Luca 12:1 Nel frattempo la gente si era riunita a migliaia a, così da calpestarsi gli uni gli altri. Allora Gesù cominciò a dire prima di tutto ai suoi discepoli: «Guardatevi dal lievito dei farisei, che è ipocrisia.2 Ma non c’è niente di nascosto che non sarà svelato, né di segreto che non sarà conosciuto. 3 Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre sarà udito nella luce, e quel che avete detto all’orecchio nelle stanze interne sarà proclamato sui tetti. 4 Ma a voi, che siete miei amici, io dico: non temete quelli che uccidono il corpo, ma che oltre a questo non possono fare di più. 5 Io vi mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna. Sì, vi dico, temete lui. 6 Cinque passeri non si vendono per due soldi? Eppure non uno di essi è dimenticato davanti a Dio; 7 anzi, perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non temete; voi valete più di molti passeri. 8 Or io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio; 9 ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio. 10 E chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato. 11 Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di cosa risponderete a vostra difesa, o di cosa dovrete dire; 12 perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento stesso quello che dovrete dire».
La volta scorsa, concludendo il capitolo 11 di Luca, abbiamo visto che Gesù critica aspramente i farisei e i dottori della legge. Il capitolo si era concluso con queste parole: 53 E quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a contrastarlo duramente e a fargli domande su molte cose, tendendogli insidie, 54 per cogliere qualche parola che gli uscisse di bocca.
Diventa sempre più chiaro che seguire Gesù è una scelta radicale. Le fazioni sono due: chi è con Gesù e chi è contro Gesù. E Luca dice che pur essendoci una grande folla che lo ascoltava, migliaia di persone che si erano accalcate fino al punto da calpestarsi i piedi, Gesù in questo discorso si rivolge principalmente ai discepoli.
In questo discorso Gesù parla di tematiche importanti. Ero a cena qualche giorno fa con degli amici, e uno dei presenti era un professore di filosofia che ci ha fatto leggere un aforisma di un famoso filosofo, Nietzsche. E mi ha colpito la profondità con cui parlava del pensiero di Nietzsche, una profondità che va oltre i discorsi superficiali che spesso si fanno.
E il discorso di Gesù, appunto, non è superficiale. Non si parla qui del colore delle sedie da usare per un incontro, non si parla del gusto della pizza da ordinare, non si parla di quale lavoro fare, non si parla di quale chiesa frequentare, non si parla del nuovo re d’Inghilterra. Tutte cose importanti, ma passeggere. Ci sono tante cose che sembrano importanti, ma che poi sono meno importanti di quello che sembrano. E noi potremmo essere così presi da queste cose, da non avere il tempo o la capacità di riflettere sulle cose che hanno un peso eterno.
In un certo senso è questa l’ulteriore critica che Gesù fa ai farisei, nei versetti da 1 a 3. Il loro modo di fare era ipocrita. Il loro insegnamento, il loro atteggiamento, sembrava essere importante e sembrava rivelare la volontà di Dio, ma in realtà non era così. Questo modo di fare poteva anche apparentemente essere importante, ma un giorno il Signore un giorno rivelerà tutto. Non ci sarà niente che non verrà mostrato. Le minime cose, le cose dette in privato, tutto sarà rivelato un giorno, figuriamoci l’operato di persone che ricoprono un ruolo pubblico come quello che avevano i farisei.
Gesù quindi mette in guardia i suoi discepoli riguardo ai farisei. E poi al versetto 4 leggiamo “ma a voi”. A voi che siete miei amici. Gesù si rivolge ai discepoli e li chiama amici. è l’unica volta nei tre vangeli sinottici, Matteo, Marco e Luca, che il Signore usa questa parola. Da una parte abbiamo i nemici, per esempio quei farisei che si opponevano a Gesù, dall’altra abbiamo gli amici, quelle persone che non solo vengono salvate da Gesù, ma che entrano anche nella sua cerchia di conoscenti, di confidenti, di amici.
Non temete, ma temete
Cosa dice ai suoi amici Gesù? Gesù dice di non temere. Ah, che bello che è Gesù! Sempre pronto a rincuorare, a farci stare bene… In realtà non è proprio così. Perché nei versetti 4-7 Gesù dice per due volte non temete, ma anche per due volte temete.
Gesù dice: non temete per le vostre vite. I vostri capelli sono contati, i vostri corpi, i vostri bisogni, i vostri desideri, tutto ciò che ha a che fare con la vostra vita è conosciuto di Dio. Gesù dice: non temete, c’è qualcuno che conosce tutti i vostri capelli. Una delle cose più belle del vivere da solo e di non ritrovarmi ovunque lunghi capelli di una donna. Tutti noi perdiamo capelli, solo che alcuni sono più lunghi e visibili di altri. Eppure ogni giorno che ci alziamo e abbiamo perso qualche capello, ogni volta che ci facciamo una doccia o ci spazzoliamo i capelli e perdiamo qualche altro capello, il Signore sa esattamente il numero di capelli che ci è rimasto in testa.
Non è incredibile?
Dio si prende cura di ogni più piccolo dettaglio dell’universo, anche degli uccelli, come può non prendersi cura dell’essere umano, creato a sua immagine e somiglianza? Non temere per la tua vita, Dio ha il controllo su tutto. Quanti pensieri e quante preoccupazioni mondane, passeggere, riempiono la nostra testa, i nostri pensieri, il nostro cuore, le nostre emozioni, le nostre mani, le nostre azioni? Gesù dice di non temere per queste cose, il Signore è colui che si preoccupa.
Gesù dice di non temere per la vita, ma dice anche di non temere per la morte. Anche se qualcuno ci vuole uccidere, anche se qualcuno riesce ad ucciderci, non dovremmo temere. Gli affanni della vita, così come la morte, sono cose normali, per quanto spiacevoli e dolorose. Pensate a tutti i miliardi di essere umani che hanno popolato questo mondo, a partire da Adamo ed Eva fino ad arrivare ad oggi: tutti hanno avuto affanni e preoccupazioni nella vita e tutti sono morti. Non temete la morte, perchè la morte non è la cosa più importante. è una affermazione sconvolgente se ci pensiamo. La vita e la morte non sono le cose più importanti. Se pensiamo al diavolo, la morte è la
sua minaccia più grande, è la sua arma più potente. Eppure il discepolo di Gesù sa bene che non è la morte a definire il destino di una persona e per questo motivo non ha da temere nemmeno la morte. Anche l’apostolo Paolo afferma quanto sia spuntata questa arma di satana, in 1 Corinzi 15
«O morte, dov’è la tua vittoria? O morte, dov’è il tuo dardo?» Ora il dardo della morte è il peccato, e la forza del peccato è la legge; ma ringraziato sia Dio, che ci dà la vittoria per mezzo del nostro Signore Gesù Cristo.
Cosa dobbiamo temere allora? Che pensieri e considerazioni devono riempire le nostre menti e le nostre vite?
Temete piuttosto, dice Gesù, colui che può gettarvi nella geenna. Temete non chi uccide, ma chi decide il vostro destino, chi ha l’autorità e il potere per dichiarare cosa sarà della vostra eternità. Temete quindi, non il diavolo, ma Dio stesso, in quanto è lui che ha il potere di gettare nella geenna. Geenna è l’inferno, il suo nome viene da una vallata a sud di Gerusalemme dove erano stati sacrificati dei bambini agli idoli e che era diventato un luogo maledetto e quindi il suo nome viene preso da Gesù per indicare l’inferno, non semplicemente un luogo dove vanno le anime dopo la morte, ma il luogo dove vanno i ribelli a Dio e dove soffriranno per sempre la condanna e
la punizione di Dio.
Dio non è un orsacchiotto, non è un peluche. é un Dio che deve essere temuto, è Gesù stesso a dirlo e sottolinearlo in questo discorso. Dio decide e governa tutte le cose della vita, anche quelle meno importanti, ma non dobbiamo dimenticare che lui governa e decide come andranno a finire le cose veramente importanti e profonde, come il nostro destino eterno. Un Dio al quale appartiene tutta la potenza, tutta l’autorità e tutta la gloria dell’universo deve essere temuto. E lui che ha in mano il nostro destino.
Come si evita l’inferno?
E quindi qui la questione di fondo è: in che modo Dio deciderà il destino delle persone? Come posso temere Dio, ma non essere terrorizzato da Dio e il destino che ha in serbo per me? Come si risolve il problema di quello che succede dopo la vita e la morte? Gesù fa riferimento a due cose, nei versetti 8-10.
1- Riconoscere Gesù davanti agli uomini
8 Or io vi dico: chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anche il Figlio dell’uomo riconoscerà lui davanti agli angeli di Dio; 9 ma chi mi rinnegherà davanti agli uomini, sarà rinnegato davanti agli angeli di Dio.
Sappiamo che siamo salvati per grazia in Cristo Gesù per mezzo della fede. Questo è il Vangelo. Ma questa confessione, questa convinzione di fede non può e non deve rimanere segreta.
Romani 10:9 afferma: 9 perché, se con la bocca avrai confessato Gesù come Signore e avrai creduto con il cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvato; c’è una componente intima, del cuore, che accetta, si arrende e crede in Cristo, ma questa cosa è accompagnata da una componente pubblica, attraverso la quale confessiamo ,in modo che altri possano sentire, la nostra appartenenza a Cristo Gesù.
Capita a tutti di vergognarsi di Gesù, immagino. A tutti è capitato di non aver colto un’occasione per parlare di Gesù per paura delle reazioni o dei giudizi degli altri. Ma questo non deve diventare una scusa. Se abbiamo conosciuto Cristo, se abbiamo affidato la nostra vita a lui, se ci fidiamo di lui, non solo non abbiamo nulla da temere, come ha detto Gesù, ma anche avremo il desiderio di fare conoscere Gesù e il rapporto che noi abbiamo con lui ad altre persone. Seguendo il ragionamento di Gesù: non temiamo le persone, ma temiamo Dio, che ha il potere decisionale sulla nostra eternità. In che contesti mi vergogno di Gesù? Chi sono le persone che dovrebbero sentire dalla mia bocca che Gesù è il Figlio di Dio ma non sentono queste parole da me?
Sembra incredibile, ma spesso è proprio nelle famiglie che facciamo più fatica a parlare di Gesù, ad onorare Gesù con la nostra testimonianza. Oppure potrebbe essere al lavoro, all’università, tra i nostri amici di vecchia data o quelli che conosciamo da poco. Porta in preghiera questa cosa al Signore e chiedi il suo aiuto, chiedi il suo coraggio, chiedi opportunità per parlare del tuo amore per Gesù, e poi fallo con la gioia e onore, pensando all’onore che ci tribuirà un giorno il Signore, quando sarà tornato e davanti al trono di Dio, davanti alle schiere degli angeli e davanti all’umanità intera pubblicamente confesserà che tu appartieni a lui, che non ti sei vergognato di lui, e che non sei tra quelli che il Padre deve gettare nell’inferno.
2- Non bestemmiare contro lo Spirito Santo
Alla luce dei versetti precedenti, e alla luce della nostra comprensione teologica della salvezza, il versetto 10 può sembrare strano. 10 E chiunque parlerà contro il Figlio dell’uomo sarà perdonato, ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato.
Sembra quasi che Gesù non sia importante. Ma non può essere così. Siamo salvati per mezzo di Gesù, per grazia, per mezzo della fede. Ma una persona può anche parlare male di Gesù, o non credere a Gesù e poi pentirsi e accettarlo.
Ma coloro che avranno bestemmiato contro lo Spirito Santo non saranno perdonati. Cosa vuol dire bestemmiare contro lo Spirito Santo. Ci sono varie possibili interpretazioni. Io credo, alla luce di questi versetti ma anche più in generale alla luce dell’insegnamento della Bibbia che bestemmiare contro lo Spirito Santo consista nel rifiutare e disprezzare, convintamente e coscientemente, l’opera dello Spirito Santo, che offre come soluzione il sacrificio di Cristo.
Queste persone non saranno salvate, non perchè Dio non potrebbe perdonarle, ma perché hanno scelto di rifiutare la proclamazione dello Spirito, il sacrificio di Gesù e la provvidenza di Dio Padre.
Un commentario definisce in questo modo la bestemmia contro lo Spirito Santo:
dobbiamo capire che qui non si riferisce a una qualche espressione verbale, ma ad un sistema di vita (denota il rifiuto consapevole e malvagio del potere salvifico e della grazia di Dio verso l’uomo). Tale bestemmia è veramente grave in quanto implica tutta la persona, non soltanto qualche parola pronunciata in un’occasione qualsiasi.
[Leon Morris, Il Vangelo Secondo Luca, Edizioni GBU, 318.]
Come si evita l’inferno? Come si affronta questa questione veramente importante? Credendo in Gesù e confessando il suo nome alle persone, arrendendosi all’opera e all’autorità dello Spirito Santo e ricevendo la grazia salvifica di Dio.
L’aiuto dello Spirito Santo
Penso sia diventato chiaro, che Gesù non sta dicendo che l’unica cosa a cui dobbiamo pensare, e il nostro destino eterno, cosa succede dopo la morte. Questa vita è fondamentale, anche perché è solo in questa vita che possiamo influenzare con le nostre decisioni il destino eterno che ci attende.
E troviamo questo concetto espresso anche negli ultimi versetti.
11 Quando poi vi condurranno davanti alle sinagoghe, ai magistrati e alle autorità, non preoccupatevi di come o di cosa risponderete a vostra difesa, o di cosa dovrete dire; 12 perché lo Spirito Santo vi insegnerà in quel momento stesso quello che dovrete dire».
Il nostro destino futuro influenza già questa vita. Influenza il modo in cui dovremmo pensare, il modo in cui dovremmo agire, il modo in cui parliamo, il modo in cui guardiamo ai soldi, al lavoro, al tempo, alle relazioni. Lo Spirito Santo, una volta ricevuto, viene a dimorare nelle nostre vite. è lui che di dà nuova vita, che ci guida, che ci aiuta, che viene incontro ai nostri limiti. è lui che ci insegnerà cosa dire se mai dovessimo subire quello che i primi credenti hanno subito dopo la morte di Gesù: persecuzione, improgionamenti, torture.
Eppure, questi discepoli che per ora non potevano nemmeno immaginare quello che sarebbe successo, non dovevano preoccuparsi. Il Signore si occupa delle cose importanti. Da lui deriva la salvezza, in lui è la redenzione, da lui proviene lo Spirito Santo, in lui e per i suoi meriti è assicurato il nostro destino eterno.
Il Signore mostra in questi discorsi che stiamo studiando quanto la distinzione tra non credenti e credenti sia netta, il Signore invita a prendere una posizione chiara per lui.
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