Ritiro Chiesa 2023

Venerdì sera: benvenuto; Luca 24:1-3

In questi anni ho imparato tante cose, essendo un pastore alle prime armi. Una delle cose che ho imparato è che non è una buona idea iniziare un ritiro, di venerdì sera, con un lungo studio.

 

D: Dove abbiamo lasciato Gesù, domenica?

 

Luca 24:1 Ma il primo giorno della settimana, la mattina prestissimo, esse [e altre donne con loro] si recarono al sepolcro, portando gli aromi che avevano preparati. 2 E trovarono che la pietra era stata rotolata dal sepolcro. 3 Ma quando entrarono non trovarono il corpo del Signore Gesù.

 

Ogni anno, quando inizio a prepararmi per il ritiro, penso: cosa vogliamo fare con la nostra vita? Come vogliamo investire questo incredibile dono che abbiamo, la vita? Come possiamo assicurarci di non sprecare la nostra vita?

 

Pensate alle donne di questi versetti che abbiamo appena letto. Pensate al dolore, alla sofferenza. Il loro Maestro era stato abbandonato, accusato, ucciso. Cosa potevano fare?

 

Potevano solo onorare al meglio delle loro possibilità il cadavere di Gesù, portare al sepolcro gli aromi che avevano preparato. Per questo motivo, partono prestissimo per andare al sepolcro. E una volta arrivati…? Strano, la pietra era stata rotolata.

 

Immaginiamoci le donne che si affacciano sulla tomba e…e meraviglia! Le donne non vedono il corpo del Signore Gesù.

 

Meraviglia. Una definizione di meraviglia è la seguente

Sentimento improvviso di stupore, di sorpresa che nasce di fronte a cosa o a situazione fuori dell’ordinario o del previsto.[1]

 

Luca 24:1 inizia con un ma, a voler sottolineare l’impegno e la buona volontà delle donne. Anche il versetto 3 ha un ma. Ma esse “non trovarono il corpo del Signore Gesù.” Le buone intenzioni delle donne si scontrano con una sorpresa: il corpo non c’è più.

 

La prima meraviglia della resurrezione è una meraviglia incredula, di sorpresa. Che fine aveva fatto il corpo di Gesù?

 

Immaginiamoci le domande, la paura, l’ansia delle donne. Il versetto 4, che non abbiamo ancora letto, ci dice che le donne erano perplesse, dubbiose. E ora? Che fine aveva fatto Gesù? Cosa fare con gli aromi? Cosa fare con le lore vite?

 

A volte la meraviglia del Vangelo lascia il posto alla perplessità. Dov’è Gesù? Perchè ci ha abbandonato? Perchè Gesù non fa niente, mentre io mi sto impegnando così tanto? Chissà se Gesù è veramente in grado di ascoltare le nostre preghiere, chissà se Gesù è davvero in grado di offrire salvezza e vita eterna. Chissà se Gesù è veramente il Figlio di Dio, chissà se è il Signore?

 

Quello che le donne probabilmente non avevano ancora capito è che c’era una spiegazione gloriosa, stupenda, meravigliosa alla tomba vuota. La tomba non era vuota perché Gesù le aveva abbandonate, perché Gesù era stato portato via dal nemico, perché Gesù non era in grado di ascoltare le loro preghiere, perché Gesù era stato sconfitto. La risposta alla tomba vuota era tutt’altra, come vedremo in questi giorni insieme.

 

Ogni anno, quando inizio a prepararmi per il ritiro, penso: cosa vogliamo fare con la nostra vita? Come vogliamo investire questo incredibile dono che abbiamo, la vita? Come possiamo assicurarci di non sprecare la nostra vita?

 

La risposta sta nella tomba vuota. Una tomba vuota che incute un pò di perplessità, un po di timore, un po di dubbio. Ma al tempo stesso la prova più grande della verità d

 

Come non sprecare la nostra vita? Parte della risposta, per me, è la chiesa, in generale. Voglio vivere la mia vita, fino a quando ne avrò la possibilità, servendo il corpo di Cristo. Nello specifico, sempre parte della risposta, è: voglio investire la mia vita servendo questo chiesa, fino a quando il Signore vorrà, per crescere insieme nel Vangelo e per far arrivare il Vangelo a persone che ancora non conoscono Cristo in modo che queste persone possano essere strappate dalla morte e ricevere la vita in Cristo. Ditemi, c’è qualcosa di più eterno, importante, di questo?

 

In questi anni abbiamo camminato per fede. Abbiamo camminato per fede in diversi momenti di perplessità, quando non avevamo dei contatti a Pisa, quando non avevamo un locale, quando non avevamo macchine. Abbiamo camminato per fede nei momenti più difficili, di tensione, di prove.

 

La mia richiesta, all’inizio di una nuova fase per la nostra chiesa, con il Signore che ha risposto grandemente alle nostre domande per conversioni, battesimi, famiglie è: continuiamo così. Continuiamo, meravigliati dalla tomba vuota, a fare passi coraggiosi di fede, che possono essere nel nostro caso portare avanti e iniziare nuovi progetti, sperimentare con incontri e strutture diverse come ad esempio le cellule per crescere nel discepolato, nella cura reciproca e nell’evangelizzazione. Continuiamo a vivere per fede il vangelo nel cuore di Pisa.

Sabato mattina: Luca 24:4-12

 Luca 24:4 Mentre se ne stavano perplesse di questo fatto, ecco che apparvero davanti a loro due uomini in vesti risplendenti; 5 tutte impaurite chinarono il viso a terra, ma quelli dissero loro: «Perché cercate il vivente tra i morti? 6 Egli non è qui, ma è risuscitato; ricordate come egli vi parlò quand’era ancora in Galilea, 7 dicendo che il Figlio dell’uomo doveva essere dato nelle mani di uomini peccatori ed essere crocifisso, e il terzo giorno risuscitare». 8 Esse si ricordarono delle sue parole.

 

9 Tornate dal sepolcro, annunciarono tutte queste cose agli undici e a tutti gli altri. 10 Quelle che dissero queste cose agli apostoli erano: Maria Maddalena, Giovanna, Maria, madre di Giacomo, e le altre donne che erano con loro. 11 Quelle parole sembrarono loro un vaneggiare e non gli credettero.

 

12 Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce [che giacevano]; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto.

 

Versetto 6: Egli non è qui ma è risuscitato! Che concetto incredibile, che verità affascinante, che meraviglia stupefacente.

 

Le donne passano dalla perplessità della tomba vuota, alla paura scatenata da due uomini in vesti risplendenti alla meraviglia della resurrezione annunciata. 

 

Ieri abbiamo letto una definizione di meraviglia, oggi ve ne voglio leggere un’altra, che, penso, si presta bene a questi versetti:

 

 Sentimento di viva e perlopiù piacevole sorpresa suscitato da una cosa nuova, strana, straordinaria o inattesa[2]

 

Sicuramente le donne sono meravigliate e piacevolmente sorprese a causa di una cosa nuova, strana, e straordinaria, una tomba vuota? Però in realtà non era una cosa inattesa. Perchè? Perché era stato proprio Gesù ad annunciare e ad insegnare ai suoi discepoli, quando erano ancora in Galilea, che gli doveva essere tradito, preso prigioniero da peccatori, morire e poi dopo tre giorni risuscitare.

 

3 cose che potremmo fare alla luce della meraviglia della tomba vuota:

 

1- Ricordare le parole di Gesù

Le donne avevano ascoltato Gesù parlare, ma avevano rimosso. La sofferenza che aveva provato Gesù era stata così “grande”, così accecante, così inspiegabile che le donne avevano dimenticato quello che Gesù aveva insegnato.

 

Quante volte ci dimentichiamo delle parole del Signore. Quante volte non diamo ascolto alle parole dello Spirito Santo, che ci ricordano tutto quello che Gesù ha insegnato. Quanto volte, di fronte alla sofferenza, al dolore, alla malvagità, dimentichiamo che il Signore ci ha promesso queste cose?

 

Tra le tante cose, Gesù aveva pronunciato queste parole (leggere lentamente):

 

Matteo 5:4 Beati quelli che sono afflitti, perché saranno consolati. 5 Beati i mansueti, perché erediteranno la terra[b]. 6 Beati quelli che sono affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati. 7 Beati i misericordiosi, perché a loro misericordia sarà fatta. 8 Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.9 Beati quelli che si adoperano per la pace, perché saranno chiamati figli di Dio. 10 Beati i perseguitati per motivo di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. 11 Beati voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e {, mentendo,} diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. 12 Rallegratevi e giubilate, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.

 

Ricordiamoci le parole di Gesù. Così come aveva annunciato la sua sofferenza e la sua morte, ha anche annunciato la nostra sofferenza. Ma se è vero che lui non è morto, ma è resuscitato e ora vive, allora tutte le sue promesse per noi saranno mantenute.

 

2- Raccontare della tomba vuota di Gesù

Oltre a ricordare le parole di Gesù, dovremmo raccontare della tomba vuota di Gesù. Le donne, dopo aver parlato con i due angeli, tornano dagli altri discepolo e raccontano tutto quello che avevano visto e sentito. Purtroppo anche i discepoli avevano dimenticato le parole di Gesù.

 

Paolo, nella sua lettera ai Corinzi, ricorda quanto sia centrale la resurrezione nel pensiero cristiano, nella speranza cristiana:

 

1 Corinzi 15:14 e se Cristo non è stato risuscitato, vana dunque è la nostra predicazione e vana pure è la vostra fede. 15 Noi siamo anche trovati falsi testimoni di Dio, poiché abbiamo testimoniato di Dio che egli ha risuscitato il Cristo; il quale egli non ha risuscitato, se è vero che i morti non risuscitano. 16 Difatti, se i morti non risuscitano, neppure Cristo è stato risuscitato; 17 e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. 18 Anche quelli che sono morti[b] in Cristo sono dunque periti. 19 Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.

 

Noi dobbiamo raccontarci a vicenda, ricordarci che Gesù ha sofferto, è morto, e noi siamo uniti a lui in questa sofferenza, ma anche che Gesù è risorto, e che anche in questo siamo uniti a lui.

Dobbiamo ricordarcelo a vicenda anche se lo abbiamo già sentito, perchè a volte l’idea che Cristo sia resuscitato sembra, anche a noi, un vaneggiare. Io ho bisogno di questa comunità affinchè nei momenti di difficoltà, nei momenti di dubbio, voi mi ricordiate che Gesù è resuscitato. E voi avete bisogno della stessa cosa.

 

Una versione parafrasata di 1 Corinzi 15:12 dice: Il messaggio che predichiamo è Cristo, che è stato risuscitato dai morti. Come potete quindi dire che non c’è resurrezione dei morti?[3]

 

E questo messaggio non solo lo dobbiamo raccontare ai nostri fratelli, consolandoci a vicenda, ma dobbiamo anche predicarlo a chi Gesù ancora non lo conosce. “Noi predichiamo Cristo crocifisso”. Possiamo parlare di tante cose nelle nostre evangelizzazioni, con i nostri contatti: cos’è l’amore, diritti umani, la famiglia, il dibattito fede e scienza, le varie religioni e filosofie. Ma quando è stata l’ultima volta che hai parlato di Cristo, morto per i nostri peccati, e risuscitato al terzo giorno sconfiggendo il peccato e la morte?

 

3- Meravigliarsi come Pietro

12 Ma Pietro, alzatosi, corse al sepolcro; si chinò a guardare e vide solo le fasce [che giacevano]; poi se ne andò, meravigliandosi dentro di sé per quello che era avvenuto.

Noi dovremmo ricordare le parole di Gesù per noi, raccontare della sua tomba e infine meravigliarci come Pietro. Pietro viene riportato da Luca come il discepolo che, nello sconforto generale, si alza, va contro alle apparenze, e corre verso il sepolcro. Arrivato al sepolcro scopre che le fasce erano ancora lì, le fasce che avevano avvolto Gesù, ma non il suo corpo. Non sappiamo quanto avesse capito Pietro, la Bibbia non ce lo dice, ma sicuramente si meraviglia, rifletteva dentro di sè riguardo a quello che era successo. 

 

Noi invece sappiamo esattamente quello che era successo. Il Dio Padre aveva resuscitato il suo unigenito Figlio, e noi possiamo meravigliarci, meditare, ammirare questa verità.

 

A volte non capiamo quello che sta succedendo alle nostre vite. A volte non sappiamo perchè stiamo affrontando situazioni difficili. Un anno fa avevo tante di queste domande, e anche come chiesa vivevamo un momento delicato. Eppure anche nello sconforto più totale nel quale ci troviamo, possiamo meravigliarci per quello che è avvenuto, per il fatto che Cristo è risorto.

 

Domenica: incontro, Luca 24:13-34

Luca 24:13 Due di loro se ne andavano in quello stesso giorno a un villaggio di nome Emmaus, distante da Gerusalemme sessanta stadi[b]; 14 e parlavano tra di loro di tutte le cose che erano accadute. 15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro.

 

16 Ma i loro occhi erano impediti a tal punto che non lo riconoscevano. 17 Egli domandò loro: «Di che discorrete fra di voi lungo il cammino?» Ed essi si fermarono tutti tristi[c]. 18 Uno dei due, che si chiamava Cleopa, gli rispose: «Tu solo, tra i forestieri, stando in Gerusalemme, non hai saputo le cose che vi sono accadute in questi giorni?» 19 Egli disse loro: «Quali?» Essi gli risposero: «Il fatto di Gesù Nazareno, che era un profeta potente in opere e in parole davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i capi dei sacerdoti e i nostri magistrati lo hanno fatto condannare a morte e lo hanno crocifisso. 21 Noi speravamo che fosse lui che avrebbe liberato Israele; invece, con tutto ciò, ecco il terzo giorno da quando sono accadute queste cose. 22 È vero che certe donne tra di noi ci hanno fatto stupire; andate la mattina di buon’ora al sepolcro, 23 non hanno trovato il suo corpo, e sono ritornate dicendo di aver avuto anche una visione di angeli, i quali dicono che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato tutto come avevano detto le donne, ma lui non lo hanno visto».

 

25 Allora Gesù disse loro: «O insensati e lenti di cuore nel credere a tutte le cose che i profeti hanno dette! 26 Non doveva il Cristo soffrire tutto ciò ed entrare nella sua gloria?» 27 E, cominciando da Mosè e da tutti i profeti, spiegò loro in tutte le Scritture le cose che lo riguardavano.

 

28 Quando si furono avvicinati al villaggio dove stavano andando, egli fece come se volesse proseguire. 29 Essi lo trattennero, dicendo: «Rimani con noi, perché si fa sera e il giorno sta per finire». Ed egli entrò per rimanere con loro. 30 Quando fu a tavola con loro prese il pane, lo benedisse, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora i loro occhi furono aperti e lo riconobbero, ma egli scomparve alla loro vista. 32 Ed essi dissero l’uno all’altro: «Non sentivamo forse ardere il cuore mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava le Scritture?» 33 E, alzatisi in quello stesso momento, tornarono a Gerusalemme e trovarono riuniti gli undici e quelli che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Il Signore è veramente risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane.

 

Immaginate di non aver mai sentito parlare di Gesù prima di leggere questo Vangelo di Luca. Immaginate di non aver mai aperto una Bibbia o letto una pagina della Bibbia fino ad ora e l’unica storia che conoscete è quella che abbiamo letto in questi mesi, quella della vita e della morte di Gesù.

 

Avete osservato Gesù crescere, iniziare il suo ministero, fare apparentemente dei miracoli, affermare e insegnare delle cose abbastanza radicali. Lo avete accompagnato nel suo lungo viaggio verso Gerusalemme, lo avete visto entrare trionfante a Gerusalemme. Forse, a questo punto, avreste iniziato a pensare che si, forse questo Gesù era veramente un uomo speciale.

 

E poi, andando avanti con la storia, avete visto Gesù essere tradito, giudicato, condannato e infine ucciso. E forse avete notato che Gesù sembra parlare sempre meno, sembra sempre meno il protagonista della storia. E dopo la morte? Gesù viene messo in un sepolcro, come tutti gli altri uomini. E dopo 3 giorni non si sa che fine abbia fatto il corpo di Gesù. Si, alcune donne dicevano di aver parlato con degli angeli, ma chissà…E ora?

 

Questa sarebbe verosimilmente la vostra posizione se non aveste mai letto la Bibbia e sentito parlare di Gesù. E questa era anche la posizione di due discepoli che probabilmente avevano seguito Gesù fino a Gerusalemme e ora se ne tornavano a casa.

 

Di cose di cui parlare durante il cammino ce ne erano tante. E infatti Luca sottolinea nei versetti 14 e 15 che i due discepoli parlavano delle cose accadute, discutevano e discorrevano. Quante domande, quante teorie, quante parole a causa di tutto quello che era successo. E mentre erano presi completamente da questa discussione ecco che  Gesù stesso si avvicinò e cominciò a camminare con loro.

 

Se questa fosse una scena di un film o di The Chosen ci sarebbe un lunghissimo “oooohhh” di meraviglia in sala. Eccolo Gesù! Allora è vero! Non è morto! Ma aspetta…i discepoli non sembrano riconoscerlo.

 

I due discepoli infatti non lo riconoscono, Luca ci dice che i loro occhi erano impediti, erano velati. E forse allora, questa non è soltanto la bellissima storia dei due discepoli sulla Via di Emmaus, ma anche una storia che ha qualcosa di spirituale da trasmetterci. Gli occhi velati dei due discepoli potrebbero rappresentare i cuori velati degli esseri umani, anche di fronte al Cristo risorto.

 

La bella storia di oggi si può suddividere in tre parti. Nella prima Cleopa e il suo compagno danno la loro versione della storia. Nella seconda Gesù parla ai due discepoli. Nella terza, Gesù mangia insieme ai suoi discepoli.

 

La spiegazione dei discepoli

Nella prima parte i discepoli sono disillusi, tristi. Essi raccontano a Gesù, ironicamente, quello che era successo a Gesù. Lo raccontano dal loro punto di vista, raccontano di come Gesù, questo profeta potente, era stato condannato e crocifisso dai leader del popolo, proprio Gesù, l’uomo che speravano potesse redimere Israele. E invece niente, erano passati 3 giorni, Gesù era morto e il suo corpo non si trovava più…

 

Come abbiamo detto, il cammino verso Emmaus è un cammino spirituale quanto fisico. Gli occhi dei discepoli erano velati, ma anche il loro cuore era velato. Avevano capito molte cose riguardo a Gesù, ma non avevano capito tutto. Avevano capito che era un profeta potente, ma non avevano capito che era IL profeta. Avevano intutito che Gesù voleva liberare Israele, ma non avevano capito che la libertà di Gesù era di tipo spirituale. Avevano anche intuito che forse qualcosa era successo a Gesù dopo la sua morte, ma non trovando il corpo non avevano creduto.

 

La cosa che sorprende è che siamo di fronte a due discepoli presumibilmente ebrei di Gesù. Appartenevano al popolo eletto di Dio, erano in attesa del Messia, avevano conosciuto personalmente Gesù. lo avevano seguito, e pure non è stato sufficiente. A volte ci scoraggiamo perchè non vediamo delle persone convertirsi. Ma guardate quanto è incredibilmente forte la nostra vecchia natura, la nostra carne. Anche di fronte alla manifestazione fisica di Gesù, il Figlio di Dio, gli uomini non riescono a vedere, capire, comprendere.

 

La nostra situazione era davvero grave. Pensate a quanto sia ancora più “difficile”, umanamente parlando, riconoscere e arrendersi a Cristo. Anche oggi come allora non mancano di certo le cose di cui di parlare, discutere, conversare, ma in genere Gesù non è l’argomento di conversazione principale. Oggi abbiamo mille distrazioni, oggi siamo lontani 2000 anni dalla venuta di Cristo, e la maggior parte delle persone a Pisa o in Italia non ha un background ebraico né tantomeno realmente cristiano. E a complicare le cose, c’è l’ottusità e la cecità spirituale di uomini e donne che sono schiave del peccato, che non desiderano Dio, non vogliono Dio, non cercano Dio.

 

Questa condizione è ben descritta da Paolo all’inizio del secondo capitolo di Efesini 2. Sentite le sue parole, prese da una traduzione un pò più libera e parafrasata, ma che rende bene l’idea:

 

Efesini 2:1 Una volta voi eravate morti per sempre a causa dei vostri peccati. 2 Voi seguivate lʼandazzo di questo mondo ed eravate proprio come tutti gli altri, pieni di peccati e obbedienti a Satana, il principe del potere che è nellʼaria, che ora agisce nel cuore di quelli che si ribellano al Signore. 3 Del resto, anche tutti noi eravamo tali e quali a loro, la nostra vita era la dimostrazione del male dentro di noi, e facevamo tutte quelle brutte cose che ci suggerivano le nostre passioni e i nostri cattivi pensieri. Quindi, per natura, meritavamo la stessa condanna di Dio, esattamente come tutti gli altri.

 

La spiegazione di Gesù

Nella prima parte sono stati i discepoli a spiegare, a presentare la loro versione dei fatti. Nella seconda parte è Gesù che spiega. Abbiamo detto che la nostra condizione come esseri umani è disperata, perchè la nostra natura stessa ci impedisce di riconoscere, di vedere Gesù per chi lui è veramente. Eppure Gesù riprende i suoi discepoli, i cui occhi sembrano essere velati divinamente, per la loro ottusità. I discepoli, nonostante la loro natura peccaminosa, sono responsabili delle loro azioni.

 

E poi Gesù cosa fa? Dove porta Gesù i suoi discepoli?

 

Nell’Antico Testamento, nella Bibbia. E mentre i tre camminano verso Emmaus, Gesù spiega come ogni singola pagina dell’Antico Testamento fosse incentrata su Gesù, in vista di Gesù, in funzione di Gesù. è per mezzo della Parola di Dio, che interviene nelle nostre vite, che per mezzo dello Spirito apre gli occhi, apre le menti e apre il cuore che noi siamo resi in grado di ricevere Cristo risorto.

E Gesù mostra ai discepoli che tutto l’antico testamento era fondamentale per capire la sua missione, per capire che la sofferenza e la morte del Messia erano parte integrante dell’opera e della gloria di Dio.

 

La morte di Gesù era fondamentale per entrare nella gloria di Dio, non per Gesù, naturalmente, ma per noi.

 

Paolo continua, in Efesini 2:

4 Ma Dio, così ricco di misericordia, ci amava tanto che, 5 benché fossimo spiritualmente condannati a morte per i nostri peccati, ci ha fatti vivere, resuscitando Cristo (ricordate che è soltanto per il suo dono immeritato che siamo stati salvati!). 6 Con Cristo il Signore ci ha risuscitati e con lui ci ha fatto sedere nel cielo, per mostrare anche nei secoli futuri 7 la straordinaria ricchezza della sua grazia, che si è manifestata in tutto ciò che ha fatto per noi per mezzo di Gesù Cristo. 8

La cena a casa dei discepoli

Una volta arrivati ad Emmaus, Gesù fa come se volesse proseguire il suo viaggio, ma i due discepoli lo invitano calorosamente a rimanere a casa loro.

 

L’autore degli Ebrei ha scritto:

 Non dimenticate l’ospitalità; perché alcuni, praticandola, senza saperlo hanno ospitato angeli.

In questo caso, addirittura, i discepoli, senza saperlo, hanno ospitato Gesù stesso.

 

Durante la cena succede qualcosa di strano. Gesù era l’ospite, eppure è lui che prende il pane, lo benedice e lo condivide. E mentre svolge questa azione, mentre condivide il pane, ricordando da vicino l’ultima cena, gli occhi dei discepoli finalmente si aprono, ogni dubbio scompare e i due discepoli arrivano finalmente alla loro destinazione spirituale. Il viaggio è completato. Essi vedono di fronte a loro Gesù risorto! Allora non era morto! Allora non era tutto finito! Allora non era tutto vano!

 

Abbiamo letto in questi giorni varie definizioni di meraviglia.

 

Eccone un’altra:

Persona che suscita stupita ammirazione per la sua bellezza o straordinarietà

 

La meraviglia della resurrezione non è da trovare in una teoria, in un sistema, in uno stile di vita. La meraviglia della resurrezione è nella persona risorta di Cristo Gesù. Noi dovremmo ammirare, meditare, fissare, cercare con i nostri pensieri e i nostri desideri Gesù risorto. La persona di Gesù è la fonte di ogni meraviglia, lui solo è infinitamente bello e straordinario.

 

E mentre i discepoli capiscono questa cosa, mentre i loro occhi spirituali si aprono, Gesù scompare dalla loro vista. Che bella immagine della nostra fede! I nostri occhi spirituali sono stati aperti per mezzo della Parola applicata dallo Spirito in modo da comprendere chi è Gesù e come conseguenza, per ora, non dobbiamo cercare fisicamente Gesù, anche se ovviamente aspettiamo con gioia il momento in cui gli occhi fisici saranno allineati con quelli spirituali e potremo vedere Cristo risorto in tutto il suo splendore.

 

La meraviglia della resurrezione cambia tutto. Cosa fanno i due discepoli dopo che Gesù è scomparso, dopo aver realizzato che il calore che sentivano nel cuore non era altro che la Parola fattosi uomo che spiegava loro la Parola scritta? Cosa fanno?

 

Si alzano, subito, e di notte partono per tornare indietro verso Gerusalemme. 12 km, da fare a piedi, dopo averne fatti già 12 all’andata. Non so, 2,3 forse 4 ore per tornare a Gerusalemme e evangelizzare gli altri discepoli, condividere con loro che Cristo era veramente risorto. Immaginate la loro gioia quando hanno incontrato gli altri discepoli e insieme si sono evangelizzati, insieme si sono condivisi la buona notizia: Gesù non era morto, ma era vivo!

 

In alcune chiese ci si saluta a Pasqua dicendo “il Signore è risorto”, al quale si risponde “Il Signore è risorto veramente” (Christ is risen, Christ is Risen indeed)

 

Lui è vivo, lui è vittorioso, lui è fedele.

Santa cena 35-43

 

Luca 24,35-48 35 Essi pure raccontarono le cose avvenute loro per la via, e come era stato da loro riconosciuto nello spezzare il pane. 36 Ora, mentre essi parlavano di queste cose, Gesù stesso comparve in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» 37 Ma essi, sconvolti e atterriti, pensavano di vedere uno spirito. 38 Ed egli disse loro: «Perché siete turbati? E perché sorgono dubbi nel vostro cuore? 39 Guardate le mie mani e i miei piedi, perché sono proprio io! Toccatemi e guardate, perché uno spirito non ha carne e ossa, come vedete che ho io». 40 E, detto questo, mostrò loro le mani e i piedi.

41 Ma siccome per la gioia non credevano ancora e si stupivano, disse loro: «Avete qui qualcosa da mangiare?» 42 Essi gli porsero un pezzo di pesce arrostito; 43 egli lo prese, e mangiò in loro presenza. Dopo la morte del Signore Gesù, i discepoli erano tornati alla loro vita, tristi e sconfitti.

Il loro maestro e il loro Signore è morto come il peggiore dei criminali. Il Signore è stato condannato a morire su una croce tra gli insulti e le ingiurie del popolo. Allora i discepoli cosa se ne facevano di tutte quelle parole e di quei miracoli di Gesù? Gesù costantemente diceva loro di essere la via per il Padre, di essere la fonte di vita, di essere il figlio dell’uomo del libro di Daniele.

Dimostrava loro di avere l’autorità sui demoni, sulle malattie e sul perdono dei peccati, ecc… Ma allora a cosa è servito tutto questo? Si torna alla vita normale di tutti i giorni, è stata una bella esperienza aver conosciuto una persona del genere, ma l’avventura finisce qui.

Abbiamo creduto in quest’uomo ma la nostra fede è morta insieme a lui sulla croce. Per questo Paolo dice in 1 Corinzi 15 “e se Cristo non è stato risuscitato, vana è la vostra fede; voi siete ancora nei vostri peccati. 18 Anche quelli che sono morti in Cristo sono dunque periti. 19 Se abbiamo sperato in Cristo per questa vita soltanto, noi siamo i più miseri fra tutti gli uomini.” Senza la risurrezione di Cristo non c’è Vangelo a cui credere per il perdono dei peccati e per la nostra salvezza.

Il Signore sapeva bene che i discepoli dovevano essere convinti al 100% che quello che stavano vedendo era vero e reale. il Signore fornisce loro le prove di essere veramente lui in un corpo fisico e non uno spirito venuto da chissà dove. Gli mostra le mani e i piedi forati dai chiodi e mangia anche in loro presenza perché i discepoli erano turbati e avevano dubbi nel loro cuore, se quello fosse veramente il Signore. Anche toccando le mani e i piedi del Signore, per la gioia non credevano ancora.

A quel punto il Signore Gesù mangia un pezzo di pesce arrostito per dimostrargli che ha un corpo fisico e che era veramente lui. Tutto questo perché senza credere nella risurrezione del Signore Gesù non avrebbero avuto una sola possibilità di salvezza, perché la loro fede sarebbe stata vana, inutile, e sarebbe stata semplicemente un vicolo cieco che termina alla croce.

Ed è bello vedere che il Signore invece si fa carico ancora una volta delle loro debolezze, delle loro mancanze e della loro incredulità, cercando in tutti i modi di dimostrare che è veramente lui, risorto in un corpo fisico nuovo. Anche dopo la sua morte, dopo quello che ha sopportato sulla croce per i discepoli e per noi, il suo amore non è esaurito. Il Signore ancora ha la pazienza e la costanza di farsi carico delle conseguenze dei nostri peccati quotidiani e non. Senza la sue resurrezione noi saremmo ancora nelle nostre vite di prima, nei nostri peccati e nella desolazione della nostra esistenza lontano da Dio.

Ma se con la morte di Gesù noi siamo stati crocifissi con lui, con la sua risurrezione noi siamo risorti con lui, come nuove creature, viventi a Dio, con una nuova vita. Romani 6 “4 Siamo dunque stati sepolti con lui mediante il battesimo nella sua morte, affinché, come Cristo è stato risuscitato dai morti mediante la gloria del Padre, così anche noi camminassimo in novità di vita.

 Benedizione finale: 44-53

In che modo la meraviglia della resurrezzione impatterà il tuo anno? In che modo lo farà a livello di individuo, di marito, moglie,  padre, madre, figlio, single, lavoratore, studente, membro di chiesa?

[1] https://dizionari.repubblica.it/Italiano/M/meraviglia.html

[2] https://dizionari.corriere.it/dizionario_italiano/M/meraviglia.shtml?refresh_ce

[3] https://www.bible.com/bible/1849/1CO.15.12-34.TPT

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