Luca 12: 54-59 -Stefano Molino- (solo testo)

Luca 12, 54-59

 

Vi capita mai di consultare la meteo? A me sì,  forse è un segno di vecchiaia, perché pare che siano i vecchi che stanno continuamente a guardare le previsioni, come se dovessero fare chissà cosa…. Gesù è capace di trarre un insegnamento molto profondo anche solo parlando di meteo, ascoltiamolo.

 

 

54 Diceva ancora alle folle: «Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: Viene la pioggia, e così accade. 55 E quando soffia lo scirocco, dite: Ci sarà caldo, e così accade. 56 Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai questo tempo non sapete giudicarlo?
57 E perché non giudicate da voi stessi ciò che è giusto? 58 Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada procura di accordarti con lui, perché non ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all’esecutore e questi ti getti in prigione. 59 Ti assicuro, non ne uscirai finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo».

 

Il passo che leggiamo oggi potrebbe sembrare slegato da quello precedente, in cui Gesù afferma di essere venuto a portare la spada. In realtà sia nel passo presente che quello precedente Gesù cerca di trasmettere alle folle un preciso messaggio: siamo in un preciso momento della storia ed è importante rendersene conto.

In termini tecnici possiamo parlare di tempo “escatologico”, cioè quel tempo che riguarda il realizzarsi di cose importanti riguardo alla storia di Dio. Più precisamente le cose “finali” (in greco escaton significa fine), che riguardano la fine. La fine di cosa? Cerchiamo di capirlo bene analizzando queste poche parole di Gesù

 

  1. Giudicare il tempo atmosferico

Gesù comincia esprimendo una valutazione sulle capacità delle persone di trarre delle conclusioni a partire da certi dati che generalmente si ripetono. Per quanto ci lamentiamo sempre del fatto che le previsioni meteorologiche non sempre sono precise, da sempre la saggezza popolare ha individuato alcuni fenomeni ricorrenti, per cui si sa che un certo vento porta pioggia ed un altro il calore.

Gesù si è limitato ad un esempio molto semplice che riguarda la capacità di fare delle previsioni meteorologiche, ma potremmo andare più a fondo e considerare come la mente umana sia in grado di trarre conclusioni a partire da dati e leggi fisiche.
È un po’ il modo in cui procede la scienza: osservare, notare delle regolarità e poi dedurre, fare delle predizioni.
Siamo a Pisa, città universitaria e credo che ognuno di noi sia affascinato da tutti quegli istituti di diverse discipline che troviamo in tutta la città che fanno esattamente questo, a livelli altissimi: osservare dei fenomeni, notare delle regolarità e trarre delle conclusioni sul funzionamento del mondo, della materia, delle cellule, delle lingue, delle società e via dicendo. Gli uomini hanno un cervello e sanno usarlo per giudicare!

Ipocriti! Gesù li accusa di ipocrisia, e qui con ipocrisia non dobbiamo intendere il senso comune per cui un ipocrita è qualcuno che si comporta recitando e senza manifestare la sua vera natura. “Ipocrita” va inteso qui nel senso di superficiale, di qualcuno che osserva il mondo come una scena e non va in profondità. Ma come è possibile accusare chi fa delle giuste osservazioni sul tempo o su altro di essere superficiale? In realtà Gesù ci invita a riflettere che osservare il mondo tenendo conto solo del suo funzionamento meccanico, e prescindendo dalla sua natura spirituale significa essere superficiali. Significa mutilarlo di una dimensione fondamentale, senza cui non lo capiamo.

Ci chiediamo quindi a servizio di cosa e di chi mettiamo la nostra intelligenza.
Se siamo capaci una volta osservato il mondo meccanico di ricondurlo al suo creatore o se crediamo che evolva per conto suo, con le sue leggi, senza collegamento con una realtà più profonda. È la prima provocazione che Gesù ci rivolge in quanto scienziati in erba, come gli osservatori del cielo, o in quanto grandi studiosi.

 

  1. Giudicare questo tempo

Il rimprovero di Gesù ha per oggetto il fatto di avere un buon cervello, funzionante, ma incapace di vedere le cose realmente importanti della vita. L’accusa specifica è quella di non capire in che tempo si trovano. Si trovano nel tempo messianico, promesso da anni nell’Antico Testamento e realizzatosi grazie alla nascita di Gesù che è IL Messia,  il re che aspettavano, diverso da come lo aspettavano, ma non meno reale e presente.
Per questo sulla terra c’è spada e divisione, perché in base alla posizione presa rispetto a Gesù ci si divide o ci si unisce. Per questo bisogna capire che ciò che conta ora non è più il regno politico di Israele, la sua indipendenza da Roma, o il funzionamento del tempio, ma l’avvento del regno di Dio, che non è politico ma totale e che riguarda la vittoria di Dio.

I giudei avevano preconfezionato il loro messia in un’idea che non corrispondeva alla realtà. Aspettavano un re guerriero che li avrebbe liberati dai romani, ma Gesù ha presentato un regno che non è di carne e sangue e che predicava l’amore per i nemici.
Li ha spiazzati e loro non riuscivano a capire che il tempo era giunto.

Cosa capiamo noi del nostro tempo? È un tempo diverso? Ci sono molti credenti nelle chiese che vanno a caccia di segni per poter cercare di capire a che punto della storia siamo arrivati. Alcuni ad esempio durante la pandemia hanno voluto vedere un segno mandato da parte di Dio per svegliare la chiesa o punire l’umanità. Altri ancora amano fare dei calcoli incredibili e prevedere quando tornerà Gesù. Proprio ieri ho letto un articolo mandatomi da un mio amico che diceva che il governo di Giorgia Meloni è un segno della fine che porterà un dominio dell’Italia su tutto il mondo, in modo simile a quello della Germania nazista.
Sono delle fantasie che ci fanno capire che non basta parlare di spiritualità per sfuggire dagli errori.

Gesù è il segno definitivo e conclusivo di un epoca, e non c’è bisogno di cercarne altri. Non ci ha invitato a cercare segni strani, si ha dato come segno quello della sua resurrezione che è il segno per eccellenza, chiedendoci di essere noi segni della sua verità. In che tempo siamo? Siamo nel tempo in cui dobbiamo annunciare il vangelo, in cui dobbiamo dire che Gesù è venuto, è morto, è risorto e tornerà. Lasciamo alle sette le profezie fantascientifiche e pseudopolitiche, e concentriamoci sulla testimonianza di Gesù.

 

  1. Giudicare ciò che è giusto

Gesù invita infine le folle ad una riconciliazione. Questo discorso potrebbe sembrare ancora scollegato da quello del tempo. Cosa c’entrano i segni del cielo con gli avversari con cui fare la pace? La risposta è contenuta nel senso che diamo al tempo: Gesù sta dicendo alle folle che vivono in un tempo di riconciliazione. Senza dubbio dovranno cercare la riconciliazione coi loro nemici. Ma ancora di più, dovranno cercare la riconciliazione con Dio! L’avversario di cui si parla è proprio Dio, del quale come uomini naturali siamo degli avversari sin dalla nascita. Nasciamo come stirpe di Adamo ribelle nei confronti di Dio e nonostante le educazioni che possiamo ricevere o la cultura in cui siamo nati, in qualche modo scegliamo la nostra autonomia, e la nostra lontananza da Dio. Gesù ci ricorda che c’è un tempo limitato sulla terra, che grazie a Dio non è ancora finito oggi, ma che è il tempo della riconciliazione.

Vorrei citare un bellissimo passo della 2 lettera ai corinzi:

2 Corinzi 5:

17 Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove.
18 Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. 19 È stato Dio infatti a riconciliare a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. 20 Noi fungiamo quindi da ambasciatori per Cristo, come se Dio esortasse per mezzo nostro. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. 21 Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore, perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio.

Paolo ha sviluppato questa verità che Gesù aveva prima annunciato e poi realizzato nel suo corpo morendo per noi. Giudicare ciò che è giusto significa capire che siamo nel tempo della riconciliazione. Se non siamo ancora riconciliati con Dio, è il momento di farlo! “Vi supplichiamo!!!” Se invece siamo riconciliati con Dio, è il tempo di fare da ambasciatori della parola di riconciliazione.

Andiamo allora pure ad ascoltare la meteo alla radio o sul computer. Ma da oggi quando lo facciamo diciamo a noi stessi: “Che sia bello o brutto tempo, voglio cogliere i tempi di Dio ed annunciarli” AMEN

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