Rimanere nell’amore di Dio Padre – Giuda 20-21 Testo e Audio

Oggi, dopo aver studiato tutta la lettera di Paolo ai Filippesi e prima di iniziare una nuova serie predicativa, vogliamo guardare insieme ad alcuni versetti da una delle lettere meno usate del Nuovo Testamento. È una lettera scritta da Giuda, fratello di Gesù. In particolare, ci concentreremo sui versetti 20 e 21 ma visto che questo libro della Bibbia è relativamente breve lo leggiamo tutto, per avere almeno un po’ di contesto.

 

Giuda, servo di Gesù Cristo e fratello di Giacomo, ai chiamati che sono amati in Dio Padre e custoditi da Gesù Cristo: misericordia, pace e amore vi siano moltiplicati.Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre. Perché si sono infiltrati fra di voi certi uomini (per i quali già da tempo è scritta questa condanna); empi che volgono in dissolutezza la grazia del nostro Dio e negano il nostro unico Padrone e Signore Gesù Cristo.Ora voglio ricordare a voi che avete da tempo conosciuto tutto questo, che il Signore, dopo aver tratto in salvo il popolo dal paese d’Egitto, fece in seguito perire quelli che non credettero. Egli ha pure custodito nelle tenebre e in catene eterne, per il gran giorno del giudizio, gli angeli che non conservarono la loro dignità e abbandonarono la loro dimora. Allo stesso modo Sodoma e Gomorra e le città vicine, che si abbandonarono, come loro, alla fornicazione e ai vizi contro natura, sono date come esempio, portando la pena di un fuoco eterno.Ciò nonostante, anche questi visionari contaminano la carne nello stesso modo, disprezzano l’autorità e parlano male delle dignità. Invece, l’arcangelo Michele, quando contendeva con il diavolo disputando per il corpo di Mosè, non osò pronunciare contro di lui un giudizio ingiurioso, ma disse: «Ti sgridi il Signore!» 10 Questi, invece, parlano in maniera oltraggiosa di quello che ignorano, e si corrompono in tutto ciò che sanno per istinto, come bestie prive di ragione. 11 Guai a loro! Perché si sono incamminati per la via di Caino, e per amor di lucro si sono gettati nei traviamenti di Balaam, e sono periti per la ribellione di Core.12 Essi sono delle macchie nelle vostre agapi quando banchettano con voi senza ritegno, pascendo se stessi; nuvole senza acqua, portate qua e là dai venti; alberi d’autunno senza frutti, due volte morti, sradicati; 13 onde furiose del mare, schiumanti la loro bruttura; stelle erranti, a cui è riservata l’oscurità delle tenebre in eterno.14 Anche per costoro profetizzò Enoc, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue sante miriadi 15 per giudicare tutti; per convincere tutti gli empi in mezzo a loro di tutte le loro opere di empietà che hanno empiamente commesse e di tutti gli insulti che gli empi peccatori hanno pronunciati contro di lui».16 Sono dei mormoratori, degli scontenti; camminano secondo le loro passioni; la loro bocca proferisce cose incredibilmente gonfie, e circondano d’ammirazione le persone per interesse.17 Ma voi, carissimi, ricordatevi di ciò che gli apostoli del Signore nostro Gesù Cristo hanno predetto, 18 quando vi dicevano: «Negli ultimi tempi vi saranno schernitori che vivranno secondo le loro empie passioni». 19 Essi sono quelli che provocano le divisioni, gente sensuale, che non ha lo Spirito.20 Ma voi, carissimi, edificando voi stessi nella vostra santissima fede, pregando mediante lo Spirito Santo, 21 conservatevi nell’amore di Dio, aspettando la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna. 22 Abbiate pietà di quelli che sono nel dubbio; 23 altri salvateli, strappandoli dal fuoco; e di altri abbiate pietà mista a timore, odiando perfino la veste contaminata dalla carne.24 A colui che può preservarvi da ogni caduta e farvi comparire irreprensibili e con gioia davanti alla sua gloria, 25 al Dio unico, nostro Salvatore per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore, siano gloria, maestà, forza e potere prima di tutti i tempi, ora e per tutti i secoli. Amen .”

Durante la scena di una nota serie televisiva, il protagonista, Tom, si ritrova in un campo minato. Quando scopre di essere in pericolo, inizia, molto lentamente, a tornare indietro, stando ben attento a dove mette i piedi. Tutto sembra sotto controllo, fino a quando non arriva correndo il figlio di pochi anni di Tom, che entra nel campo minato dicendo al padre “Daddy, there is phone call for ya” ovvero “papà, c’è una telefonata per te.” A questo punto Tom inizia a correre a più non posso verso il figlio, per impedire che il figlio muoia. Tom corre incurante del pericolo, delle bombe che potrebbero esplodere. Il figlio che non capisce cosa sta succedendo, inizia a correre verso il padre. Per un momento tutto è sospeso, non si sa se il padre, il figlio, o entrambi moriranno o si salveranno. Quando i due si raggiungono il figlio si lancia verso le braccia aperte di Tom, che lo porta fuori dal campo, al sicuro. L’amore del padre si manifesta in tutta la sua bellezza.

Che cosa faresti tu quando un tuo amico o parente si trovasse in una situazione di pericolo?

È quello che deve essersi chiesto Giuda, prima di scrivere questa lettera. Non sappiamo esattamente chi sono i destinatari di questa lettera, ma sembra che Giuda stia scrivendo ad una chiesa da lui conosciuta e a lui molto cara, una chiesa in una situazione di pericolo. Il tono è serio, Giuda si vede “costretto” a scrivere la lettera, per “esortare a combattere strenuamente per la fede” (v.3) a causa di nemici della chiesa che si sono “infiltrati” e che hanno traviato la grazia di Dio e negato la Signoria di Gesù Cristo. Nei versetti successivi Giuda descrive l’opera e la sostanza di questi empi e come questi uomini si inseriscono in una lunga lista di persone che si sono opposte a Dio: il popolo d’Israele dopo l’uscita dall’Egitto, gli angeli ribelli, Sodoma e Gomorra, il diavolo, Caino (il primo assassino), Balaam (un profeta avido ed empio), Core (una famiglia che si era ribellata alla guida di Mosè ed Aronne).

La situazione di Giuda è simile a quella di Tom che interviene facendo tutto quello che può per salvare il figlio. Giuda mette in guardia questi credenti, perché la situazione è pericolosa. Lo fa in modi diversi, e non abbiamo il tempo necessario per vedere nei dettagli tutto il testo, dove sono presenti elementi molto interessanti, come alcune citazioni di testi apocrifi.  Oggi vogliamo guardare ai versetti 20-21. Credo che questi versetti rappresentino il cuore pulsante di tutta la lettera.  E credo che al centro di questo versetto ci sia l’esortazione da parte di Giuda a conservarsi nell’amore di Dio. Una esortazione sentita, come sottolineato dal ripetersi, al versetto 17 e al versetto 20, dell’espressione voi carissimi. Carissimi, conservatevi nell’amore di Dio! Così come nella serie TV, l’amore del padre è la cosa più importante.

L’amore di Dio. Dio è amore. Lo sappiamo tutti, no? Eppure a volte questo amore sembra così lontano, così distante. Recentemente ho ascoltato la predicazione di un pastore inglese il quale ha parlato di una immagine che ha appesa nel suo studio, Madonna in trono che adora il Bambino dormiente, del pittore del 15 secolo, Giovanni Bellini. State tranquilli, questo pastore non ha questa immagine perché mariano ma per ricordargli che il passato è un luogo da maneggiare con cura, perché molto diverso dal presente. Tantissimi quadri rappresentano Maria o con Gesù bambino o con Gesù morto. Questo quadro sembra raccogliere entrambi gli elementi, in quanto Gesù più che dormiente sembra già morto. Maria è diventata, nel corso dei secoli e nella tradizione cattolica, colei che mostra compassione, colei che empatizza con le nostre situazioni difficili. Maria si contrappone di conseguenza a Dio Padre, che spesso nell’immaginario collettivo diventa il Padre che giudica, che condanna, il Padre che guarda con fare sospettoso quello che facciamo. E se siamo davvero onesti, questa è una cosa che succede anche a noi. Chiediti, chi è per te Dio Padre?

Magari noi non vediamo in Maria colei che ci capisce, anzi condanniamo questo tipo di atteggiamento. Ma magari vediamo in Gesù un mediatore benevolo che intercede per noi presso un Padre brontolone e prepotente.  È questo Dio Padre per te?

Ma questo non è il Dio della Bibbia, non è il Padre della parabola del figlio perduto, che aspetta con ansia il ritorno del figlio, che gli corre incontro, lo bacia, lo abbraccia.

Tutto parte dall’amore del Padre, amore nel quale Giuda invita i lettori a conservarsi. In questi due versetti l’enfasi di Giuda è posta sulla parte di lavoro che devono svolgere i credenti, ma questo non vuole ovviamente dire che la salvezza si raggiungere per opere o per sforzi nostri!

Tutta la Bibbia è molto chiara a riguardo e lo stesso Giuda inizia la lettera dicendo che si rivolge a coloro che sono chiamati, amati in Dio e custoditi da Gesù Cristo. Ma in questi versetti Giuda vuole esortare i lettori a compiere la loro parte nel patto d’amore di Dio. Al versetto 21, Giuda non dice di iniziare ad amare Dio, di generare questo amore, ma semplicemente di conservarsi in questo amore, di mantenerlo, di non permettere alla nostra natura peccaminosa di soffocarlo, di rimanere in questo amore che lui ha messo a disposizione. Conservarsi nell’amore di Dio vuol dire cercare questo amore, riconoscere che l’amore di Dio è vero, vuol dire dimorare nell’amore di colui che per primo ci ha amati.

In questi versetti Giuda aggiunge delle frasi che ci aiutano a capire in che modo possiamo rimanere nell’amore di Dio. Giuda infatti scrive di:

  • Edificarsi nella fede, che viene dall’amore di Dio Padre.
  • Pregare mediante lo Spirito Santo, che viene dall’amore di Dio Padre.
  • Aspettare la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna, che viene dall’amore di Dio Padre.

 

  • Edificando voi stessi nella vostra santissima fede, che viene dall’amore di Dio Padre.

La santissima fede è la rivelazione cristiana, trasmessa dagli apostoli e dalla Bibbia. È ciò nel quale crediamo. Al versetto 3 infatti Giuda parla di combattere per la fede che è stata trasmessa ai santi. Commentando questo passaggio Giovanni Calvino, uno dei riformatori, scrisse che “le fondamenta della nostra fede devono essere mantenute.” “In altre parole, i credenti devono riposare sulle fondamenta che sono state messe dai profeti e dagli apostoli e continuare a costruire su queste fondamenta” con le proprie parole e azioni. La fede che professiamo è santissima, nel senso di totalmente separata da ogni altro tipo di fede. La nostra fede è speciale non grazie a noi, ma perché proviene da Gesù ed “è unica al mondo per il messaggio che insegna e la trasformazione morale che produce” (M. Green, 265.)

Ora, è vero che la nostra fede viene da Cristo Gesù, colui che “crea la fede e la rende perfetta” (Ebrei 12:2) e che in Romani 10:17 è scritto “Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo.” Ma anche questo è frutto dell’amore di Dio Padre. In questi giorni sto rileggendo il Vangelo di Giovanni, e questo aspetto è particolarmente chiaro. Tutto quello che fa Gesù lo fa per volere del Padre. Qualcuno ha scritto che “la missione di Gesù è descritta come un’espressione unica dell’amore del Padre per il mondo” (https://www.bibleodyssey.org/en/passages/related-articles/god-as-sender-jesus-as-sent) al punto che “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna.” (Giovanni 3:16). La fede è un frutto dell’amore del Padre.

  • Pregare mediante lo Spirito Santo, che viene dall’amore di Dio Padre.

Le battaglie contro i pericoli si vincono attraverso la preghiera. Coloro che hanno accettato Cristo come proprio Signore, che hanno visto nella croce l’unica via di salvezza per la propria anima, hanno di conseguenza immediatamente ricevuto lo Spirito Santo e devono lasciarsi guidare dallo Spirito in ogni area della propria vita, anche e soprattutto nella preghiera. La Bibbia ci insegna che lo Spirito Santo viene in nostro aiuto quando preghiamo perché noi non siamo in grado di pregare da soli. Pregare mediante lo Spirto Santo vuol dire accostarci al trono del Padre riconoscendo che siamo mancanti ma sicuri in Cristo Gesù, vuol dire pregare godendo della relazione personale che ho con Dio, vuol dire ricercare non la mia volontà ma la sua volontà, non il mio regno ma il suo Regno, non la mia gloria ma la sua gloria. Forse, come me, non senti che la tua preghiera sia particolarmente mediata dallo Spirito. Ma, così come la fede in Gesù è frutto dell’amore di Dio Padre, anche lo Spirito è un frutto dell’amore di Dio Padre.

Guardate cosa dice Gesù in Luca 11:11-13: “11 E chi è quel padre fra di voi che, se il figlio gli chiede [un pane, gli dia una pietra? O se gli chiede] un pesce, gli dia invece un serpente? 12 Oppure se gli chiede un uovo, gli dia uno scorpione? 13 Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!»”

Lo Spirito Santo entra nelle nostre vite, ci guida in tutti gli aspetti della vita inclusa la preghiera, a causa dell’amore di Dio Padre, che certo non si rifiuterà di soddisfare il nostro desiderio di sentire con maggiore forza la guida dello Spirito nelle nostre preghiere. E attraverso questo tipo di preghiera saremo in grado di rimanere, conservarci nell’amore di Dio Padre.

  • Aspettare la misericordia del nostro Signore Gesù Cristo, a vita eterna, che viene dall’amore di Dio Padre.

Infine, il terzo aspetto elencato da Giuda. Immagino che abbiate capito dove voglio andare a parare. Cristo è venuto sulla terra, si è fatto uomo, e dopo aver vissuto e proclamato il vangelo, è stato messo sulla croce a morire al posto nostro e del nostro peccato. Ma non lo ha fatto perché un giorno ha deciso di farlo, ma, come abbiamo visto prima, a causa dell’amore di Dio. Qualche mese fa abbiamo studiato insieme Giovanni 17, e nei primi versetti di questa preghiera di Gesù, il Figlio parla al Padre della missione che il Padre gli ha affidato in questi termini: “3 Questa è la vita eterna: che conoscano te, il solo vero Dio, e colui che tu hai mandato, Gesù Cristo. 4 Io ti ho glorificato sulla terra, avendo compiuto l’opera che tu mi hai data da fare.” (Giovanni 17:3-4).  Nella misericordia di Cristo, nella sua opera salvifica, nella sua mediazione per noi vediamo l’atto più grande dell’amore di Dio. La misericordia la vediamo non soltanto nella croce, quindi nel passato, ma anche nel presente, nel modo in cui la nostra vita è resa sempre più simile all’immagine di Gesù. Ma questa misericordia è anche speranza eterna, la consapevolezza che la nostra esistenza non finirà con la morte ma verrà vissuta per l’eternità nella perfezione di Dio. Il modo in cui interpretiamo questa speranza, ha un grande impatto sul modo in cui viviamo la nostra vita. Se pensiamo solo alla speranza futura, vivremo una vita insipida su questa terra. Se invece non pensiamo o non diamo peso alla speranza futura, vivremo solo in funzione di ciò che ci soddisfa in questo mondo.

“il vero cristianesimo “afferma il mondo” nel senso che si rallegra per il mondo di Dio, creato da lui, redento da lui, da godere con lui. Ma il cristianesimo “rinnega il mondo” nel senso che vivere come se esso fosse tutto quanto esiste è pura illusione” (Green, 266.) Viviamo allora questo mondo e il mondo futuro con la giusta prospettiva, sapendo quello che Gesù ha fatto per noi a causa del grande amore di Dio Padre per noi.

Non so voi, ma io voglio rimanere nell’amore di Dio Padre. Voglio rimanerci quando sono circondato in Biblioteca da persone che non credono in Dio o da persone che si fanno beffe di lui. Voglio rimanere nell’amore di Dio quando nella chiesa si intrufolano persone che rinnegano la signoria di Gesù, o che svendono la grazia, o che predicano un vangelo incentrato sul benessere degli uomini. Voglio rimanere nell’amore del Padre, come un figlio che riconosce la sua bontà, la compassione, la protezione del suo papà. Voglio farlo rimanendo attaccato alla santissima fede, pregando attraverso lo Spirito Santo e sperando nel ritorno di Cristo, tutte cose che Dio mi ha lasciato per rimanere nel suo amore.

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