La battaglia spirituale – Luca 8:26-39

Un mio amico e “collega” mi ha raccontato come durante un viaggio missionario in un paese che aveva appena subito una catastrofe naturale ha avuto la sua prima esperienza con dei demoni, durante una visita ad una persona. E questo mio amico mi ha detto una cosa di questo tipo “Michel, sono cose alle quali non ti preparano quando studi alla scuola biblica.”

Non ti chiedo come reagiresti di fronte ad una manifestazione demoniaca. Ma ti chiedo almeno come reagisci al pensiero che i demoni esistono. Non lo dico per farti spaventare, e al tempo non lo dico con leggerezza, come se queste cose non fossero reali.

Paolo ci ricorda che siamo nel bel mezzo di una guerra, che non si combatte però contro le persone:

Efesini 6:11 Rivestitevi della completa armatura di Dio, affinché possiate star saldi contro le insidie del diavolo; 12 il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti.

Spesso, presi dalle preoccupazioni e dagli impegni di tutti i giorni, o forse perché alcune cose con le vediamo e non le viviamo ci dimentichiamo di questo fatto e viviamo la vita come se niente fosse.

Invece questa realtà dovrebbe essere sempre di fronte ai nostri occhi, avendo un atteggiamento sobrio ed equilibrato, consci del fatto che Cristo è il Re che ha già vinto questa guerra.

Luca 8:26 Approdarono nel paese dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27 Quando egli fu sceso a terra, gli venne incontro un uomo della città: era posseduto da demòni e da molto tempo non indossava vestiti; non abitava in una casa, ma stava fra le tombe. 28 Appena vide Gesù, lanciò un grido, gli si gettò ai piedi e disse a gran voce: «Che c’è fra me e te, Gesù,
Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi». 29 Gesù, infatti, aveva comandato allo spirito immondo di uscire da quell’uomo, di cui si era impadronito da molto tempo; e, anche quando lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, spezzava i legami e veniva trascinato via dal demonio nei deserti. 30 Gesù gli domandò [, dicendo]: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Legione»; perché molti demòni erano entrati in lui. 31 Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso. 32 C’era là un branco numeroso di porci che pascolava sul monte; e i demòni lo pregarono di permettere loro di entrare in quelli. Ed egli lo permise. 33 I demòni, usciti da quell’uomo, entrarono nei porci; e quel branco si gettò a precipizio giù nel lago e affogò. 34 Coloro che li custodivano videro ciò che era avvenuto, se ne fuggirono e portarono la notizia in città e per la campagna. 35 La gente uscì a vedere l’accaduto; e, venuta da Gesù, trovò l’uomo dal quale erano usciti i demòni che sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente; e si impaurì. 36 Quelli che avevano visto raccontarono loro come l’indemoniato era stato liberato. 37 L’intera popolazione della regione dei Gerasèni pregò Gesù che se ne andasse via da loro, perché erano presi da grande spavento. Egli, salito su una barca[g], se ne tornò indietro. 38 L’uomo dal quale erano usciti i demòni lo pregava di poter restare con lui, ma egli lo rimandò, dicendo: 39 «Torna a casa tua e racconta le grandi cose che Dio ha fatte per te». Ed egli se ne andò per tutta la città, proclamando le grandi cose che Gesù aveva fatto per lui.

La volta scorsa abbiamo visto come Gesù ordina ai discepoli di attraversare il lago e oggi vediamo che nonostante la tempesta, la barca arriva sana e salva a destinazione. Gesù, come avevamo predetto, mantiene sempre la sua parola.

La prima cosa da notare in questo testo è che il viaggio di Gesù e i suoi discepoli li porta in territorio gentile, ovvero tra stranieri. Luca riportando questo episodio inizia a preparare il
terreno per l’inclusione di tutti i popoli nel piano di salvezza di Dio, una verità che diventerà sempre più chiara con l’avanzare del vangelo e poi del libro degli Atti.

Appena sbarcato Gesù incontra un uomo, posseduto da più demoni. Quando si parla di demoni si possono correre due rischi. Da una parte si può pensare che siano tutte favole, che queste cose non esistono. Dall’altra parte invece si può essere troppo presi da questi aspetti, e viverle con un misto di ossessione e paura. Credo invece che, come tante altre cose, la Bibbia ci esorti ad approcciare queste tematiche, che altro non sono che un aspetto della guerra spirituale tra Dio e satana, con un sano equilibrio. Non è una cosa da ignorare, e non è una cosa sulla quale fissarci. Non è altro che una prova e una sfumatura della realtà spirituale alla quale apparteniamo.

La persona incontrata da Gesù è posseduta. Ecco, citando un commentario, alcuni effetti della possessione demoniaca citati in questo passaggio …

1) il disprezzo della dignità personale (nudità),

2) l’isolamento sociale,

3) il ritiro nel più semplice tipo di rifugio (le grotte, spesso contenenti tombe, erano usate anche come rifugio da i più
poveri),

4) il riconoscimento da parte dei demoni della divinità di Gesù,

5) il controllo demoniaco della parola,

6) le grida

7) la forza straordinaria. La tragedia fondamentale dell’indemoniato non risiedeva nei sintomi mentali o fisici; nel suo caso un essere umano era controllato da poteri totalmente antitetici a Dio, al suo regno e alle benedizioni del regno.

Viviamo in una società che è molto brava a nascondere quelle cose che non vuole far vedere e quindi spesso non conosciamo gli emarginati, i poveri, gli uomini e le donne in prostituzione, i malati fisici e mentali, gli indemoniati, tutte persone che invece Gesù incontrava regolarmente. Ma solo perché non vediamo una cosa, non vuol dire che essa non esista, e soprattutto noi credenti non dovremmo dimenticarcene.

La liberazione: Gesù vince
Una delle cose più incoraggianti che troviamo nel testo, è il versetto 28
28 Appena vide Gesù, lanciò un grido, gli si gettò ai piedi e disse a gran voce: «Che c’è fra me e te, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi».

I demoni conoscono Gesù e la sua autorità. Si tratta di uno degli strumenti più forti di satana, eppure essi tremano alla sola presenza di Gesù. Quale incoraggiamento, quale Signore ci protegge e combatte per noi nelle nostre lotte contro il nemico! E vediamo insieme che cosa succede.

30 Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?» Ed egli rispose: «Legione»; perché molti demòni erano entrati in lui. 31 Ed essi lo pregavano che non comandasse loro di andare nell’abisso. 32 C’era là un branco numeroso di porci che pascolava sul monte; e i demòni lo pregarono di permettere loro di entrare in quelli. Ed egli lo permise. 33 I demòni, usciti da quell’uomo, entrarono nei porci; e quel branco si gettò a precipizio giù nel lago e affogò.

In questi versetti vediamo l’interazione tra Gesù e Legione, i molti demoni che si erano impossessati dell’uomo. In questa interazione vediamo chiaramente chi ha il controllo di tutto, chi regna e chi è sottomesso. La paura dei demoni è quella di finire nell’abisso,
probabilmente il luogo dove sono satana e i demoni ma nel quale in questo momento storico non sono confinati. A questo punto è interessante notare le parole. Gesù comanda al demone di lasciare l’uomo, ma non gli comanda di andare nei maiali ma lo permette.

I maiali, posseduti, si gettano nel lago e affondano. è interessante sapere che nel pensiero dell’epoca l’acqua del mare e del lago rappresentava l’abisso, e in un certo senso sembra che i maiali finiscono comunque li dove non volevano finire.

Ma, qualcuno potrebbe pensare, è giusto che degli innocenti animali vengono sacrificati per il bene di un essere umano? Al giorno d’oggi spesso gli animali vengono trattati meglio degli uomini e ovviamente non voglio dire che gli animali debbano essere trattati male. Ma nell’ordine creazionale del Signore solo gli esseri umani sono creati a sua immagine e
godono di un rapporto speciale con il Signore. Gli animali sono sottoposti dal Signore all’essere umano, che dovrebbe prendersi cura di loro. Purtroppo il peccato ha rovinato questa cosa, e come abbiamo visto qualche mese fa, il creato ha subito non per colpa sua le conseguenze del peccato. Il Signore stesso istituisce il sacrificio degli animali per il popolo di Israele.

Ma Gesù non avrebbe potuto liberare l’uomo senza fare del male agli animali? Forse, ma qui entriamo nel campo della teologia del male e della sofferenza. Non possiamo sempre capire perché il Signore permetta che alcune cose che ci fanno soffrire accadano, ma sappiamo che sicuramente non possiamo incolpare lui per il male e la sofferenza di
questo mondo, che non è il frutto del suo operato ma il frutto dell’operato di satana e delle scelte dell’essere umano. Sappiamo anche che il peccato ha conseguenze reali e che non può essere cancellato senza un sacrificio. E sappiamo che il Padre, per amore, ha sacrificato non un animale, ma il suo unigenito figlio affinché anche noi potessimo essere liberati. Il suo corpo, innocentemente spezzato e trafitto, è il prezzo per la nostra liberazione.

Questa storia ci dimostra che il potere di salvare, risiede in Gesù. Che ancora oggi la sua parola ha autorità sopra ogni cosa, che ancora oggi è la sua parola che libera chi è
posseduto. Questo è vero per gli indemoniati, che hanno come unica speranza Gesù, ma è vero anche per coloro che semplicemente sono ancora ribelli al Signore. Tutti coloro che non sono liberati da Gesù sono come dei pazzi, che sbraitano e imprecano di fronte ad un Dio d’amore, di santità.

Coloro che non credono al Signore, appartengono a satana. Noi, prima di essere salvati, appartenevamo al nemico, ma Cristo ci ha liberati per mezzo del suo sacrificio condiviso per mezzo della sua Parola che ha fatto breccia in noi per la potenza dello Spirito Santo. Anche se le nostre circostanze possono essere diverse dal protagonista della storia di oggi, una cosa è la stessa: siamo circondati da una guerra spirituale, e Gesù ha vinto, sta vincendo, e vincerà, non c’è Legione che demoni che possa fermarlo.

La reazione della folla
34 Coloro che li custodivano videro ciò che era avvenuto, se ne fuggirono e portarono la notizia in città e per la campagna. 35 La gente uscì a vedere l’accaduto; e, venuta da Gesù, trovò l’uomo dal quale erano usciti i demòni che sedeva ai piedi di Gesù, vestito e sano di mente; e si impaurì. 36 Quelli che avevano visto raccontarono loro come l’indemoniato era stato liberato. 37 L’intera popolazione della regione dei Gerasèni pregò Gesù che se ne andasse via da loro, perché erano presi da grande spavento. Egli, salito su una barca[g], se ne tornò indietro.

I pastori dei maiali, vista questa cosa, tornando indietro verso il villaggio raccontando a tutti quello che hanno visto. Di conseguenza una grande folla va a trovare Gesù. E cosa vedono quando arrivano? Cosa è successo all’uomo nel quale è intervento Gesù, liberandolo? Lui che era nudo, isolato, incontrollabile ora siede ai piedi di Gesù, vestito, tranquillo, sano di mente. Un miracolo incredibile. Una cosa che avrebbe dovuto far riflettere sulla grandezza e la potenza di Gesù.

Eppure, ancora una volta, la reazione di fronte ad un miracolo di Gesù non è quella che ci saremmo aspettati. La gente è impaurita e spaventata, e invece che chiedere a Gesù di
rimanere, chiede a Gesù di andare via.

Non so se avete visto il nuovo film con Leonardo Di Caprio. Si chiama Don’t Look Up e, senza dare spoiler, parla di due scienziati che scoprono una notizia sconvolgente: il pianeta terra sta per essere distrutto da un enorme meteorite! Ma c’è ancora speranza, la notizia è tragica ma la buona notizia è che c’è ancora tempo. Nel film le persone non reagiscono certo come ci si aspetterebbe.

Esattamente la stessa cosa succede con il vangelo, la buona notizia incarnatasi in Gesù. è una notizia tragica, perché presenta all’essere umano tutto il suo problema e la sua incapacità di salvarsi, ma al tempo stesso è una buona notizia perché non solo c’è tempo per porre rimedio, ma sappiamo anche come porre rimedio, e l’abbiamo visto oggi: Gesù è l’unico rimedio. Eppure le persone reagiscono in mille modi diversi: chi si spaventa di fronte a Cristo e quello che rappresenta, chi deride il vangelo, chi fa finta di niente, chi rimanda a domani una decisione. Questo non ci dovrebbe stupire, abbiamo visto qualche settimana fa come Cristo abbia descritto qualcosa di simile attraverso la parabola del seme e i diversi terreni. è anche questa una conferma e una sfumatura della battaglia spirituale di cui stiamo
parlando. E dobbiamo semplicemente ricordarcelo quando ci confrontiamo con “il mondo”, con quella parte dell’universo che è contro Dio.

E soprattutto dobbiamo domandarci come stiamo reagendo noi. Ho reagito positivamente alla venuta di Gesù, con la sua autorità? Sto continuando a reagire positivamente? In altre parole, sto reagendo come l’uomo che è stato liberato dai demoni?

La reazione dell’uomo liberato
38 L’uomo dal quale erano usciti i demòni lo pregava di poter restare con lui, ma egli lo rimandò, dicendo: 39 «Torna a casa tua e racconta le grandi cose che Dio ha fatte per te». Ed egli se ne andò per tutta la città, proclamando le grandi cose che Gesù aveva fatto per lui.

Abbiamo già visto dove si trovava l’uomo liberato. Ai piedi di Gesù. E ai piedi di Gesù avrebbe probabilmente voluto rimanere a lungo. L’uomo liberato, che aveva sperimentato
sulla sua pelle tutta la bruttura della prigionia spirituale, voleva seguire Gesù, rimanere con Gesù.

Gesù invece lo manda a evangelizzare. Prima ancora degli apostoli, prima ancora degli ebrei, il primo missionario cristiano è uno straniero, un ex indemoniato, con zero
preparazione accademica, che viene mandato a proclamare il Regno di Dio in un territorio straniero. Il Vangelo di Marco riporta lo stesso episodio, aggiungendo solo qualche parola.

Marco 5:18 Com’egli saliva sulla barca, l’uomo che era stato indemoniato lo pregava di poter stare con lui. 19 Gesù[i] non glielo permise, ma gli disse: «Va’ a casa tua dai tuoi e racconta
loro le grandi cose che il Signore ti ha fatte, e come ha avuto pietà di te». 20 Ed egli se ne andò e cominciò a proclamare nella Decapoli le grandi cose che Gesù aveva fatte per lui. E tutti si meravigliavano.

L’episodio di oggi ci porta a riflettere sulla battaglia spirituale, che sta avvenendo all’insaputa di questo mondo. Una battaglia cruenta, in cui coloro che non appartengono al Signore sono alla mercé di satana e dei suoi demoni. Ma ci ricorda anche chi ha la capacità di liberare. Ci porta a non fissare lo sguardo su Gesù, che è in grado di liberare e continua a liberare, anche quando le folle non comprendono questa cosa. E ci ricorda che Gesù ci libera dalle catena del male per poterlo servire, per poter parlare di lui, per andare a proclamarlo, in ogni fase della nostra vita.

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