Riconoscere la Certezza – Luca 1:1-4

 

Il dizionario definisce il termine certezza in questo modo:
In senso soggettivo, e più com., conoscenza sicura di un fatto, convinzione, persuasione ferma
In senso oggettivo, il fatto di essere certo, sicuro, cioè pienamente rispondente al vero, oppure
immancabile, garantito
A quanti di noi non piacerebbe giungere a questo stato nella nostra fede. Una certezza assoluta.
Quante volte invece il dubbio si insinua. Notti svegli a rimuginare su Dio, discussioni con degli
amici in cui ci viene da chiederci se quello che affermiamo è effettivamente vero. Quando invece
siamo certi di Dio, sentiamo la pace di Dio, l’amore di Dio, e ci comportiamo di conseguenza. Oggi
vogliamo parlare di certezza e vedere cosa uno scrittore scrive a riguardo ad un suo amico.

 

 

Domenica scorsa abbiamo festeggiato insieme i due anni di chiesa. Circa un anno prima il nostro
primo incontro domenicale, quindi più di tre anni fa, iniziavamo i nostri famosi incontri del
mercoledì sera, con una bella cena seguita da uno studio Biblico. Molti di voi sanno benissimo che
in quel periodo abbiamo iniziato la lettura del Vangelo di Marco. In questi anni abbiamo
ovviamente letto non solo Marco, ma varie volte ci sono stati messaggi basati su testi dei quattro
vangeli. D’altronde questi sono i quattro libri che raccontano della vita di Cristo, sono i libri nei
quali ascoltiamo le sue parole, i libri che ci portano ad osservarlo nelle sue giornate, nel suo lavoro,
nella sua opera, fino alla morte sulle croce. Non è fantastico avere questo privilegio? Certo, magari
abbiamo sentito e letto le storie di Gesù decine, centinaia di volte. Eppure non finiscono mai di
stupirci queste pagine, accompagnare Gesù vuol dire essere accompagnati di Gesù.
Avrete capito che stiamo per iniziare lo studio di un altro Vangelo. Nei prossimi mesi, svariati mesi,
vogliamo seguire la narrazione di Luca, l’autore del terzo vangelo. Prima di leggere il testo di oggi
ci tengo a dire due parole introduttive su questo libro. Il vangelo è scritto da Luca, un medico,
compagno di viaggio di Paolo. Luca è un gentile, ovvero un non ebreo. Non sappiamo molto altro a
riguardo di questo scrittore. Ci sono però delle cose molto interessanti riguardo ai suoi scritto.
Luca è innanzitutto l’unico evangelista ad aver scritto due narrative. Oltre ad aver scritto il Vangelo
ha scritto anche gli Atti. Entrambi i libri sono piuttosto lunghi, e Luca è lo scrittore più prolifico di
tutto il Nuovo Testamento. Più di Matteo, più di Giovanni, più di Pietro e anche più di Paolo. Trovo
molto affascinante che uno scrittore semi-sconosciuto, per di più non ebreo, sia stato l’autore che il
Signore abbia usato per lasciarci più pagine nella sua Parola. Come già menzionato, Luca è l’autore
di due libri, Luca e Atti. Questo è importante, perché ci sono sicuramente dei collegamenti tra le
due opere. Alcuni credono che Luca e Atti siano due volumi di un’opera unica, mentre altri credono
che siano due libri con dei collegamenti ma separati e indipendenti. Sicuramente però i due libri
sono in qualche modo collegati e questo probabilmente aiuta anche ad identificare la data della
scrittura del vangelo. Gli studiosi si dividono in un periodo che va dagli anni 50 alla fine del primo
secolo. Ma se Luca è stato scritto prima di Atti, e Atti è stato scritto prima della morte di Paolo,
allora forse una datazione non troppo tarda è da preferire.

Il Vangelo può essere diviso in 4 parti principali:
1- Giovanni Battista e Gesù
2- Il ministero in Galilea
3- Il lungo viaggio verso Gerusalemme
4- Dall’entrata a Gerusalemme all’ascensione

Vi leggo qualche riga da un commentario sul vangelo di Luca, per far accrescere ancora di più la
nostra curiosità:
“Un aspetto tipico del Vangelo di Luca è che l’amore di Dio è raffigurato all’opera in una varietà
di modi e tra una varietà di persone. Non si tratta di un tema occasionale, ma di una caratteristica
che percorre tutto il libro. Mentre si può dire che in Matteo il motivo dominante è la regalità ed in
Marco la potenza, in Luca il tema è l’amore. Forse è questo a conferire al Terzo Vangelo la sua
particolare attrattiva. E’ evidente che lo scrittore era un uomo di cultura, capace di apprezzare il
bello ed era certamente in grado di scrivere bene. Ma nessuna di queste circostanze riesce a
spiegare la bellezza della sua opera. Il perché sta piuttosto nel modo in cui l’amore di Dio
risplende nelle parabole, nei detti e nella storia di Gesù.”

Dette queste cose, preparatevi per il viaggio, mettetevi le cinture. Stiamo per immergerci in un
Vangelo centrato sulla salvezza di Cristo e per tutti i popoli, una salvezza che porta pace, agli
individui, alle donne, ai bambini, ai poveri, alla gente di cattiva fama. Un Vangelo pieno di
preghiera e di lode. Siete pronti?

1:1 (B)Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto
compimento in mezzo a noi, 2 come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono
testimoni oculari e che divennero ministri della Parola, 3 è parso bene anche a me, dopo essermi
accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di scrivertene per ordine, eccellentissimo
Teofilo[a], 4 perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.
Dopo tutte le cose che sono state dette nell’introduzione, uno sarebbe quasi tentato di saltare questa
parte iniziale e tuffarsi nel racconto. Ma anche questa parte iniziale è molto interessante. Abbiamo
letto quattro versetti e voglio riflettere su quattro punti:

1- I fatti
1:1 (B)Poiché molti hanno intrapreso a ordinare una narrazione dei fatti che hanno avuto
compimento in mezzo a noi,
Quando succede qualcosa di straordinario tutti ne parlano. Pensate, giusto per fare un esempio, al
COVID. Tutti parlano della pandemia: politici, giornalisti, opinionisti, ma anche le chiese, le
associazioni, le famiglie. Se ne parla sui giornali, fra amici, su internet, in TV. Allo stesso modo
quello che era successo a Gesù era una notizia che circolava velocemente. Alla fine del Vangelo di
Luca, dopo la morte di Gesù, troviamo due discepoli che sono in cammino con Gesù, solo che i
discepoli non sanno che l’uomo con loro è Gesù. Gesù chiede di cosa stanno parlando.
18 Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu solo, tra i forestieri, stando in
Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?» (Luca 24).
Luca, che scrive a Teofilo, ci tiene a precisare sin dall’inizio che quello che stiamo per leggere è
una raccolta di fatti. Sono cose successe veramente. Pensa un attimo come cambierebbe
radicalmente la nostra vita se non fossimo certi che quello che è scritto nella Bibbia è successo
veramente. Che senso avrebbe fondare la nostra vita, la nostra speranza, i nostri sforzi su delle cose
che non sono vere. Ci sono persone che amano catapultarsi in realtà alternative: o nei libri, o nei
videogiochi, o nei film, al punto da perdere di vista la realtà. Ma chi si catapulta nel vangelo si
catapulta nella realtà.
E Luca dice che questi fatti, che in molti avevano iniziato a narrare, hanno avuto compimento in
mezzo a noi. Può sembrare un appunto banale, scontato. Ma non è affatto scontato che Cristo, che è
il protagonista del nostro libro, si sia manifestato in mezzo a noi. Quando guardiamo all’opera del
vangelo non osserviamo da lontano un Dio che con fare distaccato risolve i nostri problemi. Non
stiamo guardando un Dio seduto sulla cima d’un monte. Ma osserviamo un uomo in mezzo a noi.
Come un buon detective, Luca apre la sua spiegazione dicendo: innanzitutto i fatti, che sono alla
base della certezza.

2- I testimoni
Come ce li hanno tramandati quelli che da principio ne furono testimoni oculari e che divennero
ministri della Parola,
Ok i fatti. Ma noi non eravamo presenti fisicamente durante il ministero, la morte e la resurrezione
di Gesù. E nemmeno Luca era presenta. Questo è un problema grosso per Luca, che ci tiene ad
essere sincero a riguardo.
Oggi ci sono tante, troppe persone, che parlano di cose che non conoscono con sicurezza e
spavalderia. Ma ciò che è successo sulle rive del Giordano, ciò che è successo in Galilea, ciò che è
successo sulla strada verso Gerusalemme, le parole di Gesù prima di morire, la croce sul Golgota
sono cose che sono successe di fronte a dei testimoni. è la narrazione Biblica è basata su questi
testimoni, testimoni del ministero di Gesù, testimoni che sono poi diventati ambasciatori di questo
messaggio. Persone che hanno visto la Parola e poi hanno iniziato ad annunciare la Parola. I fatti di
cui parla Luca hanno senso solo se ci sono anche dei testimoni.
E qui possiamo riflettere anche su un aspetto pratico. Coloro che vedono Cristo, credono in Cristo
diventano per forza di cose testimoni e ministri della Parola. Non dico che siamo come gli apostoli,
non dico che diventiamo come Luca, non dico nemmeno che diventiamo come Billy Graham. Ma
che per forza di cose il messaggio che è entrato nelle nostre vite deve anche uscire dalle nostre vite.
E che bello è poter pensare che siamo in grado di comunicare agli altri le ricchezze e le bellezze del
Vangelo, che bello poter pensare che Dio vuole usare noi per raggiungere le persone.
Giovanni nella sua prima lettera dice:
quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunciamo anche a voi, perché anche voi siate in
comunione con noi. E la nostra comunione è con il Padre e con il Figlio suo, Gesù Cristo. (1
Giovanni 1:3).
Quello che abbiamo sentito, quello che abbiamo visto, quello che abbiamo letto di Cristo ci rende
testimoni di Gesù. E quando presentiamo Cristo, presentiamo la nostra comunione con lui, ma
anche con Dio Padre. La certezza biblica viene da fatti tramandati da testimoni.

3- La cura dei dettagli
E’ parso bene anche a me, dopo essermi accuratamente informato di ogni cosa dall’origine, di
scrivertene per ordine, eccellentissimo Teofilo[a],
In questi primi versetti di Luca vediamo i fatti del Vangelo, vediamo i testimoni del Vangelo che
producono nuovi testimoni del Vangelo. E nel versetto tre vediamo un’altra cosa: la cura dei
dettagli di Luca. Non sappiamo come Luca si sia convertito. Non sappiamo chi gli abbia condiviso
la buona notizia di Gesù, il Salvatore venuto per salvare anche lui. Non sappiamo in che modo il
Signore ha toccato personalmente il suo cuore, in che modo gli ha fatto sentire il suo amore. Ma
sappiamo che Luca ha poi dedicato tutta la sua vita al Signore. E non l’ha fatto con superficialità,
ma con dedizione, cura, perfezione, con scrupolo. “Dopo essermi accuratamente informato di ogni
cosa dall’origine, di scrivertene per ordine.”
Anche qui, niente di sconvolgente. Eppure c’è qualcosa di meraviglioso nel fatto che il vangelo, la
Parola di Dio, il piano di Dio si può studiare a fondo. Che il Signore non vuole rimanere all’oscuro,
che non dice soltanto “questo è il pacchetto, devi prendere tutto senza fare domande.” Ma che
possiamo andare a fondo, scoprire tanti dettagli.
A volte sento delle persone che sono contrarie allo studio della teologia, o ad approfondire dei
concetti perché “sono troppo difficili” o “non portano a niente”. Ma io mi domando, tra marito e
moglie non c’è il desiderio di conoscersi meglio, di andare in profondità, di conoscere i dettagli?
Non penso che nessun marito guardi alla donna che ama e dica “mi basta sapere come si chiama e
quanti anni ha.”
I dettagli che il Signore ci ha lasciato non sono insignificanti. Sono i dettagli che lo sposo ha voluto
lasciare alla sua sposa, per attirarla a se, per emozionarla, per confortarla e incoraggiarla. Possono
essere difficili, ma questo non vuol dire che non valga la pena studiarli, che non ci sono stati dati
per conoscere meglio il Signore, amarlo in maniera più forte, seguirlo con maggiore convinzione.
Lo studio teologico, lo studio di Dio è un elemento centrale della crescita del credente. Non ti
scoraggiare se è difficile, non ti arrendere se sembra inutile.
Queste sono le parole che il Signore rivolge a Giosuè, il condottiero di Israele, dopo la morte di
Mosè:
7 Solo sii molto forte e coraggioso; abbi cura di mettere in pratica tutta la legge che Mosè, mio
servo, ti ha data; non te ne sviare né a destra né a sinistra, affinché tu prosperi dovunque andrai. 8
Questo libro della legge non si allontani mai dalla tua bocca, ma meditalo, giorno e notte; abbi
cura di mettere in pratica tutto ciò che vi è scritto; poiché allora riuscirai in tutte le tue imprese,
allora prospererai. (Giosuè 1)
Il Salmo 1 riprende questo concetto, dicendo “beato l’uomo….
il cui diletto è nella legge del Signore e su quella legge medita giorno e notte.”
Ci sono fatti, testimoni, dettagli importanti.

La certezza

E dallo studio dettagliato dei fatti riportati da testimoni, Luca spera che Teofilo possa raggiungere
ad una cosa:
4 perché tu riconosca la certezza delle cose che ti sono state insegnate.
Tutti noi possiamo avere dei periodi di dubbi spirituali, periodi in cui l’insegnamento biblico
sembra non essere certo, periodi in cui mettiamo in dubbio tutto quanto.
Ma questo vangelo che stiamo per studiare, come il resto della Bibbia, ci è stato lasciato dal Signore
per mezzo di uomini consacrati e guidati dallo Spirito Santo per riconoscere la certezza di tutto
quello che il Signore ha rivelato di se.
Se stai attraversando dei momenti di dubbi, o quando gli attraverserai, ricordati che il Signore opera
affinché noi possiamo riconoscere la certezza delle cose che la Bibbia ci insegna. Qualcuno
potrebbe pensare “ma io non sono forte, la mia fede vacilla, il mio impegno nello studio della
Bibbia è scostante” e così via. Ma l’opera del Signore nelle nostre vite non può essere certo sabotata
dalle nostre azioni. Questo perchè dentro di noi dimora lo Spirito Santo, promesso da Gesù, che
attesta la nostra appartenenza a Dio, che ci ricorda e ci spiega le parole di Gesù, che rende i fatti, i
testimoni e i dettagli del vangelo concreti, li trasforma da semplici informazioni a certezze
inscalfibili.
Questo è vero per ogni credente. Possiamo essere certi nel Signore, del Signore, con il Signore.
E questo può essere vere per ogni persone che ancora non crede. Se senti qualcosa che ti sta
spingendo a credere nel vangelo, sappi che è lo Spirito Santo.
Luca 22:14 Quando giunse l’ora, egli si mise a tavola, e gli apostoli[c] con lui. 15 Egli disse
loro: «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; 16
poiché io vi dico che non la mangerò più, finché sia compiuta nel regno di Dio». 17 Poi
prese un calice e, dopo aver reso grazie, disse: «Prendete questo e distribuitelo fra di voi;
18 perché io vi dico che da ora in poi[d] non berrò più del frutto della vigna, finché sia
venuto il regno di Dio».
19 (C)Poi prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e lo diede loro dicendo:
«Questo è il mio corpo che è dato per voi; fate questo in memoria di me». 20 Allo stesso
modo, dopo aver cenato, diede loro il calice dicendo: «Questo calice è il nuovo patto nel
mio sangue, che è versato per voi.

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