L’arrivo del Re sull’asino – Luca 19_28-48 (solo testo)

Ultimamente uno degli eventi più mondani e chiacchierati è stata l’incoronazione di Re Carlo III.

Ovviamente sappiamo tutti chi è Carlo III: primogenito della defunta Elisabetta II, ex marito di Lady D, marito di Camilla, padre di William e Harry e nuovo re, a 74 anni, del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord e degli altri quattordici reami del Commonwealth.

Forse non tutti sanno che Carlo ha un patrimonio personale stimato di 600 milioni, e , come nuovo sovrano, Carlo assume la proprietà di istituzioni che gestiscono un patrimonio stimato in 42 miliardi.

L’incoronazione è stata trasmessa in mondovisione, il re e la sua consorte hanno viaggiato sue due carrozze la Diamond Jubilee State Coach e la Gold State Coach, maestose carrozze che valgono più di sei milioni di euro. All’evento hanno partecipato circa 2000 persone tra cui numerosi capi di stato.

L’evento è costato più di 100 milioni e si stima che l’introito generato sia oltre il miliardo.

Durante la cerimonia sono state usate due corone: all’interno di Westminster l’arcivescovo di Canterbury ha posto sul capo di Carlo la corona di Sant’ Edoardo in oro massiccio, da sempre custodita nella Torre di Londra.

Al termine della cerimonia nel percorso verso Buckhingham Palace Carlo ha indossato la corona imperiale, più leggera, risalente al 15° secolo, incastonata con 2.868 diamanti, 17 zaffiri, 11 smeraldi e 269 perle.

Tutto, in questo evento, grida: ricchezza, potenza, sfarzosità, importanza.

Ben diversa invece è una profezia fatta da Zaccaria:

9:9 Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e porta salvezza, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina. (La Nuova Diodati)

 

Luca 9:28 Dette queste cose, Gesù andava avanti, salendo a Gerusalemme. 29 Come fu vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, mandò due discepoli, dicendo: 30 «Andate nella borgata di fronte, nella quale, entrando, troverete un puledro legato su cui non è mai salito nessuno; slegatelo e conducetelo qui. 31 Se qualcuno vi domanda perché lo slegate, direte così: “Il Signore ne ha bisogno”».

32 E quelli che erano stati mandati partirono e trovarono proprio come egli aveva detto loro. 33 Mentre essi slegavano il puledro, i suoi padroni dissero loro: «Perché slegate il puledro?» 34 Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».

35 E lo condussero a Gesù; e, gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. 36 Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla via.

37 Quando fu vicino alla città, alla discesa del monte degli Ulivi, tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste, 38 dicendo: «Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi!»

39 Alcuni farisei, tra la folla, gli dissero: «Maestro, sgrida i tuoi discepoli!» 40 Ma egli rispose: «Vi dico che se costoro taceranno, grideranno le pietre».

41 Quando fu vicino, vedendo la città, pianse su di essa, dicendo: 42 «Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la pace! Ma ora è nascosto ai tuoi occhi.

43 Poiché verranno su di te dei giorni nei quali i tuoi nemici ti faranno attorno delle trincee, ti accerchieranno e ti stringeranno da ogni parte; 44 abbatteranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché tu non hai conosciuto il tempo nel quale sei stata visitata».

Gesù, dopo aver raccontato la parabola della mine che abbiamo visto con Stefano Molino, continua il suo cammino verso Gerusalemme. E se leggessimo Luca 19 per la prima volta, potremmo pensare che siamo molto vicini al climax della storia.

Ma come sappiamo, l’avvicinamento trionfale di cui abbiamo letto è solo una parentesi, è solo un passaggio verso il vero epilogo del Vangelo.

Gesù si sta avvicinando a Gerusalemme e lo fa da oriente, infatti passa a Betfage e Betania, vicino al monte degli Ulivi che si trova ad est rispetto alla capitale.

Il testo di oggi è impregnato di Antico Testamento. E penso che il tragitto di Gesù sia un dettaglio importante perchè nell’Antico Testamento vediamo che ad un certo punto, nel libro del profeta Ezechiele, al capitolo 10, che la gloria di Dio abbandona il tempio e Gerusalemme e lo fa andando verso oriente.

In un certo senso con l’opera di Cristo è come se la gloria di Dio stesse tornando da oriente verso Gerusalemme, la salvezza di Dio sta tornado su Gerusalemme e il monte degli Ulivi rappresenta un posto chiave in tutto questo. 

E’ sul monte degli Ulivi che Gesù riunisce i discepoli e prega, è possibile che sul monte degli Ulivi Gesù sia stato crocifisso, ed è in cima al monte degli Ulivi che Gesù ascende al cielo dopo la resurrezione, ed è da Est che Gesù tornerà.

E quando Gesù è vicino a Betfage e a Betania, presso il monte detto degli Ulivi, manda due discepoli a prendere un puledro che non è mai stato cavalcato prima, un puledro, un asino che doveva servire al Signore.

In questo episodio abbiamo l’ennesima dimostrazione che Gesù non è un uomo come tanti altri. Egli infatti manda due suoi discepoli a trovare questo asino da usare verosimilmente gratuitamente e scopriamo che quello che Gesù aveva ordinato e predetto si avvera alla lettera.

Il Signore Gesù sta portando avanti il piano di Dio, un piano nel quale si è pensato ad ogni singolo dettagliato. 

Quando Gesù si ricongiunge con i due discepoli che avevano trovato il puledro e i discepoli mettono i mantelli sull’asino e fanno salire Gesù in groppa all’animale che si incammina verso Gerusalemme.

Di nuovo, abbiamo un chiarissimo e fortissimo richiamo all’Antico Testamento, anche se Luca a differenza di Matteo e Giovanni non cita letteralmente i seguenti versetti:

Zaccaria 9:9 Esulta grandemente, o figlia di Sion, manda grida di gioia o figlia di Gerusalemme! Ecco, il tuo re viene a te; egli è giusto e porta salvezza, umile e montato sopra un asino, sopra un puledro d’asina.

Lasciate perdere lo sfarzo dell’incoronazione di Carlo III. Ecco la manifestazione del Messia, del Re giusto, vittorioso: in groppa ad un asino, umile.

I re che venivano per conquistare e uccidere, per liberare con la forza dai sistemi politici venivano cavalcando su un possente destriero da guerra. Gesù invece arriva su un puledro, mansueto, umile, il re di pace.

Anche Salomone, il re di pace dopo le guerre di Saul e Davide, cavalca un asino il giorno della sua incoronazione.

Gesù si avvicina a Gerusalemme, proprio come aveva profetizzato Zaccaria, e Gerusalemme esulta di gioia. Mentre Gesù avanzava, i discepoli posavano i loro mantelli sulla strada.

Perchè fanno questa cosa?

Torniamo un attimo nell’Antico Testamento, e andiamo in 2 Re 9

9 1 Allora il profeta Eliseo chiamò uno dei discepoli dei profeti e gli disse: «Cingiti i fianchi, prendi con te questo vasetto d’olio e va’ a Ramot di Galaad. 2 Quando vi sarai arrivato, cerca di vedere Ieu, figlio di Ieosafat, figlio di Nimsi; entra, fallo alzare in mezzo ai suoi fratelli e conducilo in una camera appartata. 3 Poi prendi il vasetto d’olio, versaglielo sul capo e digli: “Così dice il Signore: ‘Io ti ungo re d’Israele’”. Poi apri la porta e fuggi senza indugiare»….

11 Quando Ieu uscì per raggiungere i servitori del suo signore, gli dissero: «Va tutto bene? Perché quel pazzo è venuto da te?» Egli rispose loro: «Voi conoscete l’uomo e i suoi discorsi!» 12 Ma quelli dissero: «Non è vero! Su, diccelo!» Ieu rispose: «Egli m’ha parlato così e così, e m’ha detto: “Così dice il Signore: ‘Io ti ungo re d’Israele’”».

13 Allora ognuno di essi si affrettò a togliersi il mantello e a stenderlo sotto Ieu su per i nudi gradini; poi suonarono la tromba e dissero: «Ieu è re!»

Sembra quasi una storia che annuncia l’arrivo del vero Re, Cristo.

In Israele c’era una grandissima attesa, si aspettava con impazienza l’arrivo di questo re. E infatti al versetto 37 Luca ci dice che mentre Gesù si avvicinava alla città, “tutta la folla dei discepoli, con gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutte le opere potenti che avevano viste.”

Da chi era composta la folla festante, che loda il Signore a gran voce? Dai discepoli, da coloro che avevano visto, conosciuto, osservato, seguito Cristo.

E il timing è semplicemente perfetto.

Non solo Gesù è seguito dai suoi discepoli più stretti, ma molti altri discepoli, soprattutto della Galilea dove aveva predicato più a lungo, stavano andando a Gerusalemme per festeggiare la Pasqua ebraica.

E molti percorrevano proprio la stessa strada fatta di Gesù quando andavano in pellegrinaggio dalla Galilea a Gerusalemme, passavano per Betania, il monte degli ulivi ed entravano a Gerusalemme da oriente.

Quindi abbiamo Gesù su un asino, i discepoli che lo festeggiano, lo esaltano e lodano il Signore. E cosa dicono:

38 «Benedetto il Re che viene nel nome del Signore; pace in cielo e gloria nei luoghi altissimi!»

Ancora una volta, un riferimento all’Antico Testamento. La folla in festa cita il Salmo 118, versetto 26:

25 O Signore, dacci la salvezza! O Signore, facci prosperare!  26 Benedetto colui che viene nel nome del Signore

Avete notato che la citazione non è perfettamente identica? Quale parola aggiunge la folla? Benedetto il Re.

Il vero Davide, il vero Re, il Re di pace, prosperità, di giustizia e salvezza, il Re profetizzato da Zaccaria era finalmente arrivato a Gerusalemme! Tutto era perfetto, i tempi erano maturi, il Figlio di Dio si era manifestato, le profezie si erano avverate, la folla celebrava, glorificava e cantava al Signore.

Tutto bello? No. Perchè? A causa del cuore peccaminoso dell’essere umano! Di fronte a questa manifestazione del Re, tutti avrebbero dovuto inginocchiarsi e lodare il Signore, “Grazie RE di pace e salvezza per essere finalmente arrivato!”

I soliti farisei sono scioccati e infastiditi da quello che sta succedendo, e chiedono a Gesù di riprendere e sgridare i discepoli. Ma niente e nessuno avrebbe potuto fermare questo momento glorioso. Anche se i discepoli fossero rimasti in silenzio, le pietre avrebbero gridato che il Re di pace era arrivato a Gerusalemme!

A volte, pochissime volte a dir la verità, quando gioco a beach volley sono così sicuro di me, che penso di poter fare qualsiasi cosa con la palla da beach.

Ovviamente poi non è così perchè sbaglio di continuo. Gesù è così certo che quello che sta succedendo è nella volontà del Padre, in adempimento al piano di Dio, con la potenza incommensurabile di Dio, da poter dire “potete fare quello che volete, ma oggi non c’è ne per nessuno: Gerusalemme oggi riceverà il suo Re di pace e salvezza, niente e nessuno potrà impedirlo.”

E nonostante questa gloriosa manifestazione, Gerusalemme non riceve e non accetta Gesù come Re. Il momento è glorioso.

La folla è gioiosa.

Ma Gesù guarda oltre.

Gesù è triste. Gesù piange, piange per il peccato di Gerusalemme, piange per l’ottusità dei cuori peccaminosi, piange perchè Gerusalemme voleva la pace e la salvezza, ma la cercava nelle cose, nei posti, nei modi, e nelle persone sbagliate.

Ed è proprio paradossale, perchè sapete cosa vuol dire Gerusalemme?

Gerusalemme vuol dire dimora di pace. Ma siccome Gerusalemme stava per rifiutare definitivamente Gesù, stava per condannarlo e ucciderlo, Gerusalemme stava andando incontro alla distruzione totale descritta da Gesù e operata dai romani nel luglio dell’anno 70.

Perchè? Perchè, dice Gesù, era nascosto ai loro occhi e perchè le persone non avevano riconosciuto la visita di Gesù come la visita del Re di pace e salvezza che stavano tanto aspettando.

Leon Morris, che ha commentato questo brano, dice:

A volte l’ignoranza è innocente, ma c’è anche un’ignoranza colpevole. Questa gente ha avuto la rivelazione che Dio le ha fatto conoscere, mediante le Scritture dell’Antico Testamento. Ha avuto la continua evidenza di un Dio all’opera nella vita e nel ministerio di Gesù. In lui poteva vedere che Dio non aveva abbandonato il suo popolo. C’erano tutti i motivi perchè essi dessero il benvenuto a Gesù, come avevano fatto i suoi discepoli. Ma rifiutarono di accettare tutti questi segni. Rifiutarono il Messia di Dio. Da allora in poi avrebbero dovuto convivere con le conseguenze del loro rifiuto. è questo che fece scorrere le lacrime di Gesù. [1]

Arriviamo a noi. Cosa significa questo testo per noi?

  1. Solo nel Re sull’asino troviamo pace e salvezza

L’arrivo del Re Gesù a Gerusalemme non è stato contraddistinto da carrozze ricoperte d’oro, da soldati e poliziotti, da capi di stato in visita ufficiale, da giornalisti e televisioni, da palazzi e soldi. Eppure quel giorno l’asino era pronto, i discepoli acclamavano e anche le pietre erano pronte per gridare.

Gesù arriva su un mulo per proclamare, annunciare, dimostrare che lui è il Re di pace e salvezza. La sua pace e la sua salvezza vanno a braccetto, come dice Zaccaria, con la sua giustizia.

Lui è giusto al posto nostro, in modo che qualsiasi tipo di ingiusto possa trovare grazia di fronte a Dio, e non solo quelli che se lo possono permettere, o quelli che non hanno peccato troppo.

E’ la salvezza per coloro che sono persi, condannati. Lui è il Re di pace che è venuto verso noi quando noi eravamo lontani da lui.

Gli abitanti di Gerusalemme pensavano che un condottiero su un cavallo avrebbe portato pace per mezzo della guerra. Pensavano che la violenza avrebbe portato loro pace, pensavano che la divisione avrebbe portato pace. Ma si sbagliavano.

Oggi magari alcuni pensano che Re Carlo, con tutto il suo sfarzo e le sue risorse, possa portare pace e salvezza. Ma si sbagliano.

Tu cosa ti aspetti? Gesù è il re che arriva da oriente, in groppa ad un asino. Ti piace questa manifestazione, riesci a goderne, a vederne la bellazza? Questa è l’immagine che Gesù ha voluto lasciarci. Ci sta bene? O ci aspettiamo altro? Il piano di Dio è perfetto! Non c’è niente da cambiare, da migliorare, da aggiungere. Gesù Cristo, in groppa ad un asino, basta. Solo nel Re sull’asino troviamo pace e salvezza.

  1. Solo nel Re sull’asino possiamo vivere nella pace e nella salvezza

I farisei non vivevano nella pace e nella salvezza.

Tu in cosa o in chi trovi pace? Credi, e vivi, sapendo che solo quando avrai pace con Dio per mezzo di Gesù potrai avere pace nella tua vita, pace con te stesso e con le persone che ti sono attorno?

Sai che la tua pace deriva da Dio, e non da quello che fanno o dicono gli altri, che sia giusto o sbagliato? Sei disposto a gettare per terra il tuo mantello, il tuo asino che non è mai stato cavalcato, i tuoi diritti, il tuo orgoglio, pur di lodare e celebrare Gesù e vivere nella sua pace e nella sua salvezza?

Se non hai questa pace, stai rischiando di andare contro al destino che è stato di Gerusalemme, stai rischiando la distruzione più completa.

E se invece hai questa pace, stai vivendo di conseguenza? Sei un agente di pace secondo il modello di Gesù?  O sei un agente di divisione, di perdizione, di guerra? O sei un agenti di pace nella tua chiesa, nella tua famiglia, nel tuo lavoro, tra i tuoi amici?  Ti lasci umiliare per presentare la pace di Gesù? Vivi sapendo che la tua pace e la tua salvezza sono sicuri in Cristo? O sei sempre sul piede di guerra, come gli israeliti? Sei sempre pronto a criticare, come i farisei? In cosa o in chi trovi pace?

Grazie a Gesù [afferma un commentario], i cristiani possono andare incontro alle prove o alle difficoltà non su un cavallo da guerra, non su un carro da guerra, ma miti e umili su un asino, confidando nel nostro Salvatore che ci darà la vittoria totale attraverso la fede nel suo nome.[2]

[1] Leon Morris, Il Vangelo Secondo Luca, 430.

[2] Richard D Phillips, Zachariah, 217.

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