Stai usando Gesù? Luca 11:27-32

In questi ultimi anni abbiamo visto un trend diventare sempre più comune, quello delle manifestazioni di natura ideologica o politica, fatte in maniera eclatante in occasioni di manifestazioni importanti.

Per esempio, qualche giorno fa il Tour de France, la corsa di ciclismo più importante del mondo che viene trasmessa in tutto il mondo e riceve tantissima attenzione mediatica, è stata letteralmente bloccata a causa di 7 manifestanti che si sono sedute sulla strada con dei fumogeni accesi. Questi manifestanti hanno sfruttato l’importanza del Tour de France per far arrivare quello che per loro è il messaggio importante:

“Non possiamo più rimanere spettatori del disastro climatico in corso. Ci restano 989 giorni per salvare il nostro futuro, la nostra umanità. Il traguardo è un burrone e accusiamo il nostro governo e in particolare il Presidente della Repubblica di condannarci a morte”

Quello del Tour de France è solo l’ultimo di questo tipo di episodi. In questi anni abbiamo visto persone protestare durante partite di calcio, di tennis, durante convegni politici e eventi mondani.

Particolarmente famoso in questi anni, per esempio, è diventando il gruppo Femen, un gruppo di attivisti femministi nato in Ucraina ma che ha visto i propri attivisti, spesso le proprie attiviste, protestare in maniera clamorosa in giro per il mondo, anche in Italia, per esempio durante il voto di Berlusconi nel 2018.

Quello che avviene in queste manifestazioni è che si sfrutta l’onda mediatica e la fama di un evento o di una persona per portare l’attenzione delle persone su qualcosa che per i manifestanti è importante.

La domanda che voglio fare oggi è: facciamo, in qualche modo, lo stesso anche noi con Gesù?

27 Mentre egli diceva queste cose, dalla folla una donna alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!» Ma egli disse: 28 «Beati piuttosto quelli che ascoltano la parola di Dio e la osservano!» 29 Mentre la gente si affollava intorno a lui, egli cominciò a dire: «Questa generazione è una generazione malvagia; chiede un segno, ma segno non le sarà dato, se non il segno di Giona[c]. 30 Infatti, come Giona fu un segno per i Niniviti, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.

  • La regina del mezzogiorno comparirà nel giudizio con gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dalle estremità della terra per udire la sapienza di Salomone; ed ecco, qui c’è più di Salomone
  • I Niniviti compariranno nel giudizio con questa generazione e la condanneranno, perché essi si ravvidero alla predicazione di Giona; ed ecco, qui c’è più di Giona.

Nel capitolo 11 di Luca, fino a questo punto, Gesù ha dato delle istruzioni su come pregare ai discepoli e poi ha liberato un indemoniato, come avete visto con la predicazione di Stefano Molino di qualche settimana fa. Dopo questa liberazione, Gesù fa un discorso ai presenti sulla liberazione che lui apporta, una liberazione che non viene da satana ma che viene da Dio, che manifesta la sua opera per mezzo del Regno di Dio.

A questo punto dalla folla che circondava Gesù si sente una voce che sovrasta tutte le altre. è la voce di una donna. Mi immagino che la donna che parla fosse una donna coraggiosa, autoritaria, carismatica. D’altronde ci vuole un certo coraggio a parlare in pubblico, a parlare di fronte ad una persona famosa come Gesù, e anche a parlare in pubblico in quanto donna in una società maschilista. Il messaggio della donna è il seguente:

«Beato il grembo che ti portò e le mammelle che tu poppasti!»

Cosa fa la donna? La donna prende il buono che Cristo sta facendo e ha fatto fino a questo punto per fare un’affermazione di stampo sociale. In altre parole: diamo un po’ di attenzione alla madre di questo uomo. Diamo importanza alla famiglia di questo uomo. Questa donna è beata, è una donna speciale, è lei che ha dato vita a questo uomo. La donna non sta dicendo qualcosa di sbagliato, Maria è sicuramente beata. Ma è questo su cui vuole concentrarsi Gesù, quello che è importante per Gesù?

La risposta di Gesù non è un attacco a Maria, sua madre, ma si concentra su qualcosa di molto più importante. I veri beati non sono le donne che danno vita a dei bambini speciali, non sono persone che fanno qualcosa, ma sono quelle persone che ascoltano la Parola di Dio e la mettono in pratica. Ecco come si riceve il favore del Signore. Dobbiamo spogliarci da ogni cosa che pensiamo di poter offrire, e concentrarci su quello che Dio dice e seguirlo.

E le parole di questa donna nascondono un rischio reale per tutti noi. Il rischio di prendere quello che Gesù è e quello che Gesù fa e usarlo per una propaganda personale. Se pensiamo a Gesù soltanto come ad un emancipatore delle donne, o a un rivoluzionario, o a un riformatore sociale, o a un filosofo, perdiamo di vista quello che Gesù davvero è venuto a fare.

Gesù non è venuto soltanto per risolvere la questione spinosa del rapporto tra uomo e donna che è stato rovinato a causa del peccato di Adamo ed Eva, Gesù non è venuto soltanto per riformare la società, o soltanto per condividere un pensiero filosofico nuovo. Gesù avrebbe potuto usare tutto il tempo del suo ministero sulla terra per portare avanti delle riforme sociali, per abolire la schiavitù, per definire il rapporto tra uomo e donna, per delineare come vivere, praticamente, questa vita. Ma Gesù accenna solamente a queste cose durante la sua vita.

Gesù è venuto per fare tutte queste cose insieme, e per farlo in maniera molto più profonda di un mero cambiamento esteriore. Se isoliamo un solo elemento, minimizziamo l’opera e la portata di Gesù.

Dobbiamo stare quindi attenti a non fare di Gesù il talismano per una nostra agenda personale, che sia di sesso, razziale, politica, sociale, filosofica.

Rifletti un attimo: usi mai il Signore per un tuo tornaconto personale? Usi mai il Signore Gesù per portare avanti una tua agenda, una cosa che per te è importante?

Gesù è venuto per portare il suo Regno. Nel suo Regno non c’è tensione fra uomo e donna, non c’è razzismo, non c’è ingiustizia sociale, non c’è povertà. Ma per entrare a far parte di questo Regno non basta fare delle proclamazioni o delle manifestazioni, non basta organizzare dei sit-in, non basta usare il nome di Gesù.

Gesù infatti al versetto 29 dice che la generazione che lo ascoltava era malvagia. Non è che quella generazione fosse più malvagia di altre, ma che proprio ogni generazione umana è malvagia. Il problema è il cuore dell’uomo, che è ribelle a Dio. Fino a quando non viene risolto questo problema, tutto il resto è secondario. Per risolvere questo problema, nelle nostre vite dobbiamo dare ascolto al Signore e ubbidire ai suoi comandamenti. La sua Parola è vita, dona vita. Gesù è quella Parola, quando crediamo in Gesù stiamo ubbidendo alla Parola di Dio.

1 Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. 2 Essa era nel principio con Dio. 3 Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei, e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. 4 In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini.

 Se nell’Antico Testamento Dio affidava la sua Parola ai profeti, con Gesù Dio manda proprio la Parola, incarnata, in forma umana, per raggiungere le persone. E come se questo non bastasse, Dio oltre a dare la Parola, ci da anche un segno incredibile. Molto spesso Dio mostra la sua presenza tramite dei miracoli e dei segni: pensate alla colonna di fuoco che guidava il popolo di Israele, o la manna, o Daniele che viene buttato nella fosse ma non viene mangiato dei leoni. I segni del Signore non sono fini a se stessi, e sono un’ulteriore prova del suo amore. Dio non si limita a parlare, ma amplifica il suo messaggio per mezzo del microfono dei miracoli.

Nel caso di Gesù il segno più grande è il segno di Giona, ovvero essere morto sulla croce al posto nostro per poi essere inghiottito per tre giorni dalla terra prima di essere sputato fuori da essa risorto per ascendere in cielo in gloria.

La croce è il segno, miracolo, per eccellenza. Un segno che sorpassa ogni altro tipo di segno al punto che, volendo, Dio potrebbe benissimo decidere di non compiere altri miracoli perché la croce basta e avanza per attestare la verità e potenza della salvezza del Vangelo.

E poi Gesù fa due esempi di persone che si erano pentite. La prima persona è la regina di Saba. E’ sicuramente interessante che come primo esempio Gesù usi una donna. Gesù non aveva usato le parole della donna della folla per fare un proclamo femminista, ma questo non vuol dire che Gesù non apprezzasse e valorizzasse le donne, infatti parla ora di una donna, della Regina di Seba, come di un esempio positivo.

Questa donna era una regina che aveva sentito parlare della saggezza di Salomone è aveva fatto tantissima strada portando con sé doni, spezie, e oro per conoscere Salomone, la sua saggezza e il suo Dio. Dopo aver conosciuto di persona Salomone, aver constatato la sua saggezza e aver riflettuto sul Dio di Salomone, la regina di Saba dice queste parole

1 Re 10:6 Allora disse al re: «Era vero, dunque, quanto avevo sentito nel mio paese sul tuo conto e sulla tua saggezza! 7 Io non avevo voluto credere a quanto si diceva, finché non sono giunta qui e i miei occhi non hanno visto; ebbene non me n’era stata riferita neppure una metà! Quanto alla saggezza e alla prosperità, superi la fama che io ne ho udita. 8 Beati i tuoi uomini, beati questi tuoi ministri che stanno sempre davanti a te e ascoltano la tua saggezza! 9 Sia benedetto il Signore tuo Dio, che si è compiaciuto di te sì da collocarti sul trono di Israele. Nel suo amore eterno per Israele il Signore ti ha stabilito re perché tu eserciti il diritto e la giustizia».

La regina di Seba, una donna potente, ricca, intelligente, di successo, riconosce l’infinita saggezza che Salomone ha ricevuto da Dio. Gesù sottolinea di nuovo l’importanza della Parola, visto che lei era venuta per udire (v.31). Ecco un femminismo reale, che riconosce la centralità di Dio in tutto, che non prende il sopravvento rispetto a Dio ma si inginocchia di fronte alla saggezza di Dio. Un femminismo che non sfrutta Dio, ma che da ascolto a Dio.

E la regina di Saba aveva visto soltanto una frazione minima della saggezza di Dio. Salomone era saggio, ma imperfetto. Ora invece la Saggezza di Dio si era incarnata, Cristo Gesù rappresentava tutta la saggezza eterna e perfetta di Dio.

Cosa dirà la regina di Saba un giorno di noi? Un giorno la regina di Saba condannerà i contemporanei di Gesù che non hanno creduto in lui. E cosa dirà di noi? Ci rivolgiamo al Signore per avere saggezza per le nostre vite? Ci fidiamo di lui con la nostra vita, ci fidiamo del suo consiglio e della sua Parola perché lui è saggio? In altre parole, ci fidiamo di lui con la nostra vita, sapendo che in lui solo possiamo trovare salvezza? Ci rivolgiamo a lui per avere saggezza quando non sappiamo cosa fare in determinate situazioni? Quando vogliamo vedere dei cambiamenti? La regina di Saba si fidò di Salomone, noi abbiamo qualcuno di molto più grande di cui fidarci.

Il secondo esempio è di nuovo tratto dalla storia di Giona. Giona, come sappiamo, è il profeta mandato ad annunciare il giudizio di Dio ai Niniviti, un popolo feroce, potente, malvagio. Dopo aver disubbidito inizialmente al comandamento di Dio, Giona viene mangiato dal pesce e dopo tre giorni sputato a riva. Arrivato a Ninive, Giona inizia a predicare che essa sarà distrutta.

Giona 3:3 Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, di tre giornate di cammino. 4 Giona cominciò a percorrere la città, per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». 5 I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, dal più grande al più piccolo. 6 Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. 7 Poi fu proclamato in Ninive questo decreto, per ordine del re e dei suoi grandi: «Uomini e animali, grandi e piccoli, non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. 8 Uomini e bestie si coprano di sacco e si invochi Dio con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. 9 Chi sa che Dio non cambi, si impietosisca, deponga il suo ardente sdegno sì che noi non moriamo?». 10 Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si impietosì riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece.

Ancora una volta, Gesù, parlando di Giona, sottolinea l’importanza della Parola in quello che Dio fa. I niniviti si ravvidero a causa della predicazione orale di Giona.

Che cosa diranno i niniviti un giorno della tua vita? Loro che erano cresciuti senza aver sentito parlare del vero Dio, loro che erano diventati famosi, ricchi e potenti a discapito dei popoli vicini? Loro che erano talmente infangati dal peccato e dalla malvagità da essere condannati dal Signore? Loro che ricevettero il Vangelo per mezzo di un profeta riluttante, ribelle, brontolone, geloso, limitato, imperfetto, pieno di odio per i niniviti? Un profeta che non voleva la salvezza dei niniviti ma la loro condanna e distruzione? Cosa diranno quando vedranno che noi abbiamo ricevuto il Vangelo da Gesù stesso, il quale per amore nostro è andato sulla croce? Cosa diranno quando vedranno che noi abbiamo ricevuto il Vangelo non da un profeta come tanti altri, ma dal Profeta con la P maiuscola, il Figlio di Dio mandato direttamente dal Padre? Un profeta perfetto nei suoi modi e nelle sue parole. Cosa diranno i niniviti?

Gioiranno perché hai creduto in Gesù con tutta la tua vita e hai deciso di seguirlo, o ti condanneranno per aver rifiutato questo incredibile dono, questo incredibile profeta, che è molto più di Giona?

Cosa diranno del modo in cui ti relazioni a Gesù? Condanneranno il tuo modo di fare che sfrutta Gesù per un tornaconto personale, per una gloria personale, che usa Gesù per una agenda politica o ideologica, o ti loderanno per aver vissuto per dare gloria a Gesù e al suo Regno, per aver dato ascolto alla Parola e ubbidito ai suoi comandamenti?

Beati siamo noi: perché non abbiamo ricevuto un profeta, ma la Parola incarnata. Beati siamo noi, perché non abbiamo ricevuto un segno limitato, ma abbiamo ricevuto il segno della croce. Beati noi perché non abbiamo ricevuto un uomo saggio ma peccatore come Salomone, ma il Figlio senza macchia ne difetto si Dio. Non c’è niente di più che possiamo ricevere. Cristo, il suo messaggio e il suo segno, è sufficiente. Lui è eccelso e basta.

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