Puri dentro, belli fuori – Luca 5:12-16

Una delle cose più difficili per un pubblicitario o una agenzia di pubblicità è dover inventare una campagna pubblicitaria per un prodotto super comune. Immagino quindi che doversi inventare una pubblicità per un prodotto come l’acqua non deve essere affatto semplice.

Qualche anno fa abbiamo iniziato a vedere una pubblicità per un’acqua che è diventata abbastanza famosa. Non cito il nome dell’acqua, anche perché non ci pagano, ma questa pubblicità prometteva di liberarti da tossine e liquidi in eccesso, facendolo nel modo più semplice e naturale, facendo fare tanta “plin plin”. Il motto di quest’acqua era “puliti dentro, belli fuori.”

Io mi sento già meglio solo a parlare di questa acqua. Poter essere purificati, liberi da tossine, liberi da cose in eccesso, e farlo in un modo semplice, naturale, senza alcun rischio per essere pulito dentro e bello fuori. Chi non vorrebbe bere quest’acqua? Questa pubblicità ci tocca da vicino perché tutti noi in fondo vorremmo essere un pò più puri dentro e belli fuori.

Oggi vedremo che questa cosa è possibile, ed è possibile in un modo molto più reale e profondo di quanto possa fare dell’acqua

Luca 5:12 Mentre egli si trovava in una di quelle città[e], ecco un uomo tutto coperto di lebbra, il quale, veduto Gesù, si gettò con la faccia a terra e lo pregò, dicendo: «Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi».

13 Ed egli, stesa la mano, lo toccò, dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E subito la lebbra sparì da lui.

14 Poi Gesù gli comandò di non dirlo a nessuno. «Ma va’», gli disse, «mòstrati al sacerdote e offri per la tua purificazione ciò che Mosè ha prescritto; e ciò serva loro di testimonianza».

15 Però la fama di lui si spandeva sempre più; e grandi folle si radunavano per udirlo ed essere guarite dalle loro infermità.

16 Ma egli si ritirava nei luoghi deserti e pregava.

Mentre proseguiamo il nostro cammino nel vangelo di Luca, notiamo come l’autore abbia in questi primi capitoli messo le basi per la sua opera dandoci una cornice che ora va mano a mano riempiendo. Abbiamo accennato in questi mesi all’attenzione data alla persone, alla preghiera, al Regno di Dio per tutti, alla Parola, alla doppia natura di Gesù, le promesse dell’Antico Testamento e la storia di Israele. Tutti questi elementi sono da tenere in considerazione mentre continuiamo a leggere la storia di Gesù come riportata dal medico Luca.

La storia di oggi è quella di un uomo tutto coperto di lebbra. Con il termine lebbra, all’epoca, si indicavano tutta una serie di malattie della pelle, e non soltanto la lebbra come la intendiamo noi oggi. Ma la sostanza non cambia molto per questo uomo. La lebbra era vista come una malattia che ti rendeva impuro e chi l’aveva doveva vivere lontano dalla società, lontano dalle persone, quarantenato. Non poteva lavorare e doveva vivere della carità delle persone. Quando incontrava qualcuno doveva gridare “impuro, impuro!”.

Quello dell’impurità è un tema centrale nella comprensione che Israele aveva di Dio. Dio è un Dio santo, un Dio puro, un Dio senza imperfezioni. Un modo per capire questa cosa è pensare a Dio non come a dell’acqua che beviamo e che ci fa stare meglio, ma pensare a Dio come ad il sole. Al centro del nostro sistema c’è una stella che si chiama, appunto, sole. Grazie al sole abbiamo vita, grazie al sole abbiamo calore, grazie al sole abbiamo luce. Il sole è qualcosa di magnifico.

Eppure, se dovessimo prendere una navicella spaziale e avvicinarci troppo al sole verremmo immediatamente distrutti. Questo vuol dire che il sole è malvagio? No. Lo stesso si può dire di Dio. Se ci avviciniamo a lui impuri, non perché Dio è malvagio, ma perché è troppo buono e la sua bontà annienta tutto ciò che non è buono e puro.

Il popolo di Israele, al quale Dio decide di rivelarsi e farsi conoscere passo dopo passo, riceve istruzioni a riguardo. è tra le varie istruzioni ce ne sono molte legate appunto all’impurità. Dio indica una serie di cose che rendevano le persone impure. Tra queste, elenca anche la lebbra. Il problema era che queste impurità erano contagiose. Ovvero se una persona toccava qualcosa di impuro diventava a sua volta impuro e quindi non poteva prendere parte alla vita religiosa. Se per esempio una persona toccava un animale morto, o un morto, diventava impuro e doveva seguire un rituale di purificazione.

Da poco più di un anno viviamo in una situazione di pandemia globale che ha stravolto le nostre vite. Non possiamo più incontrarci come eravamo abituati a fare, non possiamo più toccarci e abbracciarci come eravamo abituati a fare. Questo ha avuto ripercussioni incredibili sulle persone, risvolti psicologici ed emotivi che non potevamo nemmeno immaginare. Essere isolati ci porta a capire che siamo stati creati per non essere isolati.

Ora pensate un attimo a questo uomo, del quale non sappiamo il nome. Tutto quello che sappiamo di questo uomo è che era tutto coperto di lebbra, e quindi la sua malattia andava avanti da anni ed era in uno stato avanzato. Da anni questo uomo era isolato, non veniva abbracciato da qualcuno, non veniva toccato da qualcuno. Le persone non gli chiedevano come stesse, non parlavano con lui. La malattia e l’impurità caratterizzano questo uomo, è l’unica cosa che lo identifica.

Un giorno questo uomo incontra Gesù. Forse anche a lui era giunta qualche voce su questo uomo che era in grado di compiere grandi miracoli. Un po’ come fatto da Pietro, anche il lebbroso si getta per terra, anche se è facile immaginare che a causa della sua condizione non si fosse gettato ai piedi di Gesù, rischiando così di toccarlo e renderlo impuro.

Il lebbroso si rivolge a Gesù, lo supplica, e dice “«Signore, se vuoi, tu puoi purificarmi».”

Ciò che il lebbroso vuole più di ogni altra cosa e di essere purificato. Sicuramente aveva in mente anche la guarigione fisica, ma quello che il lebbroso chiede al Signore è di essere purificato. La richiesta dell’uomo è frutto di anni di scoraggiamento e disperazione. Egli sa che Gesù può purificarlo, ma non sa se Gesù vuole purificarlo. Il lebbroso guarda alla sua malattia, che fino a quel momento era il tratto distintivo della sua identità e il singolo elemento che più aveva condizionato tutta la sua esistenza, e non è sicuro che Gesù voglia agire verso una persona con questa malattia, non è sicuro che Gesù voglia purificare quella cosa così brutta della sua vita. Forse Gesù era interessato solo a persone che avevano delle malattie, o dei problemi più piccoli, forse Gesù non poteva spingersi tanto a fonda da purificare una persona tutta ricoperta di una malattia che era una malattia impura.

E qui forse sarebbe buono che iniziassi a metterti un po’ nei panni del lebbroso e a domandarti, cos’è che mi rende impuro? Lo studio della Parola non è soltanto uno studio del contesto e di avvenimenti del passato, ma arriva al nostro cuore oggi. Cosa penso di avere che mi separa troppo da un Dio che è puro e forte come il sole?

Prima di rispondere al lebbroso, Gesù fa una cosa che forse l’uomo non si aspettava per niente. Gesù allunga il braccio, colma la distanza che c’era fra lui e l’uomo, e lo tocca. Un gesto normale, scontato per tanti di noi, banale. Ma per il nostro malato, un gesto che aveva completamente dimentico. Un contatto, un tocco umano. Pensa al primo abbraccio dopo mesi di lockdown, e immagina un tocco dopo anni di isolamento. Gesù si assicura di far capire al lebbroso che lui c’era, che c’era fisicamente.

E subito dopo, Gesù dice:

«Lo voglio, sii purificato» (13)

Ci sono due elementi, chiari, in questa frase.

Innanzitutto Gesù vuole purificare il lebbroso. Gesù non è costretto, Gesù non è scocciato, Gesù non vede il lebbroso e la sua impurità come una scocciatura o una seccatura che si va ad aggiungere alle tante cose che aveva già da fare. No, Gesù vuole purificare questo uomo, il suo cuore gioisce al pensiero di poter purificare questo uomo. Gesù non è spaventato dalla condizione del lebbroso e dimostra con queste semplici parole, accompagnate dal tocco della mano, di aver raggiunto le profondità più nascoste dell’impurità umane e di volerle purificare.

E cosa fa Gesù quando raggiunge l’impurità? E qui che vediamo tutta la straordinarietà di Gesù. Gesù non solo offre di parole di incoraggiamento, come potremmo fare noi in una situazione simile. Gesù non si ferma a cucinare qualcosa per il povero malato, o a lasciare qualche soldo. No, Gesù purifica effettivamente l’uomo. Ovvero Gesù è in grado di rimuovere completamente ciò che separava l’uomo da una gioiosa relazione pura con Dio e una gioiosa vita comunitaria pura con altri esseri umani. E tutto ciò avviene in un attimo, alla parola di Gesù: E subito la lebbra sparì da lui. L’uomo era si indegno, si impuro, ma Gesù trova il modo di purificarlo senza distruggerlo.

Dopo aver compiuto il miracolo, Gesù chiede al lebbroso guarito di non dirlo in giro, cosa che molto probabilmente non fa visto che la fama di Gesù continua a crescere, che era forse proprio quello che Gesù voleva evitare, ovvero che si creasse questa fama legata ai miracoli e incentrata su ciò che Gesù diceva piuttosto che quello che insegnava. Al lebbroso Gesù dice di andare da un sacerdote. Il sacerdote avrebbe ispezionato l’uomo e se lo avesse trovato sano, si sarebbe potuto offrire un sacrificio per l’avvenuta purificazione. Questo sarebbe servito come testimonianza.

In che senso? Intanto le dichiarazioni del sacerdote, in osservanza alla legge di Mosè, avrebbero aiutato la persona guarita ad inserirsi di nuovo nella società. Le persone che erano scettiche e che non si fidavano, avrebbero trovato nella conferma del sacerdote, che era un’autorità, una conferma importante alle parole dell’uomo miracolato.

Ma questo sarebbe servito anche come testimonianza al Signore Gesù. Testimonianza di cosa? Non solo che una persona era stata guarita in maniera miracolosa. Ma anche che Gesù era in grado di purificare.

Abbiamo parlato della legge che il popolo di Israele aveva e di come la legge insegnasse che l’impurità era contagiosa, ovvero quando una persona toccava qualcosa di impuro egli diventava a sua volta impuro. Al tempo stesso, delle persone che si avvicinavano o venivano toccate da Dio, venivano distrutte dalla purezza di Dio, come per esempio sarebbe accaduto a Mosè se non si fosse fermato davanti al pruno ardente o se avesse visto Dio faccia a faccia. Il popolo di Dio sapeva quindi di essere facilmente esposto all’impurità, e che portava comunque dentro di sé un livello di impurità che non poteva resistere alla purità di Dio.

Questa situazione era ovviamente molto frustrante. Circa 600 anni dopo la legge, nella Bibbia troviamo due episodi, nei quali iniziamo ad intravedere che Dio aveva però in serbo la soluzione a questo problema.

La prima la troviamo in Isaia 6

6:1Nell’anno della morte del re Uzzia vidi il Signore seduto sopra un trono alto, molto elevato, e i lembi del suo mantello riempivano il tempio. 2 Sopra di lui stavano dei serafini, ognuno dei quali aveva sei ali; con due si copriva la faccia, con due si copriva i piedi e con due volava. 3 L’uno gridava all’altro e diceva: «Santo, santo, santo è il Signore degli eserciti! Tutta la terra è piena della sua gloria!» 4 Le porte furono scosse fin dalle loro fondamenta dalla voce di loro che gridavano, e la casa fu piena di fumo. 5 Allora io dissi: «Guai a me, sono perduto! Perché io sono un uomo dalle labbra impure e abito in mezzo a un popolo dalle labbra impure; e i miei occhi hanno visto il Re, il Signore degli eserciti!» 6 Ma uno dei serafini volò verso di me, tenendo in mano un carbone ardente, tolto con le molle dall’altare. 7 Mi toccò con esso la bocca e disse: «Ecco, questo ti ha toccato le labbra, la tua iniquità è tolta e il tuo peccato è espiato».

Isaia riconoscere di essere di fronte ad un Dio santo, e che questa santità di Dio significa la sua estinzione, perché è un uomo impuro. Eppure succede qualcosa. Uno dei serafini prende un carbone ardente, puro, gli tocca le labbra e afferma che la sua iniquità è tolta e il suo peccato è espiato. Isaia intravede un modo in cui la sua impurità non si trasmette, e anzi è in grado di ricevere la purificazione da parte di Dio senza essere distrutto.

Il secondo episodio si trova in Ezechiele che vi descrivo io ma che poteva andare a leggere a casa se siete curiosi, in Ezechiele 47:1-12. Anche Ezechiele era un profeta, e durante una visione Ezechiele si trova presso il tempio del Signore. E da questo tempo fuoriesce dell’acqua, dal lato orientale. Questa acqua che viene da tempio esce dalle mura della città e forma un fiume, e su entrambe le rive di questo fiume c’è tantissima vegetazione, tantissimi alberi, alberi pieni di frutti e le cui foglie non appassiscono. Il fiume attraversa un deserto e porta vita con se. Il fiume e ricolmo di pesci, una grande varietà e una grande abbondanza di pesci. Ed infine il fiume finisce in un mare, sanando le acque del mare.

Cosa rappresenta questa profezia di Ezechiele? Che in futuro ci sarebbe stato un modo per purificarsi del tutto nuovo. In questo caso non ci si purifica per andare nel tempio, ma qualcosa esce dal tempio per purificare, un fiume di acqua esce dal tempio e purifica tutto ciò che tocca.

Quindi che cosa testimonia questo miracolo riguardo a Gesù ? Testimonia che Gesù è  la realizzazione, il compimento di quanto prescritto e predetto nell’Antico Testamento. Il popolo aveva ricevuto la legge per capire la gravità dell’impurità. Non è che la lebbra di per se rendesse impuri, o il toccare un cadavere, perché l’impurità era, come abbiamo detto, presente in tutti. Ma la legge faceva capire al popolo la gravità di una situazione che sembrava senza soluzione.

Il popolo di Israele aveva ricevuto le profezie che offrivano una speranza futura. Gesù porta a compimento la legge e realizza le profezie, dimostrando di poter purificare questo uomo lebbroso. Non è la lebbra a rendere impuro Gesù, ma Gesù a toccare e rendere puro il lebbroso e riesce a farlo in modo che non distrugge il lebbroso. Anche questo miracolo è in realtà una piccola profezia. Perché la purificazione completa avverrà nel momento in cui Gesù verserà il suo sangue sulla croce. è quel sangue ci lava da ogni impurità che noi abbiamo e al tempo stesso lo fa senza distruggerci, perché la distruzione che spettava a noi è ricaduta su un altro uomo, Cristo Gesù. è quel sangue, e non della semplice e comunissima acqua, che ti purifica dentro e ti fa stare bene fuori.

Ebrei 10 ne parla in questi termini:

19 (B)Avendo dunque, fratelli, libertà di entrare nel luogo santissimo per mezzo del sangue di Gesù, 20 per quella via nuova e vivente che egli ha inaugurata per noi attraverso la cortina, vale a dire la sua carne, 21 e avendo noi un grande sacerdote sopra la casa di Dio, 22 avviciniamoci con cuore sincero e con piena certezza di fede, avendo i cuori aspersi di quell’aspersione che li purifica da una cattiva coscienza e il corpo lavato con acqua pura. 23 Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse.

Ogni cattiva coscienza, ogni peccato, viene lavato dal suo sangue che è come acqua pura. Vi ho chiesto di pensare a delle cose nelle vostre vite che vi fanno sentire impuri.

Ovviamente solo voi sapete se c’è qualcosa che vi fa sentire impuri di fronte a Dio e cos’è che vi fa sentire impuri. Ma faccio un esempio pratico, in modo da capire meglio e in modo da applicare queste verità alla nostre vite.

Una cosa che può farci sentire impuri e il sesso, e tutto quello che gira attorno ad esso. Faccio questo esempio perché Paolo dice, in 1 Corinzi 6:18, “ Fuggite la fornicazione. Ogni altro peccato che l’uomo commetta è fuori del corpo, ma il fornicatore pecca contro il proprio corpo.”

Il peccato sessuale ci fa sentire davvero sporchi. Magari ti sei spinto troppo oltre una volta, magari hai una dipendenza, magari senti una inclinazione sessuale che non è in linea con la volontà di Dio, magari hai tanti pensieri di cui ti vergogni. Se è questo il tipo di sporcizia che provi nella tua vita, di impurità che pensi sia troppo sporca per Dio, oggi abbiamo visto che Gesù non solo è in grado di purificarti senza distruggerti, ma lui vuole anche purificarti, in modo che tu possa avere una buona coscienza davanti a Dio e vivere per servirlo con gioia.

Magari invece sei una persona sposata, che potrebbe godere del sesso, ma non riesce perché si sente impura, con del rimorso, o con delle aspettative troppo alte. Anche in questo caso Gesù è in grado di purificare, e lo fa ricordandoci del suo sacrificio che redime l’atto sessuale e lo dona ad una coppia come il dono di Dio, dato da Dio alle coppie sposate per goderne, ma anche come strumento per curare le ferite di coppia, come strumento per difendersi dagli attacchi del nemico e come strumento per glorificare Dio.

è appunto, solo un esempio, ma è una verità che si applica a qualsiasi cosa. Dove hai bisogno della purificazione di Gesù? Può essere nell’ossessione per il futuro, in un amore sproporzionato per i soldi, in un errore fatto tanto tempo fa ma che ancora ti attanaglia e così via.

Gesù è in grado di purificarti senza distruggerti, e Gesù vuole purificarti con il suo sangue, che è molto più efficace di ogni tipo di acqua che possiamo bere.

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