Lo scopo ultimo: la Gloria di Dio – Giovanni 17:1-5 Video e Testo

Dopo aver visto, nelle scorse settimane, la trasformazione della vita del Re Nabucodonosor e aver ammirato l’unico Re che veramente regna, iniziamo una nuova, breve serie di predicazioni. Con queste predicazioni ci avviciniamo alla Pasqua, che verrà celebrata tra quattro settimane.

Nella Bibbia troviamo quattro vangeli, tre sinottici, molto simili, ed uno, quello di Giovanni, che è a parte. Molto del materiale storico dei sinottici non è ripreso da Giovanni, che è l’ultimo Vangelo scritto. Inoltre, Giovanni si concentra principalmente sul lavoro di Gesù a Gerusalemme e non vengono riportate generalmente le parabole di Gesù ma discorsi e dialoghi.

Il vangelo di Giovanni è stato diviso in 21 capitoli, e ben cinque di questi capitoli sono incentrati sull’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. Il testo che stiamo per leggere rientra in questa sezione del libro. Ci troviamo infatti nel capitolo 17, l’ultimo che ha a che fare con l’ultima cena. In questi capitoli troviamo dei brani molto conosciuti, per esempio Gesù che lava i piedi dei discepoli; l’annuncio del tradimento di Giuda; il famoso scambio tra Gesù e Pietro “il gallo non canterà prima che tu non mi abbia rinnegato tre volte” (13:38); la promessa del ritorno di Cristo e dell’arrivo dello Spirito Santo; la vita e i tralci, nel quale Gesù risalta l’importanza di dimorare in lui. Questi episodi ed insegnamenti sono fondamentali per la nostra vita come cristiani, sono il testamento di Gesù prima di uscire da quella casa per andare a morire sulla croce. Il capitolo 17, che studieremo insieme nelle prossime settimane, è l’ultimo di questi capitoli, e consiste in una preghiera.

Il testo di oggi inizia con le parole “Gesù disse queste cose”. Quali sono le cose che ha detto? Sicuramente tutto quello che abbiamo elencato poco fa, ma per brevità vi leggo gli ultimi versetti del capitolo 16, dopo che Gesù ha annunziato la sua morte, la sua resurrezione e il suo ritorno

31 Gesù rispose loro: «Adesso credete[e]? 32 L’ora viene, anzi è venuta, che sarete dispersi, ciascuno per conto suo, e mi lascerete solo; ma io non sono solo, perché il Padre è con me. 33 Vi ho detto queste cose, affinché abbiate pace in me. Nel mondo avete[f] tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo». (Giovanni 16:31-33)

Dopo aver detto tutte queste cose, dopo aver affermato già la sua vittoria, Gesù prega. Quella che stiamo per studiare è la preghiera più lunga di Gesù nella Bibbia ed è la preghiera che spesso viene chiamata preghiera sacerdotale.

Siccome non voglio ripetere delle parole che potrebbero non essere chiare spiego meglio in che modo la preghiera di Gesù è sacerdotale. Nell’Antico Testamento troviamo 3 uffici o ruoli per il popolo d’Israele. Qualcuno sa quali sono? Essi sono: il profeta, il re e il sacerdote.

  • Il compito del profeta era di rivelare al popolo le parole di Dio
  • Il compito del re era di governare il popolo
  • Il compito del sacerdote era di offrire sacrifici e intercedere per il popolo

Gesù ricopre tutte e tre queste funzioni. Lui è la parola di Dio fattasi uomo, è il Re che governa ed è il mediatore fra i credenti e Dio. In particolare, a noi oggi interessa vedere che lui diventa il sommo sacerdote.

In che modo Gesù sostituisce e perfeziona il ruolo dei sacerdoti dell’Antico Testamento? Che compito avevano i sacerdoti?

I sacerdoti erano incaricati di offrire i sacrifici per i peccati del popolo, Cristo ha offerto se stesso come sacrificio perfetto per tutti coloro che credono in lui.

I sacerdoti rappresentavano il popolo di fronte a Dio, ma ora Gesù ci introduce continuamente alla presenza di Dio. In questo modo non abbiamo bisogno di un tempio o di una classe religiosa che ci rappresenti di fronte a Dio.

Infine, i sacerdoti intercedevano per il popolo. Ma Gesù ora intercede per noi, come vedremo bene domenica prossima nella seconda parte della preghiera di Gesù.

 

“19 Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, 20 per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, 21 e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, 22 avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede.” (Ebrei 10)

Dopo questa introduzione, che ci servirà anche per le prossime settimane, siamo pronti a leggere il testo di oggi.

La preghiera sacerdotale

17 Gesù disse queste cose; poi, alzati gli occhi al cielo, disse[a]: «Padre, l’ora è venuta; glorifica tuo Figlio, affinché il Figlio glorifichi te, 2 poiché gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati. 3 Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo. 4 Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai data da fare. 5 Ora, o Padre, glorificami tu presso di te della gloria che avevo presso di te prima che il mondo esistesse.

La preghiera sacerdotale di Giovanni 17 può essere divisa in tre parti distinte, con un focus principale in ogni parte. Questi primi cinque versetti della preghiera hanno come oggetto Gesù stesso. E anche se questa porzione della preghiera è incentrata su se stesso, ciò nondimeno essa è di grande interesse per noi.

Il tema della preghiera è chiaramente la gloria di Dio. La preghiera stessa inizia con questa richiesta dal Figlio nei confronti del Padre: glorifica tuo Figlio. Ovviamente è una richiesta che sarà accontentata, perché la relazione tra il Padre e il Figlio è così perfetta, così in sintonia, che il Figlio non chiederebbe al Padre qualcosa che è contro la volontà del Padre e il Padre non negherebbe qualcosa al Figlio che è perfettamente sottomesso a Lui.

Due delle preghiere più famose di Gesù sono quella che stiamo leggendo ora e il Padre nostro. Credo che sia interessante notare che entrambe iniziano con una richiesta legata alla gloria di Dio. Da una parte abbiamo Gesù che insegna ai suoi discepoli a pregare e lo fa esortandoli a ricercare innanzitutto la gloria di Dio, “Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome” (Matteo 6:9). In quest’altra preghiera, che Gesù rivolge al Padre, il Figlio dice “Padre, glorifica tuo Figlio.” E quale è lo scopo della glorificazione di Cristo? La gloria del Padre. Lo scopo della glorificazione di Gesù, ci dice il versetto 5, lo scopo della sua morte, della sua resurrezione, è il ristabilimento della gloria che Gesù aveva prima che il mondo esistesse è la gloria di Dio.

Devo ammettere che a questo punto, durante la preparazione del messaggio, mi sono un po’ bloccato. Il testo di questa preghiera sembra presentare la seguente verità: la gloria di cui sta parlando Gesù è la cosa più importante del mondo. È quindi stupendo poter pensare alla gloria di Dio, quella gloria che trasforma le nostre vite. La gloria di Dio è così bella ma al tempo stesso così difficile da spiegare e da capire. È qualcosa di così importante e così grande che mi viene da pensare “come posso io, nella mia limitatezza, nella mia piccolezza, parlare di qualcosa di così puro?”. Che gioia per noi come chiesa, questa sera, qui a Pisa, poter riflettere sulla gloria di Dio, mettere tutto il resto in secondo piano e prenderci del tempo per ammirare meravigliati questo elemento. Ma cosa è la gloria di Dio?

Vi propongo un modo per definire la gloria di Dio che ha usato un pastore.

Ci sono delle cose che sono facili da descrivere. Per esempio se dovessi chiedervi di descrivere una scarpa, credo che ognuno sarebbe in grado di darne una descrizione abbastanza accurata: la scarpa è un capo d’abbigliamento, in genere in pelle, plastica, o stoffa, che serve per proteggere e rivestire il piede e di conseguenza indossato in base alla grandezza del piede. Una cosa del genere.

Se dovessi chiedervi di descrivere, invece, la bellezza sarebbe un po’ più difficile. Sarebbe forse più facile poter indicare la bellezza: un bel goal di Messi, un quadro di Escher, una fotografia di Alice, il ciliegio in fiore. Indicando queste cose sarebbe più facile arrivare ad una idea condivisa di bellezza.

Ci sono dei termini che sono difficili da descrivere e la gloria di Dio è uno di questi. Indicare qualcosa che ci faccia capire la sua gloria può quindi aiutarci. Nella Bibbia troviamo questo versetto:

“«Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena.”

Piena di cosa? Della sua santità? No, piena “della sua gloria!»” (Isaia 6:3)

Si può allora dire che la gloria è la manifestazione della santità di Dio. La santità di Dio è il suo essere separato, diverso da ogni altra cosa creata, la santità è la sua perfezione in quanto a valore, grandezza e purezza. Potremmo quindi definire la gloria di Dio come la manifestazione della santità di Dio, la manifestazione delle sue numerose perfezioni.

Gesù sta quindi facendo questa richiesta al Padre: glorificami. E quale è lo scopo di questa glorificazione, sempre secondo il versetto 1? Glorificami in modo che io possa glorificarti. Il Figlio si rivolge al Padre, chiedendogli che i suoi ultimi giorni di vita, il suo ministero, anche dopo la sua morte e la sua resurrezione, possano portare gloria soltanto a lui, possano portare al riconoscimento della unicità di Dio.

In che modo Gesù viene glorificato?

  • Gesù viene glorificato, secondo il versetto 5, tornando alla gloria che aveva prima della creazione. Nel versetto 4 Gesù dice di aver già glorificato il Padre, avendo compiuto l’opera. Cristo non è ancora stato crocifisso, ma è scontato che nulla impedirà la sua morte: quello che Cristo è venuto a fare lo farà sicuramente. Nel versetto 24, che non abbiamo ancora letto, Gesù afferma di essere stato amato da Dio prima della creazione del mondo, prima di Adamo, prima Eva Dio Padre amava già Dio Figlio. Poi ad un certo punto della storia l’uomo si è ribellato e Dio ha deciso di mandare suo Figlio affinché ci possa di nuovo essere una via verso il Padre ma durante la sua vita in mezzo a noi, durante la sua morte in un certo senso il Figlio è stato separato dal Padre. Adesso Gesù, dice, voglio che questa separazione finisca e voglio tornare alla tua presenza; voglio tornare alla gloria, all’amore, alla perfezione che avevamo prima che tutto avesse inizio. Ed è a quello stato che Cristo vuole tornare, dopo essere stato separato in qualche modo da Dio Padre durante il ministero terreno, sia dirante la sua vita che durante la sua morte. Anzi, Gesù torna ad avere una gloria che è forse anche maggiore. Un passo che ci piace tanto, Filippesi 2, ci dice che dopo la sua morte Dio ha glorificato Cristo, lo ha innalzato, ha esaudito la preghiera del Figlio. Filippesi dice che Dio ha glorificato Cristo dandogli il nome che è al di sopra di ogni altro nome, affinché di fronte a questo nome ogni ginocchio si pieghi.
  • Gesù viene glorificato attraverso persone che lo accettano come Verità, come Via e come Vita per accedere al Padre. Questa è la vita eterna: che conoscano Dio e che conoscano colui che Dio ha mandato, Gesù Cristo. In questo modo, con la salvezza di essere umani, Gesù diventa il primogenito tra molti fratelli, come dice Romani 8. Ogni volta che una persona riconosce la salvezza in Cristo, Cristo viene esaltato da un nuovo fratello che proclama la bellezza di Cristo e di conseguenza esalta Dio che ha mandato Cristo. Questo è lo scopo della venuta di Cristo. Non si tratta di un progetto che gli è venuto in mente un giorno, ma, come ci dicono i versetti 2 e 3, Gesù è venuto in accordo con il Padre, ricevendo dal Padre l’autorità necessaria per governare su ogni essere umano e per dare vita eterna. È anche importante notare che sebbene Gesù abbia autorità su ogni essere umano, lui dona la vita soltanto ad alcuni, soltanto a coloro che il Figlio ha ricevuto dal Padre. Questo è un tema che ritroviamo in tutta la preghiera sacerdotale. Se volete quando avete tempo leggete tutta la preghiera e osservate quante volte Cristo parli dei credenti come di coloro che Cristo ha ricevuto dal Padre. Questo testo sembra indicare che il piano di Dio è di salvare delle persone che lui ha scelto. Qualcuno potrebbe dire che allora siamo semplicemente delle macchine, ma l’insegnamento biblico evidenzia che la condanna o la salvezza di ogni essere umano è il frutto delle proprie decisioni, che quindi sono importanti. Sembrano due salvezze in contrapposizione, ma la Bibbia ce le presenta come complementari.

Questi sono due modi attraverso i quali Cristo viene glorificato. E qual è lo scopo della glorificazione del Figlio? La gloria del Padre: “glorifica tuo Figlio, affinché il Figlio glorifichi te”

Vorrei di nuovo sottolineare l’importanza della gloria di Dio. È vero che Dio ha amato il mondo, è vero che Dio è amore, è vero che Dio è grazia, è vero che Dio è compassione ma se dovessimo decidere un motivo onnicomprensivo che ha spinto il padre a mandare il Figlio dovremmo dire che questo motivo è la gloria di Dio. Il lavoro di Gesù ha come scopo ultimo glorificare il Padre. E il Padre, ci ricorda Filippesi 2, ha innalzato il nome del Figlio alla sua gloria.

Che bello poter osservare questa preghiera e la relazione che c’è tra il Padre e il Figlio. Che bello poter aver ricevuto l’accesso a questa famiglia, essere diventati fratelli di Cristo, coeredi e figli di Dio. La nostra vita, come quella di Gesù, dovrebbe essere impregnata dalla gloria di Dio, concentrata sulla gloria di Dio, rispecchiare la gloria di Dio. Dovremmo cercare la gloria di Dio in ogni cosa che ci circonda e dovremmo trovare un modo per presentarla in modo che Dio sia glorificato.

Vorrei che ci prendessimo qualche minuto per riflettere su questa gloria. Come Gesù anche noi possiamo chiedere a Dio di usarci per glorificare il suo nome, per far avvicinare persone a Cristo, come Gesù possiamo parlare con Dio della sua gloria.

 

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