Opposizione – Daniele 3 Video e Testo

Immagino che tanti di voi hanno sentito parlare di Greta Thunberg, la giovane attivista che regolarmente manifesta per l’ambiente. Le sue manifestazioni, la sua opposizione ad un modo di fare che sta distruggendo il nostro pianeta, sta coinvolgendo tante altre persone che venerdì scorso hanno manifestato, anche qui a Pisa.  Quello che leggiamo oggi è uno degli episodi più famosi della Bibbia. In questo episodio troviamo scontri, contrasti, e tanta opposizione. Quando pensiamo all’opposizione spesso pensiamo a qualcosa di negativo, ma l’opposizione può essere buona, se contro qualcosa di malvagio.

 

Il tutto inizia, di nuovo, a causa di una statua. Non la statua del sogno di Nabucodonosor, che abbiamo visto la settimana scorsa, ma una statua d’oro che il re fa costruire: una statua enorme, alta 27 metri. Per capirci questa statua era circa la metà rispetto la torre di Pisa.

Una volta eretta la statua, Nabucodonosor convoca tutte le autorità, tutte le persone importanti del regno affinché si inchinino di fronte alla statua al suono di ogni specie di strumento. A tutti gli uomini presenti all’inaugurazione della statua non viene data molta scelta: o si inchinano di fronte alla statua o vengono bruciati vivi.

Per questo motivo “gli uomini di ogni popolo, nazione e lingua si inchinarono e adorarono la statua d’oro che il re Nabucodonosor aveva fatto erigere” (7).

La settimana scorsa abbiamo visto insieme Nabucodonosr elogiare il Dio di Daniele e ora lo ritroviamo a farsi una statua davanti alla quale fa inchinare i suoi sudditi. Abbiamo detto durante la scorsa predicazione che Dio aveva iniziato a cambiare qualcosa nel cuore del re babilonese, ma il lavoro non è certo finito.  La natura di Nabucodonosr è orgogliosa, corrotta, malvagia. È questo che lo spinge a farsi erigere una statua, il desiderio di essere riconosciuto e adorato da ogni popolo e ogni lingua. Il contrasto fra il regno di Nabucodonosor e il regno di Dio è impressionante.

Facciamo velocemente un salto nel Nuovo Testamento, ad una lettera scritto da Paolo. Nella lettera ai Filippesi, l’apostolo descrive il Re a capo del Regno di Dio, Gesù. Ascoltate queste parole e fate attenzione alla differenza di atteggiamento tra Nabucodonosor e Gesù:

5 Abbiate in voi lo stesso sentimento che è stato anche in Cristo Gesù, 6 il quale, pur essendo in forma di Dio, non considerò l’essere uguale a Dio qualcosa a cui aggrapparsi gelosamente[a], 7 ma svuotò se stesso, prendendo forma di servo, divenendo simile agli uomini; 8 trovato esteriormente come un uomo, umiliò se stesso, facendosi ubbidiente fino alla morte, e alla morte di croce. 9 Perciò Dio lo ha sovranamente innalzato e gli ha dato il nome[b] che è al di sopra di ogni nome, 10 affinché nel nome di Gesù si pieghi ogni ginocchio nei cieli, sulla terra, e sotto terra, 11 e ogni lingua confessi che Gesù Cristo è il Signore, alla gloria di Dio Padre.

Da una parte un re umano, che non fa altro che riempire se stesso. Dall’altra il Re eterno, che svuota se stesso, facendosi simile ad un servo, fino a morire in croce. Da una parte un re che deve ordinare ai sudditi che ha convocato di inchinarsi, dall’altra un nome che basta per far piegare ogni ginocchio nei cieli, sulla terra e sotto la terra.

Subito dopo l’inchino dei sudditi succede qualcosa, e prendiamo a leggere da questo punto di Daniele 3:

In quello stesso momento, alcuni Caldei si fecero avanti e accusarono i Giudei, dicendo al re Nabucodonosor: «O re, possa tu vivere per sempre! 10 Tu hai decretato, o re, che chiunque ha udito il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti deve inchinarsi per adorare la statua d’oro. 11 Chiunque non si inchina e non adora deve essere gettato in una fornace ardente. 12 Ora, ci sono dei Giudei, ai quali tu hai affidato l’amministrazione della provincia di Babilonia, cioè Sadrac, Mesac e Abed-Nego, che non ti danno ascolto, non adorano i tuoi dèi e non si inchinano alla statua d’oro che tu hai fatto erigere».

L’opposizione dei caldei

La prima opposizione che troviamo in Daniele 3 è quelle del Caldei. In genere con caldei si intende il popolo babilonese, ma diverse volte nel libro di Daniele Caldei viene usato per indicare una categoria di saggi e autorità nel regno babilonese. Evidentemente questi Caldei in particolare erano gelosi del successo che avevano ottenuto gli ebrei alla corte di Nabucodonosor. Si perché grazie a Daniele, Sedrac, Mesac e Abed-Nego erano diventati gli amministratori della provincia più importante dell’impero.

È per questo motivo che i Caldei colgono l’occasione al volo, il testo ci dice “in quello stesso momento” vanno a lamentarsi dal re. Questi Caldei vanno da Nabucodonosor e “fanno la spia”, raccontando al re quello che i tre giudei non avevano fatto e quale fosse la conseguenza per questa trasgressione. A me le spie non sono mai piaciute e sicuramente il comportamento dei Caldei era scorretto, dettato solo dalla gelosia e dalla sete di potere e non dal desiderio di fare qualcosa di buono.

Nella Bibbia ci sono tantissimi esempi di persone che si sono comportate scorrettamente nei confronti dei seguaci di Dio. Leggendo la Bibbia scopriamo che nel mondo ci sono solo due tipi di persone: coloro che credono in Cristo e gli altri. Gli altri possono definirsi atei, o agnostici, o appartenenti ad altre religioni ma la sostanza non cambia secondo la Bibbia: coloro che non credono in Cristo sono contro Cristo. E non essendo con Cristo sono con il nemico di Cristo, colui che la Bibbia ci presenta come satana. Satana vuol dire accusatore, è una delle attività principali di Satana è quella di accusare i figli di Dio (Apocalisse 12:10) e di opporsi a loro.

Uno dei modi in cui fa queste cose è attraverso uomini e donne malvagi. Non c’è da stupirsi, quindi, che gli amici di Daniele vengano accusati. Non ci dobbiamo nemmeno stupire se ci sono persone che si oppongono alla chiesa, intesa come comunità di veri seguaci di Dio, ai cristiani, alla Bibbia. L’opposizione è reale, è costante. L’esempio più eclatante è molto probabilmente la Nord Corea, che da 18 anni è al primo posto del rapporto di Open Doors sui paesi dove la fede cristiana viene maggiormente perseguitata:

Se i cristiani vengono scoperti, non importa se facevano parte delle comunità cristiane prima della guerra di Corea o se sono giunti alla fede in altri modi (per esempio durante la grande carestia degli anni ’90, che ha portato decine di migliaia di nordcoreani a cercare aiuto in Cina, spesso trovandolo nelle chiese cinesi), non solo vengono deportati nei campi di lavoro come criminali politici o addirittura uccisi all’istante, ma anche le loro famiglie finiscono per condividere la stessa sorte. I cristiani non hanno il minimo spazio nella società la quale, al contrario, viene pubblicamente messa in guardia verso di loro. Incontrare altri cristiani per adorare Dio è quasi impossibile e, se alcuni credenti decidono di farlo, sono costretti a riunirsi con la massima segretezza.

Ma credo che questa opposizione sia presente anche in Italia, un paese sulla carta laico, in pratica fortemente cattolico nominalista e con una percentuale sempre più grande di persone non religiose. Questi ingredienti hanno creato una grande avversione verso il vero cristianesimo, un cristianesimo che spesso viene attaccato senza essere nemmeno capito veramente.

Questa settimana leggevo degli articoli su un sito americano, dove si parlava della secolarizzazione (ovvero il processo di liberazione da influenze religiose) degli Stati Uniti e delle sfide che questo comporta. In un certo senso l’Europa è diversi anni avanti, visto che questo processo è già avvenuto. Uno di questi articoli riguardava una delle sfide più grandi, il problema dell’etica sessuale, tema che abbiamo trattato anche mercoledì alla luce degli insegnamenti di Gesù su Marco 10:1-12. Credo che questo tema sia cruciale e questo sarà un campo dove come chiesa e come credenti sentiremo sempre di più l’opposizione nei nostri confronti.

L’articolo che ho letto partiva con un aneddoto: “Molti anni fa ero in giro con mia la nonna, e insieme abbiamo incontrato una donna che dopo aver divorziato era andata a vivere con un uomo che non era suo marito. Mia nonna si è rivolta con molta gentilezza a questa donna chiedendole: “Come stai? Come va la vita?”, per poi chiederle “E come sta il tuo amante?”. Quando ho sentito questa domanda sono rimasta scioccato! E ho detto a mia nonna che non poteva chiamare così il compagno di quella donna. Ma in quel momento ho anche capito che il motivo per cui mia nonna aveva usato il termine amante era perché non aveva mai incontrato una persona in quella situazione”.

Le cose sono ovviamente cambiate tanto in questi anni: tutti noi conosciamo qualcuno che ha divorziato, qualcuno che convive. Anzi, queste cose sono diventate la normalità e non ci scioccano affatto. In questi anni molti si scontreranno contro il cristianesimo ortodosso innalzando la bandiera della rivoluzione sessuale che prevede divorzi, libero accesso alla pornografia, aborti, questione gender. Questo non ci deve stupire: il nostro messaggio sarà spesso contrastato da una opposizione, come quella dei Caldei.

13 Allora Nabucodonosor, irritato e furioso, ordinò che gli portassero Sadrac, Mesac e Abed-Nego; questi furono condotti alla presenza del re. 14 Nabucodonosor disse loro: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, è vero che non adorate i miei dèi e non vi inchinate davanti alla statua d’oro che io ho fatto erigere? 15 Ora, appena udrete il suono del corno, del flauto, della cetra, della lira, del saltèrio, della zampogna e di ogni specie di strumenti, siate pronti a inchinarvi per adorare la statua che io ho fatta. Se non la adorerete, sarete immediatamente gettati in una fornace ardente; e quale Dio potrà liberarvi dalla mia mano?»

16 Sadrac, Mesac e Abed-Nego risposero al re: «O Nabucodonosor, noi non abbiamo bisogno di darti risposta su questo punto. 17 Ma il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci, e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. 18 Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere».

L’opposizione dei giudei

Andando avanti con la storia scopriamo la seconda opposizione di questo capitolo, quella dei giudei, che si erano opposti al decreto del re non piegandosi di fronte alla statua di Nabucodonosor. I tre amici di Daniele, Sedrac, Mesac e Abed-Nego decidono di non adorare una statua per non andare contro ai comandamenti di Dio:

Non farti scultura, né immagine alcuna delle cose che sono lassù nel cielo o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrare davanti a loro e non li servire, perché io, il Signore, il tuo Dio, sono un Dio geloso; punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano, e uso bontà, fino alla millesima generazione, verso quelli che mi amano e osservano i miei comandamenti. (Esodo 20).

Abbiamo detto durante il primo messaggio sul libro di Daniele che la vita da esiliato consiste nel trovare il giusto equilibrio tra adattamento ed opposizione. Daniele e i suoi amici si rifiutano di mangiare il cibo che era stato consacrato a degli dei pagani, nel terzo capitolo Sedra, Mesac e Abed-Nego decidono di andare contro l’ordine diretto del Re e rischiare non soltanto la loro carriera, ma anche la loro vita. In quanto stranieri in un paese ostile, Sedrac, Mesac e Abed-Nego devono opporsi.

Che tipo di opposizione fanno i giudei?

Una cosa che mi ha colpito è che i tre amici di Daniele non cercano delle scusanti, non cercano di accusare i Caldei in qualche modo per tirarsi fuori da questa situazione spiacevole. Interpellati da Nabucodonosor non si tirano indietro e con coraggio e con chiarezza offrono una risposta chiara: noi non dobbiamo dare una spiegazione a te, re, ma dobbiamo solo preoccuparci della risposta che daremo a Dio. E il nostro Dio è potente da salvare, a prescindere dalla circostanza che possono sembra avverse. WOW!

Devo ammettere che quando la mia fede, il mio Dio, è attaccato e tocca a me difenderli spesso non ho questa reazione decisa come quella dei tre amici di Daniele. Questi tre uomini ci dimostrano che l’opposizione biblica in genere non è violenta, ma non è nemmeno passiva di fronte a degli atti che sono contrari a Dio. Notate come ci sia, anche, una correlazione fra le parole e i fatti di questi uomini. Essi prima non si inginocchiano, e poi a voce confermano e spiegano questa scelta.

Una cosa che abbiamo ripetuto varie volte a partire dalla prima predicazione di Daniele, è che il contesto dei cristiani è molto simili a quello di Daniele e dei suoi amici: anche noi, cristiani, siamo stranieri. Anche noi dobbiamo essere pronti ad opporci e dobbiamo farlo mostrando coerenza tra quello che affermiamo e quello che facciamo.

Nel nostro profilo di chiesa, un documento della nostra chiesa, abbiamo messo dei valori che come chiesa vogliamo perseguire e uno di questi è trasparenza: vogliamo vivere in un modo da non avere nulla da nascondere. Quello che facciamo non dovrebbe sorprendere una persona che in genere ci sente solo parlare, e quello che diciamo non dovrebbe sorprendere una persona che in genere ci vede solo agire. Faccio un esempio: se in chiesa predichiamo amore, allora se una persona che in genere frequenta la chiesa ci vede per strada, dovrebbe vedere ln nostro amore in maniera pratica. Se a lavoro o all’università non ho modo di parlare tanto dalla mia fede, il mio atteggiamento dovrebbe essere confermato dalle parole “hey, lo sai che io sono un cristiano?”, questa frase non dovrebbe essere una notizia scioccante.

L’apostolo Pietro, nella sua prima lettera, afferma quanto segue:

Siate sempre pronti a rendere conto della speranza che è in voi a tutti quelli che vi chiedono spiegazioni[g]16 Ma fatelo con mansuetudine e rispetto, e avendo una buona coscienza; affinché quando sparlano di voi, rimangano svergognati quelli che calunniano la vostra buona condotta in Cristo. 17 Infatti è meglio che soffriate per aver fatto il bene, se tale è la volontà di Dio, che per aver fatto il male. (1 Pietro 3)

Due cosa sull’opposizione

  1. Esaltare Dio

Ma essere trasparenti, opporsi agli ordini reali, non aveva per Sedrac, Mesac e Abed-Nego lo scopo di esaltare loro stessi. Essi affermano chiaramente: Dio ha il potere di salvare. Anche la nostra opposizione, anche la nostra trasparenza e la nostra coerenza hanno come obiettivo esaltare e glorificare Dio. Tornando all’etica sessuale di prima, che è una delle sfide del nostro contesto che al momento non prevede statue di fronte alle quali inchinarsi, come Sedrac, Mesac e Abed-Nego dobbiamo essere pronti ad opporci, a rimanere fermi sulle verità bibliche in fatto di matrimonio, sesso, relazioni non per dimostrare di avere ragione ma per dimostrare la grandezza di Dio.

  1. Mansuetudine e rispetto

Che la nostra opposizione sia ferma e dura contro il peccato, ma al contempo contrassegnata da amore, grazia, comprensione nei confronti delle persone.

19 Allora Nabucodonosor s’infuriò e l’espressione del suo viso mutò completamente nei riguardi di Sadrac, Mesac e Abed-Nego. Egli ordinò che si arroventasse la fornace sette volte più del solito; 20 poi ordinò agli uomini più vigorosi del suo esercito di legare Sadrac, Mesac e Abed-Nego, e di gettarli nella fornace ardente. 21 Allora i tre uomini furono legati con le loro tuniche, le loro vesti, i loro mantelli e tutti i loro indumenti, e furono gettati in mezzo alla fornace ardente. 22 Poiché l’ordine del re era perentorio e la fornace era arroventata, il calore uccise gli uomini che avevano gettato Sadrac, Mesac e Abed-Nego nel fuoco. 23 E questi tre uomini, Sadrac, Mesac e Abed-Nego, caddero legati in mezzo alla fornace ardente.

24 Allora il re Nabucodonosor fu spaventato e andò in gran fretta a dire ai suoi consiglieri: «Non erano tre gli uomini che abbiamo legati e gettati in mezzo al fuoco ardente?» Quelli risposero e dissero al re: «Certo, o re!» 25 «Eppure», disse ancora il re, «io vedo quattro uomini, sciolti, che camminano in mezzo al fuoco, senza avere sofferto nessun danno; e l’aspetto del quarto è simile a quello di un figlio degli dèi[a]26 Nabucodonosor si avvicinò alla bocca della fornace ardente e disse: «Sadrac, Mesac, Abed-Nego, servi del Dio altissimo, venite fuori!» E Sadrac, Mesac e Abed-Nego uscirono dal fuoco.

27 I satrapi, i prefetti, i governatori e i consiglieri del re si radunarono, osservarono quegli uomini e videro che sopra i loro corpi il fuoco non aveva avuto nessun potere e che neppure un capello del loro capo era stato bruciato, che le loro tuniche non erano alterate e che essi non avevano neppure odore di fuoco. 28 Nabucodonosor prese a dire: «Benedetto sia il Dio di Sadrac, di Mesac e di Abed-Nego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i suoi servi che hanno confidato in lui, hanno trasgredito l’ordine del re, hanno esposto i loro corpi per non servire né adorare alcun altro Dio che il loro. 29 Perciò ordino quanto segue: chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o lingua appartenga, dirà male del Dio di Sadrac, Mesac e Abed-Nego, sia fatto a pezzi e la sua casa ridotta in un letamaio; perché non c’è nessun altro dio che possa salvare in questo modo». 30 Allora il re fece prosperare Sadrac, Mesac e Abed-Nego nella provincia di Babilonia.

L’opposizione di Dio

L’opposizione di Sadrac, Mesac e Abed-Nego non resta impunita. Nabucodonosor si unisce all’opposizione da parte dei Caldei e ordina che i tre vengano legati e buttati in una fornace arroventata sette volte di più del solito. Lo stesso uomo che la settimana scorsa lodava Dio, in questo capitolo si infuria al punto da mutare l’espressione facciale e da decidere di uccidere sul momento gli stessi uomini che lui aveva posto a capo della provincia di Babilonia. La sorte di Sadrac, Mesac e Abed-Nego sembra segnata.

Invece succede qualcosa di straordinario! Anche Dio decide di intervenire e di opporsi. I giudei vengono buttati nella fornace, ma non vengono bruciati vivi, qualcuno interviene, liberandoli dalle funi e dalla potenza distruttiva del fuoco. In mezzo alla fornace appare una quarta persona, una persona dalle sembianze straordinarie.

Chi è questo quarto uomo? Purtroppo dobbiamo dire che…. Non lo sappiamo. Le ipotesi più probabili sono due. Potrebbe essere un angelo, mandato da Dio per salvare i suoi fedeli. Oppure potrebbe essere Cristo preincartato, ovvero Cristo che si mostra all’essere umano prima della sua venuta.

Quello che però sappiamo è che tre uomini che erano stati condannati a morte vengono salvati. Vengono salvati non perché avessero fatto qualcosa di speciale, non perché fossero immuni al fuoco, ma vengono salvati nel nome di Dio nel quale hanno riposto la loro vita. I soldati pagani che buttano i tre ebrei nella fornace periscono, muoiono sul momento. Lo stesso fuoco che distrugge le guardie risparmia gli ebrei, che vengono coperti dalla protezione di Dio in Cristo.

Questo avverrà per tutti gli esseri umani, a prescindere se dovremo morire bruciati o in qualche altro modo: il sangue di Cristo libererà coloro che come Sedrac, Mesac e Abed-Nego hanno creduto in lui dal giudizio che invece colpirà coloro che sono rimasti ribelli. Che consolazione per noi credenti essere risparmiati dal giudizio di opposizione al peccato di Dio, che bello poterci aggrappare alla sua salvezza distribuita a noi per grazia! Che consolazione per noi, e che buona notizia per coloro che insieme ai Caldei continuano ad opporsi a Cristo e ai suoi discepoli. È davvero una buona notizia: non devi fare niente per essere salvato, ma solo accettare Cristo!

La nostra vita è caratterizzata spesso dall’opposizione ad un mondo che ci è ostile e dall’opposizione che subiamo da questo mondo. Ma queste due opposizioni rientrano in uno scontro molto più grande, lo scontro fra il bene e il male, fra Dio e satana. E Daniele 3 ci dimostra chi vincerà questa battaglia. Che tipo di opposizione voglio portare avanti? A chi mi sto opponendo, e perché? Mi sto opponendo al Creatore di ogni cosa, o sono unito a Cristo per oppormi in maniera vangelocentrica a tutto quello che lotta contra il suo regno?

“il nostro Dio, che noi serviamo, ha il potere di salvarci, e ci libererà dal fuoco della fornace ardente e dalla tua mano, o re. 18 Anche se questo non accadesse, sappi, o re, che comunque noi non serviremo i tuoi dèi e non adoreremo la statua d’oro che tu hai fatto erigere”

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