Parole di vita eterna – Giovanni 6:60-71 Audio e Testo

Buona sera e buon anno! 

Spero abbiate passato tutti dei bei giorni durante le vacanze. 

Oggi vogliamo riprendere il nostro cammino insieme a Gesù e ai suoi discepoli andando a studiare un altro brano nel vangelo di Giovanni grazie al quale possiamo imparare qualcosa riguardo all’essere discepoli. Siamo a metà di questa serie di predicazioni nella quali, fino ad ora, abbiamo visto:

 

  • la chiamata di Filippo e Natanaele
  • il primo stupefacente, e curioso, miracolo di Gesù: la conversione dell’acqua in vino. Tramite questo miracolo i discepoli credettero ancora di più in Gesù
  • La conversione della samaritana senza l’intervento dei discepoli e la successiva discussione
  • La moltiplicazione del cibo per 5000 persone
  • Gesù che cammina sul mare e offre la sua presenza rassicurante ai discepoli impauriti

La storia, nel vangelo di Giovanni, continua e il giorno dopo Gesù parla con la folla che lo seguiva. Il testo, che per questioni di tempo non possiamo leggere, è molto ricco. Gesù annuncia di essere la vera manna, il vero pane, colui che è in grado di resuscitare e di salvare, colui verso il quale Dio attira le persone che devono essere salvate, colui del quale bisogna mangiare la carne e berne il sangue. Parole e affermazioni forti. E la reazione della folla a queste parole di Gesù non sorprende, in un certo senso. 

 

60 Perciò molti dei suoi discepoli, dopo aver udito, dissero: «Questo parlare è duro; chi può ascoltarlo?» 61 Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano di ciò, disse loro: «Questo vi scandalizza? 62 E che sarebbe se vedeste il Figlio dell’uomo ascendere dov’era prima? 63 È lo Spirito che vivifica; la carne non è di alcuna utilità; le parole che vi ho dette sono spirito e vita. 64 Ma tra di voi ci sono alcuni che non credono». Gesù sapeva infatti fin dal principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. 65 E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me se non gli è dato dal Padre [mio]».

66 Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui.

67 Perciò Gesù disse ai dodici: «Non volete andarvene anche voi?» 68 Simon Pietro [allora] gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna! 69 E noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio». 70 Gesù rispose loro: «Non ho io scelto voi dodici? Eppure uno di voi è un diavolo!» 71 Egli parlava di Giuda, figlio di Simone Iscariota, perché questi, uno dei dodici, stava per tradirlo.


In questo momento Gesù è circondato da molti discepoli, non solo dai dodici. Persone che lo seguivano, che avevano apprezzato il modo di parlare e di insegnare del Maestro, che avevano osservato a bocca aperta i miracoli che aveva compiuto, che si erano cibate del pane e del pesce il giorno prima. 

 

Ma non tutti coloro che lo seguivano erano veramente pronti a seguirlo fino in fondo. Ed è per questo motivo che, come abbiamo letto, molti dei suoi discepoli commentano fra di loro che il parlare di Cristo è molto duro. Enfatizziamo sempre l’amore di Gesù, ma quando leggiamo la Parola di Dio non possiamo fare a meno di notare che il parlare di Gesù è anche veramente duro. Non so quanto sarebbe popolare Gesù al giorno d’oggi, visto che ogni affermazione fatta in pubblico deve essere politically correct, non deve offendere nessuno. Mentre l’amore di Gesù si dimostra anche con affermazioni forti, scomode, ma sempre vere.

 

La settimana scorsa ho collaborato ad un campo per adolescenti e ho parlato con alcuni di essi di relazioni con persone dell’altro sesso. Una domanda che è venuta fuori è stata “è buono iniziare una relazione con una persona che non condivide la tua stessa fede?”. Una domanda lecita, con una risposta dura, che probabilmente non è molto popolare nella nostra società. Durante la discussione infatti è venuto fuori che no, non è buono o saggio iniziare una relazione con una persona che non ama Cristo. Tra i vari motivi di questa risposta c’è il seguente:

 

34 Non pensate che io sia venuto a mettere pace sulla terra; non sono venuto a metter pace, ma spada. 35 Perché sono venuto a dividere il figlio da suo padre, la figlia da sua madre, la nuora dalla suocera; 36 e i nemici dell’uomo saranno quelli stessi di casa sua. (Matteo 10:34-36)

 

Le parole di Gesù hanno un effetto unico: o ci si avvicina verso di lui o ci si allontana da lui. è questo si manifesta anche nei rapporti più intimi, come quelli familiari. Due persone che vivono in maniera opposta Gesù vivono per forza di cose anche una tensione, più o meno forte, all’interno del proprio rapporto.

 

E sembra che Gesù nel passo di oggi voglia che le persone che lo seguono si avvicinino veramente a lui se interessate, o si allontanino da lui se lo seguono e ascoltano per i motivi sbagliati. Tra coloro che lo seguivano c’erano dei falsi discepoli, persone che Gesù sapeva che erano lì per i motivi sbagliati. Come dice Gesù stesso, al versetto 65, c’erano delle persone che erano lì ma che non gli erano state date dal Padre. C’erano persone che Gesù sapeva non avrebbero mai creduto in lui, così come sapeva che Giuda lo avrebbe tradito. E Gesù, in un certo senso, con le sue parole spinge vie queste persone. Le spinge via non attaccandole, non urlando contro di loro, ma dicendo delle verità che loro non sono in grado di comprendere e di accettare. Coloro che non amavano veramente Gesù decidono quindi di allontanarsi dal Maestro, di non seguirlo più.

 

Per essere discepoli di Gesù bisogna essere disposti a credere a tutto quello che dice Gesù. Bisogna credere che Gesù è il Figlio di Dio, disceso dal cielo per poi ascendere di nuovo in cielo attraverso la sua morte in croce al posto nostro, bisogna credere che lo Spirito porta vita, mentre la nostra vita carnale porta alla morte. Come una calamita Gesù attrae o respinge. Quello che fa Gesù o ci attira a lui o ci respinge da lui. 

 

Il discepolo non può avere uno stile di vita parziale, ma radicale, totale. Questo non vuol dire che bisogna capire ogni cosa, ma vuol dire fidarsi di lui anche quando non capiamo. I falsi discepoli pensavano che ci fossero dei limiti che Gesù non poteva oltrepassare, e quando Gesù li oltrepassa, quando Gesù va oltre, decidono di fidarsi delle loro ragioni, della loro intelligenza, della loro capacità di giudicare e decidono di abbandonare quel Gesù che il giorno prima aveva creato dal nulla del cibo per la folla. 

 

La domanda che mi posso rivolgere a questo punto è: seguo Cristo perchè ha senso farlo? Perchè quello che dice sembra sensato? Perchè ha detto delle cose interessanti? Perchè è stato un rivoluzionario? Perchè è in grado di compiere miracoli e uno che compie miracoli fa sempre comodo prima o poi? 

 

O perchè mi fido di lui a prescindere? 

 

A questo punto della storia Gesù si rivolge verso i dodici, verso coloro che aveva scelto, verso coloro che amava. E il parlare di Gesù continua a sembrare duro. “Non volete andarvene anche voi?” (67)

 

Ma in questo caso le parole di Gesù non allontano i dodici discepoli, ma anzi le avvicinano a Cristo. Così come Gesù conosceva quali erano quelli che lo seguivano per i motivi sbagliati, conosceva anche coloro che gli appartenevano, coloro che lo seguivano perché volevano essere con lui non solo per quello che lui aveva da offrire, ma anche per chi lui era. Che bello sapere che Cristo ci conosce, che il nostro legame non è basato da ottimi bilanci di fine anno o da buoni propositi per il nuovo, ma è basato sul fatto che lui ci conosce e sa che gli apparteniamo. 

 

Alla domanda di Gesù. Pietro risponde dicendo: “Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo credute e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio.” (68-69)

 

1- Pietro riconosce che non c’è altro posto dove andare se non alla presenza di Gesù. Pietro avrebbe potuto seguire le altre persone che hanno abbandonato Gesù. Lo stesso avrebbero potuto fare gli altri discepoli. Invece riconosce che per quanto difficile a volte, per quanto stancante, per quanto sfidante, essere con Gesù è la cosa migliore. Con Gesù si camminava tanto, si lavorava tanto, si finiva spesso in situazioni strane o pericolose, ma non c’era cosa migliore che essere con Gesù.  

 

Il salmo 84 dice: “10 Un giorno nei tuoi cortili val più che mille altrove.

Io preferirei stare sulla soglia della casa del mio Dio,

che abitare nelle tende degli empi.

11 Perché Dio, il Signore, è sole e scudo;

il Signore concederà grazia e gloria.

Egli non rifiuterà di fare del bene a quelli che camminano rettamente.”

 

“Da chi andremmo noi?” Dovunque andremo, qualsiasi cosa faremo, vogliamo essere con Gesù.

 

2- Pietro riconosce che soltanto Gesù parla alle nostre vite in modo da portare vita, una vita piena ed eterna.

 

Seguire Gesù non è soltanto fare cose, svolgere attività, ma è anche ascoltare le sue parole, parole che portano vita in abbondanza in termini di qualità e di quantità. Ripensate alla vostra vita da discepoli di Gesù. Immagino che possiate affermare che è una vita migliore e che continua a migliorare in termini di qualità. Forse non secondo i parametri del mondo che ci circonda, ma secondo i parametri di Dio. Proprio ieri pensavo al fatto che, nonostante i miei limiti, per grazia di Dio posso guardare alla mia vita e vedere una crescita. Non per i miei meriti, ma per l’opera di Dio. E posso notare la stessa crescita nei miei fratelli e nelle mie sorelle. Sempre durante il campo di capodanno ho avuto modo di collaborare insieme a delle persone che non vedevo da tanti anni, e ho potuto notare persone cresciute nell’autocontrollo, nella serenità, nell’amore, nella pazienza. Molti credenti non sono diventati più ricchi, più belli, più famosi. Non hanno vissuto delle vite più facili, anzi hanno vissuto grandissime difficoltà.

 

Eppure nonostante questo sono cresciute come persone, non si sono chiuse, o inasprite, o non sono diventate tristi. Questo succede quando le parole di Cristo entrano nella nostra vita, quando ci ricordano chi siamo e chi lui è e cosa ha fatto per noi. E, incredibilmente, questo è solo l’inizio: Cristo offre non solo una vita migliore, sempre secondo i suoi parametri, ma anche una vita più lunga, senza fine, eterna. Se i primi discepoli potevano ascoltare direttamente le parole del Verbo che si era incarnato, noi possiamo immergerci nella Bibbia, composta da 66 libri che presentano, raccontano, descrivono, accennano, rivelano Gesù. E chi è questo Gesù che la Bibbia presenta?

 

3- Pietro riconosce che Gesù è l’autorevole agente di Dio, degno di essere creduto e conosciuto. Gesù è la soluzione di Dio per ogni nostro problema che veramente conta. è il santo di Dio, un titolo che riflette la solenne maestà, la gloria e la purezza del Signore (Kruse, 226). 

 

Siamo da pochi giorni entrati in un nuovo anno. Ringraziamo il Signore per avercelo donato. E, al tempo stesso, riconosciamo che non abbiamo la più pallida idea di cosa succederà. In questi giorni la situazione politica internazionale e in fibrillazione a causa delle tensioni tra  gli Stati Uniti e l’Iran. Da mesi in Australia ci sono roghi. In Italia viviamo giorni difficili sia politicamente che economicamente. A Pisa abbiamo visto nei mesi scorsi come il fiume Arno può diventare un pericolo per la città in un attimo. Non sappiamo cosa vivremo come chiesa, ma sappiamo che ci potranno essere momenti di tensione, di incomprensione, di frustrazione. Personalmente ognuno di noi dovrà avere a che fare con le proprie sfide lavorative, di studio, emotive, spirituali. 

 

Tutte queste cose, e tante altre, possono o portarci lontani dal Signore o avvicinarci a lui. Se non hai mai fatto una scelta personale per il Signore, oggi potrebbe essere il momento per farlo. Il momento nel quale alla domanda “vuoi andartene anche tu?”, rispondi con le stesse parole di Pietro: “Dove potrei andarmene? Soltanto tu hai parole di vita eterna e io ho creduto e conosciuto che tu sei il Figlio di Dio”.

 

E queste sono parole che tutti noi possiamo rifare nostre. Come dicevo all’inizio, essere un discepolo del Signore vuol dire accettare delle cose difficili, ma soprattutto vuol dire vivere una vita sempre più in linea con il Signore. E di fronte a tutte le incognite di questo nuovo anno possiamo dire “non sappiamo cosa accadrà, e noi non abbiamo nessun altro luogo dove andare se non da te. Con te vogliamo vivere questo nuovo anno, a prescindere da come andrà e da cosa sarò chiamato a vivere. Vogliamo continuare a credere in te e conoscerti meglio in questo 2020.” E il Signore, il Santo di Dio, continuerà ad attirarci a se. 

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