Imparare a pregare – Luca 11:1-13

Qualcuno ha detto che la preghiera è la madrelingua della fede. Prayer is the native language of faith. La fede “parla” attraverso la preghiera.

Luca 11:1 Gesù si trovava in un certo luogo a pregare e, quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2 Egli disse loro: «Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome; venga il tuo regno; 3 dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, 4 e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore; e non ci esporre alla tentazione”».

Cosa abbiamo visto fare Gesù ripetutamente nel Vangelo di Luca? Pregare. Ed è ancora una volta in preghiera che troviamo Gesù all’inizio di questo nuovo capitolo.

Imponetevi la regola di non intraprendere mai alcuna attività nel ministero senza aver prima cercato Dio in preghiera. Devo andare a Dio in preghiera. È la cosa più simile a Cristo che possiamo fare, fratelli… Gesù ha detto: “Senza di me non potete fare nulla”. La preghiera deve essere al primo posto. Deve essere la nostra priorità in ogni necessità. 2

Gesù è l’esempio perfetto di una persona guidata dalla preghiera e questa cosa colpisce i discepoli, che chiedono in che modo dovessero pregare.

E Gesù di certo non si tira indietro, e Luca ci riporta come istruzione sulla preghiera una versione leggermente modificata e più breve del Padre Nostro più famoso, che viene dal Vangelo di Matteo.

E magari pensi “ah, di nuovo la preghiera, io sono apposto.” Non sminuire un messaggio sulla preghiera, non sminuire l’importanza della preghiera. Sono convinto che tutti noi, a partire da me, abbiamo da imparare, ricordare e applicare tante cose riguardanti la preghiera. Giovanni Calvino ha definito la preghiera il “principale esercizio della fede”.

Gesù dice, quando pregate, pregate in questo modo. è sottinteso che i discepoli preghino spesso e di conseguenza tante delle nostre preghiere dovrebbero ricalcare le parole e i temi di questa preghiera. Dobbiamo assolutamente fare nostra questa preghiera, le sue parole e i temi trattati.

Ho diviso la preghiera in sei parti che voglio analizzare con voi.

1.     Padre – A chi ci rivolgiamo

Vi ricordate quando a scuola ci hanno insegnato come scrivere una lettera? La prima cosa era mettere il destinatario, a chi stiamo scrivendo? La stessa cosa vale nella preghiera: a chi ci stiamo rivolgendo? Ciò che rende difficile la stesura di una lettera formale è che ci sono delle formule complicate da usare. E ci verrebbe da pensare che lo stesso debba avvenire con Dio, no? In fondo ci stiamo rivolgendo al Dio supremo, al Creatore dell’Universo, all’essere più santo, l’unico perfetto. Invece Gesù insegna che in preghiera non abbiamo bisogno di formule e di titoli. Possiamo riflettere, anche in preghiera, su tutti i titoli e le caratteristiche di Dio, ma non dobbiamo elencarle per assicurarci di essere accolti e ascoltati.

No, Dio non è un burocrate in qualche ufficio lontano ma Dio è, secondo l’insegnamento di Gesù, il Padre. Non dobbiamo meritarci la possibilità di presentarci a Dio, ma l’abbiamo di diritto non sulla base di quello che facciamo ma sulla base di quello che ha fatto Gesù sulla croce per noi. Ci rivolgiamo a Dio in quanto nostro padre, questa è l’essenza del nostro rapporto con il Dio dell’universo. è un rapporto famigliare, intimo, saldo.

L’autore alla lettera agli Ebrei scrive queste parole alla fine del capitolo 4:

14 Avendo dunque un grande sommo sacerdote che è passato attraverso i cieli, Gesù, il Figlio di Dio, stiamo fermi nella fede che professiamo…16 Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno.

Visto che Gesù è morto e risorto per noi, noi ora possiamo entrare nella stanza del castello di Dio, possiamo avvicinarci al trono non come dei ribelli che devono essere condannati, ma come dei bambini che vanno al Padre. E come vanno i bambini, come dovremmo andare noi al Padre?

Sapendo che saremo accolti, sapendo che saremo ascoltati, sapendo che la persona alla quale ci rivolgiamo può fare qualcosa di concreto per le nostre richieste.

Il Padre è il destinatario della nostra lettera, della nostra preghiera. Dopodichè abbiamo il testo, il corpo, della preghiera, composto da 5 richieste. Le prime due richieste riguardano Dio. Questo è uno spunto applicativo molto importante per me. “Dimmi per cosa preghi e ti dirò chi sei”. Tante volte le mie preghiere sono incentrate sui miei bisogni, sulle mie richieste, su quello che io vedo e quello che io reputo importante. La preghiera di Gesù invece parte da un altro punto di vista, che è il punto di vista divino.

2.     Sia santificato il tuo nome – L’ambizione suprema

La prima richiesta è che sia santificato il nome di Dio. Si tratta di una richiesta, ma al tempo stesso un atto di adorazione da parte di chi prega. Chi prega riconosce che il nome di Dio è santo, deve essere considerato santo, deve essere riconosciuto come santo. Cosa voglio di più nella mia vita? Probabilmente il modo in cui prego, quello che chiedo, rivela cosa voglio davvero.

In Isaia 3, il profeta ha una visione di Dio, circondato da degli angeli che gridano

3 «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!»

Tutta la terra deve essere riempita della gloria di Dio, della manifestazione della santità di Dio. John Piper ha scritto un articolo in cui elenca 32 prove scritturali che mostrano come Dio faccia tutto per la sua gloria.3 Vi leggo una di queste prove scritturali, poi se volete potete leggere l’articolo completo

Gesù ha detto che risponde alle preghiere perché Dio sia glorificato:

Qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, affinché il Padre sia glorificato nel Figlio. (Giovanni 14:13)

L’ambizione suprema di Dio è manifestare la sua gloria, perché è una cosa bella e giusta riconoscere la sua gloria perfetta, e la nostra ambizione suprema, sopra ad ogni altra cosa, dovrebbe essere che il suo nome sia santificato.

3.     Venga il tuo regno – La manifestazione della sovranità

La seconda richiesta è ancora una richiesta che riguarda Dio ed è che il Regno di Dio venga. In che modo la gloria di Dio riempirà la terra? Con la venuta del suo Regno. Dio regna in maniera sovrana su tutto l’universo, vero? Lo crediamo? Eppure tante volte non sembra così. Com’è possibile che in un universo nel quale regna un Dio buono, ci sono persone che comprano delle armi per uccidere degli innocenti, ci sono padri che picchiano mogli e figli, ci sono persone che vendono droga per arricchirsi?

Il Regno di Dio è reale, ma non del tutto manifestato, ancora. Il Regno di Dio è già presente nel cuore delle persone che credono in Gesù e formano delle comunità, delle chiese locali che vivono non secondo le leggi, le consuetudini e i valori di questo mondo, ma secondo le leggi, consuetudini e i valori del Regno di Dio.

Ma noi vogliamo di più di questo Regno. Quando preghiamo che venga il regno di Dio, preghiamo che la sua sovranità sia resa evidente, sia manifestata. Vogliamo che il Regno di Dio si manifesti in nuovi cuori che si convertono, in nuove chiese che vengono fondate, in nuove aree del mondo che vengono vinte dal Regno di Dio e strappate al regno di satana. E vogliamo che Cristo ritorni, e rendi manifesto e visibile a tutti che lui è il vero sovrano, che il tempo dei malvagi è limitato, che il tempo degli oppressori un giorno finirà.

La nostra vita dovrebbe avere come obiettivi principali la santità di Dio, nelle nostre vite e in tutto il mondo, e il suo Regno, nei nostri cuori e in tutto il mondo.

Dopo queste due richieste, Gesù istruisce i discepoli a farne altre tre, di tipo personale.

4.     Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano – I bisogni concreti

A chi si rivolge un bambino quando ha fame? Cerca di cucinare qualcosa da solo? Esce e va a fare la spesa? Ordina qualcosa su JustEat?

I miei due nipotini avevano a casa loro un angolo adibito ad alimentare con una cucina. Mia nipote ama vendere i vari tipi di cibo, tutti in plastica ovviamente, e mio nipote cucinarli nel microonde o nelle pentole. Eppure quando hanno fame, non pensano minimamente di poter mangiare con quello che hanno, e sanno perfettamente che devono andare dal padre e dalla mamma per ricevere qualcosa.

Lo stesso dovrebbe succedere nelle nostre vite. Solo perché siamo in grado di cucinare, solo perché abbiamo del vero cibo nelle nostre dispense, dobbiamo continuare a rivolgerci, come bambini bisognosi, al nostro Padre celeste.

E’ bello che la preghiera di Gesù non è una preghiera super teorica, solo spirituale. Dio ci ha creato con un corpo, con dei bisogni. Il materiale, il fisico non è da demonizzare. è parte di noi, e Dio vuole prendersi cura anche di questa parte.

La preghiera che Gesù insegna ai discepoli ci porta a ricercare costantemente la manna dal cielo, ovvero a cercare in preghiera il mantenimento dei nostri bisogni in Dio. Dacci ogni giorno il pane quotidiano. Dacci ogni giorno ciò di cui abbiamo bisogno. Non ci preoccupiamo del futuro, caro Padre, ma ti chiediamo di mostrare la tua grande fedeltà e il tuo grande amore dandoci ciò di cui abbiamo bisogno oggi.

5.     E perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore – Il perdono dei peccati

Per alcuni credenti, ciò che è materiale e fisico non dovrebbe occupare i nostri pensieri, per Gesù non è così, d’altronde tutto è stato creato da Dio, il materiale e lo spirituale. Per la maggior parte delle persone nel nostro contesto, però, il materiale prende il sopravvento su tutto il resto. C’è una ricerca continua del pasto perfetto, della macchina più bella, della casa dei sogni. Ciò che possediamo diventa ciò che ci identifica, basta farsi una carrellata di gallerie Instagram dove vediamo postati cibi, vestiti, corpi statuari, macchine, bici, case, vacanze, animali. Quando il materiale prende il sopravvento, perdiamo di vista l’importanza e la priorità della parte spirituale.

Ogni giorno, oltre ad aver bisogno di cibo spirituale, abbiamo bisogno di essere rinnovati spiritualmente. Ogni giorno dobbiamo ricordare che il nostro problema più grande non è cosa mangiare, ma che siamo peccatori, che anche se siamo salvati continuiamo purtroppo a fare errori, a seguire idoli che mettiamo al posto di Dio e che quindi continuamente abbiamo bisogno di perdono.

Forse uno potrebbe pensare che tutto sommato non siamo così malvagi, ma basta guardare ai nostri rapporti interpersonali, con altre persone, per capire che non siamo così apposto come ci piacerebbe pensare. Mentiamo, siamo gelosi, offendiamo, insultiamo, parliamo male, ignoriamo, deludiamo, illudiamo. Tutti noi, in un modo o nell’altro, ci comportiamo male con le persone e le persone si comportano male con noi.

Gesù parlando del perdono lega il perdono divino a quello nostro interpersonale. Quando noi perdoniamo le persone che ci feriscono, che sbagliano nei nostri confronti, possiamo chiedere a Dio di perdonare noi. (Romani 5: 7 Difficilmente uno morirebbe per un giusto, ma forse per una persona buona qualcuno avrebbe il coraggio di morire; 8 Dio invece mostra il proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi.)

Perdonare gli altri vuol dire che ho compreso la profondità dell’amore e del perdono di Dio nei miei confronti, vuol dire comprendere che senza il suo perdono ero perso e che, grazie alla potenza del suo amore e del suo perdono, io posso perdonare gli altri.

6.     E non ci esporre alla tentazione – la sua protezione

Infine, l’ultima petizione. é il grido di un bambino che si affaccia di fronte ad un mondo pericoloso, difficile, stancante: non ci esporre alla tentazione. Dopo aver parlato con il Padre, aver riflettuto sul rapporto che ci lega, aver ricordato i suoi obiettivi, aver fatto le nostre richieste andiamo via non con orgoglio e con fiducia nei nostri mezzi, ma invocando la sua protezione.

E che tipo di protezione invochiamo? Gesù non chiede a Dio di rimuovere le difficoltà, di cambiare le cose brutte della vita in cose belle. Gesù non chiede di avere una vita libera da afflizioni, da sfide, da dubbi, da sconforto. Tutto cose che si possono chiedere, ma che non vengono menzionate da Gesù.

No, Gesù ci insegna a chiedere di non essere esposti a tentazione. Come credenti possiamo affrontare le sfide più grandi della vita, così come le gioie più grandi della vita, senza peccare. Possiamo essere come Giobbe e perdere tutto, ma non peccare. Possiamo, come Giuseppe, diventare uomini ricchissimi e non peccare. Il problema non sono le circostanze della vita, ma come rispondiamo ad esse. Il pericolo più grande nella nostra vita è cedere, arrendersi al peccato, guardare al peccato e desiderarlo così tanto al punto da servirlo invece che allontanarsi da esso per adorare Dio. Il problema non sono le sfide o le benedizioni, ma rispondere ad esse con ira, gelosia, avidità, rancore, lussuria, apatia, ribellione.

Gridiamo come bambini indifesi: Padre, proteggici tu dal pericolo del male. Facciamolo con convinzione e coraggio, ricordando le parole di Paolo ai corinzi:

13 Nessuna tentazione vi ha colti, che non sia stata umana; però Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze; ma con la tentazione vi darà anche la via d’uscirne, affinché la possiate sopportare.

–  A chi ci rivolgiamo: Padre

  • L’ambizione suprema: Sia santificato il tuo nome

–  La manifestazione della sovranità: Venga il tuo regno

  • I bisogni concreti: Dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano

–  Il perdono dei peccati: E perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo a ogni nostro debitore

  • la sua protezione: E non ci esporre alla tentazione Il modo in cui preghiamo

5 Poi disse loro: «Se uno di voi ha un amico, e va da lui a mezzanotte e gli dice: “Amico, prestami tre

pani, 6 perché mi è arrivato un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti”; 7 e se quello dal di dentro gli risponde: “Non darmi fastidio; la porta è già chiusa e i miei bambini sono con me a letto, io non posso alzarmi per darteli”, 8 io vi dico che se anche non si alzasse a darglieli perché gli è amico, tuttavia, per la sua importunità[b], si alzerà e gli darà tutto ciò di cui ha bisogno. 9 Io altresì vi dico: chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto. 10 Perché chiunque chiede riceve, chi cerca trova, e sarà aperto a chi bussa. 11 E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede un pesce, gli dia invece un serpente? 12 Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? 13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!» 

Dopo aver istruito i discepoli su cosa chiedere in preghiera, Gesù mostra loro anche come farlo. E queste considerazioni ci spingono ancora di più a pregare.

E quindi, brevemente:

Prega sapendo che Dio è infinitamente generoso

Se noi saremmo disposti ad alzarci a notte fonda perché un nostro amico ce lo chiede, quanto di più Dio, che è infinitamente generoso e ha sacrificato addirittura il suo unico Figlio per noi, risponderà alle nostre preghiere?

Prega sapendo che Dio risponde

Non ti stancare, non demordere, prega incessantemente. Perché? Perché Dio promette che ci cerca troverà, a chi bussa verrà aperto. Non mollare.

Pregare sapendo che Dio ti dirà ciò che è meglio per te

Dio è il Padre più buono e saggio che possiamo avere. Dio ci darà ciò di cui abbiamo bisogno, e in particolare lo Spirito Santo, per guidarci nel pregare nel modo giusto e per poi vivere nel modo giusto.

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