Recuperare il rapporto con Gesù – Giovanni 21 Video e Testo

Siamo arrivati a Giovanni 21, l’ultimo capitolo di questo vangelo. è un altro capitolo che al fine del nostro studio dei discepoli è molto rilevante. Il capitolo 21 di Giovanni è un pò come l’epilogo di un libro. Se avete letto molti romanzi, sapete che spesso si concludono in due modi: o con la risoluzione del conflitto, subito dopo il climax, o con un epilogo che descrive cosa succede ai protagonisti dopo, ad esempio, la battaglia finale.

Il vangelo di Marco, per esempio, rientra nella prima categoria. é molto probabile che nella versione originale il vangelo si concludesse semplicemente con la resurrezione di Gesù, senza nessuna descrizione di incontri tra Gesù e i discepolo. Giovanni 21 invece rientra nella seconda categoria. Nel capitolo 20, che abbiamo studiato la settimana scorsa, abbiamo visto la resurrezione di Cristo, e lo stesso Giovanni conclude quel capitolo che tutto quello che era stato scritto era sufficiente affinché i lettori crediano che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e affinché, credendo, abbiano vita nel suo nome. 

 

Perchè allora scrivere il capitolo 21? Beh ci sono molti motivi. Uno sembra essere predominante: la descrizione del rapporto fra Gesù e i suoi discepoli, e in particolare il recupero del rapporto con Pietro. Tutti noi abbiamo avuto degli screzi con delle persone a cui vogliamo bene. Penso che tutti abbiamo avuto paura di perdere per sempre una persona amata. E forse anche Pietro pensava di aver perso l’amicizia di Gesù. 

 

Questo capitolo si presta bene alla divisione in tre parti e quindi suddivido la lettura in tre momenti, aggiungendo ad ogni parte alcune riflessioni. 

 

Gesù appare in riva al mare di Galilea

21:1 Dopo queste cose, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli presso il mare di Tiberiade; e si manifestò in questa maniera.2 Simon Pietro, Tommaso detto Didimo, Natanaele di Cana di Galilea, i figli di Zebedeo e due altri dei suoi discepoli erano insieme. 3 Simon Pietro disse loro: «Vado a pescare». Essi gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Uscirono e salirono [subito] sulla barca; e quella notte non presero nulla. 4 Quando già era mattina, Gesù si presentò sulla riva; i discepoli però non sapevano che fosse Gesù. 5 Allora Gesù disse loro: «Figlioli, avete del pesce?» Gli risposero: «No». 6 Ed egli disse loro: «Gettate la rete dal lato destro della barca e ne troverete». Essi dunque la gettarono, e non potevano più tirarla su per il gran numero di pesci. 7 Allora il discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!» Simon Pietro, udito che era il Signore, si cinse la veste, perché era nudo, e si gettò in mare. 8 Ma gli altri discepoli vennero con la barca, perché non erano molto distanti da terra (circa duecento cubiti[a]), trascinando la rete con i pesci. 9 Appena scesero a terra, videro là della brace e del pesce messovi su, e del pane. 10 Gesù disse loro: «Portate qua dei pesci che avete preso ora». 11 Simon Pietro allora[b] salì sulla barca e tirò a terra la rete piena di centocinquantatre grossi pesci; e, benché ce ne fossero tanti, la rete non si strappò. 12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 13 Gesù [allora] venne, prese il pane e lo diede loro; e così anche il pesce.14 Questa era già la terza volta che Gesù si manifestava ai [suoi] discepoli, dopo essere risuscitato dai morti.

 

Se non sapessimo la verità, potremmo pensare che siamo all’inizio della storia. Simon Pietro, insieme ad altri discepoli, sta pescando, sta facendo il lavoro che aveva prima di conoscere Gesù. La notte passata a pescare non è stata per niente fruttuosa, ma a volte succede. Ad un certo punto Gesù. In un primo momento i discepoli non lo riconoscono, ma quando Giovanni afferma che quell’uomo che stava dando consigli dalla spiaggia era Gesù, Simon Pietro preso da tutta la sua esuberanza si lancia dalla barca. 

 

Questo potrebbe sembrare l’inizio della storia di Gesù e i discepoli, ma sappiamo bene che non lo è. Abbiamo accompagnato Pietro e gli altri discepoli in anni di servizio al fianco di Gesù, tra miracoli, predicazioni, momenti di pericolo e notti di preghiera. Abbiamo visto Pietro rinnegare Gesù prima che questi fosse crocifisso. Non siamo affatto all’inizio della storia. E quindi fa un pò strano vedere questa scena. Pietro e gli altri discepoli che pescano, come se niente fosse successo. Forse Pietro e gli altri discepoli stavano pescando perchè stavano aspettando Gesù, che gli aveva ordinato di recarsi in Galilea. E, forse, è vera un’altra cosa. Che nei discepoli si stava insinuando il dubbio. E’ indicativo il versetto 12.

 

12 Gesù disse loro: «Venite a fare colazione». E nessuno dei discepoli osava chiedergli: «Chi sei?» Sapendo che era il Signore. 

 

I discepoli volevano chiedere a Gesù chi fosse, ma non osavano farlo perché avevano riconosciuto in quell’uomo Gesù. 

 

L’episodio della pesca miracolosa è molto simile ad un altro episodio che troviamo nel Vangelo di Luca, al capitolo 5.

 

4 Com’ebbe terminato di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo, e gettate le vostre reti per pescare». 5 Simone [gli] rispose: «Maestro, tutta la notte ci siamo affaticati e non abbiamo preso nulla; però, secondo la tua parola, getterò le reti[a]». 6 E, fatto così, presero una tal quantità di pesci, che le loro reti si rompevano[b]. 7 Allora fecero segno ai loro compagni dell’altra barca di venire ad aiutarli. Quelli vennero e riempirono tutte e due le barche, tanto che affondavano. 8 Simon Pietro, veduto ciò, si gettò ai piedi[c] di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore[d]». 9 Perché spavento aveva colto lui e tutti quelli che erano con lui, per la quantità di pesci che avevano presi, 10 e così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, che erano soci di Simone. Allora Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini». 11 Ed essi, tratte le barche a terra, lasciarono ogni cosa e lo seguirono.

 

Immagino abbiate notato le somiglianze fra i due testi. In questo caso siamo all’inizio del ministero di Gesù, e l’altro protagonista è Simone, che poi verrà chiamato Pietro. Anche qui i pescatori avevano passato un’intera notte senza riuscire a pescare alcunchè. Anche qui questi uomini ricevano da Gesù un consiglio che porta ad una pesca incredibile. 

 

Ma avete notato anche la differenza? Nel primo caso Pietro si getta ai piedi di Gesù e gli chiede di allontanarsi da lui. Nel Vangelo di Giovanni, invece, Pietro si veste velocemente e si butta in acqua per avvicinarsi il più velocemente possibile a Gesù. 

 

La vita di Pietro era effettivamente cambiata. Anni passati con Gesù, le parole di vita che aveva ricevuto dal suo Maestro, le opere miracolose che aveva visto compiere dal Figlio di Dio avevano cambiato Pietro, che aveva imparato a fidarsi di Gesù, aveva imparato ad amarlo, aveva visto crescere il suo desiderio di servirlo. 

 

Arrivato a riva Pietro trova Gesù, che aveva preparato una colazione a base di pesce e pane. Dopo un pò arrivano anche gli altri discepoli, e a tutti Gesù ordina di portare la rete con i pesci. Ma dalla descrizione di Giovanni sembra che Pietro si lanci da solo, e porti da solo la rete traboccante di pesci. 

 

Studiando questo testo ho anche scoperto una cosa, che ha fatto notare un predicatore americano. Gesù aveva preparato della brace. In questo periodo pagherei per poter fare un bel barbecue. L’anno scorso uno dei miei highlight è stata la scampagnata in montagna a Pasquetta, quest’anno per ovvi motivi non abbiamo avuto modo di farla. Ma una delle cose che voglio fare appena si potrà, e riunirmi con degli amici e fare un bel barbecue, che è quello che Cristo aveva preparato per i suoi amici. Ma quello che ho scoperto è che il termine greco per “brace”, ovvero ἀνθρακιά, anthrakiá, viene usato solo due volte in tutto il Nuovo Testamento. Se fossi presente li con voi vi chiederei qual è l’altra volta che troviamo questo termine. Non potendo farvi questa domanda, vi rivelo direttamente la risposta: è durante il tradimento di Pietro, quando Pietro si scalda davanti ad un fuoco nel cortile del sommo sacerdote.

 

Di nuovo, Pietro è evidentemente uno dei personaggi principali di questo brano, e stiamo assistendo al recupero del rapporto fra Pietro e Gesù. La pesca miracolosa, il fuoco della notte del tradimento. 

 

Gesù e Pietro

15 Quando ebbero fatto colazione, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone di Giovanni[c], mi ami più di questi?» Egli rispose: «Sì, Signore, tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, una seconda volta: «Simone di Giovanni, mi ami?» Egli rispose: «Sì, Signore; tu sai che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pastura le mie pecore». 17 Gli disse la terza volta: «Simone di Giovanni, mi vuoi bene?» Pietro fu rattristato che egli avesse detto la terza volta: «Mi vuoi bene?» E gli rispose: «Signore, tu sai ogni cosa; tu conosci che ti voglio bene». Gesù gli disse: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità ti dico che quando eri più giovane ti cingevi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio, stenderai le tue mani e un altro ti cingerà e ti condurrà dove non vorresti». 19 Disse questo per indicare con quale morte avrebbe glorificato Dio. Detto questo, gli disse: «Seguimi».

 

Dopo la colazione, Gesù si rivolge direttamente a Pietro. E gli fa una domanda molto particolare. 

«Simone di Giovanni[c], mi ami più di questi?» La domanda innanzitutto deve essere interpretata, e non è semplicissimo. Gesù stava chiedendo a Pietro se lo amasse più di queste cose, ovvero la pesca, il lavoro, la carriera più dell’essere pescatore di uomini? Oppure Gesù stava chiedendo a Pietro se lo amasse più di quanto amasse i suoi amici discepoli? Oppure Gesù stava chiedendo a Pietro se lo amasse più di quanto lo amavano gli altri discepoli? Forse questa opzione è la più probabile. 

 

Per tre volte c’è questa domanda da parte di Gesù. Avrete probabilmente notato che Gesù parla di amore, e Pietro risponde dicendo di voler bene. In italiano amore e voler bene sono due cose diverse, e anche nell’originale greco vengono usati due termini diversi. Questo ha portato alcuni a dare delle spiegazioni a riguardo. Nella letteratura di Giovanni, quindi nel Vangelo ma anche nel resto dei suoi scritti, i due termini sono però interscambiabili, e quindi è probabile che non dobbiamo prestare troppa attenzione alla cosa. 

 

Quello che invece è interessante, è il fatto che Gesù rivolga a Pietro tre volte questa domanda. Tre volte, come le tre volte che a Pietro è stato chiesto se non conoscesse Gesù e Pietro ha risposto in maniera negativa. Di nuovo, vediamo un forte richiamo in questo episodio alle vicissitudine passate del discepolo. E notiamo di nuovo che  non siamo all’inizio della storia fra Gesù e Pietro, che in effetti qualcosa è cambiato. La risposta di Pietro non è esuberante, Pietro non fa promesse che non può mantenere, ma dice semplicemente “Signore, tu sai che ti voglio bene.” Pietro ora sa che Gesù lo conosce, che conosce i suoi punti di forza ma anche i limiti del suo carattere. Sa che non può nascondersi. Pietro in questi anni è cambiato, è diventato un discepolo migliore nonostante gli errori e i fallimenti, o forse anche a causa di essi. 

 

Ma c’è molto altro in questo breve scambio tra Pietro e il suo dolce Maestro. Gesù infatti affida un compito a Pietro, di pascere le sue pecore. Ci sono tante implicazioni in questo ordine. La prima è che le pecore, nonostante fossero sotto la cura di Pietro, erano del Signore. Gesù non dice a Pietro “Pasci le tue pecore” ma “pasci le mie pecore.” Le pecore sono sempre di Gesù, Gesù è il buon pastore come aveva affermato in Giovanni 10. I pastori delle chiese, ma in generale ognuno di noi che si prende cura di una sorella o di un fratello in Cristo,deve ricordarsi sempre questa cosa. 

 

Questa settimana studiando per l’università ho sentito una cosa molto interessante. I pastori sono sopra il gregge nel senso supervisori, sorvegliano il gregge, come dice lo stesso Pietro nella sua prima lettera al capitolo 5. Ma i pastori sono anche tra le pecore, delle pecore in mezzo al gregge, sono delle pecore che danno l’esempio. E infine sono sotto le pecore, le servono come Cristo ha servito noi, svuotando se stesso ed umiliandosi per salvare l’essere umano. 

 

E, infine, dopo aver predetto la morte di Pietro, Gesù rivolge una parola a Pietro. Una parola fondamentale per ogni discepolo: Seguimi. Che bello deve essere stato sentirsi di nuovo dire questa parola. Mesi fa abbiamo visto insieme l’inizio del percorso di discepolato di Pietro e degli altri, e ora dopo tutto quello che è successo, Gesù torna di nuovo da Pietro e gli dice di seguirlo. Alla fine, l’essenza dell’essere discepoli, è questa: seguire Cristo nonostante tutto. Seguire Cristo, dopo gli errori. Seguire Cristo durante le difficoltà. Seguire Cristo, no matter what, a qualsiasi cosa accada. Sapendo che Gesù non si tira indietro. Anzi, Gesù è sempre lì. è sempre lì, perchè il suo essere lì non è dovuto alle nostre capacità, ai nostri successi, ma al suo essere Dio, al suo essere il dispensatore di grazia, di perdono.

 

Il discepolo che Gesù amava

20 Pietro, voltatosi, vide venirgli dietro il discepolo che Gesù amava; quello stesso che durante la cena stava inclinato sul petto di Gesù e aveva detto: «Signore, chi è che ti tradisce?» 21 Pietro dunque, vedutolo, disse a Gesù: «Signore, e lui?» 22 Gesù gli rispose: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa? Tu, seguimi». 23 Per questo motivo si sparse tra i fratelli la voce che quel discepolo non sarebbe morto; Gesù però non gli aveva detto che non sarebbe morto, ma: «Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa?»

 

24 Questo è il discepolo che rende testimonianza di queste cose e che ha scritto queste cose; e noi sappiamo che la sua testimonianza è vera.

 

25 Ora vi sono ancora molte altre cose che Gesù ha fatte; se si scrivessero a una a una, penso che il mondo stesso non potrebbe contenere i libri che se ne scriverebbero. [Amen.]

 

Su questa ultima parte dico solo una cosa. Come abbiamo visto in questi mesi il discepolato è variegato, si evolve in maniera diversa per tutti. La costanza è Cristo ma ognuno di noi è diverso, è chiamato in maniera diversa da Cristo secondo il proprio carattere e le proprie esperienze. Viviamo questo rapporto con Gesù non imitando gli altri, ma in maniera unica e speciale con Gesù. Gesù non aveva un compito solo per Pietro, ma lo aveva anche per Giovanni e per gli altri discepoli. è Gesù ha un rapporto unico con tutti coloro che lo stanno seguendo. E Gesù ha un compito per ognuno di noi. Che ognuno di noi possa seguire Gesù con gioia, adempiendo quello che lui ci sta chiedendo di fare. 

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