La vita da single – Audio e Testo

Buonasera a tutti! È un grande privilegio per me questa sera essere insieme a voi e parlare di un argomento speciale: i single. E, come sapete, vi parlo da single. Non vi parlo come qualcuno che ha sempre la situazione sotto controllo, che non sbaglia, che non si sente solo. Sono uno di voi!

Conosco tutte le sfide che ci sono nell’essere single per tanti anni. Ma è possibile vivere bene questa condizione? Ultimamente ho parlato con una persona della mia chiesa, che si stava sentendo con un ragazzo che le interessava, ma che ha deciso di non approfondire questa conoscenza perché non le sembrava il momento giusto per farlo e non le sembrava che Dio la stesse guidando in quella direzione. WOW! Quando l’ho sentita parlare sono rimasto meravigliato, perché io tante volte non ho avuto questa saggezza e questa forza!

Essere single è un argomento del quale non si parla spesso nelle chiese. Anzi, a dire il vero, se la vostra esperienza è simile alla mia, a volta si parla dei single ma lo si fa in maniera superficiale o scherzosa. Quando si inizia a parlare dei single o si fa qualche battuta, oppure si usano delle frasi fatte, dei modi di dire. Non so se anche a voi è capitato di sentire o di dire queste frasi

“La persona giusta arriverà quando il Signore vorrà”

Oppure “Arriva quando meno te l’aspetti”

“Me lo sento, è dietro l’angolo”

“Prima devi imparare ad amare te stesso”

“quando smetterai di cercarla, la troverai”

“Il Signore ti sta preparando una persona speciale”

 

Il vangelo per i single

Queste frasi spesso ci lasciano scoraggiati. Ci lasciano scoraggiati perché non vanno a fondo nella questione, perché sono delle vaghe promesse e non sappiamo veramente se si avverranno oppure no. E poi sono spesso dette da persone sposate.

Se sei single potresti pensare, o iniziare a pensare, che la chiesa non è un posto per te, o che Dio ti consideri come una persona di serie B, rispetto alle persone sposate. D’altronde non è Dio stesso a dire questa cosa?

Nei primi capitoli della Bibbia, nelle primissime pagine di questo libro che Dio ha lasciato al suo popolo, troviamo delle descrizioni della creazione. Secondo queste descrizioni, Dio crea ogni cosa, e dopo ogni cosa creata il Signore guarda a ciò che ha creato e vede che era buono. Tutto era buono fino a quando in Genesi 2:18 troviamo questa frase

“Poi Dio il Signore disse: «Non è bene che l’uomo sia solo;” (Genesi 2:18)

È la prima volta che nella Bibbia compare qualcosa di non buono. E questa è una frase che spesso usiamo noi single, quando parliamo della nostra condizione. Ci lamentiamo con i nostri famigliari, con i nostri amici, o anche con Dio. “Non è giusto che sono solo, non sono stato creato per questo, da solo non posso fare niente”.

Voglio partire proprio da qui, perché è facile cadere in questa bugia, credere che nel disegno di Dio c’era qualcosa di sbagliato sin dalla creazione.

È vero, Dio non ci ha creati per essere soli, perché Dio stesso non è mai stato solo. Da sempre ha goduto della perfetta e intima unione della Trinità. E possiamo quindi dedurre che il suo piano non preveda che l’uomo sia da solo, ma in comunione con qualcuno di simile a sé.

Qualche anno fa è uscita una serie TV intitolata “The Last Man on Earth” nella quale la terra è abitata da un solo uomo, l’unico sopravvissuto ad una epidemia catastrofica.  E a volte ci sentiamo così, come gli ultimi single sulla faccia della terra, abbandonati a sé stessi.

Adamo invece è “The First man on Earth”, l’unico uomo che abbia mai abitato questo pianeta completamente solo. Ed è pensando ad Adamo nello specifico che Dio dice “Non è bene che l’uomo sia solo”.

E non è soltanto una questione legata al sentirsi solo, non è solo legato ai sentimenti. Adamo aveva ricevuto il comandamento divino di moltiplicarsi, riempire la terra, di governare secondo l’immagine di Dio. E Adamo poteva solo riempire la terra con una donna al suo fianco, poteva solo governare con una donna al suo fianco per rispecchiare l’immagine di un Dio composto da più persone. Dio infatti ha creato l’uomo a sua immagine, maschio e femmina. Insieme l’uomo e la donna sono l’immagine di Dio (Genesi 1:27).

Ripeto, c’è del vero quando diciamo che non è buono rimanere soli, ma dobbiamo stare attenti a non decontestualizzare questo versetto perdendo parte del significato. E dobbiamo stare attenti a non basare la nostra frustrazione, la nostra tristezza, la nostra delusione su un concetto che non è biblico, che non viene da Dio.

Perché Dio desidera con tutto il suo cuore che noi viviamo con dei rapporti forti nella nostra vita. La natura di Dio non prevede la solitudine, quindi il piano buono di Dio non prevede la solitudine per i suoi figli.

Per questo Dio ha mandato suo Figlio, per accoglierci nella sua famiglia, come figli e fratelli di Gesù. Immagino vi sia capitato di andare, da ragazzini, a casa del vostro migliore amico e di essere stati praticamente adottati dalla madre del vostro amico. “Se sei amico di mio figlio, sei mio figlio” vale sia per i genitori terreni che per il Padre celeste. Cristo ha donato sé stesso per portarci con sé presso il Padre. Per portare con sé anche noi single.

Tempo fa ho letto questa citazione che mi è piaciuta tanto: “Se il matrimonio ci mostra la forma del vangelo, la condizione di single ci mostra la sufficienza del vangelo.” (Sam Allberry)

Il matrimonio ci mostra la bellezza del vangelo, l’unione tra Dio e il suo popoli che viene rappresentato bene dall’unione tra un uomo e una donna. L’essere single ci ricorda invece la sufficienza del vangelo, quando per un motivo o un altro siamo costretti a vivere da soli. L’infinito amore di Cristo per una persona come me, per un single con tutti i suoi problemi, con tutte le sue sfide fisiche, emotive, relazionali è sufficiente. È grazie al suo amore che posso far parte di una famiglia composta da un Padre amorevole, da un Figlio che mi rappresenta, e da uno Spirito Santo che vive dentro di me, che mi accompagna in ogni passo, che non mi lascia mai solo. Dobbiamo innanzitutto capire, con le nostre menti, che il vangelo è sufficiente. Dobbiamo capirlo, ricordarcelo e predicarcelo, a noi stesso e agli altri, con semplicità e profondità e non con banalità. Come single possiamo affermare: il vangelo di Cristo è sufficiente.

 La famiglia per i single 

A volte però quello che sappiamo in teoria non ci basta e siamo sopraffatti dalle nostre emozioni. A chi non è capitato di tornare a casa, dopo una giornata difficile e non trovare una persona con la quale condividere quello che ci è successo, di dover affrontare un lavoro difficile e desiderare di poter contare sull’aiuto di qualcuno, di voler essere abbracciati. Ed è così che forse si è sentito Pietro, uno dei discepoli di Gesù, un giorno. Pietro nel testo che stiamo per leggere afferma: noi abbiamo lasciato tutto e tutti, e non vogliamo sentirci soli. La cosa sorprendente è che Gesù non gli dice “io ti basto”, ma gli rivela l’ampiezza del piano di Dio. Leggiamo insieme in Marco 10:

28 Pietro gli disse: «Ecco, noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito». 29 Gesù rispose: «In verità vi dico che non vi è nessuno che abbia lasciato casa, o fratelli, o sorelle, o madre, o padre, o figli, o campi, per amor mio e per amor del vangelo, 30 il quale ora, in questo tempo, non ne riceva cento volte tanto: case, fratelli, sorelle, madri, figli, campi, insieme a persecuzioni e, nel secolo a venire, la vita eterna.

La risposta di Gesù alla “lamentela” di Pietro è compassionevole, paziente, comprensiva. Dio non si è limitato a darci Cristo, che sarebbe comunque sufficiente.  Nella sua bontà ha deciso di creare la chiesa. In Cristo entriamo a far parte di una famiglia nella quale riceviamo fratelli, sorelle, madri, figli. Io faccio parte di una giovanissima chiesa a Pisa e di continuo affermiamo di essere una famiglia. Alcune persone quando pensano ad una chiesa pensano ad un edificio freddo e grigio. Noi quando pensiamo ad una chiesa vogliamo pensare ad una calda famiglia, che accoglie tutti nell’amore di Cristo. La chiesa è la famiglia che Dio ha lasciato a tutti coloro che credono in Cristo Gesù.

E qui voglio esortare benevolmente tutti coloro fra voi che sono sposati. Come credenti e come chiese dobbiamo diventare sempre più una famiglia per coloro che per un motivo o per un altro non godono di questa gioia e di questa benedizione: single, ma anche orfani, vedove, divorziati. Cristo vi ha dato in dono l’immagine del vangelo non soltanto per la vostra gioia, ma anche per l’edificazione del resto della famiglia di chiesa. Vi esorto a passare del tempo con i single e con coloro che sono soli, a creare un ambiente dove si possano sentire al sicuro, dove si possano sfogare e lamentarsi per il dolore che soffrono senza essere presi in giro o trattati superficialmente.

E come single dobbiamo smettere di idealizzare e idolatrare il matrimonio. I nostri amici che sono sposati non vivono vite perfette solo perché sono sposati. Se idealizziamo il matrimonio non saremo in grado di offrire loro il sostegno di cui hanno bisogno, non saremo in grado di aiutarli perché non si sentiranno capiti, non si sentiranno liberi di condividere le sfide e le frustrazioni che vivono nel loro matrimonio con delle persone che pensano che il matrimonio sia la soluzione a tutti i problemi. Nella famiglia di chiesa noi abbiamo bisogno di loro, e loro di noi!

Insieme, noi siamo la famiglia che abbandonate, sufficiente, che Gesù ci ha promesso!

 

Il servizio dei single

Ricapitolando: dobbiamo capire che il vangelo è sufficiente per noi single. Dobbiamo trovare supporto emotivo nella chiesa di Cristo. Ma forse tornando a quello che ho detto all’inizio, qualcuno pensa che essere single sia un fattore squalificante per il servizio del Signore. Va bene avere Cristo, va bene avere la chiesa, ma fino a quando non sono sposato sono un credente di serie B. Magari ti guardi attorno e ti sembra di essere circondato da pastori sposati, coppie sposate che coordinano gruppi di studio, responsabili sposati. Non sembra esserci spazio per te. Fatemi essere chiaro su una cosa: non esistono credenti di Serie B! Dio si aspetta che tutti quelli che entrano a far parte della sua famiglia lavorino per il bene e per la crescita di questa famiglia. Il protagonista principale della Bibbia, Gesù, era single! Un altro protagonista fondamentale, l’apostolo Paolo, non era sposato!

E proprio Paolo afferma quanto segue:

“32 Vorrei che foste senza preoccupazioni. Chi non è sposato si dà pensiero delle cose del Signore, di come potrebbe piacere al Signore; 33 ma colui che è sposato si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere alla moglie, 34 e i suoi interessi sono divisi[k]. La donna senza marito o vergine si dà pensiero delle cose del Signore, per essere consacrata a lui nel corpo e nello spirito; mentre la sposata si dà pensiero delle cose del mondo, come potrebbe piacere al marito.” (1 Corinzi 7:32-34)

In poche parole, Paolo sta dicendo che essere single ti equipaggia in una maniera unica e speciale per il servizio all’interno della chiesa e del Regno di Dio. Io non posso dirvi se e quando il vostro tempo come single finirà. Ci sono momenti in cui non desidererei altro che sapere se e quando non sarò più single io.

Ma quello che posso dirvi è che la cosa che posso e che possiamo fare in questa stagione della nostra vita è sfruttare le benedizioni che il Signore ci ha dato per servirlo. Cristo non è morto per farci sprecare gli anni fermi, in attesa dell’anima gemella. Ma è morto per farci vivere la vita in abbondanza, a prescindere dalla condizione in cui ci troviamo: single, sposati, separati, divorziati, vedovi.

Vi ammetto che ho sprecato tanti giorni, ma in questo periodo della mia vita riesco ad essere anche contento di essere single: sono super impegnato con il lavoro di fondazione di una chiesa, e ho poco tempo per altro. Se sono qui questa sera, è anche perché sono single. Questa mattina prima di partire per Salerno sono riuscito ad incontrarmi con una persona che si sta avvicinando alla fede, fino a domani sono a Salerno, domani sera abbiamo la festa di natale della chiesa, domenica mattina vado ad una riunione di preghiera, nel pomeriggio abbiamo il culto e così via… Probabilmente non riuscirei a fare tutte queste cose in questo periodo della mia vita se il Signore non mi avesse benedetto con l’essere single, una condizione che non ti squalifica ma anzi ti permette di servire in maniera unica Dio e la sua chiesa.

È possibile allora vivere bene questa condizione di single? Si, tante persone dimostrano che sia possibile. Si, perché il vangelo di Cristo è sufficiente. Si, perché nella chiesa troviamo la nostra famiglia. Si, perché Dio desidera e richiede il nostro servizio.

  1. Genaro ha detto:

    Bel racconto bella testimonianza

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