Immagina di essere a casa, vivi le tue giornata come sempre. Lavori da svolgere, impegni a destra e
sinistra, bollette da pagare, commissioni da svolgere. Un giorno ricevi una telefonata e ti viene
chiesto di presentarti ad un notaio. Incuriosito, vai da questo notaio. Ti siedi nel suo ufficio e riponi
tutta la tua attenzione sulle parole che sta per rivolgerti il notaio, curioso. E ascolti quello che ha da
dirti.
Scopri così che un lontano parente è morto, e ti ha lasciato in eredità una grandissima somma di
denaro. So che sembra molto l’inizio di un film più che un episodio della vita reale. Ma come
reagiresti? Penseresti ad uno scherzo di cattivo gusto, ti faresti una risata, minacceresti il notaio di
denuncia, penseresti che potrebbe anche essere vero?
14 Gesù, nella potenza dello Spirito, se ne tornò in Galilea; e la sua fama si sparse per tutta la
regione. 15 E insegnava nelle loro sinagoghe, glorificato da tutti. 16 Si recò a Nazaret, dov’era stato
allevato e, com’era solito, entrò in giorno di sabato nella sinagoga e si alzò per leggere. 17 Gli fu
dato il libro del profeta Isaia e, aperto il libro, trovò quel passo dov’era scritto:
18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha
inviato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per
rimettere in libertà gli oppressi,
19 per proclamare l’anno accettevole del Signore».
20 Poi, chiuso il libro e resolo all’inserviente, si mise a sedere; e gli occhi di tutti nella sinagoga
erano fissi su di lui. 21 Egli prese a dire loro: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete
udito». 22 Tutti gli rendevano testimonianza e si meravigliavano delle parole di grazia che
uscivano dalla sua bocca, e dicevano: «Non è costui il figlio di Giuseppe?»
23 Ed egli disse loro: «Certo, voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso; fa’ anche
qui nella tua patria tutto quello che abbiamo udito essere avvenuto in Capernaum!”». 24 Ma egli
disse: «In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria. 25 Anzi, vi dico in verità
che ai giorni di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e vi fu grande carestia in tutto
il paese, c’erano molte vedove in Israele; 26 eppure a nessuna di esse fu mandato Elia, bensì a una
vedova in Sarepta di Sidone. 27 Al tempo del profeta Eliseo c’erano molti lebbrosi in Israele;
eppure nessuno di loro fu purificato, bensì Naaman, il Siro».
28 Udendo queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni d’ira. 29 Si alzarono, lo cacciarono fuori
dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per
precipitarlo giù. 30 Ma egli, passando in mezzo a loro, se ne andò.
Dopo essere stato tentato dal diavolo, il Signore Gesù inizia il suo ministero. Nei versetti 14 e 15
Luca ci dice che Gesù, come sempre guidato dallo Spirito Santo, torna nella regione chiamata
Galilea e inizia a predicare nelle sinagoghe, glorificato da tutti, diventando sempre più famoso. Le
sinagoghe, che sono il luogo dove si svolge l’episodio che abbiamo letto oggi, erano dei luoghi di
aggregazione e di lode che sono nate in contesti giudei in tutto il Mediterraneo negli ultimi secoli
prima della venuta di Gesù. Ai tempi di Gesù era abitudine leggere in queste sinagoghe un brano
della Torah, un brano dai profeti e a seguire avere delle istruzioni e sermoni.
Sembra che sia qui che Gesù abbia iniziato il proprio ministero di predicazione. Curiosamente, Luca
non ci lascia tanti dettagli di questo periodo iniziale ma ci riporta un episodio avvenuto nel suo
paese, Nazaret. Luca potrebbe aver anticipato questo episodio, che negli altri vangeli sembra avere
luogo più tardi, o semplicemente saltato parte della storia. Quello che però sembra essere
importante per l’autore del Vangelo, è mettere in risalto questo episodio specifico.
Gesù quindi torna a Nazaret, il paese dove è cresciuto, conosciuto come il figlio di Giuseppe, il
falegname, e Maria, quella donna tranquilla e devota. Entra come era abituato nella Sinagoga e gli
viene consegnato il rotolo del profeta Isaia e da qui legge dei versetti.
Non sono dei versetti a caso. Non sappiamo se sono stati scelti da Gesù, o se nella sinagoga si
seguiva un piano di lettura, ma non è certo un caso che siano proprio questi i versetti che Gesù
legge. I versetti riportati da Luca sono da Isaia 61 e Isaia 58. Rileggiamoli:
18 «Lo Spirito del Signore è sopra di me, perciò mi ha unto per evangelizzare i poveri; mi ha
inviato per annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai ciechi; per
rimettere in libertà gli oppressi, 19 per proclamare l’anno accettevole del Signore».
Noi ovviamente leggiamo questi versetti e subito andiamo con la mente a Cristo. Ma fermiamoci un
attimo e pensiamo come venivano accolti dagli ebrei questi versetti. Indignazione verso Dio, perchè
era passato già troppo tempo? Dolce attesa, aspettando l’arrivo di questo profeta? Apatia, perchè
tanto la vita va avanti comunque? Un’aspettativa crescente ogni volta che si rileggevano testi
messianici come questo?
Sicuramente quel sabato, nella sinagoga di Nazaret, non c’era indifferenza verso quel testo e quello
che Gesù stava per dire. La fama di Gesù aveva preceduto Gesù, e mentre Gesù si siede, posizione
che si prendeva per predicare, tutti gli occhi della sinagoga erano fissi su di lui. Che cosa avrebbe
detto Gesù su questo brano?
E immaginate la sorpresa che devono aver provato tutti gli uomini presenti quando hanno sentito
dire a Gesù
«Oggi si è adempiuta questa Scrittura, che voi avete udito». (21)
Silenzio nella sinagoga. Cosa ha appena detto Gesù, il figlio di Giuseppe? Un brusio di meraviglia
cresce sempre di più tra i presenti.
Rileggendo questi versetti, ho sentito una sensazione di gioia e pace: che bello sapere
personalmente che la Scrittura si è adempiuta, che quello che Gesù ha detto è vero!
Ma cosa ha appena detto Gesù? Che cosa significa? Quali sono le implicazioni di quello che ha
detto e che ha detto negli altri versetti che abbiamo letto? Vorrei soffermarmi su tre aspetti.
Il messaggio del Vangelo: Gesù, l’adempimento della Scrittura
Intanto che Gesù è l’adempimento della Scrittura. E, in particolare, Gesù è l’adempimento dei
versetti citati da Isaia. Sono capitoli in cui il Signore, tramite il profeta Isaia, parla al popolo di
Israele di un Messia che verrà ma anche di una promessa di pace e gloria per il popolo che seguirà
l’esilio.
Cosa dicono questi versetti di Isaia, che Gesù dice di aver adempiuto? Intanto che il servo del
Signore sarebbe stato ripieno di Spirito Santo, unto per un compito speciale dallo Spirito Santo. E
abbiamo chiaramente visto fino ad ora che questa caratteristica è evidentissima nella vita di Gesù.
E quale è il compito che lo Spirito ha per il Signore Gesù?
Di evangelizzare i poveri, di annunciare la liberazione ai prigionieri e il recupero della vista ai
ciechi, rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno del Signore.
Gesù viene e si rivolge ai poveri, ai prigionieri, ai ciechi, agli oppressi e dice: ho qualcosa di
stupendo per voi. Cosa avrebbe pensato un ebreo che avesse ascoltato queste parole? Probabilmente
avrebbe pensato alla condizione del popolo di Israele: sempre più povero a causa delle tasse da
pagare, sempre più prigioniero e oppresso dal giogo romano, sempre più cieco. Ma le parole di
Gesù non sono dichiarazioni politiche, ma spirituali. Gesù si rivolge a delle persone che non solo
sono povere, cieche, prigioniere e oppresse materialmente, ma lo erano soprattutto spiritualmente.
Gesù parla, predica, evangelizza, annuncia, proclama. E la reazione del pubblico, che analizzeremo
nel prossimo punto, rivela molto chiaramente questa cosa.
Forse anche a te può capitare di fraintendere questi versetti, di pensare che non sono rivolti a te.
Forse pensi che la tua vita sta andando bene, che non sei né prigioniero, né cieco, né tanto meno
oppresso. Se è così, ti esorto a portare con te questi versetti, perché molto probabilmente ti saranno
utili prima o poi, in momenti in cui le cose ti sembreranno meno sicure e meno rosee. Se invece
senti che queste parole ti toccano personalmente, ti esorto a non lasciarle cadere nel vuoto. è una
verità tanto sorprendente quanto dolce che Gesù è venuto per coloro che spiritualmente, non hanno
più niente, che dentro sentono un grande vuoto.
E forse ascoltando queste parole ti starai chiedendo: Ma è veramente così? Le affermazioni di Gesù
sono così esclusiviste e assolute, e sappiamo benissimo che la nostra società contemporanea invece
è inclusivista e relativista. Come possiamo credere a Gesù, quando ci sono così tante altre opzioni.
C’è il modello ateo, il modello laico, ci sono nuove forme di spiritualità e ricerca della pace.
L’appello è a prendere in considerazione la storia che la tua vita sta seguendo, perché per forza sta
seguendo una storia, e paragonarla, metterla a confronto con la storia di Gesù.
In Gesù troviamo la storia dell’anno del giubileo. L’anno del giubileo era il 50esimo anno che
veniva dopo sette cicli di sette anni. In questo anno i debiti dovevano essere condonati, il terreno
che era stato venduto per pagare dei debiti veniva riconsegnato ai loro vecchi padroni, gli schiavi
venivano liberati. Questo era quanto aveva ordinato il Signore. Ma è probabile che Israele non
avesse mai messo in pratica quanto ordinato da Dio.
Ma Gesù diventa il giubileo di cui noi abbiamo bisogno. La sua storia è la storia della persona che
afferma e proclama la remissione dei nostri debiti causati dal peccato, della riconquista della Terra
Promessa che era stata perduta, della liberazione degli schiavi, che passano dall’essere sfruttati da
satana ad entrare nella casa di Dio come figli del padrone di casa. Sicuramente è una gran bella
storia, hai provato a farla tua?
Gesù dicendo di adempiere le Scritture annuncia il Vangelo.
La reazione al Vangelo di Gesù
Abbiamo visto cosa afferma Gesù, e abbiamo detto che per noi è chiaro quanto detto da Gesù. Gesù
è il profeta, no? Gesù è il Messia che ci libera dalla catene spirituali di satana. E Gesù è nella
sinagoga del suo paese, nel luogo in cui si riunivano gli uomini devoti al Signore e alla sua scrittura.
Gesù è fra i suoi amici e i suoi conoscenti, che lo avevano visto crescere e annuncia loro questo
messaggio stupendo, questo vangelo di liberazione, di adempimento delle promesse del Signore,
“oggi” è quel giorno che tutti voi stavate aspettando.
E come reagisce il pubblico? Si inizia con
22 Tutti gli rendevano testimonianza e si meravigliavano delle parole di grazia che uscivano dalla
sua bocca
E si finisce con
28 Udendo queste cose, tutti nella sinagoga furono pieni d’ira.
29 Si alzarono, lo cacciarono fuori dalla città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era
costruita la loro città, per precipitarlo giù.
Queste persone, che avrebbero dovuto cogliere al volo ciò che Gesù stava dicendo finiscono con il
volerlo uccidere. E nel mezzo Gesù afferma
24 In verità vi dico che nessun profeta è ben accetto nella sua patria.
Il messaggio di Gesù viene recepito con presunzione, con orgoglio, e questo non è mai il modo per
entrare nel regno di Dio. Il messaggio di Gesù non è per coloro che si sentono apposto, che si
sentono ricchi, che pensano di vedere tutto chiaramente. Ed è proprio a Nazaret, nel suo paese, che
questo messaggio non viene capito ma anzi viene rifiutato. E dopo questo episodio Gesù non torna
mai più a Nazaret.
Forse anche a te è capitato di sentirti come Gesù. Nel senso che è proprio fra i tuoi famigliari, fra i
tuoi amici, fra i tuoi colleghi di lavoro che il messaggio del vangelo non sembra portare alcun
frutto. Per grazia di Dio questa ovviamente non è la regola. Tantissime volte abbiamo visto o sentito
storie di conversione nelle Nazaret, nelle famiglie, sui posti di lavoro, tra gli amici di una vita. Per
questo desideriamo annunciare con forza a chi ci circonda che così come 2000 anni fa nella
sinagoga di Nazaret, anche oggi abbiamo modo di conoscere personalmente l’adempimento delle
promesse bibliche, il Gesù venuto a liberare.
Ma a volte è proprio così. Gesù non parla solo di Nazaret, ma di patria. E per quanto Gesù fosse
glorificato da tutti in questa fase, per quanto tante persone lo seguiranno e saranno salvate da lui, la
patria di Gesù, Israele, sostanzialmente rigetterà il Messia e il suo messaggio.
E forse invece ti senti come il pubblico della sinagoga. Come stai reagendo al messaggio di
liberazione incarnato da Gesù? Come hai reagito oggi al fatto che Gesù ti ha liberato, ti ha dato la
vista, ti ha annunciato che sei in pace con Dio? Come hai reagito al fatto che oggi questa cosa è vera
in Cristo Gesù? Che come 2000 anni fa nella Sinagoga di Nazaret, Gesù annuncia queste cose a
noi? Meraviglia? Indignazione? Apatia? Ira? Paura? Dubbio? Come reagisci al Vangelo di Gesù?
Se non permettiamo al messaggio di Gesù, se non permettiamo a Gesù stesso, di dimorare in
profondità nella nostra vita, se non lo accettiamo quotidianamente, se non lo cerchiamo, stiamo
sprecando la pace che lui ci dona gratuitamente, come se avessimo ricevuto una grandissima somma
di denaro in eredità e decidessimo di non usarla perché non siamo convinti, o siamo arrabbiati, o
troppo orgogliosi.
Il Vangelo: un messaggio universale
Abbiamo appena detto che Gesù è stato rifiutato e rigettato da Israele. Questo ci porta al terzo punto
di questo messaggio. Gesù è il Vangelo, l’adempimento delle promesse bibliche. Gesù e il suo
Vangelo è rigettato e rifiutato da Israele. E, infine, Gesù annuncia il Vangelo, un messaggio
universale. Gesù, l’ultimo e il definitivo profeta mandato da Dio, ricorda alle persone in quella
sinagoga, e ricorda a noi oggi, le storie di due altri profeti, Elia ed Eliseo. Anche loro erano stati
ricevuti con ostilità dal popolo di Israele, ed entrambi avevano compiuto miracoli per il bene di due
stranieri.
Viviamo in un mondo globalizzato, siamo abituati a vedere e interagire con persone di altre
nazionalità, in quanto cristiani crediamo fermamente nell’inclusione e l’aiuto a persone di ogni
nazione, lingua e tribù. Ma Israele si era allontanato da questo messaggio universale, che era
presente già nell’Antico Testamento. Israele doveva essere una nazione che risplendeva della gloria
di Dio al punto da essere una luce in mezzo alle nazioni. Purtroppo Israele si era chiusa al mondo
esterno, aveva nascosto sotto un vaso.
Ma Luca porta il lettore a considerare, sin dalle prime pagine del suo racconto, che il Messia era
venuto, che il Messia era stato rifiutato e che il Messia aveva portato con sé un messaggio per tutti
coloro che erano oppressi e poveri, anche per i gentili, anche per gli stranieri.
Questa settimana ho partecipato ad un incontro online, nel quale l’oratore ci ha fatto riflettere sugli
ultimi tre periodi storici del nostro continente. Per farla breve, l’Europa, per un lungo periodo è
stato un continente cristiano, nel quale lo stato e la chiesa erano la stessa cosa. Quindi la religione di
stato aveva la stessa autorità e importanza dello stato, e per tutte le altre forme di religione venivano
escluse o addirittura perseguitate. Successivamente abbiamo vissuto un periodo di secolarismo e
secolarizzazione, in cui lo stato e la chiesa si sono scissi. In questo periodo lo Stato era la voce
predominante, che dava indicazioni su tutti i temi, sociali, etici, culturali. Durante questa fase, la
religione non aveva modo di far sentire la propria voce. E infine siamo arrivati al post secolarismo
di questi giorni, ovvero una società pluralista dove tanti sono i messaggi. Non c’è più solo lo stato
che dice la propria e tutti seguono, ma allo stato si affiancano le grandi compagnie, gli esperti, i
social, le organizzazioni e così via. La situazione dell’Italia è ovviamente particolare, visto che
questo Stato ha ancora oggi un forte legame e una sudditanza nei confronti della Chiesa Romano
Cattolica.
Però, in generale, siamo in un continente che sta dando voce a tutti quanti. Spesso il messaggio
cristiano è deriso, ignorato, maltrattato, ma non è escluso come è stato nel passato. Viviamo un
periodo difficile, nel quale abbiamo però l’opportunità di presentare liberamente il messaggio di
liberazione dell’Unto dello Spirito Santo. Un messaggio che non viene semplicemente accettato
perché il governo ce lo impone, ma che viene soppesato e confrontato con tutti gli altri messaggi
che vengono promulgati. Non sappiamo fino a quando avremo questo tipo di opportunità, di questa
libertà e dei privilegi di questo momento.
Cosa stiamo facendo per sfruttare questo periodo storico? Oggi ti è stato annunciato il Vangelo di
Gesù. In che modo reagiamo ad esso, personalmente? In che modo crediamo in questa storia? In che
modo stiamo condividendo questo messaggio, non da un posto privilegiato, ma una voce in mezzo a
tante voci? In che modo abbiamo adattato la comunicazione del messaggio annunciato da Gesù a
Nazaret, che lui è il Vangelo, l’adempimento della Scrittura, venuto per portare pace e liberazione a
chiunque lo accetta, in ogni luogo e in ogni condizione?
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