchè questa cosa ti fa star male, veramente? Perchè non ricevi l’attenzione che credi dovresti? Perchè vorrei avere più potere? Questa è una tentazione che tutti noi possiamo provare. In che modo posso applicare il vangelo a questa ferita o tentazione? In che modo il Vangelo mi ricorda che il servizio ha Cristo al centro, che è lui deve ricevere tutta l’attenzione.

 

  • La seconda: l’esercizio del dono è spesso legato ad una chiamata. Sono sempre più convinto che le due cose sono intrinsecamente legate, che dove non arriva il dono arriva la chiamata e viceversa. una persona per esempio può avere il dono di insegnamento, ma non avere una chiamata specifica all’interno della chiesa in un determinato momento e quindi non esercitarlo. Di nuovo, è la comunità chiesa che dovrebbe riconoscere questi doni e le chiamate in modo da usarli per l’edificazione comune. 

 

  • Infine: Dio è in controllo. Dio conosce quello che provi, conosce la frustrazione. I credenti possono sbagliare, ma Dio non sbaglia. Se ti sta facendo attraversare questo periodo, sicuramente lo sta facendo per farti del bene. E, inoltre, Gesù è il capo della chiesa. Lui è il pastore di tutte le pecore, leader e non, della chiesa. 

 

Per la volontà di Dio, attraverso lo Spirito Santo e per l’edificazione del corpo di Cristo tutti i credenti ricevono dei doni. E voglio quindi chiudere con una applicazione: osserva le persone della tua chiesa, identifica i loro doni e di loro quello che hai notato in modo da ringraziarli e incoraggiarli nel loro servizio verso la chiesa. 

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