La missione più importante – Luca 10:1-16

The interstellar exploration through the galaxy. Original from Official SpaceX Photos. Digitally enhanced by rawpixel.

Avete presente i film di azione tipo “Mission Impossible”,” Jason Bourne”, “007”? O libri come “I tre moschettieri” o anche “Il Signore degli anelli”?

In genere in queste opere c’è un problema iniziale che deve essere risolto: un attacco terroristico, un complotto degli agenti segreti, una guerra che sta per scoppiare o anche un anello che deve essere distrutto. L’eroe di turno è chiamato a risolvere questo problema.

Si tratta di un eroe speciale, ovviamente, unico, solo lui può riuscire nell’impresa. E spesso questo eroe è accompagnato e aiutato da una cerchia ristretta di fedelissimi che aiutano il nostro eroe.

In un certo senso questo è quello che avviene con la storia del Vangelo. Il Signore Gesù interviene per risolvere il problema del peccato. Lui è l’eroe unico, speciale, l’unico in grado di risolvere il problema del peccato, il problema della distanza incolmabile tra noi e Dio. E Gesù riesce nel suo lavoro con l’aiuto, più o meno concreto, di 12 discepoli.

Abbiamo visto in Luca capitolo 9 come Gesù abbia mandato questi 12 apostoli ad annunciare il Vangelo, abbiamo visto Pietro riconoscere in Gesù il Cristo, Signore e Salvatore. Abbiamo visto Gesù dare indicazione sul cosa vuol dire essere suoi discepoli.

Alla fine di ogni film o libro d’azione, l’eroe risolve il problema iniziale e si conclude la storia, almeno fino a quando non esce un nuovo film o nuovo libro della saga. Qualcuno che legge la storia della Bibbia potrebbe pensare la stessa cosa. Gesù sconfigge la morte e il peccato resuscitando, fine della storia. Il nuovo capitolo della saga poi vede 12 superuomini portare a compimento la storia.

Nel passo che leggiamo oggi vediamo però che la storia non è esattamente questa.

Luca 10:1 Dopo queste cose, il Signore designò altri settanta[a] discepoli e li mandò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove egli stesso stava per andare. 2 E diceva loro:

«La mèsse è grande, ma gli operai sono pochi; pregate dunque il Signore della mèsse perché spinga degli operai nella sua mèsse. 3 Andate! Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. 4 Non portate né borsa, né sacca, né calzari, e non salutate nessuno per via. 5 In qualunque casa entriate, dite prima: “Pace a questa casa!” 6 Se vi è lì un figlio di pace, la vostra pace riposerà su di lui; se no, ritornerà a voi. 7 Rimanete in quella stessa casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno del suo salario[b]. Non passate di casa in casa. 8 In qualunque città entriate, se vi ricevono, mangiate ciò che vi sarà messo davanti, 9 guarite i malati che ci saranno e dite loro: “Il regno di Dio si è avvicinato a voi”. 10 Ma in qualunque città entriate, se non vi ricevono, uscite sulle piazze e dite: 11 “Perfino la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate tuttavia questo, che il regno di Dio si è avvicinato a voi”. 12 Io vi dico[e] che in quel giorno la sorte di Sodoma sarà più tollerabile di quella di tale città. 13 «Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida! Perché se in Tiro e in Sidone fossero state fatte le opere potenti compiute tra di voi, già da tempo si sarebbero ravvedute, sedendo con sacco e cenere. 14 Perciò, nel giudizio, la sorte di Tiro e di Sidone sarà più tollerabile della vostra. 15 E tu, Capernaum, sarai forse innalzata fino al cielo? No, tu scenderai fino all’Ades.16 Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato».

–    Una missione che include tutti (70)

Ci troviamo di fronte ad uno di quei brani che impattano la nostra vita e il nostro agire in base a come lo interpretiamo. Luca riporta questo episodio per ordinare a tutti i suoi lettori di fare esattamente le stesse cose? O tramite questo episodio i lettori originali, e noi oggi, riceviamo dei principi da applicare alle nostre vite? Credo che sia la seconda. Non credo che il testo sia normativo, anche se non c’è niente di male ad andare in giro a coppie per parlare di Gesù, come fanno i Testimoni di Geova. Ma non c’è niente di male a prendere i principi che riporta Luca, e applicarli al nostro contesto. In questi versetti si parla della missione dei discepoli, dello scopo dei discepoli.

E la prima cosa che vediamo, nel brano di oggi, è che il Signore non affida la missione soltanto ai 12, ma l’affida anche ad altri discepoli. In questo episodio Gesù affida la missione a 70 (o 72) discepoli. Ed è un episodio fortemente simbolico. La missione è affidata a tutti. è una missione che include tutti. Qui non ci sono pochi supereroi che devono risolvere il problema. Il problema, una volta per tutte, è stato risolto da Gesù. E Gesù manda non solo i 12, ma anche i 70, ad annunciare la sua venuta. Non solo i 12, non solo i 70, ma tutti i discepoli. Questa è la nostra missione.

Noi annunciamo l’arrivo di Gesù. Noi parliamo con l’autorità che lui, il Re dei Re, affida a noi, suoi discepoli. Alla fine del nostro brano abbiamo infatti letto:

16Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato

Per i 70 discepoli questo era letteralmente vero, perchè Gesù manda in avanscoperta i discepoli e poi segue. Ma è vero anche per noi. Che siamo mandati per annunciare l’arrivo di Gesù. Tutti i discepoli di Gesù sono coinvolti in questa missione, che quindi riguarda ognuno di noi. E una missione che è rivolta a tutti quanti. 70 potrebbe rappresentare simbolicamente tutte le nazioni, e sappiamo bene che la storia della Bibbia insegna che tutte le nazioni sono incluse nel Vangelo. E c’è un altro elemento che ci porta a pensare che questa missione sia rivolta a tutti, il fatto che Gesù dice ai discepoli di mangiare ogni tipo di cibo che verrà messo loro davanti, quindi eventualmente anche del cibo impuro nelle case dei non ebrei. Non doveva essere il cibo a fermare la missione dei discepoli, non deve essere il cibo o qualsiasi altra secondaria a fermare la missione: raggiungere il mondo.

–    Una missione per cui pregare (come si compie questa missione? pregando)

Certo, raggiungere tutto il mondo è un compito mastodontico. è lo stesso Gesù a rimarcare questo concetto: la messe è grande. Da bambini guardavamo un cartone che si chiamava Holly e Benji, nel quale i calciatori correvano su un campo di calcio enorme, che non finiva mai. Il campo della missione di Gesù è il mondo intero, un campo che sembra non finire mai. Ed è interessante che oltre ad essere una missione che include tutti, la missione di Gesù è una missione nella quale i discepoli devono pregare. è una missione che raggiunge il suo obiettivo non soltanto attraverso delle azioni concrete, ma soprattutto attraverso la preghiera. “Chiedete e vi sarà dato” dice il Vangelo di Matteo, perchè avete un Padre celeste che è mille volte meglio dei padri terreni. Paolo aggiunge, in Romani 8: “32 Colui che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti, non ci donerà forse anche tutte le cose con lui?”

Noi vogliamo far arrivare il messaggio di Gesù ai nostri amici, ai nostri colleghi, alla città di Pisa, al nostro Paese e fino all’estremità della terra? Chiediamo al Signore che ci mandi le persone adatte. Stiamo per entrare in un periodo di transizione per la nostra chiesa, durante il quale molti membri andranno via. Piuttosto che essere scoraggiati, cogliamo l’incredibile opportunità che abbiamo per pregare a Dio che chi andrà via da questa chiesa continuerà ad essere un operaio della missione, ma in un altro campo, e che il Signore ci mandi gli operai di cui abbiamo bisogno per poterlo annunciare in questa città.

–    Una missione urgente (andate!)

Quando sono stato negli Stati Uniti per la prima volta ho vissuto su un campus universitario ed una delle prime cose che mi ha colpito è stato il fatto che le persone si salutavano dicendo “What’s up?”, ovvero “come va?” ma non si fermavano mai ad ascoltare la risposta. Ogni volta che succedeva pensavo, che maleducati! Eppure è quello che Gesù ordina ai suoi discepoli, non è vero?

Versetto 4 Non portate né borsa, né sacca, né calzari, e non salutate nessuno per via.

Ovviamente non credo che Gesù stia dicendo che dobbiamo essere maleducati. Ma la missione che ci affida oltre ad essere inclusiva e una missione per la quale pregare, è una missione urgente. Non prendete niente con voi, partite e non fermatevi a salutare le persone per strada. Gesù sta chiaramente enfatizzando l’urgenza della sua missione, un’urgenza che come credenti spesso dimentichiamo. Gesù al versetto usa un imperativo, un ordine, per mandare i discepoli: Andate! La missione non si ferma alla preghiera, ma la missione di Gesù va adempiuta con urgenza.

Quali sono per noi le borse, le sacche, i calzari e le persone per strada? Cosa ci distrae dall’urgenza della missione?

Potrebbe essere il desiderio di raggiungere una stabilità economica o lavorativa che ci permetta di “stare tranquilli”. Potrebbe essere la compagnia di persone che ci piacciono ma che ci distraggono dalla nostra missione. Potrebbero essere i film, la musica, i vestiti, lo sport, i social media. Davanti a queste distrazioni dobbiamo domandarci, che tipo di missione mi ha assegnato Gesù? La sto compiendo con urgenza?

–    Una missione pericolosa

Le distrazioni sono solo un elemento che rende difficile questa missione. Un altro elemento è la pericolosità. Il Signore ci affida una missione pericolosa: Ecco, io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi. (3)

In un testo parallelo a questo testo nel Vangelo di Matteo, è scritto così:

Matteo 10:16 «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi; siate dunque prudenti come i serpenti e semplici come le colombe. 17 Guardatevi dagli uomini; perché vi metteranno in mano ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; 18 e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per servire di testimonianza davanti a loro e ai pagani. 19 Ma quando vi metteranno nelle loro mani, non preoccupatevi di come parlerete o di quello che dovrete dire; perché in quel momento stesso vi sarà dato ciò che dovrete dire. 20 Poiché non siete voi che parlate, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi.

21 Il fratello darà il fratello a morte, e il padre il figlio; i figli insorgeranno contro i genitori e li faranno morire. 22 Sarete odiati da tutti a causa del mio nome; ma chi avrà perseverato sino alla fine sarà salvato. 23 Quando vi perseguiteranno in una città, fuggite in un’altra; perché io vi dico in verità che non avrete finito di percorrere le città d’Israele, prima che il Figlio dell’uomo sia venuto.

La mission impossible di Tom Cruise, o la missione di 007 non è mai una cosa semplice come andare a fare la spesa nel negozio sotto casa. A maggior ragione la missione di Gesù, nella quale i suoi ambasciatori entrano in un regno nemico governato da satana e dal male, non è semplice. Come abbiamo visto in Apocalisse e con Mark, a volte il pericolo è il pugno di satana, la forza, la persecuzione. A volte sono le seduzioni e le ideologie di satana. Una delle trappole nelle quali cade la chiesa, per esempio, è pensare che il Vangelo abbia solo ripercussioni sociali, che il compito della chiesa è semplicemente quello di abolire la povertà, aiutare le persone con dipendenze, aiutare chi è solo, prendersi cura di questo pianeta. Sono tutte cose giuste e importanti, ma questo tipo di vangelo sociale non deve prendere il sopravvento sull’importanza della proclamazione del Vangelo, del peccato, del bisogno di un Salvatore e della realtà di un giudizio eterno, del paradiso e dell’inferno.

Non possiamo abbassare la guardia. Noi siamo gli agnelli, loro sono i lupi. Ma siamo agnelli guidati dal Buon Pastore, agnelli che sono al sicuro con Gesù e che per questo non temono i pericoli dei lupi.

Abbiamo visto com’è la missione che Gesù ci affida: inclusiva, di preghiera, urgente e pericolosa. Ma qual è l’obiettivo di questa missione?

Luca 10 ci ricorda che questa missione ha un unico obiettivo, dai due risvolti, come presentare un’unica moneta dalle due facce. L’obiettivo è annunciare l’arrivo del Regno di Dio: il Regno di Dio si è avvicinato. Sarebbe interessante riflettere sulle implicazioni di questa affermazione sulla nostra evangelizzazione. Siamo mandati da Gesù ad annunciare un invito o un decreto imperiale? Stiamo riflettendo in queste settimane su come, in quanto figli di Dio, noi regniamo, giudichiamo, perdoniamo e riteniamo i peccati. Vediamo come

–    L’obiettivo di questa missione: annunciare pace

Noi andiamo dalle persone per annunciare che il Regno di Dio è arrivato, per annunciare e proclamare che il Dio dell’universo ha decretato pace con l’essere umano grazie al Cristo, grazie al suo sacrificio, la sua morte e la sua resurrezione. Questo è un tema ricorrente nella Bibbia. L’arrivo di Gesù e l’opera di Gesù significano una cosa: pace. Pace per i peccatori, pace per chi è angosciato, pace per chi si sente sporco e colpevole, pace per chi si sente stanco. Ma non tutti sono pronti ad accettare questo messaggio. Gesù quindi esorta a cercare le persone di pace, i figli di pace, ovvero le persone che vogliono questa pace. E mi rendo conto che è un principio difficile da interpretare nella vita di tutti i giorni.

Ovviamente non vogliamo scegliere noi a priori chi è una persona di pace. Ma, allo stesso tempo, non vogliamo focalizzarci solo su chi risponde positivamente al Vangelo a primo

impatto. Per alcuni credenti e per alcune chiese, questo è il modus operandi: si cercano persone di pace e ci si concentra solo su loro, ignorando chi sembra non essere recettivo al Vangelo. Io credo che sia esagerato, ma credo anche che sia giusto essere ricettivi, avere discernimento, cercare di capire come lo Spirito sta agendo e sfruttare le porte che si aprono e magari essere meno impegnati di fronte a delle porte che sono chiuse. E penso che sia un esercizio utile da fare, quando pensiamo ai nostri contatti, ai nostri amici, ai nostri famigliari che non sono ancora salvati. Non dovremmo parlare ed evangelizzare soltanto chi noi vogliamo si salvi, ma soprattutto chi sembra essere toccato dallo Spirito, che agisce non secondo i nostri desideri, ma come un vento.(Giovanni 3:8) (Capito?)

–    L’obiettivo di questa pace: annunciare giudizio

L’altra faccia della medaglia del Regno di Dio è l’annuncio del giudizio. Chi non accetta l’offerta di pace da parte del Re dei Re, sceglie di conseguenza di andare contro il castigo del Signore dei signori. Anche qui, non credo che, vivendo in un contesto diverso, una cultura diversa, con simbologie diverse, dobbiamo andare in giro scuotendo la polvere dalle nostre scarpe. Ma credo piuttosto che dobbiamo avere bene in mente anche questa componente del Regno di Dio.

Coloro che rifiutano il Vangelo, soprattutto la completezza del Vangelo che abbiamo noi oggi, con tutta la rivelazione della Bibbia, il Canone chiuso, 2000 anni di storia della Chiesa, sono addirittura peggio delle città come Sodoma e Gomorra, che sono state distrutte per la loro empietà, ma anche peggio delle città come Corazin, Betsàida e Capernaum, città nelle quali Gesù aveva predicato e svolto il suo ministero. Gesù ci invia per annunciare la sua pace e il suo giudizio.

16:Chi ascolta voi ascolta me; chi respinge voi respinge me, e chi rifiuta me rifiuta Colui che mi ha mandato

 Non ti piacerebbe avere una missione speciale? Ce l’hai. Una missione speciale, la più importante, che è più importante di ogni altra missione, più urgente di ogni altra missione, più pericolosa di ogni altra missione. E la cosa incredibile è che puoi compierla non perché sei un eroe speciale, unico, imbattibile. Perché tutti noi siamo pieni di casini. Ma Gesù è il nostro eroe perfetto, lui ha reso l’impossibile possibile e ora ti affida il compito di annunciare quanto successo, farlo includendo tutti, pregando, con urgenza, nonostante i pericoli e proclamando la pace e il giudizio del Regno di Dio.

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